Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

mercoledì 14 maggio 2014

Palazzo Torriani

Una visita in una elegante residenza d'epoca
ricerca di Luisa Calderoni
e Claudio Mercatali



Palazzo Torriani nel primi anni 
del Novecento




Il Palazzo della famiglia Torriani è stato completamente ristrutturato e restaurato in questi ultimi anni. Ora è la residenza della sig.ra Annamaria Tagliaferri, discendente diretta della famiglia che ne fu proprietaria e che per diversi secoli abitò qui. Il Palazzo è sotto tutela della Soprintendenza per i Beni culturali, che lo descrisse così ...

Relazione storico-artistica del Ministero 
per i Beni Culturali e Ambientali  
dicembre 1987.

"Palazzo Torriani è situato nel centro storico di Marradi. Non è noto l'esatto periodo di costruzione ma si può, senza incorrere in grave errore, attribuirla alla seconda metà del 1600 con un prolungamento di lavori, per vari ragioni, molto probabilmente ultimati nei primi anni del '700.



La composizione architettonica della facciata è di impianto tipicamente toscano, semplice e chiaro: consta di tre piani fuori terra scanditi orizzontalmente da sue fasce continue in arenaria che corrono all'altezza dei bancali delle finestre del primo e del secondo piano. 

Nel mezzo della facciata è collocato il portale di accesso che si pone in chiara evidenzia nel disegno del prospetto adottato, essendo l'unica apertura ad arco, totalmente fasciata da stipiti in arenaria modanati ed al cui sommo è situato un elegante stemma della nobile e antica famiglia Torriani.
Purtroppo lo stemma, specie nella parte superiore, accusa con molta evidenza le ingiurie del tempo. A destra e a sinistra del portale vi sono due aperture i cui vani interni sono adibiti a negozio: le luci di queste aperture hanno stipiti e architravi in pietra arenaria e, al di sopra dell'architrave, una cornice sempre in arenaria.
Anche le luci delle finestre del primo e del secondo piano sono delimitate da stipiti dello stesso materiale arricchiti da modanature e da motivi decorativi sotto i bancali specie in quelli del piano nobile. Oltre a quanto sopra detto, queste finestre sono maggiormente evidenziate dalle altre del piano sovrastante, con un aggettante cappello la cui sporgenza è favorita dalle mensole poste in corrispondenza degli stipiti delle finestre stesse.
L'ombra dei coronamenti di dette finestre e la grande ombra del cornicione di coronamento del palazzo, (cornicione consistente in una spessa cornice e in una serie di mensole ben aggettanti), modellano plasticamente la severa architettura dell'edificio.
Da considerare nel suo giusto valore è pure il piano nord, nobilitato dalla lunga distesa del cornicione che come anche sulla testata ad est è in tutto uguale a quello della facciata.
L'atrio di accesso al palazzo conduce ad un cortiletto rettangolare in cui uno dei lati minori, quello a nord, porticato, viene a trovarsi in asse all'atrio stesso.


L'atrio di accesso al palazzo conduce ...


Il portico è composto da due arcate a tutto sesto sostenute da un pilastro: ai piani superiore lo schema architettonico si ripete e diviene loggiato; quello a livello del piano nobile conduce al giardino pensile.
Un certo interesse si prova nell'osservare il fondale dell'atrio rappresentato da una nicchia delimitata da lesene sormontate da un arco a tutto sesto il cui spazio è decorato da una conchiglia in rilievo.


Il portico è composto da due arcate a tutto sesto 
sostenute da un pilastro: 
ai piani superiori lo schema architettonico 
si ripete ... 



L'interno dell'edificio, sia pure nelle'attuali condizioni di degrado presenta la tipologia di casa da signore: in alcune sale sono presenti stucchi e decorazioni nei soffitti e nelle pareti eseguiti in epoche diverse. In una sala del piano nobile, racchiuso da ampi ante lignee, si trova un vano nel quale è collocato un altare di bella fattura con tutte le suppellettili necessarie al culto, con pitture eseguite nella parete di fondo.


... una nicchia ... il cui spazio è decorato
da una conchiglia in rilievo ...





In un'altra sala,  al centro del soffitto, é collocata una pittura a olio su tela che si ritiene opera di Silvestro Lega, rappresentante un'allegoria relativa a un evento tragico della famiglia Torriani.




