Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

mercoledì 28 marzo 2018

La stampa del Regime

Un periodico della Federazione
provinciale Fascista di Ravenna
ricerca di Claudio Mercatali


Santa Milizia è il nome un po' particolare di un periodico di propaganda fascista che si stampava a Ravenna e diffondeva le notizie sull' attività delle organizzazioni del Regime e dei gerarchi locali.





Il periodico venne pubblicato
dal 1923 al 1944.




marzo 1928
In questo lungo articolo G.Grossi, segretario politico del Fascio di Modigliana, spiega la convenienza di un passaggio dei due comuni alla provincia di Ravenna.





Per volontà del Duce nel 1923 i 14 comuni della Romagna Toscana erano stati tolti dalla provincia di Firenze e aggregati a quella di Forlì, compresi i comuni di Tredozio e Modigliana. 




...  Sotto questo punto di vista pratico non solo, ma incombente, il congiungimento colla provincia di Ravenna, più ricca di quella di Forlì, faciliterebbe la soluzione dei gravi problemi amministrativi che premono su questi comuni e ne ostacolano il risanamento economico ...

 


Luglio 1937
La sistemazione dei calanchi
con l'esplosivo (!)



giugno 1939
Donna Rachele (la moglie del Duce)
visita a San Cassiano la zona della frana avvenuta quell'anno.




settembre 1939
Sedici Camice Nere della Legione Manfreda si sposano con una cerimonia collettiva in Piazza a Marradi. Queste foto vennero riprese anche dalla stampa estera.
 
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ottobre 1939
La Seconda Guerra Mondiale è già scoppiata ma l'Italia è ancora neutrale. Nei paesi della nostra zona si svolgono tante parate militari.






















mercoledì 21 marzo 2018

I tabernacoli lungo le strade

Tracce di ricordi
e devozione
ricerca di Claudio Mercatali


Un tempo si usava costruire tabernacoli lungo le strade e i sentieri. Ci sono quelli “per grazia ricevuta” quelli per chiedere protezione, i beneauguranti e altri ancora. Ognuno ha una storia, che a volte si conosce ma a volte no. Oppure si possono raggruppare i “votivi” cioè dedicati a un santo o alla Madonna, e quelli “per memoria” che ricordano un fatto accaduto lì e dunque senza uno specifico riferimento religioso. Però ora raggruppiamoli in un modo un po’ insolito:

I TABERNACOLI  “CON LA STORIA”


San Rocco è un santo raffigurato spesso nei tabernacoli, perché è il protettore dei viandanti e degli appestati. Il suo tabernacolo di viale Baccarini era d’augurio per chi usciva dal paese e forse fu costruito alla fine dell’ epidemia detta “della Spagnola” del 1919 o quella di colera del 1855 (è qui sotto a sinistra).



A Casa Parigi, nascosto lungo il fosso che scende dalla Cavallara, c’è un tabernacolo (al centro qui accanto) con una dedica struggente, che dice: “ Qui Giovanni Fabbri fu rapito da una piena d’acqua. Fu ritrovato a Popolano. Io suo figlio Carlo faccio questa memoria il 19 novembre 1870”.

Il Fango è un podere oltre Campigno. Si raggiunge con una mulattiera che va al crinale dell’ appennino, ed era uno dei percorsi dei boscaioli e dei pastori transumanti. Nel fosso di Campigno (sopra, a destra) c’è il ringraziamento di un mulattiere salvo dopo essere stato travolto nel guado lì accanto da una piena. 

I  PIU’ RECENTI


Al confine tra il comune di Marradi e di Borgo S.Lorenzo, alla Balza dei frati, c’è la Madonnina di Romagna. E’ recente, del 1936, e la dedica è qui accanto...

La Faentina vecchia, più nota come Strada della Dogana, da Popolano verso Campora, da tanto tempo ha perso la sua funzione viaria perché il Ponte di Vasculla non è più praticabile.
Ora è una Via Crucis e in fondo c’è una quantità di immagini più o meno sacre o votive, murate nella pietra del monte.




