sabato 15 dicembre 2012

Dal Passo dell'Eremo al Peschiera



Con le ciaspole lungo il sentiero 
della "Pianellona"

di Claudio Mercatali



La neve! Tanto desiderata, venne. Oggi è il nove dicembre, un giorno di sole pieno dopo due di nevicate alterne. Il manto in quota è consistente e spesso, perfetto per le ciaspole.
Per la prima uscita stagionale ho scelto un percorso facile di tre chilometri su pascoli innevati, e due su strada. Si tratta di andare dal Passo dell'Eremo (920m) al Passo della Peschiera (919m), percorrendo un arco di monti molto panoramici e con poco dislivello.



Il Passo dell'Eremo visto
dal passo della Peschiera

Il sentiero è ben noto ai marradesi, perché è un sito di caccia oltre che di trekking e si chiama "la Pianellona". La foto qui sopra riassume il percorso, dalle Case Nuove dell' Eremo (là sullo sfondo) a Coloreto, il podere in primo piano.

L'inizio è anonimo, da una straduccia che sembra non portare da nessuna parte e invece permette di scavalcare il crinale verso la magica valletta del Fosso di Casa del Vento, dalla quale si possono prendere diverse direzioni.
Siamo nell'Alpe di S.Benedetto, zona di monasteri medioevali, disabitata per un raggio di diversi chilometri, fra Marradi e S.Benedetto. Qui il tempo si è fermato nei primi anni Cinquanta, quando gli ultimi poderi furono abbandonati. La natura si è ripresa tutto e quindi l'ambiente è puro, l'aria è tersa. Si può bere senza rischio l'acqua dalle fonti, e c'è solo una strada bianca di servizio per i boscaioli, ma è chiusa. Ben presto anche il segnale del telefonino si affievolisce e cessa.





Sono partito presto, verso le otto, e il sole occhieggia basso, coperto dai faggi. Voglio percorrere la faggeta quando c'è ancora la neve sugli alberi, per fare qualche bella fotografia, nei boschi d'alto fusto ghiacciati, che  sono una meraviglia.


... il sole occhieggia fra i faggi ...


Ora il termometro segna -13 °C, sono al limite con il vestiario, sento che il sudore si raffredda sulla pelle e le dita dei piedi sono gelate. Non è un grosso problema, perché vado ai Prati, oltre il crinale ormai vicino, in una valletta tutta a solame e le cose combieranno.

La Bocchetta del Galestrino.


Il "galestrino" è un crinale, sito di caccia ben noto ai marradesi, perché da questa sella, passano i colombacci durante la migrazione.
All'orizzonte si vede il Passo della Peschiera, la meta del trekking di oggi, e sullo sfondo il Falterona.
Non dovrei venire da solo in questa zona dove non prende il telefonino, però sono venuto qui fin da piccolo con mio babbo, che era un cacciatore, e mi sento in confidenza con il posto ... il Galestrino, la Quercia, il Puntone ...

Clicca sulle immagini 
se le vuoi ingrandire



Una faggeta
a 1000m
di quota.

Passo
dell'Eremo,
Comune di
Marradi


Vicino al crinale la forza del sole si fa sentire e i faggi si sghiacciano quasi all'improvviso. Ora la temperatura è allo zero e cade continuamente della neve farinosa dai rami.

Quando i faggi lasciano un po' di visuale si vedono dei bei panorami, come questo verso ovest, dove lo sguardo può arrivare fino a Lozzole e a Ronchi di Berna, a venti chilometri in linea d'aria.

Ronchi di Berna, cioè la punta del monte Carzolano, è uno dei profili montuosi più caratteristici e riconoscibili da lontano.





Visuale ovest, verso Lozzole
 e Ronchi di Berna.



Ecco finalmente la Valle del fosso di Cà del Vento che scende fin quasi a S.Benedetto. Lo zoccolo della roccia è inclinato come il pendio e coperto da poca terra, e questo dà una morfologia dolce sul lato sinistro e aspra su quello destro.






La casa in primo piano si chiama La Preda, ed è una baita. Scendendo a valle dopo mezz'ora di cammino si arriverebbe alle Cortecce e dopo un'altra mezz'ora alle Fontanacce, dove finisce il comune di Marradi e si entra nel territorio di S.Benedetto in Alpe.

Questi poderi sono oltre il limite di coltura del grano e chi viveva qui mangiava soprattutto marroni, prodotti del bosco e dell'allevamento, data la grande disponibilità di pascoli. Per chi vuole approfondire è uscito da poco il libro "La nostra piccola valle dell'Eden", di Gurioli e Meucci, che descrive con cura la vita delle famiglie che abitavano qui. Fra qualche giorno un estratto sarà su questo blog.



A Destra: la Valletta del Fosso di Casa del Vento 
con visuale verso S.Benedetto in Alpe



La zona è così isolata che non c'era nemmeno il prete ma veniva ogni tanto un cappellano, a battezzare o a confessare. La strada che sto percorrendo dista almeno tre chilometri dalla provinciale asfaltata, la prima casa abitata è a non meno di dieci chilometri. Nonostante questo non sono il primo a passare di qui in questi giorni, perché in terra vedo le tracce fresche di diversi ciaspolatori.












Il pascoli della località  detta I Prati, sopra al podere
La Preda, a 900 - 1000m di quota.

Se questa fotografia viene ingrandita al massimo, in un computer con una buona memoria video, si vede sullo sfondo un monte innevato: è il Corno alle Scale, nella Val Carlina, oltre Porretta Terme, visto dalla parte delle Balze dell'Ora (= della Tramontana)





Il Monte Pollaio è un bel rilievo d'aspetto severo, aspro e ben conformato. E' la seconda vetta del nostro territorio, appena venti metri più basso del Lavane, che è dietro e da qui non si vede.
E' fatto di roccia dura, di arenaria resistente, con la vena della pietra Alberese che lo attraversa proprio a metà. Per questo l'acqua e il gelo lo "consumano " lentamente e ha un aspetto appuntito e solcato sui lati.


Cambio valle un'altra volta (è la terza oggi) e per un po' percorro il crinale della Cappellanìa dell' Umbricara, rivolta verso S.Benedetto in Alpe, che permette una visuale fino al Falterona.
E con questo ulteriore scorcio si batte quasi un record, perché è difficile trovare un sito che permatte una visuale di venti o trenta chilometri a ovest (Ronchi di Berna) e a est (Falterona).


Ora non rimane che scendere a Coloreto, il podere che si vede nell'occhiello di apertura di questo articolo.
Da qui in poi le ciaspole non servono più, perché nella strada asfaltata è passato lo spartineve. Non rimane che metterle sotto braccio e percorrere i due chilometri che mi riporteranno alla macchina. Serve mezz'ora ma il tempo passa subito, perché con il pensiero sono rimasto dentro al bellissimo bosco dei faggi ghiacciati.




A destra: Il monte
 più alto, azzurro, 
nello sfondo,
è il Falterona, 
visto dalla parte 
della Burraia,
vicino al Passo della Calla.





A sinistra: La Valletta del Fosso di Casa del Vento, che arriva quasi a S,Benedetto. Confluisce con la valletta dell'Acqua Cheta, che è quella trasversale, in alto in questa foto. 

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