Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

mercoledì 10 agosto 2011

1799 - 1800 Arrivano i Francesi

Comincia il periodo napoleonico
anche a Marradi
di Claudio Mercatali



Gli anni 1799 e 1800 furono densi di avvenimenti anche a Marradi, che si possono ricostruire con i documenti dell’ Archivio storico del Comune e con i bandi che venivano affissi ai muri, in giro per il paese. Nel marzo 1799 i Francesi occuparono Firenze e il Granduca lasciò la città. Si formò un Governo Provvisorio, accolto in modo tiepido dalla gente, perché Ferdinando III aveva governato bene e il popolo non gradì il cambiamento. Ebbe inizio una politica più libertaria, più moderna, con le idee rivoluzionarie che i Francesi portavano ovunque arrivassero.
Questa prima occupazione francese durò poco, e il Governo Provvisorio toscano fu veramente tale. Infatti dopo due mesi gli Austriaci reagirono e vinsero una decisiva battaglia a Cassano d’Adda e l’Armata francese in Italia si sfasciò. Si tornò al vecchio Governo Granducale. I bandi dell’Archivio storico di Marradi descrivono bene la Restaurazione:

  • 9 luglio 1799 da Firenze fanno sapere che c’è in giro un gran numero di soldati francesi sbandati e potrebbero esserci dei problemi di ordine pubblico.
  • 21 luglio si comunica ai marradesi che “le Maire”, ossia il Sindaco nominato dai francesi è decaduto e si formerà una nuova amministrazione, secondo la legge Granducale del 1774 vigente prima dell’invasione.
  • 23 luglio un bando rimette al proprio posto tutti i dipendenti del Comune e i funzionari granducali che erano stati cacciati dai Francesi.
  • 1  Agosto il bando qui accanto vieta di trattare male i francesi e i militi della Repubblica Cisalpina che si sono arresi.

La prima occupazione francese creò molto scontento fra la gente. Ecco qui sotto un manifesto sca­rabocchiato da un marradese fedele al Granduca che con un fumetto fa dire all’ immagine francese della Libertà seduta: “Star ritta io più non posso” (clicca sull'immagine per ingrandirla). Il Granduca colse bene questo stato d’animo popolare ma cercò in ogni modo di evitare le vendette. Il grande pregio dei Lorena era proprio la tolleranza. Poi a Marradi si fece il conto dei “danni di guerra”. Qui da noi non ci furono battaglie, ma secondo l’uso dell’ epoca i Comuni dovevano sostenere il costo delle truppe in transito.

 Marradi dovette spendere per alloggiare i “liberatori” francesi e, dopo due o tre mesi, anche per i “liberatori” al servizio del Granduca, che avevano cacciato i Francesi, come si vede nella fotografia qui di seguito. Il conto fu salato. Il capitano francese dei Dragoni, un certo Pellisson, presentò un conto di 450 lire, per le vettovaglie, le biade e il fieno per i cavalli. Con le “Truppe aretine”, cioè con i controrivoluzionari fedeli al Granduca andò peggio ancora e si spesero 848 lire.
Siccome le disgrazie non vengono quasi mai una alla volta, nell’estate 1799 scoppiò un’epidemia di afta epizootica, che è una malattia infettiva dei bovini e temibile anche per l’uomo. Così i marradesi, con pochi soldi e quasi in carestia arrivarono alla fine dell’anno.


