mercoledì 26 giugno 2013

La prima luna d'estate



Un trekking in una notte 
di plenilunio
di Claudio Mercatali



Oggi è il 22 giugno e l'estate è appena cominciata. Quest'anno il  solstizio coincide con il plenilunio e approfittiamo per un trekking notturno. Percorreremo la strada campestre dalla Colla di Mondera fino a Marradi, già descritta altre volte. Il posto si presta perché è panoramico e soprattutto il crinale ha andamento E - W e la luna si vede sempre.



Sono le nove esatte e puntuale sorge la Luna, laggiù a est, quasi sullo sfondo del monte delle Scarabattole. Marradi è lì sotto, nel fondovalle, e non si vede. C'è ancora luce perché nella settimana a cavallo del solstizio il dì è di circa diciassette ore contro le sette della notte. 



Dopo mezz'ora  di cammino arriviamo al podere di Mondéra. La luna è salita, la serata è tersa e silenziosissima. I fiori della rosa canina sembra quasi che vogliano rimanere aperti un altro po'.


 



In questo crinale i poderi si susseguono ogni mezz' ora e dopo Mondéra tocca a Casa del falco, che si raggiunge attraverso questo sentiero. 
La luna occhieggia fra i rami e le lampade frontali ancora non servono.

 Alla fine del crepuscolo la notte arriva rapidamente e il profilo del poggio di Casa del falco appare come si vede qui sopra.
   


Ancora mezz'ora e siamo a Casa del vento, da dove si vede Marradi.



E' quasi mezzanotte quando arriviamo alla Sassogna, l'ultimo podere, che è quasi un terrazzo sopra al paese.


La prossima luna


Da un po' di tempo qui in paese sono venuti di moda i trekking notturni e se ne organizzano continuamente. Le date sono quelle dei sabati di plenilunio. La "stralunata del 20 luglio" è la prossima. Il ritrovo è a Campigno alle ore 19,30 con partenza alle 20,00. L'itinerario prevede la salita da Farfareta alle Crognole, poi a Poggio Giuliano, alla Fonte del Biagino, al Capannone Poggioli e la discesa lungo Prato Cavallo fino a Magliabecco e al Circolo vicino alla Chiesa dove ci sarà la spaghettata. La quota d'iscrizione, di 8 euro, comprende la guida e la cena.

E' un trekking di 3 ore, con un dislivello in salita di 400 metri, dai 620m di Farfareta fino ai 1070 del Capannone e dunque il percorso è mediamente impegnativo e adatto a chi ha almeno un po' di allenamento. 

Altre informazioni presso la Pro Loco di Marradi
     Email info@pro-marradi.it

sabato 22 giugno 2013

La Malva sylvestris

Il fiore dell’estate
di Claudio Mercatali



La malva qui da noi si trova in mezzo ad altre erbe, un po’ dappertutto, ai bordi dei campi e nei prati. Fiorisce da giugno a settembre. E' una pianta della famiglia delle malvacee, che comprende diverse specie: quella che ci interessa è la malva sylvestris, ma le sue sorelle sono tante: alcea, aegiptia, cretica, neglecta, parviflora, pusilla, verticillata ...
Si riconosce bene dal fiore, pentamero (5 petali), che ha una tonalità pallida fra il lilla e il lavanda, detto appunto color malva,  una delle tante gradazioni del viola.


E' forse la piantina più venduta in erboristeria, per la preparazione di infusi.
Per preparare una teiera di tisana si mettono 15 grammi di foglie e fiori essiccati in mezzo litro di acqua bollente per almeno cinque minuti, la dose giornaliera è di 2 o 3 bicchieri.
Per preparare il decotto: si fanno bollire 25 grammi di fiori e foglie in mezzo litro di acqua per 10 minuti, si filtra, si strizzano con accortezza fiori e foglie per non sprecarne il contenuto, 2 tazze al giorno. In tutti e due i casi si dolcifica a piacere, meglio se con il miele.

