Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

martedì 2 dicembre 2014

Roberto Benazzi: 50 anni di "dorata" attività

La storia di un “ragazzo di bottega”
ricerca di Luisa Calderoni





Dopo 50 anni di onorato servizio, Roberto Benazzi il 30 settembre 2014 ha tirato giù, per l'ultima volta, il bandone del suo negozio di via Fabroni, a Marradi.
Roberto è nato il 22 luglio 1944 in piena offensiva alleata, nel podere di Dogara dove la sua famiglia era sfollata dopo il primo bombardamento aereo di Marradi. Finita la guerra la sua famiglia si è trasferita a Filetto e Roberto ha frequentato le scuole elementari a Camosciano e solo più tardi le scuole medie serali a Marradi.
Terminate le elementari, da Filetto ha iniziato a recarsi “ a bottega” presso Pio Graziani che svolgeva l'attività di orologiaio in un fondo in via Razzi, vicino all'autonoleggio “Gianì” dove adesso c'è il parrucchiere Maurizio Talenti. Il fondo era diviso in due parti: davanti c'era la  rivendita di pezzi di ricambio di biciclette di  Gentilini detto “Gambone”, mentre sul lato di via Razzi si apriva l'uscio dell'orologeria di Graziani. Più tardi l'orologeria Graziani si trasferì in via Talenti e dopo circa due anni nella sede finale di via Fabroni.
Presso Graziani Roberto ha imparato i rudimenti dell'orologeria e ha iniziato a svolgere i primi lavori di oreficeria. A quel tempo il lavoro consisteva principalmente nell'aggiustare orologi e sveglie, oggetti ormai quasi scomparsi dalla nostra vita, essendo stati sostituiti da orologi al quarzo e digitali.
Ma , grazie anche ad alcuni corsi specialistici  in radio elettronica ed elettrotecnica, Benazzi aveva acquisito  ulteriori competenze che gli saranno molto utili quando inizia l'era degli orologi al quarzo.


Alla morte di Graziani, da allora chiamato “il Povero Pio”, l'orologeria passa alla sorella di Graziani e al cognato Giuseppe Mercatali.
E' in quel frangente che Roberto, che ormai ha imparato bene tutti i segreti del mestiere, decide di fare il grande passo e si mette in proprio, aprendo una sua orologeria in cima a Via Talenti, dove rimane dal 1964 al 1994.
Quando Claudio Fabbri, l'ultimo gestore del negozio del “povero Pio” lascia l'attività, Roberto vi subentra,  trasferendosi in via Fabroni dove rimane fino al 30 settembre 2014.


L'Orologio del Campanile del Comune di Marradi

Come attività collaterale, anch'essa ereditata dal “Povero Pio” Roberto Benazzi, per oltre 30 anni, quotidianamente, si è occupato di caricare l'orologio del Comune che con i suoi tocchi ha scandito la vita della comunità a partire dal 1889. Data la considerevole età dell'orologio, Roberto si è occupato anche della sua manutenzione e, all'occorrenza, del ricambio di alcune piccole parti, fin tanto che anche il vecchio orologio non è andato in pensione, sostituito da un più moderno orologio elettronico.
L'orologio del campanile del Comune , una specie di grande “cucù”, aveva un'autonomia di circa 30 ore e poi doveva essere ricaricato. Ogni giorno Benazzi saliva sul campanile dalla famosa “cupola rossa col suo leone” di campaniana memoria, e provvedeva alla bisogna. Il marchingegno per il caricamento consisteva in un rullo con una corda d'acciaio che, attraverso lo spazio vuoto retrostante, scendeva fino al livello dell'ultimo  piano del palazzo comunale. Ruotando la manovella venivano tirati su i pesi, grossi macigni di sasso di varie dimensioni. 
I pesi era quattro: uno per le ore, uno per i “quarti”, uno per il tempo, cioè per fare andare l'orologio stesso, e uno per la “ Naja”.

La “naja” è un tocco particolare, tipico del nostro orologio: esso risuona 5 o 6 minuti prima delle 7 e 50, 6 minuti prima del mezzogiorno. La sera in estate la “naja” suona 5 minuti prima delle 20 e in inverno 5 minuti prima delle 19. Sembra che questo “tocco” fosse un avviso per le maestranze della Filanda Guadagni, indicando l'inizio, la fine e la pausa di mezzogiorno per le numerose filandaie che lavoravano nel grande opificio per la trattura della seta.
Roberto racconta anche che, in tempi lontani, il tocco della  "naja" delle 7 era anticipato alle 4 di mattina e dava  la sveglia a coloro che si dovevano recare lontano a lavorare, sia a piedi, sia col primo treno....


