venerdì 30 settembre 2022

1873 - 1888 I manifesti del Comune di Marradi

Rassegna degli avvisi 
e delle pubblicazioni
Ricerca di Claudio Mercatali


A fine Ottocento le disposizioni del Comune erano rese note con l'affissione dei manifesti, che l' attacchino  incollava negli spazi appositi. Chi non sapeva leggere chiedeva a chi aveva fatto qualche anno di scuole elementari. Per legge una copia si doveva conservare agli atti, per dimostrare che la comunicazione era stata data e il Prefetto era esigente in questo. Chi consulta le carte d’archivio trova questi documenti quando meno se lo aspetta, e quindi questa più che una ricerca è una raccolta di carte messe da parte in varie occasioni. Leggiamo:



1888

Il Ministero dei Lavori Pubblici mette all'asta i lavori di costruzione della ferrovia da Fantino a Crespino e a Fosso Canecchi (vicino a Fornello).


1888

La Regia Prefettura di Firenze avvisa che è stato indetto un appalto per fornire 41 scambi ferroviari per le stazioni di San Cassiano, San Martino e Marradi.

1885

Il 13° Reggimento Cavalleggeri Monferrato dismette una parte dei suoi cavalli non più idonei al servizio, ma ancora adatti ai lavori di campagna.



1878

Il Comune avvisa che c'è da pagare la tassa per la manutenzione obbligatoria delle strade pubbliche.


1878

Muore Vittorio Emanuele II il re dell'Unità d'Italia. Gli succede suo figlio Umberto I.

1876

L'Ufficio Postale di Marradi viene autorizzato ad emettere dei libretti di risparmio (in paese c'era già da qualche anno la Banca di Credito e sconto).





1874

Chi ha perso il cane?

1873

La Provincia comunica il calendario venatorio, di sua competenza. Il primo giorno di caccia è il 15 agosto.

Per approfondire

1900 - 1915  I manifesti del Comune di Marradi (22 maggio 2020, tematico Storia c1900 - 1915).

1915 - 1920  I manifesti del Comune di Marradi (12 luglio 2018, tematico Storia 1915 - 1921).




sabato 24 settembre 2022

Il nome di Giano

Quando la visuale 
dà il nome a un  posto
Foto di Claudio Mercatali



Giano (janus) era la divinità romana dal doppio volto, che poteva guardare di qua e di là. Da noi il nome deformato è tipico delle località che hanno una doppia visuale, su due versanti oppure a destra e a sinistra per largo tratto. E’ così anche in molte altre parti d’Italia, per esempio a Roma il Gianicolo è un colle dove si vede un ampio panorama.

Ci sono tanti esempi: Cà d’Zènn (a Marradi, lungo via Francini) e Mont Zènn (Monte Gianni) hanno il nome derivato da janus, Giano e non da Gianni, che in romagnolo si dice zvàn. Da Loiano (locus janus) si vede la valle del Lamone dal Castellone al castello di San Cassiano, da Luiano la valle di Campigno dallo spartiacque fino quasi a Biforco, dalla villa di Beccugiano si gode di una visuale incantevole della vallata, così come da Grisigliano, che è lì di fronte, o da Piangiano, al confine con Tredozio.

30.01.2019

Dunque volendo fare delle foto di ampia visuale un sito con il nome che termina in “giano o iano” è quello che ci vuole. Queste che seguono sono panoramiche scattate dal Passo di Beccugiano in diverse situazioni.



                                          20.11.2020


Dal Passo c'è una visuale di 10 - 15 Km verso la fattoria di Galliana, ultimo rifugio dei Galli Boi ventitre secoli orsono, quando i Romani risalirono la valle come la nebbia, e colonizzarono tutto il fondovalle.


12.12.2020


Clicca sulle immagini
se le vuoi ingrandire





Però la visuale più interessante per le fotografie è quella verso ovest, all'inizio dei campi della Villa di Beccugiano.


La villa della fattoria  fu cartografata già nel Cinquecento dai geometri dei Granduchi di Toscana, perché era oggetto di un contenzioso confinario con lo Stato Pontificio, che ne rivendicava la sovranità.

20.11.2021


05.04.2021


Non si conoscono i motivi della contesa, però dai documenti dell'Archivio storico di Marradi e dell'Archivio di Stato di Firenze risulta che i disguidi e i dispetti durarono fino alla metà del Settecento, quando furono risolti con una rettifica confinaria fra i due stati lungo la valle del Lamone, e la fattoria venne assegnata al Comune di Marradi.