Sono tutte recenti e dimostrano che qui da noi l’abitudine a questo tipo di evocazione non si è persa. Le iscrizioni sono varie e una delle più curiose è un ringraziamento al Signore per essere guarito dopo la caduta da un albero: “ L.B. per grazia ricevuta  10 agosto 1984”.






La chiesina della Madonna di Casa Gallo (1936) sorge dove c’era un vecchio tabernacolo. Un tempo si riteneva che facesse la grazia della pioggia e in caso di necessità si facevano anche delle processioni per invocare il suo intervento.


LUNGO LA STRADA PER GAMBERALDI





Forse il tabernacolo più bello è quello vicino a Casa Carloni, lungo la strada di Gamberaldi, che di recente è stato ristrutturato. Da qui passava la vecchia via di ingresso a Marradi, prima che il Granduca Leopoldo facesse costruire la strada attuale per Faenza (1830). Al tabernacolo di Pianello faceva capo una processione che partiva dal tabernacolo di Gamberaldi.

IL TABERNACOLO DI CASAGLIA




All’ingresso di Casaglia, dalla parte di Firenze, c’è il tabernacolo di Cristo Redentore, che si vede qui sotto. Fu costruito per ricordare il Giubileo del 1933 - 34.
La foto in bianco e nero è stata scattata all’inizio del Novecento e perciò il tabernacolo non c’è. Che cos’è il Giubileo? E’ l’atto di piena remissione dei peccati concesso dal Papa.

LUNGO LA STRADA PER SAN BENEDETTO




Questi tabernacoli sono quasi tutti moderni, perché la strada per San Benedetto è recente.
Quello all’imbocco della strada per Piansieve fu costruito dai molisani che si stabilirono nella valle della Badia del Borgo negli anni Cinquanta e per ferragosto era officiato come una chiesina. Il tabernacolo al Passo dell’ Eremo fu costruito al posto di quello vecchio, demolito quando la Provincia costruì la strada attuale.

 VICINO AI PONTI





All’imbocco dei vecchi ponti o lì vicino ci sono spesso dei tabernacoli. Ce n’era uno anche al ponte di Biforco, fatto come una chiesina, al ponte del Castellaccio, che venne distrutto da una bomba d’aereo e poi quello più famoso, al centro del ponte di Marradi, che fu demolito nel 1835 quando il Granduca costruì la strada faentina. Al suo posto si costruì il tabernacolo con la madonnina di cui parla Dino Campana nella poesia L’invetriata. Non c’è più nemmeno questo, distrutto durante l’ultima guerra mondiale.

 
 NELLA VALLE ACERETA

Forse i tabernacoli di Lutirano sono quelli più originali.



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giovedì 15 marzo 2018

1873 La multa al prete

Una contravvenzione
per una processione
senza permesso
Ricerca di Claudio Mercatali

 
 

Dopo l’unità d’Italia, per una quindicina d’anni  e anche di più il nuovo Stato stette sulla difensiva, per prevenire eventuali sussulti nostalgici dei sostenitori dei vecchi regimi, che ogni tanto si manifestavano creando dei problemi.

 
 
Il campanile della chiesa arcipretale di Marradi nell' Ottocento.
 
 
Negli anni immediatamente seguenti al 1870, quando con la breccia di Porta Pia fu conquistata Roma e cessò il potere temporale della Chiesa, i sussulti contro Casa Savoia e il nuovo Regno d’Italia si fecero più frequenti, anche se non costituirono mai una vera minaccia.


Per tutti questi motivi una legge del Regno imponeva di chiedere un permesso al Comune e al Prefetto per ogni manifestazione che radunasse gente. Anche le celebrazioni  religiose all' aperto dovevano essere autorizzate, perché si temeva che per mezzo di quelle il clero potesse svolgere un’attività politica a danno del Regno.