Silvestro Lega: 
Zeus ed Ebe, la coppiera degli dei.
Sotto tre bambini: due portati via da un uccello nero che li trascina verso il regno delle ombre ad indicare che morirono prematuramente. Il terzo bimbo,  piangente, rappresenta Cesare Torriani.



Oltre lo scalone principale esiste un collegamento di servizio realizzato da una scala a chiocciola, eseguita magistralmente in pietra a rocchi sovrapposti.
Per quanto sopra esposto, il palazzo Torriani rappresenta un esempio particolarmente importante di architettura civile inserito nel contesto urbanistico del centro antico di Marradi e per tanto meritorio di essere sottoposto alle disposizioni di tutela ai sensi della legge 1.6.1939 numero 1089".

          Il soprintendente
                Arch. Angelo Calvani

La signora Annamaria Tagliaferri ci ha fatto visitare il palazzo e ha permesso 
di fotografare gli interni. Così ora parleranno molto le immagini. 


Il retro del Palazzo e l'edificio che ospitava la filanda di Cesare Torriani




L'edificio è stato residenza signorile per diversi secoli, praticamente dal Seicento. I Torriani, fuggiti da Milano alla fine del '400, acquistarono l'edificio ancora incompleto dalla famiglia Razzi.

Il palazzo era dimora signorile ma anche centro dell' attività, visto che i Torriani erano grandi proprietari terrieri.

Nelle vastissime cantine del piano interrato c'erano i magazzini dei prodotti agricoli e del vino.


Accanto al palazzo, nell'Ottocento, fu edificata la filanda della seta Torriani della cui attività si hanno notizie fino agli anni '20, anche dopo la morte di Cesare.


Panorama di Marradi nel 1958:
 a sinistra la Filanda Torriani, sopravvissuta ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, e parte del resede circondato da un muro di pietra




Carta intestata di Giuseppe Torriani


 Ora seguiamo  il percorso fatto con la signora Tagliaferri.


  • Il pianterreno 
In fondo all'atrio ci sono i locali delle antiche cucine. Questa parte del palazzo è del Cinquecento e sul camino c'è ancora lo stemma dei Razzi, che allora erano i proprietari della nobile dimora.

Il camino di arenaria scolpita è così grande che al suo interno, ai lati, ci sono le sedute per le persone che volevano stare al caldo.






Nel locale in fondo al cortile interno sono conservate le attrezzature più belle della cantina, cioè gli enormi tini, il torchio di legno, il vaglio, e una gran quantità di attrezzi.

Si dice che i Torriani avessero cento poderi e dobbiamo immaginare che qui, al momento dei raccolti, arrivasse una gran quantità di prodotti agricoli da immagazzinare.









Nella foto sotto, appeso al muro,  si vede un oggetto particolare, diverso da tutti gli altri. E' un piatto doccia del primo Ottocento, con il beccuccio per lo scarico.
La servitù versava l'acqua calda in una specie di annaffiatoio appeso al soffitto e il signore faceva la doccia tirando una cordicella che apriva lo spruzzo. Era un lusso all'epoca, perché il locale per il bagno allora era privilegio di pochi.




clicca sulle immagini
se le vuoi  ingrandire











Da una finestra sopra un acquaio scolpito nella pietra si vede uno scorcio dell'esterno, vicino al giardino, che è la prossima tappa della visita.



  • Il giardino


Sul retro del palazzo, all'altezza del primo piano, c'è un elegante giardino. Si arriva lì percorrendo questo corridoio.





















Il "giardino dei Torriani" è un posto ricordato spesso dai vecchi del paese, per l'eleganza e la presenza di una grande vasca e soprattutto di una ghiacciaia sotterranea, dove d'inverno si accumulava la neve per avere ghiaccio fino all'estate.





































  • La famiglia

Chi erano i Torriani? E' difficile rispondere qui, perché la storia della famiglia è lunga diversi secoli e le vicende sono state tante. Nell'Ottocento le loro fortune raggiunsero il massimo ed erano fra i più ricchi e i più brillanti proprietari di Marradi. Ecco, forse il bel vivere, la generosità, la facilità con cui spendevano il loro denaro furono, assieme alla passione per le belle cose, la loro caratteristica peculiare o almeno questo è il ricordo che più spesso si ha di loro qui in paese.

Il Castellone era una  proprietà entrata in possesso della famiglia in seguito alle nozze tra Emilia Torriani, figlia di Giuseppe, e Leopoldo Tagliaferri.  Oggi appartiene al Comune di Marradi  cui  la Signora   Annamaria lo donò circa quindici anni fa.  In una sala del palazzo c'è una stampa dell'Ottocento che lo rappresenta.

