mercoledì 4 maggio 2011

LE FILANDE

La trattura della seta a Marradi
di Luisa Calderoni


Interno di una filanda dell'800




“Il paese del filugello - un secolo di demografia e storia marradese” è il titolo di un saggio del dottor Mas­simo Montuschi scritto negli anni ’90 e presentato nella Sala Mokambo del Teatro degli Ani­mosi di Marradi negli anni in cui ero Assessore alla Cultura. Il titolo del corposo e interessante lavoro di ricerca voleva indicare che nell’Ottocento, nel nostro paese era molto diffuso l’allevamento del baco da seta tanto da poter associare il filugello al nome di Marradi.
Nei ricordi di mia madre, che viveva nel podere detto “
La Casa” vicino a Sant’Adriano, affio­ravano spesso accenni a tutta l’attività legata all’allevamento del baco da seta che era di perti­nenza di mia nonna Maria e un bel giorno cercai di rimettere insieme questi frammenti per rico­struire tutti gli aspetti di un’ attività andata scomparendo insieme alla civiltà contadina a partire da­gli anni dell’immediato dopo guerra.
Da successive ricerche d’archivio e d
alle testimonianze di anziani marradesi nell’ambito di un la­voro di ricerca realizzato in collaborazione tra la Biblioteca Comunale di Marradi e l’AUSER di Borgo San Lorenzo, è emerso un quadro molto vario e interessante del mondo dell’allevamento del baco da seta e della trattura del pregiato filo. Marradi quindi non solo paese produttore di grandi quantitativi di seta di alta qualità, ma anche territorio caratterizzato dalla presenza di numerose fi­lande per la trattura della seta, cioè opifici in cui dai bozzoli essiccati veniva “ tratta” la seta per poi, sotto forma di matasse, essere inviata alle seterie del nord d’Italia. Attualmente ho notizie di 4 fi­lande operanti nel territorio di Marradi:

  • La Filanda di Cesare Torriani.
Questa filanda era collocata in un opificio a lato del Palazzo Torriani nel pieno centro abitato di Mar­radi che è andato distrutto durante la seconda guerra mondiale. Dai documenti conservati nell’Archivio Comunale risulta che questa filanda non era più attiva quando fu inaugurata la Filanda Gua­dagni nel 1908. Il vecchio opificio della filanda Torriani non esiste più, perché venne distrutto nel 1944 da un bombardamento aereo e, la parte rimanente fu demolita dopo un incendio, negli anni Sessanta. La localizzazione però si vede chiaramente nella carta del Regio Catasto del 1891.

Carta del Regio catasto 1891

  • La filanda di Renzo Bandini
Questa filanda operava in un opificio ancora esistente e ben conservato che si trova in Via Razzi, la cosiddetta “Strada Nuova”. Questa via conserva nel toponimo popolare indicazioni temporali sull’epoca della sua costruzione e quindi ci può aiutare a datare la filanda stessa e cioè questa strada era nuova in quanto successiva alla antica via Fulignana che, partendo dal Ponte Grande, percorreva il paese correndo lungo il Fosso detto Rio Salto. La strada deve essere stata aperta solo dopo la copertura del Rio Salto risalente al 1860 circa quando fu creata la piazza detta “di sotto”, l’odierna via Fabbroni, e furono distrutti i ponti che collegavano le varie parti del paese: il ponte del Magazzino, il Ponte del Suffragio, il Ponte delle Domeni­cane che sorgeva all’imbocco dell’ odierna Via Razzi in prossimità della facciata della chiesa delle Domenicane. Detto ciò non si hanno al momento altre notizie su questa Filanda.

Nella carta
del Catasto Leopoldino (1833) la "stréda nova" non c'è, perché fu costruita qualche anno dopo. Quindi le case attuali lungo questa via, e anche l'edificio della filanda (quello al centro nella foto qui accanto) sono della metà dell'Ottocento.

  • La filanda Guadagni - Nati - Vespignani
Questo opificio era nell’odierna via Fabbri, di fronte alla Stazione ferroviaria, ed è stato distrutto dai bombarda­menti del 1944 mentre restano ancora in piedi e ben conservati il magazzino per l’essiccazione dei bozzoli e la foresteria con l’abitazione della famiglia Guadagni. L'opificio Guadagni-Nati-Vespignani era la filanda per antonomasia, tanto che ha dato il nome alla parte del paese in cui sorgeva. Fu aperta nel 1909 e impiegava 200 donne, con turni di lavoro massacranti.