 Il rendiconto delle spese sostenute 
dal Comune di Marradi

Per questo il macellaio Giovanni Bombardini si premurò di scrivere alle autorità per avere l’appalto della macellazione anche per l’anno successivo:

“Sig. Amministratore generale delle Tasse di macina e macelli, Giovanni del fu Paolo Bombardini, proventuario del sigillo delle carni nel sito del Comune di Scola di Marradi (S.Adriano) espone alla Signoria vostra come egli abbia sempre venduto buone carni e al più discreto prezzo, per la qual cosa fa reverente istanza perché gli sia concesso il sigillo delle carni anche per l’anno 1800".
Io Giovanni Bombardini, per non saper scrivere prego 
il sig. Francesco Pescetti (notaro) a sottoscrivere quanto sopra. 
21 ottobre 1799

Il cibo scarseggiava anche per i ricchi:
“Sig.. Vicario Regio, le accompagno la supplica di Domenico Ceccherini e d’altri di Marradi con la quale si domanda qualche provvedimento suo perché in codesto luogo è difficoltoso l’acquisto di generi di prima necessità anco con il denaro in mano…”                                          24 gennaio 1800

LE CAMPAGNE DI NAPOLEONE IN ITALIA
· Prima occupazione (marzo 1799) I Francesi occuparono la Toscana, e il granduca Ferdinando III lasciò Firenze. Napoleone era in Egitto, e approfittando della sua assenza, Austria, Turchia e Rus­sia si coalizzarono e i Francesi, guidati dal generale Moreau, il 27 aprile 1799 furono sconfitti a Cassano d’Adda.

· Seconda occupazione (anno1800) All’inizio dell’anno 1800 Napoleone tornò dall’Egitto e assunse poteri dittatoriali. Scese di nuovo in Italia e il 14 giugno a Marengo sconfisse duramente gli Austriaci, ricostituì la Repubblica Cisalpina e riconquistò Toscana e Piemonte.

Napoleone era bloccato in Egitto e la breve stagione dei sogni rivoluzionari in Italia pareva proprio finita. Quasi nessuno era disposto a scommettere sul ritorno dei Francesi. In quei giorni il signor Lodovico Fa­broni, presentò domanda per essere assunto:

“ … desidero far presente l’età, condizione, studi e capacità del sig. Lodovico Fabroni che con le annesse preci domanda un posto di Aiuto nella Cancelleria Comunitativa; e lei sa come, dopo l’invasione delle Truppe Francesi in Toscana, detto postulante abbia nutrito sentimenti di attaccamento al proprio Sovrano”. 
In attenzione di tali notizie mi confermo suddito vostro  
31 dicembre 1799

Però la storia andò diversamente. Nei primi mesi dell’anno 1800 Napoleone sfuggì al blocco navale inglese, tornò in Francia, discese in Italia con un nuovo esercito e inflisse agli Austriaci una sconfitta dura e definitiva a Marengo, in Piemonte. Dunque il Granduca fuggì di nuovo e tornarono i Francesi, che questa volta, presente Napoleone, avevano un altro pìglio. Chissà se Lodovico Fabroni riuscì a farsi assumere dopo aver scritto la sua lettera. I nuovi bandi, in francese e in italiano, hanno un linguaggio rivoluzionario e perentorio. I Marradesi, nell’anno 1800 lessero “liberté” ed “egalité” nei muri del paese (e dopo un po’ anche le immancabili richieste di soldi per mantenere le truppe francesi). Poi piano piano tornò la normalità. Era cominciato il periodo napoleonico e il Granducato di Toscana cambiò nome in Regno d’ Etruria.


Da Firenze arrivò l’avviso che c’erano in giro dei soldi falsi:
“E’ pervenuta notizia che circolino monete da un Paolo false. Si rende necessario che i Cassieri, senza mettere il pubblico in diffidenza verso le monete vere, stiano oculati a non ricevere in paga­mento dette monete …”.        5 maggio 1800


Due manifesti affissi 
dai Francesi a Marradi


Da Modigliana arrivò un conticino da pagare in contanti al camarlingo (cioè all’esattore):
“La Comunità di Marradi deve a questa Comunità (Modigliana) la somma di lire 5 e 14 a rimborso di vitto e medicine somministrati nel carcere di questo tribunale a Francesco Cappelli di Popolano onde per cui sua Eccellenza si compiaccia di far avere detta somma nelle mani di questo Camarlingo comunitativo”.
Dal Comune di Modigliana 15 agosto 1800

