Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

sabato 30 agosto 2014

1887 La fontana nella piazzetta

Un pubblico fontanile davanti 
al Monastero
delle Domenicane 
di Marradi
ricerca di Luisa Calderoni
e Claudio Mercatali




Palazzo Torriani e una parte della piazzetta davanti al Monastero delle Domenicane (primi anni del Novecento)



Nell'Ottocento e per molti anni anche dopo, l'acqua in casa era un privilegio per pochi signori. Tutti si rifornivano alle fontanelle pubbliche o direttamente nel fiume. Nel 1887, essendo cresciuto il numero dei residenti nel centro del paese, si rese necessaria una nuova fonte e l'ingegnere incaricato dal Comune la progettò così:



Comune di Marradi

"Relazione e perizia di un pubblico fontanile da costruirsi sulla piazzetta della Chiesa annessa all' ex Monastero delle Domenicane di Marradi

Il paese di Marradi ha quattro pubbliche fontane, ma situate quasi agli estremi limiti. Ne manca una centrale indispensabile dal lato dell'igiene, e da quello della comodità. La Rappresentanza comunale resasi ragione di una tale mancanza stabiliva di costruire un modesto ed economico fontanile sul piazzale del Convento delle ex Domenicane. Località questa la più centrale e la più adatta all'uopo.
Al seguito di che venni incaricato della relativa perizia. Fatte quindi sulla località le osservazioni necessarie mi posi in grado di riferire quanto appresso ...



 "L'ex convento" è quello attuale, che era stato soppresso nel 1866 e passato in proprietà al Comune (nel 1895 le suore lo ricomprarono all'asta). La "piazzetta" è il sagrato attuale più tutta la sede stradale fino al palazzo Torriani, perché la via di fronte alle scuole elementari non esisteva e il Rio Salto scorreva a giorno fino al Lamone.





L'ingegnere propose di costruire il fontanile sulla spallina del ponte che andava dal sagrato della chiesa al palazzo Ravagli (dove ora c'è la tabaccheria). Il sito fu completamente cambiato nei primi anni del Novecento quando il Rio Salto venne coperto. Il tutto più che a parole diventa chiaro guardando la Tavola del progetto (qui sopra) e la planimetria qui accanto.

  



Il progetto fu approvato e i lavori appaltati, però non sappiamo se effettivamente la fontana venne costruita.
Forse si, e poi nel primo Novecento fu demolita per dare accesso alle scuole Umbertine (le Elementari) che erano un nuovissimo edificio. 




A destra: 
La relazione del tecnico
incaricato dal Comune






A fianco:  Il bando dell'appalto dei lavori.





Fonte: Archivio storico del Comune di Marradi
La foto all'occhiello è di Giuseppe Farolfi.








Titolo 1
Considerazioni generali
Il paese di Marradi ha quattro pubbliche fontane, ma situate quasi agli estremi limiti. Ne manca una centrale indispensabile dal lato dell’igiene, e da quello della comodità. La rappresentanza comunale resasi ragione di una tale mancanza, stabiliva di costruire un modesto ed economico fontanile sul piazzale del convento delle Ex Domenicane, località questa la più centrale e la più adatta all’uopo. Al seguito di che venni incaricato della relativa perizia. Fatte quindi sulla località le osservazioni necessarie mi posi in grado di riferire quanto appresso.