07.04.2021


Una nevicata tardiva sui campi appena arati. 



18.07.2015


Sono buffi i girasoli! Sembra che si siano messi d'accordo per stare tutti girati allo stesso modo.






05.09.2015


Le piante non fioriscono per piacere agli umani ma per produrre i semi.
Dopo il fiore diventa inutile. Com'è brutta la vecchiaia!





21.03.2019


E' il primo giorno di primavera. Il sole tramonta dietro ai monti di Gamberaldi. I campi sono pronti per la semina.





23.09.2020


Comincia l' autunno. C'è un tempaccio dietro ai monti di Gamberaldi. Nei campi sono rimaste le stoppie, dopo il raccolto.




12.12.2019












15.03.2021





15.09.2018












domenica 18 settembre 2022

Successe nel 1923 a Marradi


Rassegna tratta
dalla stampa locale
Ricerca di Claudio Mercatali



Il 1923 è il secondo anno del Ventennio, perché Mussolini è andato al potere con la marcia su Roma, il 28 ottobre 1922. I fascisti sono padroni del campo, anche se i partiti non sono ancora fuori legge. 
Chi si oppone viene bastonato o costretto a bere olio di ricino. Seguiamo gli eventi  con una rassegna stampa tratta dal Messaggero del Mugello, un giornale che all' epoca si stampava a Borgo S.Lorenzo. Questa testata, che negli anni precedenti era di ispirazione cattolica e moderata, è da pochi mesi sotto il controllo dei fascisti, come si capirà dal tono degli articoli qui di seguito.




21 gennaio
Antonio Cassigoli, un attivista del Partito Popolare che poi diventerà sindaco di Marradi, è un giovane maestro di Borgo S.Lorenzo, che va a Vicchio per fare propaganda per il suo partito. I fascisti al ritorno lo aspettano sotto casa e succede che ...

NOTA: Antonio Cassigoli, terziario francescano, democristiano di ferro, riprese i suoi giri di propaganda nel 1948, per la campagna elettorale della Democrazia cristiana in opposizione allo schieramento social comunista. Una sera tornò a casa con un bernoccolo e le figlie gli chiesero: "Babbo, icché t'ha fatto lì?" E lui rispose: "Unnè nulla ... unnè nulla".



1 marzo
Si dimette il Sindaco di Marradi, Edmond Schmidt von Secherau che era a capo di una giunta di cattolici del Partito Popolare e di Socialisti. In attesa di nuove elezioni il Prefetto manda un Commissario. Tutto regolare? No, perché il Commissario prefettizio, che è un funzionario dello Stato e dovrebbe essere imparziale, è un fervente e dichiarato fascista, come si legge nell' articolo qui accanto.



8 marzo
A Garminana, un podere nel crinale sopra Crespino sul Lamone, una lupa aggredisce e uccide un colono.










23 marzo
I Comuni della Romagna Toscana passano alla Provincia di Forlì. E' una decisione del Duce in persona, per ampliare la provincia natìa. Cambiano: Modigliana, Tredozio, Dovadola, Rocca S.Cassiano, S.Benedetto, Castrocaro, Galeata, S.Sofia, Premilcuore, Sorbano, S.Piero in Bagno, Verghereto. I fascisti del Mugello non sono contenti, ma non si può criticare il Duce e il Messaggero commenta il fatto così ...


15 aprile
Ci sono le elezioni amministrative. E' favorita la Lista Nazionale, composta da fascisti, ex combattenti e indipendenti.




29 aprile
Passa da Marradi e poi da Palazzuolo la reliquia di S.Francesco Saverio, che è un pezzo del braccio del santo. Per noi questo è abbastanza incredibile ma allora ci furono manifestazioni di fede e venerazione ...




6 maggio
Facendo seguito a un decreto del governo in ogni paese viene costruito un Parco della Rimembranza, a ricordo dei caduti della Prima Guerra Mondiale, anche a Lutirano ...







20 maggio
La lista del PNF (Partito Nazionale Fascista) vince le elezioni a Marradi, e il nuovo Consiglio Comunale, è composto come si legge qui accanto. Il sindaco è Federico Consolini, che poi nel 1928 diventerà podestà e governerà Marradi fino al 1938, anno della sua morte.



3 giugno 
C'è grande festa a Tredozio, perché finalmente si inaugura la centrale idroelettrica, che funziona con l'acqua del Tramazzo, raccolta in un apposito bacino. Interviene anche la banda di Marradi e tutto va per il meglio finché i soliti Comunisti ...


