giovedì 1 dicembre 2011

Francesco Cappelli racconta ...

La dichiarazione di guerra


Francesco Cappelli
nel 1936


“Il 10 Giugno 1940, avevo allora 9 anni e mezzo, ci fu la Dichiarazione di Guerra.
Quel giorno ci fu l’Adunata fascista in Piazza Le Scalelle e anche noi Balilla andammo inquadrati ad ascoltare ciò che il Duce avrebbe annunciato.
Molti conoscevano già il significato dell’Adunata ma l’entusiasmo era grande in tutti, grandi e piccoli. Fu installata una radio sul terrazzo del Credito Romagnolo ed in religioso silenzio ascoltammo la voce tonante del Duce che annunciava la dichiarazione di guerra alla Gran Bretagna e alla Francia. Il suo dire fu breve e schietto, sicuro, molti lo acclamarono, tanti, troppi applaudirono sia in Piazza Venezia a Roma sia in ogni piazza d’Italia, compresa la nostra.

La folla in piazza Venezia, a Roma


Quando a sera ognuno rientrò nelle proprie case, mia mamma disse: “Ora daranno una tessera a ciascuno di noi.” Subito non capì il significato e lo scopo di questa tessera ma negli anni successivi tutto divenne chiaro: la tessera dava diritto a 200 grammi di pane nero o giallo a testa, poca carne, poco zucchero, poca pasta.
In poco tempo dai banchi dei bar sparirono cioccolata, caffè, biscotti, e tutto fu razionato in modo impressionante. Ci consolavamo con la frutta di stagione e con quella che nasceva spontanea nei dintorni. Ciò che mangiavamo più spesso era la carruba, la carabola per noi ragazzi, quella che oggi danno ai cavalli o ai somari e che non ho più visto mangiare da nessuno.


Clicca sulle foto 
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... la tessera dava diritto
a 200g di pane nero ...

A destra:
La dichiarazione di guerra


Allora io non sapevo né conoscevo il significato della parola guerra ma gli eventi che seguirono me lo fecero capire chiaramente.

I “tecnici”, i vari profeti del momento dicevano:” Questa sarà una guerra lampo, durerà al massimo qualche settimana, massimo qualche mese…”
Il risultato fu molto diverso: oltre 5 anni di guerra, una vittoria certa trasformata in una sonante sconfitta, lutti, distruzioni, morti in quasi tutte le famiglie, case e fabbriche distrutte…

Le carrube




La carta annonaria individuale per pane e generi da minestra, detta "tessera", era un foglio che dava diritto a un certo numero di prelievi di generi alimentari.


A causa della guerra la mia casa, posta in prossimità della Chiesa di San Lorenzo, crollò quando i Tedeschi in ritirata da Marradi minarono il Ponte Grande e per avere una casa vera, dopo essere passato per una serie di alloggi di fortuna, ho dovuto aspettare 20 anni".




Il mucchio di macerie oltre il ponte di ferro è quello che rimase 
della casa di Francesco


Fonti Notizie e documenti forniti dall'autore, stesura in collaborazione con Luisa Calderoni

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