Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

lunedì 9 giugno 2014

La vita a Palazzo Torriani

I ricordi di Maria Gentilini Cavina.


Maria Gentilini è nata il primo  gennaio 1913 e ha la bellezza di 101 anni.
Suo padre si chiamava Angelo e  molto presto rimase orfano, prima della mamma e poi del babbo. Il padre di Angelo, che lavorava per i Signori Torriani, rimase vittima di un incidente: fu infatti trascinato da un cavallo da Villanceto, dove si era recato presso alcuni contadini del Torriani, fino al palazzo stesso, dove arrivò ormai moribondo. I due bambini rimasero a Palazzo Torriani presso il Signor Cesare, bisnonno dell'unica erede della Famiglia Torriani, Signora Anna Maria Tagliaferri.
Angelo stava sempre con il Signor Cesare e ne divenne l'uomo di fiducia, di fedeltà assoluta e assoluta onestà, tanto che aveva le chiavi del palazzo e si recava personalmente dai numerosi contadini che lavoravano per la ricca famiglia marradese.




Dopo la morte del Signor Cesare avvenuta nel 1915, Angelo mantenne le stesse funzioni anche presso il Signor Giuseppe, l' unico figlio di Cesare e della sua sposa Emilia Strigelli, morta a soli 20 anni in seguito al parto prematuro del figlioletto Giuseppe. La sorella di Angelo, Giulia,   divenne invece  la "Dama di Compagnia" della sposa di Giuseppe.

Giuseppe aveva preso in moglie  Clementina Morosini, di origini venezianee da lei ebbe tre figli: Carlo, Emilia e Cornelia. Clementina era una donna bellissima che si recava molto spesso a Firenze per far prendere lezioni di equitazione alle due figlie Emilia e Cornelia.

Carlo, nato nel 1907, si era sposato con la figlia del marradese Pedulli che abitava nel mulino  di fronte all'Ospedale, ancor oggi di proprietà della famiglia ma morì molto giovane, nel 1957,  in seguito ad un incidente con un trattore.
Cornelia, la seconda figlia,, nata nel 1911 e morta anch'essa giovane nel 1946, aveva sposato Giacomo Lazzarotto.

Emilia, la terza figlia , nata nel 1909, aveva sposato Leopoldo Tagliaferri. Le nozze si tennero  a Premilcuore il 24 settembre 1949.  Emilia morì nel 1959 quando la piccola figlia Anna Maria aveva appena 7 anni.

Questa era la composizione  della famiglia Torriani.

Nel palazzo, oltre ad Angelo e alla sorella, lavoravano  molte persone. 
C'era l'addetto ai cavalli le cui stalle si trovavano nei locali sottostanti la filanda adiacente al palazzo, c'era l'addetto ai cani da caccia, l'addetto alla cantina e il giardiniere, nonno di Rosanna Cappuccini.
 Due donne erano addette al guardaroba e si occupavano del  bucato, della stiratura  e del rammendo.
 I locali della filanda, una volta cessata l'attività dell'opificio, erano usati come magazzini per il grano, per la frutta e i prodotti provenienti dai numerosissimi poderi dei Torriani.


Il retro del palazzo Torriani e la Filanda



Documenti che attestano l'attività della filanda di Cesare Torriani


 Le auto della famiglia venivano collocate in una rimessa nel palazzo adiacente, anch'esso di proprietà dei Torriani, dove in seguito il marito di Emilia, Leopoldo Tagliaferri, avrebbe aperto un'oreficeria.

I Torriani in auto alla loro fattoria di Galliana

Il paese di Marradi, prima della guerra, era pieno di famiglie nobiliari e di signori e palazzo Torriani era sempre pieno di gente. In particolar modo la grande cucina era un luogo molto attraente grazie all'enorme camino dentro e intorno al quale molta gente poteva star seduta a riscaldarsi e ad asciugarsi, specie i cacciatori al ritorno dalle battute di caccia. La stanza, molto alta, era soppalcata e protetta da una ringhiera. Nel soppalco c'erano 4 letti e qui dormiva Angelo insieme ai lavoranti della casa, ma capitava anche che vi dormissero alcuni cacciatori ospiti della famiglia. Angelo e la sua famiglia  abitavano a pochi passi dal palazzo, nella casa vicina al muro del giardino cui si accedeva, come oggi, da un grande cancello. Finchè visse, Angelo dormì quasi sempre nel palazzo, lontano dalla moglie Ginevra, ma ciò non gli impedì di avere   numerosi figli e precisamente 7, di cui due morti alla nascita, poi Mario, Giovanni e Domenico e infine l''unica femmina,  Maria.