  • La filanda Ravagli - Piani - Fabbroni
Di questo opificio ci è giunto l'Atto costitutivo della So­cietà, di cui un estratto è qui di seguito, e l'originale è conservato nell’Archivio Storico del Comune di Marradi. Il contratto accenna al luogo detto “ Le Volte” in cui, a fianco dell’abitazione del Socio Don Urbano Ravagli, si trovavano i locali destinati al conferimento ed essiccazione dei bozzoli e successiva trattura della seta. In un atto successivo, rela­tivo all’ ipoteca sugli immobili di Bartolomeo Ravagli, erede legittimo beneficiato del fu Sig. Luigi Ravagli ed erede del fu Paolo Ravagli, suo padre, si hanno indica­zioni più precise sull’abitazione dei Ravagli presso cui sorgeva la Filanda. Infatti tra i beni ipotecati risulta es­serci anche “ una casa con orto, resedio gelsato, e Filanda, posta in Marradi, a cui confinano Via Pubblica, di capo Marradi, Jacopo Mughini, Antonio Casanti, Strada che scende al Rio di Colecchio….”

La filanda era nella strettoia di via Pescetti, in uno dei due edifici più ampi che si vedono qui accanto (Catasto Leopoldino del 1833) probabilmente quello lungo il fosso di Collecchio, attualmente di proprietà Cassigoli.


IL CONTRATTO PER LA FONDAZIONE
DELLA FILANDA RAVAGLI - PIANI - FABBRONI

Oggi Diciotto giugno 18cinquantasette in Marradi

1 Per il presente atto privato fatto in triplice origi­nale da valere e tenere come pubblico apparisca e sia noto, che gli Ill.mi Signori Evaristo del fu Francesco Piani, sacerdote Urbano del fu Lorenzo Ravagli e Carlo Antonio del fu Alessandro Maria Fabbroni, tutti possidenti domiciliati in Marradi, di loro certa scienza e libera volontà, per sé e loro eredi e successori, hanno creata e costituita con forme creano e costituiscono infra di loro una Società di Filatura e Trattura di seta da esercitarsi in questa Terra di Mar­radi con i capitali e condizioni e per il tempo di che in appresso.
2 I Signori Soci in primo luogo convennero e convengono che codesta Società deve cantare sotto la ditta Piani Ravagli Fabbroni, a che fatto tal nome devono impostarsi tutte le scritture, libri, registri e ogni altro recapito riguardante la Società med.ma.
3 La Società s’intenderà cominciata fino dal primo Dicembre del decorso anno 18cinquantasei e durerà per il corso di otto anni da detta epoca, cioè fino al primo dicembre 18sessantaquattro , col patto che non venendo disdetta da alcuno dei Signori Soci al più tardi del giorno Trenta Novembre di detto anno 18sessantaquattro s’intenderà confermata per altri tre anni e così successivamente di triennio in triennio finché non sarà fatta la disdetta che sopra.

Frontespizio del contratto del 18 giugno 1857 con il quale Evaristo Piani (che poi fu il primo sindaco di Marradi) il sacerdote Urbano Ravagli e Carlo Antonio Fabbroni fondarono una società per la filatura della seta.