2 settembre 
Al Teatro degli Animosi si tiene il Convegno antiblasfemo, una curiosa manifestazione contro l'abitudine a bestemmiare. Ci sono tutte le autorità, venute anche dai paesi vicini e naturalmente c'è il nuovo sindaco di Marradi. Il teatro è parato a festa, con i làbari neri delle associazioni fasciste, secondo una scenografia che poi diventerà abituale negli anni seguenti.
Perché tanta pompa? Il fatto è che i fascisti, dopo aver sconfitto i cattolici del Partito Popolare, cercano di accreditarsi come difensori della Chiesa e assecondano, con qualche mugugno, quasi tutto quello che la curia chiede loro. Devono farsi perdonare anche il fatto che stanno per mettere fuori legge l'Azione Cattolica, sostituita dalle associazioni del regime.


2 settembre 

A Campigno qualcuno spara dentro la finestra della camera da letto di Romano Cheli e la pallottola rimbalza nella stanza e cade sul letto.



lunedì 12 settembre 2022

Le scritte scolpite e la memoria

La necessità di scrivere 
perché gli altri sappiano

ricerca di Claudio Mercatali



Chi pittura o scolpisce una scritta ha la necessità di comunicare qualcosa di sé. Per esempio l'anno inciso sopra a un portone e le iniziali del padrone di casa sono un messaggio per chi passa oppure una frase scolpita su un marmo ricorda un fatto successo. Chi incide sa che il lettore quasi sempre rimane indifferente al messaggio ma tant'è, ha bisogno di comunicarlo lo stesso.

Qui da noi le lapidi più antiche sono due pietre tombali che risalgono ai tempi dell'antica Roma. Una è nota come Stele di Calesterna ed è murata nell'atrio di una casa in via Fabbrini, a Marradi. L'altra è nella chiesa di San Martino in Gattara, murata sul lato destro della navata.




Si trovano molte incisioni antiche anche sulle campane delle nostre chiese parrocchiali, perché il fonditore imprimeva l'anno, il suo nome e anche quello dei committenti e del parroco. Tutti costoro volevano lasciare memoria di sé sapendo che le campane durano tanto tempo, il suono rimane identico per dei secoli e fa emergere dal passato remoto dei ricordi nitidi.

Queste che seguono sono lapidi, incisioni o scritte vecchie di almeno duecento anni nelle pietre degli edifici della nostra zona, che a volte danno qualche notizia storica e altre volte sono testimonianza di una emozione, di un dramma o di una soddisfazione.




Se partiamo dal Medioevo la notizia più antica viene da una lapide della chiesa di Badia della valle, dove si dice che l'edificio fu costruito al tempo dell' abate Andrea di Vidigliano, dal 1329 al 1334. Vidigliano è un sito di Tredozio citato anche nel Privilegio di Federico Barbarossa (1164) in favore del conte Guido Guerra di Modigliana.



Anche nella Badia di Santa Maria in Crespino, antica come Badia della Valle, c'è una memoria dipinta alla base di un dipinto mutilo, che dice:

Anno dni MCCCXLII Dominus johs Ghetti de Rambrinis de Florentia abbas con. Sce Marie de Crespino fieri fecit hanc tabulam Restau (rata) vero anno dni MDIII

(In italiano: Nell'anno del Signore 1342 Giovanni Ghetti dei Rambrini, fiorentino, abate del convento di S.Maria di Crespino, fece fare questa tavola. Restaurata nell'anno del Signore 1503).


La casa qui accanto, in centro a Marradi, è un edificio descritto in un documento del Seicento come "magazzino del grano di Enea Fabroni" e ha sulla facciata degli stemmi interessanti, che però hanno varia provenienza e sono stati murati qui in diverse occasioni, anche di recente. Il più grande è un blasone mediceo con le solite sei palle e la scritta Ferdinando magnus dux Etruriae e si riferisce a Ferdinando de' Medici granduca ai primi del Seicento. I due stemmi più piccoli, accanto alla finestra, ingranditi qui accanto sono di persone di cui non si sa nulla, forse Capitani del Comune di Firenze spediti a Marradi a governare, nel 1457 e nel 1446. 








La Maestà di Piaiano è una chiesina al confine con Tredozio, nella soppressa parrocchia di Cesata. Sito di culto antichissimo, anche oggi a settembre apre e vi si celebra una messa seguita da una festicciola abbastanza frequentata. All'interno nel margine basso di un affresco c'è una scritta del 1556 dove il committente ricorda l'obbligo di un ex voto.


