secondo Francesco Cappelli
di Luisa Calderoni
Edizione 1975
Francesco Cappelli ...
Bisogna tornare un po’ indietro nel tempo per ricostruire l’origine di questa particolare manifestazione che da molto tempo anima l’estate marradese e in questo ci aiutano le memorie di Francesco Cappelli.
Francesco fu eletto per la prima volta Presidente del Club Sportivo Culturale di Marradi nel 1962, rieletto nel 1965 e infine nel 1965 sino al 1971. Alla sua prima presidenza Francesco, tra le altre cose, si trovò a dover gestire il Teatro degli Animosi, la “ Pista dei Tigli” e il Campo Sportivo.
In quegli stessi anni (1965) nasceva la PRO-LOCO e Francesco che ne era socio, propose al Presidente Sergio Zacchini di prodigarsi per realizzare durante l’estate alcune manifestazioni ricreative portando ad esempio la “ Corsa delle carriole con le rane”…
La proposta restò lettera morta anche se Cappelli, come Presidente del C.S.C., poteva mettere a disposizione le infrastrutture necessarie e le relative licenze di esercizio.
Nel 1969 al Club venne tolta la gestione del campo sportivo per la costruzione in quell’area della piscina comunale, il Teatro fu chiuso perché dichiarato inagibile mentre la Pista dei Tigli era destinata ad altra attività.
Il 1969 fu dunque un anno avvilente per il C.S.C. , ormai privato delle strutture da gestire e senza fondi economici o sovvenzioni mentre non andavano in porto le proposte di Cappelli di attività ricreative alternative.
La cosa si sbloccò una sera quando Francesco scendendo al Bar Centrale incontrò Sergio Triberti detto “Manarino” che si lamentava pubblicamente perché, a suo giudizio, il paese stava morendo e nessuno riusciva a prendere qualche iniziativa. Francesco prese la palla al balzo e disse testualmente al Triberti: “ Se riusciamo a realizzare quanto vai dicendo, ti regalo £. 50.000 perché da tempo in questo campo non sono ascoltato da nessuno.” Occorre sottolineare che “ Manarino” avendo sposato una senese aveva certamente conosciuto lo spirito agonistico del “ Palio” di Siena e sapeva bene che la rivalità che si può scatenare tra i rioni di un paese può dar vita ad accaniti scontri e rivalità più o meno sportive….
Detto questo, Francesco, Sergio Triberti, Bruno Rossi e Luigi Nieddu si recarono nella sede del C.S.C. in Via Roma nell’edificio noto come “ Lazzaretto” e lì furono gettate le basi della manifestazione. Fu Francesco che decise che questa manifestazione estiva dovesse essere fatta in onore di San Lorenzo, Patrono di Marradi.
San Lorenzo, con la palma, simbolo del martirio, e la graticola su cui fu bruciato |
Una piccola controversia ci fu nella scelta del nome attinente al martirio del santo arso su una graticola: Gigi Nieddu voleva chiamarla “Gratella” forse per assonanza col dialettale “gridela”, ma risultò vincente l’idea di Francesco per il termine “Graticola”. In poche successive riunioni fu decisa la divisione del territorio marradese in “Rioni” e quello de” Gli Spers”, i dispersi o sparpagliati, fu il primo rione di Francesco, artefice di quella divertente definizione.
Nacquero a cascata le idee dei primi giochi, come quello del tiro a canestro con i cocomeri che si svolse nella Piazza del paese, e altre ancora che coinvolsero subito adulti e bambini.
Man mano che le serate si svolgevano, la Graticola incontrava sempre maggior credito e successo: Bruno Rossi e Manarino, nel frattempo, avevano stilato il regolamento delle gare e i relativi punteggi mentre sempre più numerosi erano i volontari pronti a dare una mano. Terminate le gare fu deciso di fare la premiazione alla “Pista dei Tigli” e il vice-sindaco Roberto Montuschi consegnò la prima graticola d’oro a Mario Betti, caporione del rione “La Piaza” che era risultato vincitore.
il primo volantino della Graticola d'Oro |
E adesso iniziano le note amare perché quando a Francesco giunse notizia che sul finire dell’estate 1984 sarebbero stati premiati gli organizzatori della prima “Graticola d’Oro”, era certo di essere tra questi ma così non fu, forse per dimenticanza, forse per superficialità, non lo sapremo mai.
Quel che è certo è che Francesco, uno degli ideatori di questa manifestazione amata, criticata, esecrata ma ancora fortemente sentita dai marradesi, specie dai bambini, sì sentì un po’ tradito dai suoi concittadini ma di questo non porta rancore anche se la ferita non si è più rimarginata.
Quel che è certo è che Francesco, uno degli ideatori di questa manifestazione amata, criticata, esecrata ma ancora fortemente sentita dai marradesi, specie dai bambini, sì sentì un po’ tradito dai suoi concittadini ma di questo non porta rancore anche se la ferita non si è più rimarginata.
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