Titolo 2
Descrizione dei lavori
L’acqua da portarsi al nuovo fontanile si prenderà dal pozzetto esistente sulla via provinciale interna detta via Prazzi a breve distanza dalla piazzetta medesima, alimentato dalla fonte di Piazza le Scalelle di tanta quantità di acqua quanta sarà necessaria per il detto nuovo fontanile.
Partendosi dal detto pozzetto le acque percorreranno in una canna di piombo di diametro nel vuoto di metri 0.030.
La canna sarà collocata in un fognolo percorrente per la lunghezza di metri 39 la via Razzi e per metri 14 il piazzaletto delle Ex Domenicane (…).
Il Fontanile sarà costruito come nei disegni altimetrici annessi. Il tutto con rivestimento di pietre ben connesse a scalpello e nella faccia a vista battute a martellina.
Detto fontanile sarà coronato con cornice di pietra di un sol pezzo tirata in ogni parte a scarpello.
Le volute laterali saranno della lunghezza dell’imbasamento del fontanile. Saranno ben lavorate nella faccia esterna con insensibile concavo fatto nel centro delle volute medesime con una costante larghezza di m 0.08.
I due parapetti corrispondenti sotto le volute saranno rivestiti di bozzette connesse a scarpello e punzecchiate nel piano. Verranno limitati superiormente da cimasa di pietra aggettante metri 0.01 grossa ben connessa per ogni parte a scarpello e bene battuta a martellina.
La vasca sarà delle forme e dimensioni di che nei disegni. Verrà nelle parti interne tirata a scarpello e in quelle esterne fra la fascia inferiore e la cornice superiore sarà punzecchiata leggermente.
In fondo avrà un foro con tappo per le occorrenti ripuliture ed in cresta a contatto del fontanile avrà altro foro munito di graticolo di rame per lo sfogo delle acque.
Al di dietro del fontanile sarà collocata una piletta di pietra della tenuta di litri 15 la quale riceverà le acque del condotto e le trasmetterà per mezzo di cannone di ottone alla pila suddetta.
Il gradino di pietra in giro alla pila sarà alto metri 0.15 largo come in disegno formato di soli tre pezzi connessi a scarpello e gradinati nel piano (…).

Marradi 27 marzo 1887
Ingegnere comunale Antonio Mughini
Aggiudicatario Dell’Olmo Vincenzo
Il mallevadore Giuseppe Vanni

lunedì 25 agosto 2014

Una lettera di Dino Campana a Giuseppe Prezzolini

Nel 1955 sulla rivista Il Caffè
ricerca di Claudio Mercatali



La rivista Il Caffè nacque negli anni Cinquanta da un'idea che Giambattista Vicari ebbe conversando con Sergio Zavoli e Giorgio Prosperi al caffé Rosati di Roma. E' stata modello per diverse riviste e per qualche esperimento di avanguardia letteraria. 
Era  raffinata e ricca di illustrazioni. Dopo la scomparsa di Vicari (1978) la pubblicazione continuò per qualche anno in modo irregolare e poi cessò.

Nel febbraio 1955 Giuseppe Prezzolini inviò alla redazione della rivista una lettera inedita che Dino Campana gli aveva scritto il 6 gennaio 1914, presentandosi a lui per far pubblicare le sue poesie. La lettera è bella e disarmante:



Egregio signor Prezzolini

Mi rivolgo a Lei, caro Signore. Io sono un povero diavolo che scrive come sente: lei forse vorrà ascoltare. Io sono quel tipo che le fui presentato dal signor Soffici all'esposizione futurista come uno spostato, un tale che a tratti scrive delle cose buone. Scrivo novelle poetiche e poesie; nessuno mi vuole stampare e io ho bisogno di essere stampato: per provarmi che esisto, per scrivere ancora ho bisogno di essere stampato. Aggiungo che io merito di essere stampato perché io sento che quel poco di poesia che so fare ha una purità d'accento che è oggi poco comune da noi. Non sono ambizioso ma penso che dopo essere stato sbattuto per il mondo, dopo essermi fatto lacerare dalla vita, la mia parola che nonostante sale ha diritto di essere ascoltata. Benché io la conosca appena sono certo che lei ha un'anima delicata, che sente la giustezza del mio appello come sentirà la verità dalla mia poesia. Sono certo che Lei non appartiene alla schiera ironica dei bluffisti. Scelgo per inviarle la più vecchia la più ingenua delle mie poesie, vecchia di immagine, ancora involuta di forme: ma lei sentirà l'anima che si libera.