A che servono questi preparati? Secondo il detto popolare "La malva da tutti i mali salva". Gli erboristi sono più sofisticati e dicono che è una pianta omnimorbia, ma il significato è lo stesso. Qui da noi era il rimedio tradizionale per il mal di gola (si facevano i gargarismi) e si usava anche per disinfettare la bocca, facendo dei risciacqui.

E' eliotropica, cioè nel corso della giornata i fiori girano seguendo il sole. Secondo i puristi dell' erboristeria i fiori vanno colti appena schiusi, la mattina presto, e conservati in vasi di vetro, sigillati. Prima di coglierli bisogna lavarsi le mani e stropicciarle in alcune foglie di malva.


A fianco: è mattina e questa malva ha i fiori appena schiusi rivolti a est (a destra nella foto). Nel primo pomeriggio i fiori sono voltati a ovest (a sinistra) perché hanno seguito il sole.     

lunedì 17 giugno 2013

Il convento dei Padri Serviti

Il monastero della Santissima Annunziata
        di Luisa Calderoni







Il monastero sorge poco lontano dal  paese lungo la via Faentina, ed anticamente era un convento dei Padri Serviti dell’Annunziata, un convento maschile contrapposto a quello femminile delle  monache di clausura  Domenicane, che si trova nel centro del paese. Il complesso fu costruito  nel '400 dalla famiglia Fabroni sul luogo di un evento miracoloso legato all' apparizione di un' immagine della Madonna. I Fabroni,  quando si insediarono nella terra di Marradi, andarono a risiedere nel grande podere detto " Il Casone" che esiste ancora oggi e che si trova proprio di faccia all' Annunziata, ma sull' altra sponda del fiume Lamone.




Le notizie di seguito riportate sono tratte dagli atti di una ricognizione dei beni posseduti dai Fabroni  nel territorio di Marradi. Tale ricognizione fu eseguita  su richiesta dei Fabroni marradesi che volevano fosse riconosciuta la loro  discendenza dalla famiglia Fabroni di Pistoia. Da questa città infatti erano fuoriusciti  verso il 1177 trasferendosi nel territorio marradese dove posero solidissime radici, segnando la storia e l'aspetto del paese con i fatti d’armi, con le loro numerose ed eleganti dimore  e con  i conventi da loro fondati, ancora oggi testimoni di un glorioso passato cittadino.
 

Lo stemma della famiglia Fabroni
“Atti della visita fatta a Marradi e Fedi contenenti le Cose che si sono viste in d.o luogo.”
                                                     
                                                              A dì 12 di gennaio 1620

(…) Trasferitomi in compagnia dei pred.i alla Chiesa della Sant.ma Annunziata posta fuori di Marradi circa un terzo di miglio vicino alla strada maestra che conduce a Firenze, et arrivati in d.a chiesa, in un Pratello avanti ad essa fu visto esservi fatto due strade lastricate a sdrucciolo per potervi venire da ogni banda,



et entrati in chiesa mi fu mostro nel  primo luogo la Madonna Sant.ma  e di poi l’altare di pietre concie nel quale si veddero due arme, una dal corno sinistro dell’Altare della famiglia dei Fabbroni, entrovi tre spade che finiscono tutte con la punta in un punto, e di sopra tre martelli, e dal Corno destro vi era l’Arme della religione dei Servi simile a quella della Sant.ma Nunziata di Firenze, e di sopra al med.mo Altare si vedde una pittura sopra la volta di esso con due arme simili alle soprad.te, a manca quella dei Fabbroni delle tre spade in campo rosso e di sopra tre martelli et a man dritta quella de’Servi, e di poi mi fu mostra la Pila dell’acqua benedetta nella quale si vedde intagliata l’Arme de’ Fabbroni con spade e martelli in sbarra, a man manca, et a mandritta con quella dei Servi et sopra a tutte e due una Corona;