Arrivò il nuovo maestro:
“…Mi è pervenuta oggi 3 settembre l’umanissima lettera del Magistrato di Marradi con la quale si compiace di comunicarmi la delibera con la quale si degna di eleggermi alla vacante condotta di Belle Lettere. Nell’atto adunque di accettare ben volentieri la detta carica dichiaro che mi presterò con attenzione e zelo alla carica a vantaggio di tutta la gioventù”.
Con il più ossequioso rispetto, 3 settembre 1800 Giovanni Sartoni

Arrivò anche il nuovo medico condotto:
“Venuto nella risoluzione di avanzare la mia istanza al Magistrato di Marradi per la Condotta di medico in questa Terra, invio a questa Commissione alcuni attestati e il diploma. Mi riservo di trasmettere il numero di matricola del Collegio Medico di Firenze".  
5 ottobre 1800    Con il dovuto ossequio dott. Antonio Lelli

Non era semplice fare il medico condotto a Marradi e il dott. Lelli ben presto se ne accorse:
“Sono venuto nel capo di dovermi ritirare, con mio sommo rincrescimento, dalla concorrenza a codesta condotta di medico. I vantaggi che ho ritrovato altrove mi ci hanno portato. Io vado medico in altro luogo con la provvigione di lire 100 al mese, senza l’obbligo del cavallo, con distretto limitato, senza altro medico e con la speranza di non pochi altri incentivi, perché la campagna è ricca. Queste ragioni spero mi garantiranno presso di Voi dalla taccia di uomo instabile, che d'altronde poteva essermi data. Vi prego di leggere questa mia lettera alla Generale Adunanza".                
17 piovoso  (9 febbraio) 1801 dottor Antonio Lelli

Le date in calce ai bandi e a volte anche ai documenti sono un po’ strane, perché nel calendario francese, riformato ai tempi della Rivoluzione, era stato cambiato il nome ai mesi. Chissà che effetto avranno fatto queste novità ai marradesi di allora.

Il Calendario della Rivoluzione (adottato al posto del Gregoriano)

Autunno Vendemmiaio, Brumaio, Frimaio
Inverno Nevoso, Piovoso, Ventoso
 Primavera Germile, Fiorile, Pratile
Estate Messidoro, Termidoro, Fruttidoro
L’anno cominciava all’equinozio d’autunno, il giorno 1 vendemmiaio
(22 settembre). Gli ultimi 5 giorni, dopo il 30 fruttidoro
(16 settembre) erano i cosiddetti sanculottidi, dedicati:
1 alla virtù, 2 al genio, 3 al lavoro, 4 all’opinione, 5 alla ricompensa.
Il giorno in più del anno bisestile era per la Rivoluzione.

Negli anni 1799 - 1800 la gente aveva subìto la carestia e all’inizio del 1801 finalmente stava meglio. Perciò il Magistrato di Marradi (cioè il “sindaco”) chiese al Vescovo di Faenza di esentare la popolazione dal digiuno quaresimale visto che negli anni precedenti si era digiunato abbastanza. Il vescovo rispose:

“Persuaso del quaresimale indulto per uova, latticini e carni di ogni genere, come suol farsi uso nel corso dell’anno, ne ho avanzate le mie più fervide istanze al Santo Padre per ottenerlo. Qualora dal Medesimo l’avrò ottenuto, lo distenderò alla popolazione di Marradi e così mi compiacerò di coo­perare al vantaggio di codesta porzione della mia Diocesi, che me ne fa istanza”.
12 febbraio 1801    Il Vescovo di Faenza a Giovanni Evangelista Pratesi, Magistrato di Marradi

Così, con un po’ più di libertà e con molto pane in meno finì il Settecento a Marradi.


Fonti Archivio preunitario, filza 571 doc.12, 21, 23, 44, 53, 57, 155, 196, 228, 241, 260, 297, 322, 327, 359, 385 e altro. Si ringrazia il sig. Francesco Cappelli per i consigli dati.

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