Aspetto pieno di fiducia. Con ossequio la riverisco

 Marradi 6 gennaio 1914      Dino Campana


"... la più vecchia la più ingenua delle mie poesie ..." è La Chimera, che accompagnava la lettera ed è qui riprodotta così come comparve nel 1955 nella rivista Il Caffé.
Prezzolini nel 1914 era il direttore della rivista La Voce e non diede seguito alla richiesta di Dino Campana. I Canti Orfici furono pubblicati a Marradi nell'estate 1914.

 









Fonte: ilcaffeletterario.it via Feltresca 14 61020 Montecalvo in Foglia (PU)
annavic@libero.it tel. fax 0722 580474
Centro Studi il Caffé, via della Croce 67 Roma

Rivista del febbraio 1955, anno III n° 2  Dino Campana Una lettera inedita, pg 16 - 17

mercoledì 20 agosto 2014

Linea Firenze - Faenza, il viadotto di Vilanceto


Ponte misto in muratura e travata metallica, sul fiume Lamone, al km 65+ 262,19
ricerca di Luisa Calderoni


plastico di 
Vitaliano Mercatali




Relazione storico artistica del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali 
del 22 novembre 1991

" I ponti misti in muratura e travata metallica possono ritenersi elemento caratterizzante dei ponti ferroviari della ferrovia Faentina ed erano più numerosi al momento in cui questa strada ferrata è stata inagurata, nel 1893. Danni notevoli si sono verificati nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Durante la ricostruzione post-bellica le travate danneggiate sono state sostituite da strutture in muratura.
Il ponte misto in muratura e travata metallica posto al km 65+ 262,19 rappresenta quindi una significativa testimonianza legata alle caratteristiche originarie della Ferrovia Faentina.



Il ponte di Villanceto dopo
il bombardamento del 1944


Documenti fotografici giacenti presso l'Archivio Storico del Compartimento di Firenze delle Ferrovie dello Stato, mostrano i danni di guerra subiti dalle pile di sostegno  e dalle arcate. Analoga documentazione testimonia il lavoro di "ricucitura" a mattoni delle pile e il rifacimento a calcestruzzo armato delle arcate danneggiate, originariamente in pietra.
Per quel che concerne la travata metallica, essa costituisce un interessante esempio della tecnica costruttiva delle travature metalliche reticolari tipiche dei ponti ferroviari ottocenteschi.
La travata in questione, retta di m 52,46 di luce, semplicemente appoggiata, è composta da due travi principali a traliccio multiplo, con soli elementi diagonali, travi trasversali, longarine, controvenature superiori ed inferiori a croce di Sant'Andrea. Le travi principali a parete, sono di tipo "HOWE", costituite con elementi profilati in ferro agglomerato ed unioni di tipo chiodato.
La concezione costruttiva appare quindi, nel suo insieme, caratterizzata da una trama sottile di aste e di nodi in cui si concentra la funzione strutturale, secondo i canoni dell'architettura ingegneristica.


Il ponte nel progetto dell'Acquedotto degli Allocchi
(1895) che lo attraversa



Questo ponte misto in muratura e travata metallica, è inoltre inserito in un contesto paesaggistico particolarmente suggestivo. Situato poco prima del paese di Marradi, sul versante in direzione di Firenze, in una gola dove il fiume Lamone si apre un varco tra due opposti sproni, tende a dominare il paesaggio naturale, come era proprio delle strade ferrate della seconda metà dell' Ottocento.





Per quanto sopra detto, il ponte stesso, che rimarrebbe l'unico presente nel compartimento delle Ferrovie dello Stato di Firenze, essendo gli altri in via di sostituzione, è da ritenersi di interesse storico-artistico."

 Ispettore Storico dell'Arte
Dott.ssa Mirella Branca







mercoledì 13 agosto 2014

Il cielo d'agosto a Marradi

Una serata "astronomica"
alla Colombaia
di Claudio Mercatali


La Croce del Cigno, 
fotografata dal centro di Marradi.