Si vedde la Chiesa per di dentro essere alta e sfogata bene, si misurò la lunghezza cioè il voto di essa per di dentro e fu trovato esser braccia trentasei d.o vano di dentro cavate le mura, cominciando dalla porta principale di dove s’entra in d.a chiesa, sino al muro dove c’è l’altare maggiore della Sant.ma Nunziata e di poi entrato in Coro fu misurato e trovato esser otto la lunghezza per la larghezza;

Si misurò la larghezza di d.a chiesa e si trovò esser il ramo della croce braccia trentasei, si vedde esservi per le mura della Chiesa tre cappelle finite di muraglia dalla parte verso Firenze e dalla parte verso Marradi, una sola finita e disegnate due altre incontro a quelle tre verso Firenze.

Si vedde esservi un altare fatto di nuovo dedicato a S. Carlo con  arme de’ Fabbroni nella quale erano le tre spade in campo rosso e sopra di essi li tre martelli in campo giallo.

Si visitò la Sacrestia che fu vista esser ampia e nobile.

Si visitò lì abitazione del Rev.do Priore e fu visto esservi stanzoni nobili e grandi sotto e sopra (…)
 
Le entrate della chiesa

“ E quanto alle entrate disse che la chiesa sudd.a aveva scudi trecento di entrata che consistevano nella rendita di un podere, vigna ed altre terre dalle quali si cava d.a entrata e così confermarono molti che si trovonno presenti, quale entrata gli è stata  data da da famiglia de’Fabroni  di Marradi."
 
L’esterno dell’Annunziata

(…) "Et uscito di chiesa fu visto esservi fatto avanti ad essa un poco di piazzetta o pratello comodo con le d.e due strade, anzi di sdrucciolo, grande, e larghe bene che conducevano a detta chiesa quale era posta in luogo più elevato che non era la strada maestra, e d.e strade una veniva verso  Firenze e l’altra verso Marradi. (...)"
 
                                                                      * * * * * * * * * * * * *
 
Il complesso dell'Annunziata come si presenta oggi…
 



 

 


 


 


 


mercoledì 12 giugno 2013

La Colonia Elioterapica

Francesco Cappelli racconta…



Il Carro di Fetonte, 
logo delle Colonie Elioterapiche





Negli anni Trenta il Regime diffuse al massimo le colonie marine ed elioterapiche. L' iniziativa in sé e per sé era ottima, perché consentiva un soggiorno estivo organizzato ai ragazzi che altrimenti non avrebbero potuto permetterselo. Però, come in molte dittature, la Colonia aveva anche lo scopo di inquadrare i ragazzi secondo le direttive del Partito e inculcare loro fin da piccoli i principi del Fascismo.




Anche la sezione del Fascio Marradese organizzava la Colonia Elioterapica, nella Villa Ersilia, e quella del 1938 venne presentata così:.


Apertura della Colonia Elioterapica
Marradi 12 luglio 938   XVI

Nel magnifico parco della Villa Ersilia adiacente al campo sportivo della casa del nostro Fascio à avuto inizio la frequenza alla Colonia Elioterapica dell'anno XVI dei bimbi iscritti. Questa nobile istituzione voluta dal Regime per sempre come il Duce lo vuole andare più verso il popolo vegliare il popolo nei suoi più sacri e delicati sentimenti è stata sentita con particolarità da questo Fascio e nell'andare degli anni è andata sempre più man mano perfezionandosi in tutti i suoi delicati compiti. Quest'anno ben 130 fra Maschi e Femmine per 40 giorni consecutivi saranno amorevolmente vegliati educati a vivere degnamente la loro tenera fanciullezza. In questo compito delicato i dirigenti con a lato il segretario politico dr. Landi dedicano tutta la loro abnegazione tutta la loro diligente opera disinteressata sentendosi solo compensati dall'aver compiuto il proprio dovere di Fascisti. La sorveglianza personale dei piccoli è affidata a maestri e maestre che nel loro periodo di vacanza si prestano a dare la loro opera sacrificandosi. A loro va la riconoscenza della cittadinanza marradese che le ànno affidato i loro più cari affetti perché ne facciano dei degni figli dell'epoca Fascista e perché nel contempo curino la loro salute. Oggi le voci argentine strillanti di gioia si sentivano passando dalla strada come un ronzare di rondini che si rincorrono nello spazio. A sera all'ammainabandiera le 130 voci ànno gridato il loro possente a noi che si è andato a ripercuotere nella valle come un eterno giuramento a chi amorevolmente da Roma Imperiale col suo grande cuore li veglia.                                
Monti Roberta




