Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

martedì 28 febbraio 2017

Jacopo Fabroni


Un eclettico signore
del primo Ottocento
ricerca di Claudio Mercatali


Lo stemma di famiglia



Iacopo Fabroni, notaio,  (Marradi, 1794 - 1873) era uno dei proprietari del palazzo in Piazza Scalelle, a Marradi, di fronte al Comune.
Attivissimo ed eclettico, fu un innovatore nell' agricoltura di montagna e nell' allevamento dei bachi da seta. Nel 1848 fu anche un fervente patriota. 
Uomo di cultura, fu membro dell' Accademia fiorentina dei Georgofili. Di lui diremo più e meglio un' altra volta, perché ora ci interessa un altro suo pregio, e cioè lo spirito di osservazione e la capacità di scrivere in modo semplice e chiaro. Leggiamo: 














martedì 21 febbraio 2017

1208 I Faentini distruggono il Castellone

dal Chronicon 
di Agostino Tolosano
ricerca di Claudio Mercatali



Corteo storico in piazza del Popolo,
 a Faenza, durante il Palio del Niballo.


Agostino Tolosano era un canonico della chiesa faentina, vissuto agli inizi del Duecento. Nel 1219, quando era ancora giovane, fu colpito da paralisi e morì sette anni dopo. Secondo alcuni contemporanei si chiamava così perché originario di Tolosa, ma non c'è prova di questo e lui non ne parla mai nella sua opera, intitolata Chronicon, che descrive le vicende di Faenza e del territorio circostante fino al 1236.
Tolosano era vivente all'epoca dei fatti che ora ci interessano e quindi possiamo presumere che sia attendibile.

Caput CXXXI
"Nell'anno 1208 poiché Pietro Pagani non voleva obbedire a Gerardo di Rolandino, al quale era legato per giuramento, i Faentini cavalcarono a Susinana e alla pieve di Misileo, tagliarono vigne e alberi antichissimi, bruciarono le messi e perpetrarono altri atti ostili, che prima di loro nessuno aveva fatto in quei luoghi dalle vie difficoltose. Nello stesso anno distrussero nel mese di dicembre il Castellone, del predetto Pietro. Poi lo stesso Pietro venne ad un accordo con la città ponendo fine ad ogni contenzioso".





Il castellone
nel dicembre 2011


Questa vicenda è descritta anche 
nelle Memorie Storiche di Faenza, 
scritte da Gian Marcello Valgimigli 
(Brisighella 1813 - Faenza 1877)
con qualche variante, 
come si può leggere qui sotto.




venerdì 17 febbraio 2017

1899 Le poesie in romagnolo

Qualche poesia pubblicata 
dal settimanale Il Piccolo 
ricerca di Claudio Mercatali



Un sonetto è una composizione poetica formata da due strofe di quattro versi ciascuna seguite da due strofe da tre. 14 righe in tutto, quanto basta per esprimere con forza un concetto, se chi scrive è poeta. Queste qui di seguito sono composizioni in dialetto faentino, accompagnate da una traduzione per chi non conosce il romagnolo. Però ogni scritto andrebbe letto in originale ...

Furono pubblicate dal settimanale Il Piccolo, nel 1899, ogni tanto nel corso dell' anno. Trattano temi diversi, di costume, di credulità popolare, e di politica. Il Piccolo era (ed è) un periodico cattolico.


... Forse anche allora esisteva 
il voto di scambio ...


Clicca sulle immagini
per avere una comoda lettura


... Sorprende un po' trovare una storia come questa in un giornale cattolico ...



... un bellissimo e struggente sonetto
inviato da un emigrante in difficoltà ...



Fra suocera e nuora ...



La soddisfazione di un
soggiorno alle terme ...


Una presunta truffa elettorale alle
elezioni amministrative di Faenza ...


I dubbi di un Repubblicano pentito ...



Il Natale …






La paura fa 90 ...







Fonte: Emeroteca della Biblioteca di Faenza per gentile concessione.
 

sabato 11 febbraio 2017

Una vestigia da recuperare

Un ponte antico
sulla strada Faentina
medioevale


Il periodico Al Contrario era un mensile di informazione che si stampava a Borgo San Lorenzo negli anni Settanta e nei primi anni Ottanta. Trattava di temi di cronaca mugellana ma anche di storia locale.
Il tutto con spirito critico, come era di moda in quegli anni. Per esempio l'articolo in prima pagina del n° 22 dell' aprile 1980 tratta dei pro e dei contro della costruenda diga di Bilancino e propone di chiedere un parere referendario alla gente, come si può leggere qui accanto.

Però adesso ci interessa un articolo nelle pagine interne, che parla di un antico ponte abbandonato ma quasi intatto a metà strada fra Ronta e Razzuolo.




Lo vediamo nella fotografia qui sotto, di traverso sul torrente Ensa, che scende gagliardo da Razzuolo.
Il ponte è orientato in modo del tutto diverso rispetto alla viabilità odierna e quindi la Faentina, in un tempo antico aveva un altro tracciato.




In effetti l'attuale strada per il Passo della Colla è una realizzazione voluta dai Granduchi Lorena all' inizio dell' Ottocento e il tracciato non sempre ricalca il precedente percorso medioevale.












Clicca sulle immagini
se vuoi una comoda
lettura















Dunque il vecchio ponte abbandonato risale almeno al Settecento, quando la via per la Romagna era una straduccia che finiva al monastero di Razzuolo e proseguiva fino al Passo della Colla solo come semplice mulattiera.

