Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

mercoledì 2 maggio 2018

La Cassa Rurale di Palazzuolo

Storia di una banca cooperativa
ricerca di Claudio Mercatali
 


Le Casse Rurali erano Cooperative di credito per i contadini. Si diffusero alla fine dell' Ottocento e in Italia la prima fu fondata dal liberale  Leo Wollenborg, di Padova. Nella nostra zona furono sostenute soprattutto dai parroci di campagna, per venire incontro alla popolazione rurale, molto povera.
Si basavano sulla cooperazione tra persone che altrimenti non avrebbero potuto accedere al credito bancario.
In Italia un animatore di queste iniziative fu don Luigi Cerutti. La regola fondamentale di queste Casse era la responsabilità solidale dei soci nei confronti dei terzi e concedevano prestiti a piccoli proprietari terrieri, operai agricoli e contadini.



La loro attività rimase per molti anni ridotta ma poi con lo stesso spirito si rivolsero anche agli artigiani e divennero Casse Rurali e Artigiane e poi Banche di Credito Cooperativo.

Nella nostra zona la Banca del Mugello (1994) ha una storia connessa a questi istituti d'origine cooperativa. Essa infatti nacque nel 1972 con il nome di Cassa Rurale ed Artigiana del Mugello, dalla fusione delle Casse Rurali di Luco di Mugello, di Piancaldoli e di Coniale fondate fra il 1910 ed il 1923.

 
 
Luglio 1895
Comincia l'avventura ...
 
 
 
Però la banca che ci interessa ora non è fra queste, pur essendo anch'essa una Cassa Rurale. La nostra storia comincia nel 1895 quando a Palazzuolo fu fondata una banca cooperativa, per iniziativa di sei preti di cui tre di Firenzuola, più tre cittadini palazzuolesi. Leggiamo qui accanto che cosa scrisse il corrispondente del Messaggero del Mugello, il 29 luglio 1895: " ... tre e tre sei e tre nove galantuomini che presto faranno vedere, specie per l'impulso dell' ottimo clero palazzuolese, che risorsa possa essere una Cassa Rurale cattolica ...".

 
 
La lettera anonima ...
 
 
Questa lode ai nove galantuomini che avevano avuto l'ardire di fondare una banca a Palazzuolo non piacque a tutti e il 15 ottobre 1895 un altro palazzuolese, anonimo, scrisse risentito a don Stefano Casini, pievano di Cornacchiaia, che era l' autore dell'articolo precedente e uno dei fondatori della Cassa, dicendo "... il Comune di Palazzuolo conta 4500 abitanti e dei galantuomini non ce ne sono che nove? E tutti gli altri sono fior di bricconi? ...". L'intento polemico è chiaro, come si può leggere qui accanto, perché il fatto che i preti si mettessero a fare i banchieri non piaceva a tutti.
La cosiddetta "finanza cattolica" non era ben vista dai Socialisti, convinti che i preti fossero già abbastanza potenti. Però all' epoca Palazzuolo era un paese profondamente cattolico e queste voci furono presto messe a tacere.  


 
 
 
L'avventura era cominciata e, dopo un avvio incerto nel 1896, la raccolta del denaro cominciò a dare i suoi frutti. Ogni anno, all'inizio della primavera, come da Statuto, c'era l'Assemblea generale dei soci, per la presentazione del bilancio consuntivo. Leggiamo qui accanto come andarono le cose nel 1897.

 
 
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se le vuoi ingrandire
 
 
 
 
 
 
Negli anni seguenti l'andamento fu alterno, perché gestire una Cassa Rurale in un paese povero non era per niente semplice. Ecco qui accanto la relazione di bilancio di don Francesco Cavallari, presidente della Cassa nel biennio 1900 - 1901. Ogni anno la banca pubblicava i bilanci, perché così imponeva la legge per le Casse cooperative. Apprendiamo così che l'anno 1900 si chiuse con un disavanzo di 274,50 lire, ma nel 1905 ci fu un utile di 343,61 lire.

 
 
La partecipazione alle assemblee era obbligatoria e gli assenti dovevano pagare una multa di 1 lira, come si legge qui sopra. Il 29 agosto del 1908 la Banca, festeggiò  il quattordicesimo anno di attività in modo particolarmente solenne. In questa circostanza ebbe luogo anche il Convegno interdiocesano delle Associazioni cattoliche e a Palazzuolo ci fu grande animazione. Naturalmente ci fu la processione e la banda suonò per le vie del paese. Il resto è descritto nell'articolo qui accanto.

 
La Cassa, oltre che gestire il credito, era promotrice e animatrice di tante iniziative di interesse sociale e della fondazione di altre cooperative. Ecco qui accanto l'ordine del giorno dell' Assemblea del 24 giugno 1909 nella quale i soci furono chiamati ad approvare lo statuto per la Società Edificatrice di Case Operaie.  


La gestione della Cassa era molto democratica: le cariche sociali erano elettive, l'Assemblea stabiliva il criterio di ripartizione degli utili, ed essendo l'Istituto di stampo cattolico ogni anno provvedeva all' acquisto della cera per le candele da usare nella Processione del Corpus Domini, la più importate a Palazzuolo.






Nel 1908 per festeggiare i quattordici anni di attività i festeggiamenti furono particolarmente solenni ...








Quell'anno a Palazzuolo si tenne anche il Convegno Inter diocesano delle Associazioni Cattoliche ...









... Con tanto di banchetto ... "70 coperti alla Locanda Baietto, 40 nella Canonica ..."









L'introito andò al "fondo vecchi" della locale SOMS (Società Operaia di Mutuo Soccorso) una interessante cooperativa di assistenza mutualistica.


Nella foto: la processione del Corpus Domini a Palazzuolo, nel primo Novecento











Come andò a finire questa banca? Non bene a dire il vero, perché fu una delle vittime della crisi del 1928 - 29. Chiuse e venne liquidata, come risulta dalle notizie dell'Archivio storico della Banca d'Italia, i cui funzionari, interpellati in proposito, sono stati molto precisi:

"Si comunica che dalle approfondite ricerche effettuate presso l’Archivio Storico della Banca d’Italia sono risultate le informazioni riepilogate di seguito:
Nell'Archivio non è stato reperito alcun documento riguardante la "Cassa Rurale Cattolica di Palazzuolo di Romagna" (al riguardo si fa presente che sino al 1926 la Banca d'Italia non ha svolto alcun compito istituzionale di supervisione e vigilanza sugli enti creditizi).
Per quanto riguarda invece la Cassa Rurale di Depositi e Prestiti di Palazzuolo di Romagna, che presumibilmente è la denominazione assunta dall' ente creditizio in discorso negli anni successivi alla sua fondazione, essa viene messa in liquidazione virtuale a seguito di una deliberazione dell' assemblea dei soci del 14 aprile 1928, per poi essere posta in liquidazione legale con altra deliberazione del 12 dicembre 1931 (come liquidatore viene nominato il dott. Pilade Ortolani); l'approvazione del bilancio finale della liquidazione viene infine approvato con deliberazione del 29 aprile 1934. Con lettera del 23 ottobre 1934 il Ministero delle Finanze comunica alla Banca d'Italia l'avvenuta cancellazione della Cassa Rurale di DD.PP. di Palazzolo di Romagna dall'Albo delle aziende di credito (vedi qui accanto).

10 ottobre 2011 dottor Giuseppe Luci e dott. Marco Melini
Banca d'Italia Servizio Studi di Struttura Economica e Finanziaria
via Nazionale, 191 (Villa Huffer) - Roma tel. 06.4792.2016
 
 

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