Ci sono diverse cose da vedere nel cielo d'agosto. Oltre alle "lacrime di San Lorenzo" ossia le stelle cadenti della metà del mese, quest'anno c'è la luna piena al perigeo.
Che cos' è il perigeo? In astronomia questa parola indica il punto dell'orbita lunare più vicino alla terra, e il suo contrario è l'apogeo. Quando la luna piena è al perigeo le sue dimensioni sono di circa il quindici per cento più del solito e la sua luce è più intensa nella stessa misura.

Quanti sono i modi di dire sulla Luna? Per gli innamorati è di miele, chi è di malumore ce l'ha di traverso,  il tipo strano è lunatico, il distratto vive lassù. La credulità popolare la tira spesso in ballo: per chi ci crede, la Luna crescente favorisce la crescita dei capelli e la messa in piega dura di più. Le piante crescono più vigorose se sono state seminate prima della luna piena e il vino fermenta meglio. Anche alcuni personaggi dotti e famosi pensavano che la Luna avesse degli influssi sulle cose e sulla gente. Per esempio William Shakespeare, nell'Otello dice: " È tutta colpa della luna, quando si avvicina troppo alla terra fa impazzire tutti".

Non c'è oggetto celeste che abbia fatto fantasticare tanto gli uomini come la Luna. Qfwfq, l'immaginario protagonista delle Novelle Cosmocomiche di Italo Calvino dice che una volta, nelle notti di plenilunio, la luna toccava quasi la Terra ed era possibile salirci sopra. Il punto in cui era più vicina erano gli Scogli di Zinco. Mettendo una scala Qfwfq, il capitano Vhd Vhd, sua moglie, il cugino sordo di Qfwfq e alle volte anche la piccola dodicenne Xlthlx andavano a raccogliere il cremoso latte lunare.




10 agosto 2014
la Luna spunta dalle nuvole sopra a Marradi ... mettendo una scala ...
appoggiata lì, dove scende il raggio di luce ...


Il 10 agosto è anche il giorno delle stelle cadenti, che in questa data hanno la frequenza massima. Le scie luminose sono le tracce delle meteore che si incendiano per attrito quando entrano nell' atmosfera. E' probabile che si tratti dei resti di qualche cometa distrutta, che la Terra incontra in questa zona dell'Universo quando ogni anno passa di qui nel corso della sua orbita. Il fatto era già noto anche cento anni orsono ed è più piacevole leggerlo in un vecchio articolo del settimanale di Faenza Il Piccolo, in cui l'astronomo Tanesini ci spiega che ...







La nostra notte non è del tutto simile a quella del 1924, perché l'eclissi di luna non c'è, però la luna è piena e le Perseidi arrivano come allora.

... osserviamo diligentemente verso le 10 il firmamento nella sua parte che volge al nord ...



Clicca sulle immagini
per avere una comoda lettura dell'articolo.


Il astronomia il tempo scorre molto lentamente e noi oggi vediamo esattamente quello che vedeva l'astronomo Tanesini nell'agosto del 1924.




Perché le "lacrime di San Lorenzo " si chiamano Perseidi? Il motivo sta nel fatto che sembrano provenire tutte dalla costellazione di Perseo, che è verso nord. Non è un asterisma facile da trovare e quindi conviene cercare la costellazione sopra, che si chiama Cassiopea ed ha una tipica forma a "vu doppio".

Siccome siamo a Marradi se prendiamo a riferimento la torre del Comune e verso le dieci di sera Cassiopea sarà all'incirca nella posizione mostrata qui accanto. Il tutto vale anche per le sere seguenti fino alla fine d'agosto.


Cassiopea rispetto alla Torre 
dell'orologio del Comune di Marradi.




Siamo un centinaio questa sera (12 agosto) al ristorante La Colombaia, sopra a Marradi, per vedere tutte queste cose. Il gruppo Astrofili Antares, e il gestore del ristorante, hanno organizzato questa serata astrogastronomica ...