L'impegno sociale

Per molti anni Benazzi è stato presidente della locale distaccamento dell' “Artigianato Fiorentino” e in questa veste ebbe la brillante idea di organizzare, in collaborazione con Walter Albonetti della C.N.A, la prima mostra dell'Artigianato locale.
Il primo anno la mostra, allestita negli attuali locali della Biblioteca Comunale, fu ripresa da una televisione locale della Toscana  e fu subito un grande successo e una preziosa cassa di risonanza per il lavoro  degli artigiani del paese.
Vi parteciparono circa 25 artigiani con i loto manufatti. Tra questi i Cappelli con il rame battuto a mano, Chiarini con i manufatti di pietra serena, i Mordini e Montevecchi con il ferro battuto, Vitaliano Mercatali con i prefabbricati in cemento, Maria Farolfi con i ricercati pizzi al Makramè e tanti lavori all'uncinetto. Accanto a questi facevano bella  mostra di  sé mobili in castagno dei  Fratelli Gentilini e  i manufatti  di Agostino Sartoni. Geniali e innovatori apparivano i macchinari  di Pietro Prati e quelli della ditta  “Maretti e Casalini” che presentarono un  marchingegno d'avanguardia che permetteva di ricavare l'acqua calda, prototipo dei più moderni pannelli solari. Questa bella manifestazione è continuata per molti anni e molti sono gli artigiani che hanno potuto esporre le proprie creazioni manuali e artistiche.
Contemporaneamente Benazzi si impegnava anche nel Club Sportivo Culturale. Il Club, oltre ad occuparsi delle attività sportive dei giovani marradesi, gestiva il Teatro degli Animosi, con i famosi veglioni di fine anno e quelli di Carnevale, e la “Pista dei Tigli”, luogo di balli e musiche delle estati marradesi. Benazzi per molti anni ha collaborato anche alla realizzazione della “Graticola d'Oro”, gara tra i rioni marradesi, arrivata, seppur con una breve interruzione, fino ai giorni nostri.


L'impegno nella Misericordia  

Molto significativo è stato l'impegno di Benazzi nella locale Misericordia” di cui è stato Governatore per due mandati, rinnovando e ristrutturando la sede di via Fabroni. Erano tempi eroici: il “ Fattorino”  , Giovan Piero Donatini, fungeva da segretario rintanato in uno sgabuzzino ricavato con pareti di carton gesso mentre il resto della sede era occupato dalla vecchia ambulanza grigia, poco più di un comune furgone, e dal carro funebre..  “ La gente, ricorda sorridendo Benazzi, quando passava lì davanti faceva gli scongiuri...”

Inizialmente la Misericordia faceva un servizio di intervento solo di notte, potendo far affidamento sulla presenza costante e continua di Emilia Rossi, presso l'Ospedale San Francesco. Mancava un servizio di soccorso diurno che fu organizzato da Benazzi fornendo di radio rice-trasmittenti i pochi volontari disponibili. Con gli anni il servizio è diventato sempre più attivo essendo aumentati i volontari e i dipendenti della Misericordia ma all'inizio capitava spesso che, se nessuno era disponibile, Benazzi abbandonasse il lavoro per rispondere personalmente alle richieste di soccorso...
Fu sempre lui,  nel lontano 1984/85 a  firmare la convenzione con l' USL per avere un medico a bordo dell'ambulanza che nel frattempo aveva sostituito il vecchio  furgone grigio e a dire il vero, un pò funesto....

Oggi sembra tutto scontato, tutto dovuto, ma non bisogna dimentica il lavoro oscuro e generoso di chi con il suo forte senso di appartenenza ad una piccola comunità disagiata come la nostra, ha permesso tutto questo. Grazie Roberto!!!






1 commento:

  1. Un vero peccato, certe attività vanno preservate anche se difficile di questi tempi, ho ancora moltissime scatoline benazzi, regali di battesimo, comunione e compleanni. Complimenti per il blog, manca una pagina facebook che vi aiuti nella divulgazione delle vostre interessanti notizie!

    Alessia Cappelli

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