Fu così che don Cavina, arciprete di Marradi, fu denunciato all’autorità per non aver chiesto l’autorizzazione per la processione. Gli venne comminata una contravvenzione ma il prete fece ricorso e il 22 ottobre del 1873 il Tribunale di Firenze si pronunciò così: …



... Le processioni ecclesiastiche, comunque fatte, non costituiscono violazione degli art. 26,27 e 177 della Legge di Pubblica Sicurezza ...




 
 
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giovedì 8 marzo 2018

A Trebbana

Un trekking lungo
il sentiero dei Fiorentini
ricerca di Claudio Mercatali


 

S.Michele in Trebbana è una parrocchia antica, al confine fra Marradi e Tredozio, e non si raggiunge facilmente da nessuno dei due paesi. Queste zone dell' Appennino fanno parte della cosiddetta Alpe di San Benedetto e nell' Alto Medioevo c'erano eremi e tante proprietà dei monaci. Essi spesso mettevano per iscritto i loro interessi e ci sono giunti diversi documenti antichi. Così sappiamo che i poderi della attuale parrocchia di Trebbana furono venduti al comune di Firenze nel 1298 dai frati faentini del convento di S.Ippolito, forse in un periodo di crisi finanziaria.
I Fiorentini? Chi saranno costoro? Gli abitanti di Trebbana non erano tanto convinti di questo passaggio e l'abate del Monastero di S.Ippolito andò lassù, chiamò tutti e si fece promettere che avrebbero obbedito al nuovo padrone.

 
Erano quarantasei i capifamiglia che si riunirono alla chiesa di S.Michele il 13 marzo 1298. C'era anche Benfatto, il parroco di Ottignana (una parrocchia vicina, nella valle di Tredozio) e il notaio Roncolino di Firenze. L'abate fu convincente ma per essere proprio sicuro fece leggere l'atto di sottomissione dal notaio, di fronte a tutti, come risulta da un documento conservato all' Archivio delle Riformagioni di Firenze. Chi vuole può leggerlo perché è qui accanto però la scrittura del Duecento è maledettamente difficile.



... anno nativitate domini Cristo 1298 in detto ......... die 13 marzo .... giuramento di fedeltà fecero gli uomini ..... di Trebana innanzi .....

Actum alla chiesa di S.Michele, rogita Matteo Roncolino

 Se ingrandite l'immagine vedrete il manoscritto con la "traduzione" scritta sopra, fatta da un esperto in paleoscrittura.

 
Dunque Trebbana fu uno dei primi possedimenti del comune di Firenze sul versante romagnolo. Siamo nell' Alto Medioevo, 130 anni prima della conquista fiorentina di Marradi (1428) e 80 anni prima della spontanea sottomissione di Tredozio e Modigliana (1377).

Ai Fiorentini serviva una nuova via per arrivare qui da sud, perché quelle da est e da ovest usate fino ad allora non andavano più bene. Come mai?

Le mulattiere classiche dal Ponte della Valle e dal Passo della Collina si snodavano attraverso le terre dei Conti Guidi di Modigliana, acerrimi nemici di Firenze e non era assolutamente il caso di chiedere il passo a loro.
Anche da Marradi c'era qualche problema, perché lì alla fine del Duecento signoreggiava Maghinardo Pagani, un feudatario meno ostile ma più infido dei conti Guidi. Ne parla anche Dante nella Divina Commedia " ... Lioncel dal nido bianco che muta parte da la state al verno ..." e quindi anche le mulattiere dal Passo dell' Eremo non erano sicure. Meglio rivolgersi ai frati di San Benedetto in Alpe che per tanti motivi avevano dei buoni rapporti con Firenze. La mulattiera per Trebbana partiva da San Benedetto, imboccava l'attuale strada per Tredozio, saliva fino al crinale del fiume Tramazzo e poi, forse al chilometro nove, il sentiero medioevale proseguiva sul crinale.