Approfittiamo per una cena a buffet in attesa del buio. L'ambiente è piacevole, la serata è fresca e ventilata.












Verso sud è sorto Saturno e l'astrofilo del gruppo Antares chiama i bambini a raccolta. C'è una certa curiosità anche fra gli adulti, perché questo pianeta con gli anelli al telescopio fa un certo effetto.

Immaginate che un telescopio sia un lungo cannocchiale? Vi sbagliate, perché gli strumenti moderni funzionano per riflessione della luce in una serie di specchi interni e hanno un aspetto che assomiglia a un barattolo montato su un treppiede. Però hanno una resa molte volte maggiore a quella di un telescopio a cannocchiale di ugual diametro.





Sono le undici, l'ora dell'alba della luna questa sera, là sopra ai monti di Pian dei Preti. Tutti aspettano che dopo il chiarore sempre più intenso dietro al monte spunti il nostro satellite.

Nel frattempo ogni tanto passa una stella cadente e anche qualche satellite artificiale. E' passata anche la stazione orbitale, sulla quale sei astronauti stazionano a turno compiendo i loro studi. Avendo tempo si può vederla passare una seconda volta, perché compie un'orbita in un' ora e mezzo, alla bella velocità di 28.000 chilometri al.'ora.

E così, in mezzo a tutti questi discorsi e a cento altre cose raccontate dall'astronomo che ci guida nel cielo di Marradi con il suo puntatore laser abbiamo fatto mezzanotte.



domenica 10 agosto 2014

Gli affreschi di Palazzo Zacchini

Le decorazioni di pregio
 di un edificio in Piazza Scalelle
 ricerca di Claudio Mercatali


Piazza Scalelle nei primi anni
del Novecento.  
L'edificio sulla destra, 
nello sfondo, è Palazzo Zacchini



Palazzo Zacchini, ora di proprietà Rossi, è in Piazza Scalelle, accanto al più famoso Palazzo Fabroni. La facciata signorile, tipica di un edificio di un centro storico, non lascia presagire il bell' insieme di soffitti affrescati che c'è all'interno.
Nei primi anni del Novecento i fratelli Mara, Domenico e Filippo Zacchini ebbero in eredità dal padre questo palazzo, assieme ad altri immobili. Secondo gli accordi di famiglia l'edificio toccò a Domenico, chimico e farmacista che non abitava a Marradi. Filippo Zacchini, padre del dottor Fulvio, per tanti anni medico condotto, ebbe il palazzo a Ponte di Camurano e la sorella Mara la casa detta Il Monte, posto panoramico sopra al campo sportivo di Biforco. Negli anni Cinquanta, con successivi acquisti il palazzo di Piazza Scalelle venne in proprietà della famiglia Rossi.

 
 L'atrio del palazzo

La prof.ssa Riccarda Rossi ha accettato volentieri di aprire le porte della sua bella casa e ha permesso di fotografare gli affreschi. Si tratta di decorazioni raffinate, di pregio, senza firma, probabilmente di artisti di scuola fiorentina o della bottega dei Chini di Borgo S.Lorenzo.
La fattura e lo stile permettono di datarli alla fine dell' Ottocento.










L'atrio del palazzo ha una bella struttura a volta e probabilmente sotto le varie imbiancature ci sono altri affreschi. Una scala porta direttamente all'appartamento del primo piano e alla prima sala, affrescata con un soggetto mitologico.




 

Fetonte era figlio di Apollo, dio del Sole, e della ninfa Climene. Secondo il mito volle guidare il carro del Sole, ma i cavalli imbizzarriti salirono troppo in alto bruciando un tratto del cielo che divenne la Via Lattea, e poi scesero vicino alla terra, devastando la Libia che divenne un deserto.
Zeus scagliò un fulmine contro Fetonte, che cadde alle foci del fiume Eridano, l'odierno Po.







La scena mitologica del poligono centrale è accompagnata da 14 lunette laterali con soggetti di fantasia e notevole eleganza e da due medaglioni con scene bucoliche.