4 La Filatura della seta si farà nella Fabbrica destinata a tal uso, di proprietà del Socio Signor Don Urbano Ravagli posta in Marradi a contatto della di lui casa in luogo detto le Volte; al quale oggetto il Signor Don Urbano Ravagli sarà tenuto e obbli­gato di concedere alla Società l’uso e comodo di servirsi non solamente della d.a Filanda a dodici caldaie, come si trova attualmente ridotta e costituita e con gli aumenti fat­tivi nell’anno presente, ma ancora di tutti i relativi macchini­smi, attrezzi, e mobili di ogni specie necessari a codesta lavorazione della stessa per seccare i bozzoli, e di numero sedici stanze della sua casa contigua, che hanno servito anche per lo passato pel deposito dei bozzoli, per la piegatura del filo e per ogni altra occorrenza..
5 In correspettività di tal prestazione la Società pa­gherà al sudd.to signor Don Urbano Ravagli scudi romani sessantadue all’anno per titolo di pigione della Filanda e delle sedici stanze; scudi venti simili all’anno per noleggio e lacero dei macchinismi, attrezzi, mobili, e baiocchi cin­quanta per ogni mille libbre di bozzoli seccati come retribu­zione dell’uso della stufa.
6 Quindi le riparazioni e manutenzioni della detta Fi­landa, macchinismi, attrezzi, mobili e stufa saranno carico al Sig.r Don Urbano Ravagli in proprio.
7 La Società sarà in obbligo di filare ogni anno non meno di quattordicimila libbre, né più di libbre ventiquattromila di bozzoli.
8 Il denaro necessario per l’acquisto di tal genere dovrà anticiparsi dal signor Don Urbano Rava­gli per la valuta di libbra mille bozzoli e dai Signori Evaristo Piani e Carlo Antonio Fabbroni, per la valuta rimanente a perfetta metà fra loro.
9 Tutti i signori Soci in diminuzione o a saldo di loro contingente di anticipazione di denaro per la compra dei bozzoli somministreranno alla società tutti quei bozzoli che raccoglieranno nei fondi di loro particolare proprietà, da valutarsi ed apprezzarsi sul ragguaglio dei prezzi ai quali si venderanno in quell’anno i bozzoli raccolti nei loro poderi dai Signori Jacopo e Carlo fratelli Tor­riani di Marradi, del Sig.r Carlo Scalini di detta Terra, e dalla Signora Isabella Baldi Vedova Fabbri di Popolano, e loro eredi.
10 Il contratto da questo punto in poi elenca accuratamente le funzioni dei singoli soci specifi­cando che nel caso la quantità di bozzoli conferita alla filanda risultasse insufficiente, i boz­zoli stessi saranno acquistati a Marradi o in altra Piazza.
11 Il Signor Don Urbano Ravagli si assume l’incarico di dirigere, sopraintendere e sorvegliare la filatura su dichiarata affinché sia esperita in perfetta conformità delle buone regole dell’Arte e col mag­gior profitto della Società…. v Lo stesso Signor Urbano Ravagli si impegna di fissare tutte le operaie ed operai necessari per la predetta lavorazione, di pagare ad essi le rispettive mercedi, di provvedere tutta la legna da ardere e quant’altro possa abbisognare ….
12 Se i bozzoli per la filatura dovranno comprarsi in altra Piazza fuori di Marradi, il Socio Si­gnor Carlo Antonio Fabbroni sarà obbligato d’incaricarsi di codesta compra trasferendosi dove oc­corra per tale oggetto. Per tale incomodo…avrà diritto ad una diaria in ragione di baiocchi sessanta per ogni giorno di assenza da Marradi a titolo di indennità di spesa di vitto ed alloggio non meno che alla refusione delle altre spese vive di viaggio nella qualità in cui si saranno verificate.
13 La stessa diaria e refusione di spesa di viaggio comporteranno ad ogni socio ognora che per le bisogne della Società, come per la vendita del filo ed altre occorrenze, sarà costretto di assentarsi dalla propria dimora di Marradi. v Il Socio Signor Evaristo Piani si obbliga di pagare tutti i bozzoli contribuiti dai Soci, o com­prati nella Terra di Marradi, e di tenere il registro generale di quelli e degli altri che si acquisteranno in diverse località ( …..)
14 Il Socio Signor Evaristo Piani è autorizzato a con­segnare e depositare nelle mani del Sensale Signor Emanuel Bolaffi di Firenze la partita di seta in filo della Società. Ma se in progresso di tempo la Società dovesse per qualsivoglia combinazione valersi dell’opera di altro sensale, la scelta di questo nuovo sensale dovrà farsi coll’intelligenza ed approvazione ancora dei Signori Carlo Antonio Fabbroni e Don Urbano Ravagli. v E’ pure autorizzato il Socio Signor Evaristo Piani ed incaricato di tutte le trattative relative alla ven­dita della detta partita di seta in filo (….) La trattativa della vendita dei cosiddetti cascami viene affidata al So­cio Signor Don Urbano Ravagli.
15 Subito che le predette vendite avranno avuto ef­fetto o saranno stati riscossi i prezzi relativi, si proce­derà alla liquidazione generale della Trattura dell’annata. E gli utili e gli scapiti si divideranno a parti uguali cioè in ragione di un terzo per ciascun Socio. v Il Registro delle liquidazioni, bilanci e saldi della Società si terrà dal Socio Sig.r Evaristo Piani ed i conteggi tanto parziali che annuali si firmeranno dai singoli interessati affinché servano di prova in favore o contro chi occorra".

Il contratto si conclude con una lunga serie di scritture che prendono in considerazione il da farsi in caso di morte o di impedimento di uno o più dei Soci per poter proseguire l’attività nel caso in cui la trattura della seta sia in corso. Il contratto prevede anche che, in caso di cessazione dell’attività, alle donne già fissate per la lavorazione venga corrisposto un indennizzo interamente a carico della società. Seguono le firme dei tre soci. Degno di nota è il fatto che Carlo Antonio Fab­broni si firma con una "b" sola mentre in tutto il contratto il cognome ha la "b" doppia.

Fonti: Documenti dell'Archivio storico del Comune e della Biblioteca di Marradi

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