Un catalogo di sculture singolari,
fatte con gli sferoblasti
Presentazione di Niccolò Niccolai
Spesso la domanda più profonda che il nostro essere rivolge alla vita non è formulata in modo canonico “chiedo e attendo una risposta”, no talvolta la domanda di senso che il nostro essere rivolge alla realtà tutta è un vagare in luoghi, dove ciò che si incontra risulta consonante alle proprie aspettative, e da ciò se ne trae sentimento, soddisfazione, e talvolta felicità.
Luca Mommarelli, scultore, invera nella sua opera, questa ricerca di risposte. I suoi itinerari, che sono il suo modo peculiare di domandare senso alla vita, si snodano fra i sentieri boscosi del suo amato Mugello.
Forre, declivi, vette sono battuti abitualmente dallo scultore Mommarelli che, parafrasando una poesia di Garcia Lorca, diviene in montagna montanaro, nel bosco boscaiolo, nel suo studio abile intagliatore di materiali eterogenei, che nelle sue mani diventano singolari sculture.
Da ogni escursione nel bosco, sulla riva del lago, sul greto del fiume, o in casolari abbandonati, Luca Mommarelli da moderno “raccoglitore”, ritorna con pezzi di legno, materiale a lui caro. Ma non disdegna i metalli, le pietre e la creta. Radici, tavolette rose dal tempo, lamine ossidate, per Luca sono preziosissime esortative, che già al momento del loro rinvenimento, attivano la sua creatività.
Protezione materna (2008) castagno, h 55cm
(clicca sulle immagini se le vuoi ingrandire)
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Infine, nello studio, la sua domanda viene rivolta ad altri boschi, ad altri fiumi, che sono quelli che costellano la cultura artistica passata e l’attuale. Le sue radici, le sue lamine, le sua tavolette sapientemente assemblate, delicatamente ritagliate, suggeriscono a Luca opere di artisti e letterati ed egli, con libertà attenta, suggestionato dalle sue stessa immagini, battezza i suoi lavori con titoli che a suo parere ricordano le opere di scrittori e pittori moderni e contemporanei che nel tempo l’hanno influenzato. Il suo essere artista itinerante, che domanda senso alla vita, lo porta nelle sue escursioni ad ascoltare i racconti di esistenze passate, che vedono protagonisti di volta in volta briganti, contadini, alienati ricercatori di senso.
Racconti che Luca fissa una volta per sempre nella materia grezza delle sue opere.
Natività (2009) castagno, h 66 cm
Sentiamo che cosa dice il nostro scultore di se stesso:
Mi chiamo Luca Mommarelli, sono uno scultore autodidatta, nato a Firenze nel 1964 ma per metà sono di origini mugellane e da alcuni anni vivo nel Mugello, terra rigogliosa di boschi, fonte primaria della materia lignea protagonista delle mie sculture. Prima di arrivare alla scultura lignea essendo cresciuto a Firenze nel quartiere di S.Spirito, ricco di botteghe artigiane, mi sono avvicinato, per curiosità, ad una serie di artigiani per imparare le loro tecniche: doratura di cornici a guazzo, cesello a sbalzo del rame, vetrate liberty e modellato in creta e saranno in seguito un bagaglio fondamentale nel mio percorso artistico., ed è così che, nell’errare tra i boschi, il mio vero studio, ho scoperto gli sferoblasti o ovoli di castagno, che si formano generalmente alla base (colletto) delle piante, grazie alla presenza di numerose gemme latenti e ammassi iperplastici di gemme avventizie ad elevato potenziale morfogenetico.
Dina - mismo (2010) castagno, h 45cm
Queste importanti formazioni, di cui il castagno è ricco, assumono forme decisamente sferiche (da cui il nome di sferoblasti) e costituiscono oggi l’oggetto del mio lavoro. E così, dal primo sferoblasto preso tra le mani, è nato il volto inquietante di Salvatore, personaggio del film “Il Nome della Rosa” poi sono nati tutti gli altri frati, dai corpi stilizzati, per valorizzare la fisionomica dei volti, a volte ironica e bizzarra, a volte triste o drammatica, sempre però molto intensa e vivida.
... e così dal primo sferoblasto è nato il volto inquietante di Salvatore
... e poi sono nati tutti gli altri frati ... dai corpi stilizzati ...
A sinistra: fra Salvatore IV (2006, legno d'acero) Al centro: fra Graziano LXXXVI (2008, doga di botte di castagno) A destra: fra Alinardo XXII (2007, doga di botte di castagno)
La mia evoluzione artistica ha avuto una svolta quando durante le passeggiate nei castagneti ho portato con me alcune “teste” già lavorate e mi sono messo alla ricerca di legni per realizzare il loro corpo. E’ così che sono nate le “schegge sculture”: sono stato attratto dalla forma contorta di alcune schegge di castagno, affascinato dal contrasto fra la superficie coperta dalla corteccia e “l’energia” che usciva dalle lacerazioni del legno logorato dal tempo e mi trasmetteva un senso di fragilità e precarietà. Questi abbinamenti “testa – corpo” frutto di una interpretazione personale delle meraviglie che la natura ci offre, diventano sculture e rappresentano una umanità a metà strada fra la realtà e il sogno. La scultura secondo me dovrebbe trasmettere emozioni, diversamente rimane un’esercitazione di forma e non di contenuto. Il mio lavoro richiede tempo nella fase progettuale, quando cerco la combinazione giusta fra quello che osservo nella nature a e quello che elaboro nella mente, ma nella realizzazione sono veloce e instancabile fino alla fine dell’opera.
Due sculture di Mommarelli sono al Centro Studi
Fonte: Luca Mommarelli, sculture, catalogo stampato dalla tipografia Mecocci, marzo 2010, con il patrocinio del Comune di Borgo S.Lorenzo, della Comunità montana del Mugello e del Centro Studi e Documentazione sul Castagno, di Marradi.
A destra: Sostenersi (2010) castagno, h 73 cm A sinistra: Il coro (2008) doghe di castagno e sorbo, 100 x 36 x 50cm
GLI SFEROBLASTI
Secondo la leggenda gli sferoblasti sono i dispettosi spiriti del bosco, intrappolati nella corteccia. Aspettano che qualcuno scortecci il legno, li scopra e li liberi dalla schiavitù, ridando loro il volto che avevano. Il mito dice che ci chiamano, anche se non li sentiamo, quando camminiamo nel bosco, perché noi li scopriamo ....
Un blocco di sferoblasti ripulito dalla corteccia
da www. trekking in montagna.blogspot.com
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