I sismogrammi dell'evento
forniti dall'Istituto
Nazionale di Geofisica
Nazionale di Geofisica
ricerca di Claudio Mercatali
Poco prima dell'alba del 4 marzo, alle ore 4 e 53
qui a Marradi è tirato il terremoto. Una vibrazione forte ha fatto tremare i
vetri, svegliato i dormienti e sorpreso i più per il rumore cupo di
accompagnamento. Quest'ultimo fatto indica che l'epicentro era vicino, perché
dai terremoti distanti arrivano le vibrazioni ma non il rumore.
Un evento sismico è sempre composto da diverse
scosse, ma si percepiscono solo quelle maggiori. Però gli strumenti della rete
dell'Istituto Nazionale di Geofisica le registrano tutte. Nel nostro caso le
scosse maggiori, percepite sono state tre, con le caratteristiche mostrate qui
accanto.
Localizzazione delle tre scosse principali
In caso di sisma i geofisici per
prima cosa cercano l'epicentro, ossia il punto della superficie dove è stato
più forte, che in genere è sulla verticale dell'ipocentro, il punto sotterraneo
dove il sisma ha avuto origine.
La distanza dell'osservatorio
sismologico dall'epicentro si può ricavare dalla differenza tra il tempo di
arrivo delle onde P (le prime ad arrivare o primae undae) le S (secundae undae).
Queste onde viaggiano a velocità differente e arrivano tanto più sfalsate
quanto più è distante l'epicentro.
In prima
approssimazione se il terremoto si è generato a meno di 100 km e vicino alla
superficie terrestre, la formula più semplice per trovare la distanza D dall'epicentro,
in una formazione rocciosa come la nostra è: D (in km) = (TS -TP) x 5, dove TS
-TP è la differenza, in secondi, tra l’istante di arrivo delle onde S e quello
delle onde P.
Per esempio se dal sismogramma si
rileva che le onde S sono arrivate 10 secondi dopo quelle P l'epicentro è a 10
x 5 = 50 km di distanza. In una carta topografica si disegna un cerchio di 50
km di raggio e se almeno altre due stazioni di rilevamento hanno fatto lo
stesso calcolo e disegnato il relativo cerchio l'epicentro sarà all'incrocio
dei tre cerchi.
Naturalmente tutto questo è solo
un esempio semplificato per non addetti ai lavori, perché in realtà la
geofisica è una scienza difficile e per praticarla bisogna essere esperti e
appassionati.
Dunque per sapere di più sul
nostro sisma abbiamo chiesto informazioni a chi di dovere, con questa lettera:
All'Istituto Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia
via della vigna murata 605 00143 Roma
dalla
Biblioteca comunale di Marradi
Questa
notte, alle 4.53 qui a Marradi (FI) è tirato il terremoto. I mezzi di
informazione ci dicono che l'epicentro è stato fra Marradi e Crespino e che la
scossa è stata da Voi rilevata. Vorremmo fare una nota illustrata e divulgativa
da inserire nel sito della nostra bilioteca per futura memoria. Per questo vi
chiediamo alcune immagini del sismogramma dell'evento.
saluti
dr. Claudio Mercatali
geologo
iscritto all' O.G. Toscana
n° 258 dal 01.01.1981
n° 258 dal 01.01.1981
Il dr. Alessandro Amato ha gentilmente risposto:
Salve, le mando tre immagini relative a:
1- Il sismogramma della stazioni di SEI, Sant'Agata al Mugello (qui sopra).
2- Il sismogramma a Asqua, Casentino (qui sotto)
3- Il terremoto registrato da diverse stazioni della Rete Sismica
Nazionale (l'ultima figura in basso).
Il terremoto e' quello del 4 marzo alle 4.53. Sui grafici con i
sismogrammi c'è l'ora UTC (-1 rispetto alla nostra), per convenzione
internazionale.
Le barre verticali sul sismogramma di SEI indicano l'arrivo dell'onda P
(barra verticale rossa) e dell'onda S (barra viola). Si vede bene come la
Seconda (la S si chiama così proprio perché arriva per seconda) sia più
energetica della prima (almeno di un fattore 10). Le oscillazioni che vengono
avvertite sono proprio quelle 3 o 4 più ampie che si vedono bene sui
sismogrammi, per una durata di alcuni secondi (direi 5 o 6).
Ogni stazione registra le vibrazioni in senso verticale (sussultorie)
in direzione nord - sud e est - ovest.
Un terremoto come questo viene
registrato anche molto lontano, dalla rete nazionale dei sismografi e il risultato
è questo qui accanto.
Giochiamo a fare i geofisici (per
una volta si può fare) perché ci servirà per sdrammatizzare l'evento, che qui
in paese ha destato un certo allarme.
Le onde S sono arrivate a S.Agata
(SEI) dopo 4,4 secondi e a Rufina (RUFI) dopo 6 secondi. La stazione ASQU, che
è vicino a Camaldoli le ha registrate dopo 8 secondi.
Applicando la formula vista prima
otteniamo che l'epicentro era a 22 km da S.Agata, 30 km da Rufina e 40
chilometri da Camaldoli.
Tracciando le distanze in una carta
com'è stato fatto qui accanto si individua la zona dell'epicentro, che è fra
Marradi e Crespino. Però tutto questo è solo un giochino dimostrativo.
Al momento non sono prevedibili
altre scosse, però la nostra zona ha un grado sismico medio e altri eventi
simili a questo possono capitare. Possiamo fare qualcosa di utile per
prepararci? Si, per prevenzione nei giorni prossimi potremmo far caso ai
cartelli che indicano il punto di ritrovo per ogni zona del paese in caso di
evacuazione. Furono messi a suo tempo, ma molti se ne sono dimenticati.
Un terremoto con epicentro così
vicino a Marradi non è frequente, perché in genere i nostri monti sono percorsi
da onde sismiche provenienti dal Mugello o da S.Sofia (Forlì) e non danno luogo
a fratture profonde. Però in passato qualche caso c'è stato. Il sisma con epicentro
più vicino fu quello del terremoto dell' 11 febbraio 1939, che era a Lat 44° 04'
24'' e Long 11° 38' 42'' ossia praticamente sotto i campi della Colombaia vicino
alla pineta degli Alberini e venne così descritto:
"a Marradi provocò fenditure
e spostamenti di travi, rendendo inabitabili alcuni edifici. L'intensità in una
ristretta zona attorno al paese fu del VI o VII grado Mercalli"
Carta delle isosisme del terremoto del
febbraio 1939 (da Coccia Attività sismica in Toscana, Ed. del Palazzo)
Fonti: Chi non ne ha avuto abbastanza può navigare in questi siti:
Qualche mappa epicentrale si può
trovare su cnt.rm.ingv.it
Gli epicentri dei terremoti che
avvengono in Italia e le stazioni sismiche della Rete Nazionale sono su:
iside.rm.ingv.it
Le foto dei siti della Rete sono
su http://www.flickr.com/photos/ingv/
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