 
Gli affreschi di questa sala sono stati restaurati di recente da Stefano Mercatali e  Francesco  Graziani.
Erano già in buono stato di conservazione e ora sono perfetti.


Nella sala successiva, ora trasformata in bagno e antibagno con un sistema di tramezzi e vetrate che non toccano gli affreschi, c'è un'altra serie di dipinti.









In ogni sala cambia  il soggetto e il tipo di decoro.
Qui agli angoli della stanza si ripetono quattro decorazioni dorate identiche, ognuna con una composizione floreale differente nel medaglione centrale.



 





















 Al secondo piano cambia di nuovo il soggetto e la tecnica. Nella sala detta "del velo della sposa" il soffitto è completamente azzurro, e su questo è dipinto un drappeggio che sembra un velo nuziale.





Clicca sulle immagini 
se le vuoi ingrandire





La sala "del velo della sposa"















martedì 5 agosto 2014

1894 L'Acquedotto degli Allocchi

L'allacciamento della rete idrica
del paese alla nuova condotta
ricerca di Luisa Calderoni







Nel 1894 i lavori per la costruzione della Ferrovia Faentina erano finiti. Nella Galleria degli Allocchi, sopra a Crespino del Lamone, era stata trovata una sorgente d'acqua, tanto abbondante da alimentare un acquedotto sufficiente per Marradi, Brisighella e Faenza.



Il Comune di Marradi incaricò allora l'ing. Umberto Vantini, di Firenze, di preparare un progetto per la nuova rete idrica di Marradi, con tante fontanelle in giro per il paese e l'ingegnere scrisse questa relazione ...

La presente perizia ha per oggetto la canalizzazione di acqua potabile dalla sorgente dell’Appennino entro il paese di Marradi deviandola da un serbatoio che l’amministrazione del Governo si è obbligata a costruire appositamente quasi a contatto della Ferrovia Faenza- Firenze sulla destra del gran viadotto nel torrente Lamone, all’imbocco della galleria degli Archiroli.



Il serbatoio era (ed è) accanto al casello
del Ponte di Villanceto



La quantità di cotesta acqua per patto concluso tra Governo e Municipio deve essere di metri cubi 180 al giorno pari a mc 7.50 all’ora e a litri 2083 a minuti secondo.
Tenuto conto della popolazione attuale del paese di Marradi, e dei capi di bestiame che in media vi si contengono, è stato giudicato che cotesta quantità di acqua sia esuberante per il pubblico servizio, e che una certa parte della medesima possa essere venduta ai privati.
Si tratta oggi di dettagliare il lavoro occorrente per derivare dal serbatoio, che dovrà in breve essere costruito a cura dell’Amministrazione Governativa, l’acqua potabile e per la distribuzione della medesima in paese e a questo effetto la perizia che sopra è stata compilata ponendo a corredo di essa (…) una tavola contenente gli studi relativi ad una fontana in opera muraria a tre getti da collocarsi in sostituzione di quella esistente al principio del largo che precede la piazza “Le Scalelle” e afferente il tipo di fontanelle a colonnetta di ghisa.


A destra:
... una tavola contenente gli studi relativi a una fontana in opera muraria da collocarsi in sostituzione di quella esistente ...






A sinistra:
... 13 settembre 1894, il Consiglio Comunale decide di demolire la fontana esagonale in piazza Guerrini








Dal condotto principale muoveranno le diramazioni seguenti:


1   (a sinistra) per la fontanella a colonnetta di ghisa con vasca di pietra da situarsi nell’angolo nord ovest della piazza del Mercato posto in antecedenza della fabbrica dell’ospedale fra le sezioni 10 e 11 del progetto

2   (a sinistra) per la fontana con vasca in muratura esistente sull’angolo della via Faentina

3   (a destra) per la fontana con vasca in muratura posta nella piazzetta degli Archiroli, facendo capo alla cisternetta in servizio delle medesima per entro una galleria già costruita ad uso del vecchio acquedotto alla sezione 16