Un'altra proprietà storica della famiglia era la fattoria di Galliana, che fu venduta negli anni Trenta per pagare i debiti del fallimento della Fornace Marcianella, una fabbrica di tegole e mattoni di cui i Torriani erano soci, e che subì un rovinoso tracollo economico.


In questa fotografia degli annui Venti si vedono alcuni membri della famiglia in una elegante automobile,  in gita a Galliana, nella loro fattoria.


L'elegante caminetto della suite
L'auto di marca "Nazzaro"












Nel giardino del palazzo, dopo  una battuta di caccia: il terzo da sinistra  é Giuseppe Torriani. Il quinto, seduto, é Mario Tagliaferri, nonno paterno di Annmamaria, il primo da destra, seduto, è Filippo Fabroni.












la seconda da destra è Emilia Torriani, madre di Anna Maria 
















Emilia Strigelli e Cesare Torriani il giorno delle nozze
Emilia Strigelli adolescente


Cesare Torriani, che fu sindaco di Marradi nell' Ottocento, con i nipoti
Emilia (a sinistra) Cornelia e Carlo





  • I lampadari


Percorrendo le varie sale si va verso il centro del palazzo, in un crescendo di locali sempre più eleganti, tutti affrescati, con soffitti e lampadari da favola:



























































  • I dipinti di Pio Chini

E così,  di sala in sala,  si arriva alle stanze affrescate da Pio Chini, della nota genìa di artisti, decoratori e ceramisti di Borgo S.Lorenzo. Pio era lo zio di  Galileo Chini  che vedremo più avanti.
Questo artista della seconda metà dell'Ottocento era un raffinato decoratore di interni. Aveva tecnica, buon gusto, senso della prospettiva e cura dell'immagine, come si può vedere.










































A Pio Chini non mancava
certo la fantasia
e l'inventiva per le decorazioni.














  • I dipinti di  Galileo Chini

Galileo Chini

E siamo così giunti alla parte topica della visita, cioè alle sale decorate da Galileo  Chini. Senza fare tanti discorsi si vede che il livello artistico è cresciuto ancora e siamo al capolavoro. Questi dipinti perfettamente conservati e restaurati, sono il principale motivo per cui il Palazzo è sotto tutela delle Belle Arti.







Cesare Torriani venne sequestrato dai banditi a Galliana, negli anni precedenti al 1872. Qui da noi i sequestri per estorsione erano una rarità e il signor Cesare girava sicuro nella sua fattoria accompagnato dal fattore.
Ma i briganti li sequestrarono entrambi e chiesero un riscatto altissimo. Le trattative andarono avanti con alterne vicende e alla fine Cesare Torriani fu liberato. Sua moglie Emilia Strigelli, in avanzato stato di gravidanza, , spaventata da un colpo di fucile esploso da un bandito e stremata da questa vicenda, nei giorni seguenti partorì prima del tempo e morì.

Nel salone principale il soffitto è decorato con una allegoria attribuita a Silvestro Lega. Vi è rappresentata la morte prematura di due bambini e un terzo piangente, che sarebbe Cesare Torriani.



 L'affresco al soffitto è
accompagnato


da tante decorazioni
a corredo












Il queste stanze l'arte di Galileo Chini
è quella della piena maturità






In queste decorazioni si riconosce già lo stile che poi l'artista userà nelle decorazioni del palazzo del re del Siam (regno dell'Estremo Oriente).









Infatti la biografia dell'artista dice che nel 1910 il Re del Siam, Rama V, dopo aver ammirato i suoi lavori alla Biennale di Venezia lo invitò a lavorare a corte, a Bangkok.
Nel giugno 1911 Galileo Chini si imbarcò a Genova, diretto in Estremo Oriente. A Rama V, morto nel frattempo, successe il figlio, il coltissimo Rama VI, che accolse il pittore a Bangkok.

















 Questi decori d'angolo sono stati i più apprezzati dai critici d'arte, che parlano di arts nouveaux, liberty, influssi e rapporti con l'arte di Gustav Klimt ...












 Allo stesso modo in queste decorazioni si colgono degli spunti che poi saranno sviluppati nelle successive realizzazioni del Chini
















Per approfondire, digita
su internet "Palazzo Torriani"


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