Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

lunedì 6 gennaio 2014

Prosa fetida



dal Quaderno
di Dino Campana
ricerca di Claudio Mercatali



Giovan Pietro Malalana (Dino Campana) nel giorno dell' Epifania si ubriaca e va a puttane, a Borgo S.Frediano, un quartiere popolare di Firenze che ai tempi del poeta era anche un po' malfamato. La prostituta sta mangiando un'aringa e lo fa aspettare. Nell'attesa Giovan Pietro si abbiocca e poi durante i preliminari si addormenta. Allora la prostituta, nel vedere il suo sesso disprezzato, lo caccia via ...



Giovan Pietro Malalana
Tipo strano quanto mai
Nel gran dì della Befana
S’ebbe tanti e tanti guai
Che alla sera, stanco morto
E infangato come un cane
Volle bere come un porco
E abbrutirsi colle ciane
Se ne venne per le strade
Strette oscure e misteriose
Dove dietro le vetrate
Se ne stanno Gemme e Rose
Per le scale misteriose
Verticali al Paradiso
Dei soldati e delle spose
Ingannate dal marito.
Gemma e Rosa i fiori in testa
Se lo accolsero ridendo
E Matilde che alla lesta
Su da un piatto sta inghiottendo
Sollevò la bocca tinta
E gli disse in un sorriso:
Mangio ancora un pò d’aringa
Ed ho subito finito.
Malaccorto ed ubriaco
Si sdraiò con mala grazia
Sbadigliando a perdifiato
In sul muso della... Grazia
Che seccata di quell’uomo
Dalla barba già d’un mese
A squittire prese a buono
Nel suo gergo fredianese.
Il poeta se ne frega
E si sta come un Pascià
Tra le Urì di miglior lega
Del paradiso di Allà
E alle rose in carta rosa
E alle labbra di carmino
Di madonna l’ulcerosa
Ha già fatto un sonettino
Stanno zitte le figliole
A veder l’amor nascente
Anche Grazia – per la pace! -
Biascia l’ultimo accidente.
Il poeta è addormentato!
Da quel pazzo che fu sempre
Nel più bello s’è scordato
Che l’amore è onnipotente...
Laa Nunziaaaca – nel vedere
Il suo disprezzato
Infuriata da vedere
S’è levata e l’ha scossato
Non si dorme sulle panche
O poeta capellone
Porta fuori le tue ciancie
E la sbornia sul groppone                                                                
E il decino t’un lo paghi?!...
Vàia vàia cappellone...
Se ne va il poeta stanco
Colla sbornia sul groppone
Per la scala misteriosa
Ridiscende brancolando
Dal di sopra han chiuso l’uscio
E lo stanno massacrando
Alla porta della strada
S’impunzona sospirando...
Dietro i vetri rilucenti
Stan le ciane commentando
Per la strada solitaria
Non un cane. Qualche stella
Nella notte sopra i tetti
E la notte gli par bella
E cammina il poveretto
Nella notte fantasiosa
E pur sente nella bocca
La saliva disgustosa
Sente il tanfo della casa
Ripugnante. Per le strade
Ei cammina e via cammina
Or le case son più rade
Trova l’erba e si distende
Infangato come un cane
Da lontano un ubriaco   
Canta amore alle persiane.

                                         Sopra: tre immagini di S.Frediano, il dipinto è di Roberto Marma.    

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