Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

venerdì 4 gennaio 2013

L'arte del ricamo

Elena Barzagli
Elena Barzagli, ricamatrice in Marradi
di Silvana Barzagli







Antichi strumenti per il cucito e il ricamo: forbici, ditali 
e un vecchio porta-aghi in legno












All’ inizio degli anni ‘20 Adele Vinci nei Barzagli, residente a Marradi in Via Razzi, era una vedova della Grande Guerra,  con una bambina del ’10 e tre bambini rispettivamente dell’ 11, del ‘14, del ’16. Il Governo Fascista ospitò, con retta a suo carico, i primi due maschi, in uno dei Collegi di Don Facimbeni di Prato dedicato agli “orfani di guerra” . Elena, la primogenita, entrò bambina, nel 1919, all’ Educandato Femminile di “Montedomini” a Firenze, ove finì le elementari, compresa la classe “sesta”, imparò a suonare il violino e cantò nel coro di Santa Croce. La Superiora di quel collegio le propose di intraprendere gli studi da “maestra”, ma lei rifiutò perché troppo presa da un’ attività manuale che le piaceva di più: il ricamo


Particolare di un finissimo ricamo su lino
Tutte le ore di giorno in quel collegio furono dedicate ad imparare quest’ arte………..
Raccontava di aver ricamato perfino i riccioli di un Bambino Gesù in collo alla Madonna per uno degli altari di destra della Basilica di Santa Croce a Firenze.
Diciottenne rientrò in famiglia a Marradi e si dedicò al ricamo dei corredi delle Signorine delle famiglie più importanti del nostro Comune (cito a memoria Luticao e Zacchini). Imparò dalla nonna Adele che era “camiciaia” a tagliare e cucire i tessuti “fini”, come diceva lei. Soggiornava anche sei mesi in una famiglia, pranzava a tavola con i padroni di casa in guanti bianchi.
 
 


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Le cifre di Elena











Agli inizi degli anni ’50, con la madre Adele,  aprì un laboratorio di ricamo a Marradi, collaborando con quello delle Suore Domenicane. In questo laboratorio si sono succedute tante delle lavoratrici marradesi che poi hanno continuato a casa propria. Ricordo come lavorante fissa Adele Gentilini da noi bambine chiamata “Adele zucchero e miele”, e strano ma vero, c'è stato anche un allievo maschio ad imparare il disegno, Alberto Vigna, autore di incisioni a fuoco e odierno gestore di un negozio di calzature a Faenza.
Campionavano per lei da casa, Ede Cappelli, Pia Scalini e Alda Marolli.

Elena i iscrisse  al neonato “Artigianato del Ricamo” ed assieme alla madre entrò in rapporto con le più importanti ditte di ricamo a Firenze e Montecatini ( la RAF sui Lungarni e lo Studio Donnalice a Careggi).
Ma la filiera del ricamo partiva e si concludeva tutta nel laboratorio di Via Razzi....




la casa - laboratorio di Elena Barzagli in via Razzi a Marradi
   
Se si portava alla Signorina Elena la tazzina del servizio di ceramica, lei velocemente rilevava il motivo principale (generalmente si trattava di un fiore) e su questo motivo, con mano da artista, costruiva un quarto del disegno della futura tovaglia tonda o quadrata.
Il disegno veniva riportato su carta velina  con una piccola macchinetta elettrica traforatrice.


il disegno sulla carta velina preparatoria al ricamo

Una volta traforato, il disegno veniva appoggiato sulla stoffa, fermato con sassi ai bordi, e stampato con petrolio ed una miscela di colore in polvere, generalmente blu, mescolata alla cera calda.
Sul disegno Elena indicava la denominazione dei vari “punti”(catenella, ombra, sabbiolina, erba, etc..) e la tovaglia campionata a Marradi, con il filo necessario, veniva spedita per posta ai laboratori nelle Puglie intorno alla zona di Lecce ed in Sicilia a Salemi
Una volta all’ anno la zia Elena si recava in queste due regioni per cercare nuovi laboratori e anch'io nella lontana estate del 1966, ho avuto il piacere di accompagnarla  in uno dei suoi viaggi  in treno  e precisamente sino alla città di Lecce.
Nel 1958/59 mio padre Enzo le si affiancò  nel disegno ed assieme inventarono  “nuovi motivi” e arricchirono  i vecchi.  Poi lui si specializzò con la seconda moglie Carla Benedetti, eccellente ricamatrice, solo su “tovagliati”. Nacque  così una  nuova azienda artigianale intestata a  Carla Benedetti Barzagli,  con un suo laboratorio in via Dino Campana (cito a memoria come lavorante fissa per tanti anni “zia Annini” la moglie del fu Giuseppe Tarabusi, Sindaco di Marradi).
Elena continuò sino a tarda età a fare di tutto col ricamo.

Vari punti di ricamo in un motivo floreale

 Molti dei suoi lavori  sulla biancheria intima da donna  sono stati esposti, nell’ estate del 2010, a Crespino, nella Sala espositiva adiacente la Badia Vallombrosiana mentre  alla Mostra del Ricamo del 2008, nella Chiesa della Misericordia in Piazza le Scalelle di Marradi. si sono potuti ammirare i suoi centrini, le tovaglie e le lenzuola  accuratamente ricamati.

La tradizione del ricamo a Marradi è stata portata avanti da Marisa Barzagli, figlia di cugino da parte di nonno Domenico, che onora Marradi e Brisighella,  con Mostre di Ricami della scuola dal lei diretta nella vallata del Lamone.


                                                                                                                                         

1 commento:

  1. Ringrazio la competenza e disponibilita di Claudio e Luisa a questa generosa e variegata raccolta di "memorie personali e collettive" che segnano l' evolversi dell' "identità" del nostro paese, che valorizzano il nostro Archivio Storico, e che mantengono le residue capacità alle esigue popolazioni giovanili che ancora nei nostri territori scommettono la loro vita e quella delle loro famiglie.

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