Il monastero delle Domenicane, nel centro di Marradi, fu fondato nel 1568. Sull'arco della porta c'è la data e una sola parola: Jesus.




Nel 1899 una frana enorme, un milione di metri cubi di terra e macigni, si staccò dal monte di fronte a Gamberara, un casale a metà strada fra Biforco e Campigno e sbarrò il torrente. Si formò un lago e il villaggio venne sommerso. Oggi il lago è stato colmato dai detriti portati dalle piene ma le case sono ancora là sotto. Le casette a mezza costa di fronte alla frana non furono coinvolte. Una di queste si chiama La Tana e nella facciata c'è la data 1581 senza frasi leggibili. L'anno da solo dà poche indicazioni ma in questo caso dimostra che il sito di Gamberara era antico, vecchio di almeno 400 anni al momento del disastro.





Girolamo era un ragazzo che abitava a Imo il Borgo. Si capisce perché nella lapide il suo nome è seguito da quello del padre e del nonno ancora vivente, accanto alla torretta dove c'è la lapide. Annegò o cadde dal muro (demengio = demersit). In latino emergo significa "vengo a galla" e demergo "vado a fondo". L'anno (1586) è inciso con i numeri romani con la regola sottrattiva, cioè togliendo degli anni dal centenario finale: XIIIIC = 100 – 14 = 86.







Filetto è un grande edificio a metà strada fra Marradi e Popolano. Compare in una mappa del 1594 con una planimetria simile a quella odierna. Era una casa signorile, forse una fattoria o un edificio pubblico. E' una secolare proprietà della famiglia Scalini della Scala e ha una cappella funeraria, ora vuota, con un' urna dipinta sulla porta e la scritta Ora pro nobis.





La parola Spedale in antico indicava un ostello per viandanti più che un luogo di cura. Il nome viene dal greco podòs, che significa "del piede". Che cosa successe a San Martino in Gattara il 6 maggio 1609? La scritta scolpita nella facciata dell' Oratorio di Santa Lucia non ce lo dice. Ai tempi dell' anonimo incisore tutti conoscevano quell'evento, ma per noi oggi non è così.




La chiesa arcipretale di San Lorenzo in Marradi fu costruita alla fine del Settecento al posto di un' altra precedente, demolita perché lesionata dal terremoto del 1661. Di questa rimangono solo alcuni arredi, il fonte battesimale e l'acquasantiera, con inciso l'anno di fabbricazione (1619).






Sotto il primo arco delle logge del Municipio ci sono le verghe di ferro delle misure di lunghezza in uso nel mercato di Marradi. Prima del Sistema metrico decimale ogni paese aveva misure proprie, che nel nostro caso sono i vari tipi di Braccio usato in Toscana e in Romagna. Per evitare truffe il capitano Carlo Marucelli, Gonfaloniere di Marradi nel 1621 -1622 le fece piombare al muro e appose il suo sigillo.


In una finestra della chiesina di Santa Maria delle Grazie, più nota come Cappellina, c'è la scritta Jacopo e Fabio Bug .... ti, 1663. Forse ricorda un ripristino dopo il disastroso terremoto del 1661.





La scossa di terremoto del 23 marzo 1661 fu disastrosa in tutta la Romagna Toscana. L'ing. Pieratti, inviato dal Granduca, rilevò che la chiesa arcipretale aveva i muri sbilenchi e il palazzo comunale si era spaccato a metà. Come al solito il ciclo sismico durò un paio di anni e nel 1662 ci furono altre scosse distruttive. Con una di queste la chiesetta di San Martino in collina, al confine con Tredozio, fu devastata e dovette essere ricostruita. Una lapide sul fianco ricorda il fatto.





Sull'architrave all'ingresso della chiesa di Grisigliano è inciso l'anno di costruzione (1712) di una parte dell'edificio, cosa insolita per una chiesa. La parte opposta è in una mappa del 1594 e quindi ai primi del '700 la chiesa venne voltata e la parte vecchia divenne canonica.





La chiesa di Casaglia è recente (1912) e il campanile ancora di più (1925 -26). Prima la chiesa era nella prima casa del paese, dalla parte di Marradi. Ora è un edificio privato, ben ristrutturato. Sull'architrave di una porta murata è impresso l'anno 1763.