4   (a sinistra) per la nuova fontana in muratura con tre vasche che dovrà essere costruita in luogo di quella attuale da demolirsi, a largo della piazza “Le Scalelle”

5   (a destra) per la fontanella a colonnetta in ghisa e vasca di pietra che tra le sezioni 16 e 17 dovrà ricorrere all’imbocco della via che risale il Rio di Salto diretta al ponte su cotesto corso di acqua e alla piazzetta degli Archiroli

6   (a sinistra) per la fontana con vasca esistente all’estremità della piazzetta ove condotto rientra nella strada Provinciale Faentina presso la sezione 19

7    (a sinistra) per la fontanella a colonnetta con vasca di pietra da situarsi presso la sezione 22 all’origine della strada Provinciale Traversa di Romagna che conduce a Palazzuolo.

8   (a sinistra) per la fontana a doppio getto in muratura con vasca di pietra incassata nel muro longitudinale alla strada in corrispondenza fra le sezioni 23 e 24

9   (a sinistra) per la fontanella a colonnetta da porsi all’angolo della via per la Villa Piani all’estremo del lastrico alla sezione 27.

Si tratta dunque di distribuire al pubblico l’acqua per mezzo di nove fontane utilizzando quelle che già funzionano all’ effetto, provvedendo a quelle quattro che debbono essere aggiunte con altrettante colonnette di ghisa con vasca di pietra di cui è offerto un tipo nella tav. III (…).





Le fontane esistenti dovranno essere tutte conservate meno quella principale al largo che precede la piazza “Le Scalelle” che dovrà esser del tutto demolita per essere sostituita da una nuova dal tipo offerto dalla tav. III (…). La fontana principale testé ricordata si farà colla costruzione d’una muratura con tre corpi distinti, due laterali ed uno mediano nei quali ricorreranno tre vaschette di ineguale dimensione. La fabbrichetta sorgerà sopra un ripiano a cui si accederà mediante due scalini gradinati e lavorati a testa prima e sarà fatta con muratura di pietre in malta internamente a fabbrica e all’esterno rivestita con affilo nato di pietre squadrate, punzecchiate e con nastrino con zoccolo all’imbasamento delle stessa pietra lavorata a martellina a denti, e decorazioni di fascia e cornice pure lavorate a mantellina (…). Il lastronato che dovrà coprire il ripiano della fabbrichetta per il servizio di attingitura e di circolazione del pubblico sarà di pietre arenarie di pezzi posti a stretta gradinati, piombati per due terze parti della loro altezza. Alla sommità sarà collocato un attico e pulvino lavorati sempre  a mantellina (…).

Le vasche delle forme, misure e dimensioni indicate nel disegno saranno lavorate a mantellina e baccellate adoprando pietra senza venatura o sfaldatura, e saranno murate al posto con malta idraulica. La prescrizioni della lavoratura che sopra verrà anche per l’imbasamento e per il mascherone portante lo stemma del Comune di Marradi per il quale saranno dati modello e costruzioni in atto pratico. Le fontanelle da provvedersi di nuovo in numero di quattro saranno di ghisa e del modello indicato nel disegno, munite di vaschetta di pietra arenaria con  orlo abbombato lavorato a mantellina. Le dette colonnette a chiusino a bottone di posa di m 1.80 ed un diametro 0.35 in base e in corpo di m 0.269, saranno provviste di collo per il getto dell’acqua e del meccanismo interno per il completo e regolare funzionamento.

Firenze lì 23 marzo 1894

           Ing.Umberto Vantini
        Luigi e Fratelli



 
Dunque quasi tutti i punti di presa del paese furono collegati alla nuova condotta, ma per alcuni rimase anche l'approvvigionamento dai vecchi acquedotti, come quello di Sanbruceto e di Favale,






una "bolletta" dell'epoca


Fonte: documenti dell'Archivio storico del Comune di Maradi