L'articolista già nel 1980 faceva presente la necessità di recuperare questa vestigia ma non successe niente.
Siamo ancora in tempo.


 Fonte: Periodico Al Contrario, per gentile concessione del Dr. Benvenuti a Claudio Mercatali

lunedì 6 febbraio 2017

1907 Il Popolo

Trilussa
nel settimanale faentino
ricerca di Claudio Mercatali




Trilussa, anagramma di Carlo Alberto Sallustri letto a rovescio, Sa - lus - tri (Roma, 1871 - 1950) fu poeta e giornalista, noto per i suoi scritti in dialetto romanesco. La sua biografia completa si può trovare facilmente su internet e non conviene ripeterla qui. Basterà ricordare che durante il Ventennio si dichiarò "non fascista" e non volle mai la tessera. Nel dopoguerra venne nominato senatore a vita quando ormai era alla fine. Lusingato, fedele al suo spirito commentò: "m'hanno nominato senatore a morto" e dopo poche settimane in effetti spirò.

Ora Trilussa ci interessa perché spesso pubblicava nei giornali popolari i suoi acuti epigrammi e sonetti, per capire che gradimento avessero. Era una tattica intelligente, perché "si scrive per gli altri" ossia un concetto è valido se i lettori lo apprezzano o lo disprezzano ma comunque lo capiscono.

Il settimanale faentino Il Popolo nei primi anni del secolo pubblicò diversi componimenti di Trilussa, perché meritevoli, ma soprattutto perché politicamente pungenti nei confronti degli avversari (soprattutto i Socialisti). Il Popolo era infatti il settimanale del Partito Repubblicano, sezione di Faenza.

Questo settimanale era in vendita anche a Marradi, dove però era meno letto del Piccolo, il periodico cattolico ancora oggi in edicola.
Questo perché Marradi era ed è un paese fortemente cattolico e i sentimenti repubblicani e socialisti avevano meno seguito.

Il fatto che Il Popolo fosse letto anche a Marradi si dimostra con uno scritto di Giovanni Campana, il padre del poeta, che comparve nel febbraio 1907. Giovanni, maestro elementare, in quell' anno volle muovere una critica all' amministrazione liberale e cattolica marradese, a proposito di alcune questioni scolastiche spiegate qui accanto e quindi  si rivolse a Il Popolo perché difficilmente Il Piccolo avrebbe pubblicato le sue doglianze.

Scriveva bene il maestro Giovanni, non era poeta ma era chiaro nel dire, al contrario del figlio ...







Detto questo passiamo a Trilussa, che ci interessa di più. I nostri bisnonni ebbero modo di leggere, quasi in anteprima, gli scritti di questo poeta dialettale, che sono questi ... 







Clicca sulle immagini
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Trilussa






































Fonte: Emeroteca della biblioteca
comunale di Faenza,  
per gentile concessione.







sabato 4 febbraio 2017

I pomodori sotto aceto

DOMATE TË REGJURA
Una ricetta tradizionale albanese



La bandiera albanese

Succede spesso che a settembre l'ultima fruttificazione della pianta di pomodoro non va a compimento e sulla pianta rimangono dei pomi verdi, immaturi. Che fare?
Gli antichi Albanesi trovarono una soluzione e per non buttare via i pomodori verdi inventarono questa gustosa ricetta. Dunque conviene lasciar dire a loro:

 PËRBËRËSIT:

• 2 kg domate jeshile
• 7 thelpij hudhër
• 2 lugë kripë e trash
• 2/3 gotë uthull
• uj

 PËRGATITJA:

• Zihet uji me kripë, shtohet uthull dhe lihet të ftohet.
 • Pastrohen domatet dhe ndahen ne katër pjesë.
• Mbushim kavanozët( 1l ) prej qelqi me domate dhe i shtojmë ujin e zier.
• Mbyllet kapaku dhe një herë në dy dit për një javë lirohet kapaku sa ti dali ajri dhe mbyllet përsëri.
• Pastaj kavanozi duhet të rrij i mbyllur për 5 javë
• Kur hapet kavanozi , lahen domatet dhe shtojmë vaj ulliri dhe hudhëra të copëtuar imët.

Tutto chiaro? Sappiate che forse l'Albanese è la più antica lingua d'Europa, probabilmente derivata dall' idioma degli antichi Illiri, al tempo dell' Impero Romano. Non assomiglia né al greco né allo slavo e quindi sarà meglio tradurre:

........................   I POMODORI SOTTO ACETO ...........................

 INGREDIENTI:

 • 2 kg di pomodori verdi
• 7 spicchi d'aglio
• 2 cucchiai di sale grosso
• 2/3 di un bicchiere con aceto
• acqua quanto basta.

 PREPARAZIONE:

• Si fa bollire l'acqua con il sale, si aggiunge poi l'aceto e si lascia raffreddare.
• Si puliscono i pomodori e si tagliano in 4 parti senza dividerli del tutto.
• Si riempie il barattolo di vetro da 1 l con i pomodori, poi si aggiunge l'acqua bollita precedentemente.
• Si chiude il barattolo e una volta ogni due giorni per una settimana si apre appena il coperchio per liberare l'aria che s'é creata dentro.
• Dopo si tiene chiuso il barattolo per 5 settimane
• Quando si apre il barattolo, si lavano i pomodori, si tagliano a pezzetti e si aggiunge olio d'oliva e aglio tagliato finemente.


Fonte: Per gentile concessione degli Albanesi immigrati nella nostra zona.