Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

lunedì 2 luglio 2012

1856 - 1859 La copertura del Rio Salto


Che cosa c’è sotto 
il centro di Marradi
di Luisa Calderoni
e Francesco Cappelli



Marradi 1833

Fino alla prima metà dell’Ottocento il Rio Salto (fosso della Badia) scorreva a giorno, dagli Archiroli al Lamone, di fronte a Casa Vigoli, ed era scavalcato da tre ponti: il Ponte delle Monache, davanti alla chiesa del convento delle Monache, il Ponte del Suffragio, di fianco alla chiesa omonima e il Ponte del Magazzino, davanti al palazzo Fabroni ora sede della Banca popolare di Ravenna. Il "magazzino" che dava il nome al ponte era quello del grano, di Enea Fabroni (del '500), all'imbocco di via Fabbrini. La cartina qui sopra, tratta dal Catasto Leopoldino del 1833 chiarirà il tutto.
Il centro del paese era senz'altro caratteristico, con le case che partivano dal fiume, un po' com'è ora la zona di Casa Vigoli, però i problemi igienici non mancavano. Per questo un certo numero di cittadini scrisse questa lettera al Gonfaloniere, cioè al Sindaco di allora:


Eccellenza

Il Municipio di Marradi facendo eco al voto della maggioranza della popolazione con sue deliberazioni del dì 29 novembre e 30 dicembre 1853 ordinò il cuoprimento del fosso denominato Rio di Salto, sanzionò la Perizia dei Lavori, l'esecuzione degli stessi e le spese previste, salva la Superiore approvazione accettando nel tempo medesimo le rilevanti offerte di denaro fatte da diversi abitanti della Comunità in attestato di gradimento per quell'opera pubblica tanto importante e per lungo tempo desiderata così per lato dell'ornamento e della politezza del paese, come per lato della pubblica igiene.
Il fatto del Municipio indusse la popolazione a vivamente sperare che quel fosso (posto per sventura del Paese nella di lui parte migliore e più popolosa), quel fosso sorgente di grande umidità nel Verno, ricettacolo nell'Estate quand'è privo di acqua di tutte le immondezze gettatevi dalle fabbriche circostanti e scaricatevi dalle latrine e dai pozzi neri della metà del paese, che tutte vi fanno capo, quelle vaste pozzanghere di acqua putrida nera esalante perniciosi miasmi, quella indecenza pubblica, quella ributtante offesa alla presente Civiltà, finalmente fosse tolta, e fatta scomparire dalla pubblica vista ... Ma basta egli forse che un'opera pubblica sia bella ed utile perché debba incontrare l'assenso di tutti?
Corre la fama che vi fossero oppositori segreti anche tra coloro che apparentemente e ad alta voce favorivano il lavoro e oppositori puranche fra i possidenti della campagna i quali ingiustamente disconoscevano il principio che ad ogni comodo aggiunto al capo luogo ritorna a pro della campagna medesima perché essa viene a trovar così in lui tutte le facilitazioni migliori per lo spaccio delle proprie derrate. Di fatti sottoposto l'affare alla Superiore Approvazione questa restò sospesa. Frattanto nell'anno presente il morbo asiatico dominante invase la maggior parte del comune e il paese medesimo. Il flagello fu spaventevole perché in tre mesi secondo gli Stati Parrocchiali mancarono dai vivi 619 individui e il paese con una popolazione di 1600 abitanti ebbe 193 decessi. Nessun comune vi è stato in Toscana che relativamente sia stato più percosso di questo. Non poche delle famiglie dimoranti lungo il fosso fatale partirono: avrebbero forse dovuto rimanere a respirare le emanazioni pestifere di quel luogo di abominazione? E nonostante le partenze 47 furono i casi di colera in quel circuito e 24 i morti.



A sinistra: Il centro di Marradi
 prima del 1853, secondo un plastico 
di Vitaliano Mercatali
Sotto: i firmatari della petizione 
al Gonfaloniere

Ove il terribile morbo tornasse di nuovo l'anno venturo a colpire questo infelice paese che sventuratamente ha tutte le condizioni per favorire il colera, perché collocato nel basso di una valle, solcato da un fiume, anche due fossi,  in mezzo all'umidità e alle emanazioni pestilenziali, quale potrebbe essere il suo destino? Ma gli Abitanti non disperano che la Provvidenza voglia abbandonarli e neppure disperano nell'aiuto del Governo per difenderli dal Flagello con tutti i mezzi possibili con togliere i germi di distruzione che il Paese tiene in seno. La vita di un popolo val più del suo oro. I sottoscritti Abitanti di Marradi pregano l'Eminenza Vostra di volersi degnare di ottenere Loro dalla clemenza del Principe l'approvazione dei Partiti Magistrali dei giorni 29 e 30 novembre 1853 e l'esecuzione dei lavori in quelli ordinati.
Che è quanto   Marradi 18 novembre 1855

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Alla fine i dubbi e le perplessità vennero superati e i lavori partirono. Chissà che confusione ci sarà stata dal 1856 al 1859 nel centro del paese, con il cantiere aperto e i lavori di copertura del fosso!
Che cosa c'è oggi sotto la volta che copre il Rio Salto? Vincenzo Benedetti, Enzo Lollini, Vitaliano Mercatali, Claudio Mercatali, Giovanni  Tagliaferri sono andati a vedere:


A sinistra: questa galleria 
è sotto via Fabroni.
A destra: quello che rimane 
degli archi del 
“ponte delle Monache”


Clicca sulle foto se le vuoi ingrandire





Accanto: disegno della metà 
dell’ 800. Si vede il profilo 
del ponte del Magazzino, 
a schiena d’asino, e il nuovo 
ponte che gli venne sovrapposto.


 














L'arco del ponte del Magazzino c'è ancora e si vede nella foto qui sopra a sinistra scattata dal greto del Rio Salto, dietro a Palazzo Fabroni, in un punto accessibile e visibile solo dopo aver percorso la galleria descritta prima. La copertura ottocentesca arrivava fino alla chiesa delle Monache, poi il Rio Salto era a giorno, lungo via Castelnaudary, fino allo sbocco nel Lamone. Quest’ultimo tratto è stato coperto nei primi anni del Novecento, subito dopo l’edificazione delle Scuole Elementari. Prima l'aspetto del paese era quello mostrato qui sopra.


Fonti Documenti dell'archivio storico del Comune di Marradi

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