Anche Francesco Cappelli, nel 1939 e nel 1940 andò alla Colonia con i sandali, i calzoni corti e il berrettino bianco contro le insolazioni. Eccolo qui accanto, nella piazza di Marradi pronto per la partenza.


Clicca sulle immagini se le vuoi ingrandire


E questo è il suo ricordo:
“Quando avevo 9-10 anni, in estate, andavo alla colonia elio- terapica che non era molto lontana da casa mia. Infatti il raduno dei ragazzi, circa 50 e solo maschi, e le attività ricreative, si svolgevano nel parco della Villa Ersilia."




 Foto di gruppo:  il primo a sinistra è il maestro elementare Pierini che da semplice falegname, in seguito si diplomò alla scuola magistrale.
I nomi dei riconoscibili sono qui accanto. Il ragazzo alla sinistra della direttrice (al centro della foto) è Goffredo Nannini, futuro deputato della DC.










Da notare la M di Mussolini sulle magliette bianche. Francesco si ricorda che una volta che scendeva con altri ragazzi della colonia per via Razzi ( la Strada Nuova) con addosso quella maglietta, qualcuno li cacciò via proprio a causa della maglietta fascista.



Francesco prosegue il suo racconto...

"Ogni mattina all’ingresso della villa su via Roma, oggi Via Dino Campana, c’erano due “assistenti” armati di moschetto che naturalmente non funzionava. La frequenza alla colonia non era obbligatoria: chi c’era c’era e chi non c’era non c’era…


All’interno del parco della Villa Ersilia, che era come oggi recintata da un alto muro di pietra, eravamo liberi di fare ciò che volevamo ma, una volta entrati, in genere, non si faceva niente fino all’ora di mangiare.


Non c’erano giocattoli e quindi giocavamo a nascondino, mosca cieca, a fare gli attori e ci facevamo tanti dispetti come fanno tutti i bambini.
Si poteva giocare a pallone ma avevamo solo una palla fatta di stracci.
Non mi ricordo che gli adulti ci facessero svolgere particolari attività. Una volta che caddi su una bulletta che mi si infilò nel palmo della mano, io la tolsi e andai dalla Direttrice che mi ignorò. Allora la rinfilai nella ferita e tornai da lei che me la levò e basta!!!

Il pasto di mezzogiorno era preparato nella cucina della Casa del Fascio che comunicava con il parco della Villa Ersilia grazie ad una apertura nel muro divisorio.
Si mangiava in una tavolona all’aperto ed io gradivo molto mangiare la testa di coniglio. Spesso, usando un unico cucchiaio per tutti, ci somministravano l’olio di fegato di merluzzo.


Ogni tanto ci portavano tutti in fila al Monumento per fare onore ai Caduti.




Sopra: La statua di bronzo che commemorava i caduti della Prima Guerra Mondiale.
(venne fusa nel 1942 per fare delle armi)



A destra: il parco del Monumento 
negli anni Trenta





Una volta un mio compagno, Ilario Visani, mi disse:” Andiamo nella cucina della Casa del Fascio a prendere il pane.” Io acconsentii e ci sviammo verso la Casa del Fascio ma a metà percorso ci fermarono e qualcuno disse: “Questo è uno di quelli…”Io ed altri bambini fummo messi in ginocchio davanti ad una delle assistenti ma io non avevo fatto nulla, solo preso alcune nocciole da una pianta. Non ho mai perdonato Ilario Visani per quella “spiata” senza senso…

Per concludere, ricordo un episodio divertente. Una volta ci mandarono tutti dentro la villa. Io dovevo fare la pipì e sentivo che fuori dalla finestra c’erano alcune ragazze che parlottavano tra loro. Io, dispettoso monello, mentre facevo la pipì la feci zampillare fuori dalla finestra sulla testa delle ragazze che commentarono:” Piove!!”.



