Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

lunedì 27 luglio 2015

1891 Il Macello

Le condizioni igieniche
precarie di Marradi

da una ricerca di Mario Catani



Annibale Carracci, 
I macellai


Nell'Ottocento Marradi non aveva un macello pubblico moderno e la lavorazione della carne veniva fatta dentro le botteghe, scaricando le frattaglie direttamente nel fiume. Questa situazione, di per sé precaria, peggiorò rapidamente nel decennio 1880 - 1890 quando il paese divenne sede dei cantieri per la costruzione della ferrovia, a causa dell'arrivo di migliaia di operai. Nel 1891 le condizioni igieniche erano drammatiche e l'Ufficiale Sanitario scrisse al Sindaco ...



Marradi, 18 febbraio 1891
Illmo Signore
Sindaco di Marradi

A parte il danno materiale di coloro che passando per le vie del Paese sono costretti, specialmente nella angusta via Pescetti, a sfregare i propri abiti sul muro inquinato di sangue e di grasso, o sopra i pezzi di carne macellata appesa all' esterno delle macellerie per evitare l'urto dei veicoli che si scambiano, o a calpestare pozzanghere di questa materia, residuo di quella poco decorosa esposizione, non tacerò la facilità con cui gli insetti depositano su quelle carni le loro uova favorendone la decomposizione, diminuendone il valore nutritivo e potendo essere causa di malattie se la carne non è cotta convenientemente.
Più di tutto però mi preme segnalare alla considerazione della S.V. il pericolo continuo che emana dalla macellazione degli animali nella bottega di Ferdinando Bandini, in via Pescetti.

Il sangue e le altre materie residue alla macellazione si riversano nel letto del Lamone e là rimangono finché qualche piena eccezionale e benefica non le trasporta. Queste materie, con quelle che si riversano dalle case limitrofe, sempre ma più che mai da ora innanzi in cui le piene saranno più rare e la temperatura sarà in aumento, avremo un grave e pericoloso centro di infezione nel bel mezzo del paese.
Ora giacché l'art 28 del Regolamento locale di igiene dà facoltà al Municipio di prescrivere che la macellazione si esegue nell'ammazzatoio a ciò destinato, faccio istanza perché sia proibita la macellazione degli animali nella bottega del succitato Bandini e si destini l'una o l'altra delle macellerie del paese ad uso del Bandini stesso e dei privati.













Faccio istanza anche perché, in ordine agli articoli 7 e 14 del ricordato Regolamento sia proibita l'esposizione all'esterno delle botteghe di carni macellate se non sono racchiuse in apposite vetrine a cristalli o a fitta rete metallica.
Infine raccomando caldamente alla S.V. in nome dell' igiene, della moralità e del decoro che l'uccisione degli animali e il loro scuoiamento e
squartamento sia da tutti eseguito nel modo prescritto dall'Art. 28 surricordato e che possibilmente sia applicato l'Art. 102 comma 4 del Regolamento del 28 ottobre 1889.

Con distinta stima
L'Ufficiale sanitario F.Bartolucci





















E allora che fare?

Gli Amministratori del Comune fecero fare un progetto che prevedeva la costruzione di un nuovo macello vicino al ponte di Villanceto, all'incirca di fronte all' attuale supermercato,

A quel tempo l'area era aperta campagna, con i campi coltivati a vigneto. Il tutto è molto chiaro nella planimetria qui accanto.



Il progetto prevedeva anche una bella cancellata in ferro battuto, posta lungo la strada, perché l'impianto avesse l'aspetto del mattatoio il meno possibile.

la posizione del nuovo macello è in rosso nella planimetria qui sopra.






Secondo le moderne leggi di igiene serviva anche un recinto per le bestie infette, che venne progettato così.





Però a questo punto sorsero le proteste dei marradesi del centro, perché la zona era troppo vicina all'abitato e l'impianto scaricava direttamente nel fiume, a monte di Marradi.
Per questo l'idea venne abbandonata e il macello fu costruito, di lì a pochi anni, a valle del paese, dopo il passaggio a livello, dove ancora oggi si vede l'edificio dismesso.




Fonte: documenti dell' Archivio storico del Comune di Marradi.




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