Ginevra, la moglie di Angelo Gentilini
Maria, a causa delle assenze del padre,  ha pochi ricordi di lui ma  non ne ha dimenticato  il carattere duro e autoritario  di " padre padrone". 
Maria era quasi coetanea della piccola Cornelia Torriani e quando la chiamavano, passando dal grande cancello del giardino, si recava nel palazzo a giocare con lei. Cornelia, pur appartenendo ad una ricca famiglia, aveva pochi semplici giocattoli e il gioco preferito delle due bambine era quello con la bambola di Cornelia. Maria ricorda che nel palazzo c'era una sedia a dondolo su cui lei si sedeva  ma con grande paura così che le sue urla provocavano le risate della padrona. Maria e Cornelia passarono insieme alla Prima Comunione nella Chiesa di San Lorenzo di Marradi e la Signora fece a Maria un bellissimo vestito con un'elegante cintura ornata di roselline. Così anche Maria si sentì una signora, almeno per un giorno.




In realtà la sua famiglia era molto povera anche perché Angelo, nella sua illimitata dedizione al padrone, non chiedeva mai un aumento di paga mentre Ginevra osava lamentarsi col Signor Cesare perché aveva molte difficoltà a mantenere i 4 figli.
Per aiutare la famiglia, spesso Maria, su richiesta della madre, si recava nel palazzo con un tegamino a prendere i fondi del caffè che, una volta ribolliti, producevano una sorta di surrogato. Ma il padre Angelo non voleva e brontolava la bambina cui rifiutava tutto, persino la frutta marcia che veniva buttata via nel fiume.
La situazione, già difficile della famiglia, peggiorò notevolmente dopo la morte di Angelo avvenuta quando Maria aveva solo nove anni.
Angelo fu trovato morto nella cantina nei sotterranei del palazzo, caduto dentro un tino. Gli altri aiutanti del palazzo dicevano che era ubriaco e così era caduto nel tino, ma giravano anche voci che gli uomini avessero litigato con Angelo, gelosi della sua posizione di uomo di fiducia del padrone. Portato in ospedale, i medici riscontrarono che Angelo aveva una botta in testa e che questa era stata la causa della morte. Ma più tardi cominciò a circolare un'altra versione: il colpevole, sul letto di morte, lasciò detto che voleva morire con la coscienza sgravata dal peso della colpa e di riferire a Ginevra che era stato lui a spingere Angelo nel tino...

Con la morte di Angelo si interruppero i rapporti tra la famiglia Torriani e la famiglia di Maria che, a 14 anni e per quattro anni consecutivi, andò a lavorare alla Filanda Guadagni, come addetta al riempimento delle bacinelle e al passaggio della bava dei bozzoli alle filandaie.


Nel giardino del " Monumento":  in alto a destra, Maria con la cognata. Seduta, a sinistra , la sorella del Dottor Zacchini

 La famiglia Torriani, dopo la seconda guerra mondiale,  lasciò la grande dimora danneggiata dal passaggio del fronte per trasferirsi nel palazzo accanto di loro proprietà, dove i Torriani morirono uno dopo l'altro, lasciando come unica erede la Signora Anna Maria, unica figlia della Signora Emilia.

Quando Maria si sposò con GiulioCavina, ,  si trasferì agli Archiroli

Maria in un prato sopra i "Moratelli"


Maria col marito Giulio Cavina e il  figlio Francesco


Maria e il marito ( i primi due a sinistra), ad un veglione nel Teatro degli Animosi.

Il figlio Francesco...da notare che posa tranquillo accanto ad una bomba....

e il piccolo Paolo, in un passeggino che farebbe la gioia di un collezionista!!!




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