Fonti: Tutte le illustrazioni sono di Francesco Cappelli, esclusa l'ultima che è di Beppe Visani. Il testo è stato curato da Luisa Calderoni.




venerdì 7 giugno 2013

L'Ascensione a Monte Gianni


Una originale festa di primavera
di Amedeo Orioli e Claudio Mercatali



L'ascensione di Gesù in cielo, secondo gli Atti degli Apostoli, avvenne 40 giorni dopo Pasqua e dunque questa festività ricorre in tale data. Siccome la Pasqua è una festa mobile, che cade nella domenica che segue il primo plenilunio dopo l'equinozio di primavera, la data della festività dell'Ascensione varia. Quest'anno è stata il 12 maggio, domenica.

Per l'occasione un gruppo di persone della parrocchia di Popolano, assieme ad alcuni ragazzi della Comunità di Sasso  hanno organizzato questa festa di primavera, una cosa simpatica, nuova, da ripetere senz'altro.





La locandina di presentazione dice: 
... all'arrivo sarete accolti dal suono dei tradizionali corni di corteccia di castagno ... 
e infatti è proprio così.



 Clicca sulle immagini se le vuoi ingrandire





Uno dei primi ad arrivare è un asinello di Sasso, che si avvicina un po' perplesso. Ha capito che qui, oggi, ci può essere qualcosa anche per lui.

Lo useremo per fare un po' di geografia dei monti sullo sfondo. Le tre vette sulla destra sono I Tre Monti, ossia Il Termine, Il Tesoro e  Il Budrialto, che sono circa a S.Cassiano.
Questa successione di cime è una delle caratteristiche morfologiche più tipiche della media valle del Lamone.





Invece le cinte senesi si interessano solo al loro trogolo. Questa varietà di maiale ha la buffa caratteristica di essere metà rosa e metà nera.
Il 24 febbraio il giorno del trekking sulla neve (vedi l'archivio del blog) uno di questi porcellini mangiava con i suoi genitori. In due mesi e mezzo è diventato il triplo.

Come si arriva a Monte Gianni? Ci sono tre possibilità: si può salire dal centro di Marradi, lungo il sentiero per Gamogna, oppure dalla Badia del Borgo, oppure da Popolano, lungo una strada privata che oggi è aperta anche alle automobili.



 

 

A Monte Gianni c'è una panoramica esagerata della valle del Lamone, secondo diverse visuali. Se ci si alza un po' sopra la casa poderale oltre ai Tre Monti si vede tutto il crinale da Monte Romano a Gamberaldi e alla Colla di S.Ilario (Palazzuolo) per un'estensione di diversi chilometri.


 




Sono le undici ed è arrivata abbastanza gente. Questo è il posto adatto per gli aquiloni, perché qui un soffio di vento c'è quasi sempre.



 




E' anche il posto adatto
 per una tavolata.





 
Ci sono tanti modi per scaricare lo stress ... ascoltando la musica ... 
o in qualche altro modo ...



 Il tempo è passato rapidamente e verso sera il  cielo ha detto la sua: alle cinque c'è stato uno scroscio e il fuggi fuggi. A primavera fa parte del gioco, in fondo le nuvole non passano invano.



Nota: Nell'archivio del blog ci sono altri trekking in questa località, uno in notturna al 1.09. 2012 (La stralunata di settembre) e uno nella neve il 25.02.2012 (Un trekking in un crinale dal bel panorama).