Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

mercoledì 15 gennaio 2014

In giro per Marradi con Dino Campana



Nelle vie del paese 
e a Campigno
nei posti più amati 
dal poeta
ricerca di Claudio Mercatali


Lanfranco Raparo,
Marradi.



Negli anni 1995 - 2000 l'Amministrazione comunale fece porre quattro  leggii in ferro in altrettanti punti dell'abitato di Marradi e descritti nei Canti Orfici.




Di recente questi, e altri due che sono a Campigno, sono stati restaurati e marcano altrettanti punti di sosta in un tour poetico e ambientale sulle orme di Dino Campana.
L'immagine trasfigurata della natura, delle persone e delle cose è l' essenza della poetica campaniana e uno dei modi di conoscere questo poeta è sicuramente quello di leggerlo nei posti che lo ispirarono.



Planimetria del paese
e ubicazione dei leggii.






Leggio 1     Sogno di prigione
E' l'anno 1909 e Dino Campana è in prigione a Tournai, in Belgio, e immagina di essere "sopra al muretto del cimitero ..."

nel posto mostrato qui sotto, a guardare le locomotive a vapore in manovra nella stazione di Marradi.

" ... Ora il mio paese tra le montagne. Io al parapetto del cimitero davanti alla stazione che guardo il cammino nero delle macchine, su, giù. Non è ancor notte; silenzio occhiuto di fuoco: le macchine mangiano rimangiano il nero silenzio nel cammino della notte. Un treno: si sgonfia arriva in silenzio, è fermo: la porpora del treno morde la notte: dal parapetto del cimitero le occhiaie rosse che si sgonfiano nella notte: poi tutto, mi pare, si muta in rombo: Da un finestrino in fuga io? Io ch’alzo le braccia nella luce!! (il treno mi passa sotto rombando come un demonio).










Leggio 2  La casa sul fiume
La poesia fu scritta guardando il Lamone dalle finestre della casa dello zio Torquato


L'invetriata

La sera fumosa d'estate
Dall'alta invetriata mesce chiarori nell'ombra
E mi lascia nel cuore un suggello ardente.
Ma chi ha (sul terrazzo sul fiume si accende una lampada) chi ha
A la Madonnina del Ponte chi è chi è che ha accesola lampada? - C'è
Nella stanza un odor di putredine: c'è
Nella stanza una piaga rossa languente.
Le stelle sono bottoni di madreperla e la sera si veste di velluto:
E tremola la sera fatua: è fatua la sera e tremola ma c'è
Nel cuore della sera c'è
Sempre una piaga rossa languente.






Leggio 3  Una cupola rossa

Marradi (Antica volta. Specchio velato)

Il mattino arride sulle cime dei monti. In alto sulle cuspidi di un triangolo desolato si illumina i castello, più alto e più lontano. Venere passa in barroccio accoccolata per la strada conventuale. Il fiume si snoda per la valle: rotto e muggente a tratti canta e riposa in larghi specchi d'azzurro: e più veloce trascorre le mura nere (una cupola rossa ride lontana con il suo leone) e i campanili si affollano e nel nereggiare inquieto dei tetti al sole una lunga veranda che ha messo un commento variopinto di archi!



Leggio 4  Immagini del viaggio 
e della montagna 

Serenità, dall'aspre rocce dato
Un Borgo in grigio e vario torreggiare
All'alterno pensier pare e dispare,
Sovra l'arido sogno, serenato!
O se come il torrente che rovina
E si riposa nell'azzurro eguale,
Se tale a le tue mura la proclina
Anima al nulla nel suo andar fatale,
Se alle tue mura in pace cristallina
Tender potessi, in una pace uguale,
E il ricordo specchiar di una divina
Serenità perduta o tu immortale
Anima! o Tu!


 


Leggio 5 Viaggio a La Verna 


Salgo (nello spazio, fuori del tempo)

L'acqua il vento
La sanità delle prime cose —
Il lavoro umano sull'elemento
Liquido — la natura che conduce
Strati di rocce su strati — il vento
Che scherza nella valle — ed ombra del vento
La nuvola — il lontano ammonimento
Del fiume nella valle —
E la rovina del contrafforte — la frana
La vittoria dell'elemento — il vento
Che scherza nella valle.
Su la lunghissima valle che sale in scale
La casetta di sasso sul faticoso verde:
La bianca immagine dell'elemento.





leggio 6   Viaggio a La Verna

Campigno: paese barbarico, fuggente, paese notturno,  mistico incubo del caos. Il tuo abitante porge la notte dell'antico animale umano nei suo i gesti. Nelle tue mosse montagne l'elemento grottesco profila: un gaglioffo, una grossa puttana fuggono sotto le nubi in corsa. E le tue rive bianche come come nubi, triangolari, curve come gonfie vele: paese barbarico, fuggente, paese notturno, mistico incubo del Caos.




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