lunedì 12 maggio 2025

1853 Rivolta per il grano a Brisighella

La gente assalta i carri
che portano il grano in Toscana

Ricerca di Claudio Mercatali



Tutti sanno che la strada Faentina era un collegamento commerciale importante dalla Romagna alla Toscana. Al confine fra lo Stato Pontificio e il Granducato si pagava il dazio sulle merci in entrata. Chi saliva dalla Romagna lo pagava a Rugginara e chi scendeva verso Faenza alla dogana di San Cassiano. Che cosa si commerciava? 

La Romagna esportava il grano, il sale di Cervia e il salgemma pastorizio di Dovadola, invece la Toscana esportava l’olio e il vino.
I Granduchi di Lorena, al potere a Firenze dalla seconda metà del Settecento erano per il libero commercio e lasciavano che l' export avvenisse in qualsiasi quantità, con il solo pagamento del dazio. Siccome la Romagna di solito era in sovrapproduzione di grano e la Toscana in deficit, d’estate c’era un flusso continuo di carri che risalivano la vallata, molto spesso di proprietà di marradesi. Ma non è tutto oro quello che luccica e ogni tanto c’erano degli inconvenienti. 

Nel 1853 la produzione agricola romagnola era stata bassa e le continue esportazioni di grano avevano provocato un aumento del suo prezzo e qualche accenno di penuria. Perciò a Cesena, a Faenza e a Brisighella la gente protestava per il rincaro e minacciava una rivolta.




Ecco come descrive i fatti il dr. Lorenzo Consolini, cronista di Brisighella e testimone diretto di quanto avvenne. Leggiamo:









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Per ampliare

6 sett. 2021 dr. Francesco Consolini: La Cassa di Risparmio di Brisighella e la SOMS







1 commento:

  1. Interessante, grazie! Nell'articolo leggo anche del "salgemma ad uso pastorizio di Dovadola"... era prodotto in loco perchè vi erano delle miniere di sale o semplicemente perchè a Dovadola alcuni erano specializzati nella importazione, preparazione e vendita di questo sale per il bestiame?

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