Sulla facciata della canonica della chiesa arcipretale di San Lorenzo c'è la lapide a ricordo della visita del Granduca Leopoldo di Lorena del 1777 nei paesi della Romagna Toscana. E' una dedica molto bella fatta per un sovrano amato.






Il seccatoio per i marroni era una casetta per seccare i frutti stesi su un pavimento dal quale entrava il calore e il fumo delle braci al piano di sotto. Ce n'erano diverse centinaia a Marradi e questo della fattoria di Gamberaldi è ancora intatto. Lo costruì Francesco Cavina Pratesi, proprietario nel 1801 e, soddisfatto della sua iniziativa fece incidere la croce e il suo nome nell'architrave, cosa insolita in queste costruzioni. Il numero otto è scolpito in orizzontale, come si usava a quei tempi.



Un'altra serie di incisioni si trova nei tabernacoli lungo le strade antiche e di campagna. Questa per esempio è alla sommità dei Prati di Gruffieto, segnato anche nel Catasto Leopoldino del 1822.







Nel campo sul retro della Cappellina c'era un cimitero chiuso al primi dell' Ottocento quando venne aperto il camposanto attuale. Fu riaperto nel 1817 per seppellire i miserabili morti nell'epidemia di tifo petecchiale che afflisse il paese quell'anno. Ogni anno qui si svolgeva La festa alla Cappellina, molto partecipata. Anche oggi per tradizione la chiesa è aperta solo nel mese di maggio.


La battaglia di Lipsia (16-19 ottobre 1813) o Battaglia delle Nazioni segnò la sconfitta definitiva di Napoleone dopo la Campagna di Russia. I cittadini dell' Impero erano soggetti all' obbligo di leva e furono coinvolti nelle avventure napoleoniche. Per questo Michele Ciani dovette andare a piedi in Germania a combattere, di sicuro assieme ad altri coscritti di Marradi. Ce lo ricorda la lapide tombale nella chiesa di Santa Maria delle Grazie (La Cappellina) posta a suo ricordo da Evaristo Piani, il primo sindaco di Marradi, ammirato da questo fatto.

Nei secoli antichi la maggior parte della gente non sapeva scrivere né far di conto. Però anche tutti costoro ogni tanto avevano voglia di lasciare un ricordo di sé e delle loro cose. Come facevano? Un analfabeta alfanumerico può comunicare per iscritto con un linguaggio simbolico fatto di immagini e figure, con qualche lettera iniziale e da questo insieme si può ricavare il suo pensiero come da un rebus.


A volte la soluzione è semplice, come nel caso di questo contadino che incise nella pietra del capanno del suo castagneto questa descrizione di se stesso.







Altre volte la simbologia è chiara ma non se ne ricava una frase di senso compiuto. E' il caso della pietra incisa ritrovata al podere Le Lastre (Gamberaldi) dove si distinguono bene dei monti con le croci che per alcuni rappresentano il Calvario, con Cristo e i Ladroni.


In altri casi il significato è ancora più oscuro, come nel caso del graffito che è in una finestra della casa detta Il Castellaccio, a Biforco.



Il fatto è che la scrittura è codificata da regole precise, invece il graffito dipende solo dall' estro e dalla abilità di un individuo come incisore. Al Molino della Concia, oggi di proprietà della prof.ssa Livietta Galeotti ci sono alcune incisioni su roccia difficili da interpretare.





La prof.ssa Livietta pensa che potrebbero essere opera di pellegrini in viaggio verso o da Roma. Questo perché il motivo ricorrente è la croce impostata su una collinetta stilizzata, che potrebbe simboleggiare il Monte Calvario. In effetti anche il graffito delle Lastre di Gamberaldi ha questa impostazione.




Un'altra categoria di pietre scolpite è quella dei cippi confinari, ossia delle pietre sagomate poste a segnalare un confine. Questi qui accanto sono due segnali di confine fra il Granducato e lo Stato Pontificio.



Nel Catasto Leopoldino sono segnati con la lettera T = termine, o con una serie di numeri romani, come si vede qui sopra. Alcuni cippi ci sono ancora ma i più sono andati persi per tanti motivi, dopo essere diventati inutili con l'Unità d'Italia (1861).

Il fatto si presta a qualche curiosa osservazione: nella foto qui sopra Maurizio ed Ermanno sono in provincia di Ravenna e Claudio (che scatta) è nell'area metropolitana di Firenze.



Per ampliare sul blog
31 gennaio 2016   La famiglia di Vocusia
24 aprile 2014   La stele di Calesterna
03 agosto 2011   La Madonna della chiesa di Crespino