Il nostro trekking parte proprio di qui e si snoda tutto fra le valli dell' Acerreta e del Tramazzo, esattamente sul confine fra Marradi e Tredozio. Il tutto sembra difficile ma non lo è, perché il sentiero è ampio, ben riconoscibile e segnato con indicazioni bianche e rosse verniciate sugli alberi. Nelle carte del CAI è il tracciato 553A.

 
 

Al km 9 una piazzola con un albero nel mezzo marca
in modo chiaro il punto da cui partire.

 

 
 
Il crinale è proprio lì sopra e non si fa fatica a raggiungerlo. Il panorama è bello, la via è piana e dopo mezz'ora si arriva al crocevia per la chiesa. A un bivio ben segnalato un cartello di legno su un albero invita a voltare a sinistra e dopo qualche centinaio di metri appare la croce bianca della via Crucis.




E' un posto di grande suggestione, dal quale si vede Trebbana, Gamogna e mezzo mondo. Da qui il sentiero scende, scosceso, diretto, lungo una via Crucis di otto tabernacoli che ci guidano alla chiesa.

 
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Spesso la canonica è aperta, se ci sono dei ragazzi in campeggio. Infatti tutto l'edificio fu ristrutturato da un gruppo di volontari guidati da don Antonio e si può affittare per soggiorni. I lavori furono ben condotti e tutto venne mantenuto come una volta, riportando in funzione gli impianti e recuperando tutto senza cambiare niente.


Da qui si potrebbe scendere facilmente a Ponte della Valle, nell'Acerreta, ma devo riprendere il sentiero dell'andata, per tornare nella valle del Tramazzo. Ci sono due possibilità: ripercorrere la via Crucis, che in questa direzione è tale di nome e di fatto perché la salita è dura, oppure andare in fondo al campo piano vicino alla chiesa, alla famosa quercia secolare e poi fino al crinale. In ogni caso l'arrivo alla croce bianca è più gradito che all'andata e la vista dell' eremo di Gamogna in lontananza si apprezza molto, con il vento che spira, nel silenzio assoluto ...
 

 
 
Fonti dei documenti su Trebbana

Da: Rerum Faventinorum Scriptores

1298, pg 527 Oneri degli abitanti
1316 pg  541 Il prete Omodeo giura fedeltà a S.Ippolito
1339 pg  553 Concessione da parte di S.Ippolito
1346 pg  557 Fedeltà a S.Ippolito

Da: Archivio Riformagioni di Firenze,
atti pubblici

Tomo  R5 regesto 30 pergamena del 13/03/1298
Tomo R5 regesto108 pergamena del 21/04/1352
Tomo R5 regesto 109 pergamena mancante
Tomo R5 regesto 111 pergamena del 12/06/1383
 

Nota

Dopo il giuramento del 1298 gli abitanti di Trebbana vissero felici e contenti sotto la protezione di Firenze? Non tanto, perché i frati del monastero di S.Ippolito, che evidentemente si erano pentiti della vendita, ogni tanto si facevano vivi e pretendevano un atto di sottomissione, al quale faceva seguito un intervento opposto del Comune di Firenze. Dai documenti qui sopra risulta che la questione si trascinò per una cinquantina di anni e poi Firenze prevalse.

 

giovedì 1 marzo 2018

Dall'archivio storico del PCI

sezione di Marradi
ricerca di Luisa Calderoni




Le "filmine" sono le antenate delle attuali "slides" e la pellicola di celluloide in bianco e nero è l'antenata dell'attuale programma "Power point". In fondo il funzionamento è lo stesso: con un proiettore (o  un computer) si ingrandiscono le immagini e si commentano.




Questa è la propaganda per le Elezioni politiche del 1953 ritrovata per caso in un cassetto della Biblioteca Comunale. Non si sa come mai sia lì. Forse qualche propagandista del PCI giunto a Marradi per proiettarla la dimenticò qui da noi.






 
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