martedì 29 ottobre 2013

Francesco Cappelli racconta



Come nacque la prima Sagra
delle Castagne



Fu verso la fine degli anni Cinquanta che sentii parlare per la prima volta della Sagra delle Castagne, allora fungevo da segretario nel comitato per il turismo che si adunava nel Comune, presso l'ufficio dove io lavoravo. Chi ne parlò fu il dottor Vieri Buccivini, egli gettò il seme che fruttificò qualche anno dopo.
Nei primi anni Sessanta a Marradi si costituì la Pro Loco. Dobbiamo dare atto a questo ente della realizzazione della Sagra delle Castagne, che ebbe poi l'avvio con la collaborazione dei marradesi e da parte di tutti gli Enti.
 

 
Ricordo l'impegno delle scolaresche (elementari e medie) nelle ore serali, nella sbucciatura delle bruciate: esse preparavano il materiale primo per preparare la nostra torta. Il Comune si impegnò a stampare francobolli chiudi lettera, con la data della prima sagra e il disegno di due ricci. Per oltre un mese furono inviate in tutta Italia, da Marradi, lettere con questo marchio. Le massaie, le più qualificate, si impegnarono a confezionare gratuitamente alcuni dolci ricavati dai nostri marroni e il Club Sportivo Culturale organizzò una corsa dilettantistica che si concludeva in via Tamburini, nei pressi della "zona sagra". Si fece un convegno sul marrone e si allestì una mostra delle varie specie di questo prodotto. Furono allestiti diversi stands con tutto quanto i Marradesi erano riusciti a ricavare dal "marron buono": torte, tortellini, ballotte, caldarroste, polenta ecc ecc. 



Questo è il mio ricordo della prima sagra. Essa portò gente a Marradi, ma non si può confrontare neppure lontanamente ad una delle ultime di questi tempi. L'avvio non fu semplice, ma i marradesi ne colsero subito l'importanza. Oggigiorno Marradi è conosciuto soprattutto per la Sagra delle Castagne, non solo nei comuni a noi vicini, ma in tutta Italia, se non oltre. Penso che tutti abbiano dato un contributo a far grande questa festa, ad iniziare dai Sindaci che dal 1964 in poi si sono succeduti, ai vari presidenti della Pro Loco, anche i semplici cittadini che con giustificato vanto vanno orgogliosi di questo frutto che andrebbe assunto come emblema di Marradi. Questo frutto che nei tempi andati ha sfamato i nostri avi nei lunghi inverni!! Non vi era famiglia di marradesi che non conservasse decine di chili di marroni, tanto erano importanti per sbarcare il lunario.

 



Oggigiorno vediamo che lo stesso si è mantenuto importante per la sua lavorazione. L'Azienda Ortofrutticola del Mugello lo esporta in tutto il mondo dando lavoro a centinaia di donne. Nei mercati ortofrutticoli anche cittadini, è facile vedere in bella evidenza "Marroni di Marradi".
Tempo fa spedii per Natale una scatola di marron glacées a un inglese che aveva combattuto a Marradi dal settembre al dicembre 1944. Gli scrissi dicendo: "Le mando il frutto tipico del mio paese, che certo conoscerà essendo stato qui nei mesi autunnali". La risposta pervenutami fu questa: "Il marrone di Marradi è conosciuto in Inghilterra per la sua bontà, qui è apprezzato ed è anche il più costoso: a Marradi, nel 1944, non lo assaggiai perché avevo qualcosaltro da fare ...".
 

In quella occasione anch'io mi sono inorgoglito di qualcosa che certamente non mi appartiene. Possiamo dire, senza ombra di dubbio, che il mese di ottobre è il mese di maggior afflusso turistico nel nostro paese. Forse se i marradesi riprendessero lo spirito che li animò per la prima sagra, potrebbero portare gente  a Marradi anche in altri periodi, basterebbe ritrovarci insieme e lavorare su qualche idea. Noi siamo un paese di confine fra due magnifiche regioni: dai toscani abbiamo preso tante cose positive, l'amore per l'arte, il gusto del bello ma anche lo spirito eccessivamente critico. A noi piace parlare e sparlare delle cose: ora cerchiamo di guardare un pochino e di apprendere qualcosa dai romagnoli a cui non manca l'iniziativa, la voglia di lavorare e la concretezza delle cose.

 

Fonte: Le immagini vengono dalla collezione di Francesco Cappelli e sono bozzetti fatti da Lanfranco Raparo per le varie sagre.


giovedì 24 ottobre 2013

Fra i grandi del damismo



Il Maestro Dino Rossi
di Silvana Barzagli



Il marradese Dino Rossi (1913 - 1999), titolare del negozio di "mobili - caccia e pesca" in Via Fabroni, a Marradi, sin da giovane, ebbe la passione del gioco della "dama" soprattutto sotto l' aspetto della "problemistica" sino a diventarne Maestro.

Per saperne di più la cosa migliore è leggere l'articolo qui di seguito, pubblicato sul bimestrale "Dama sport" dall' Organo Ufficiale della Federazione Italiana Dama del gennaio - febbraio 2005.
Spesso, nel corso degli ultimi 50 anni, le riviste "Dama sport" e "La Settimana enigmistica" hanno riportato ed ancora riportano problemi del Maestro Dino Rossi. Ogni tanto qualche giovane problemista, entusiasta delle sue teorie, lo ricerca e lo studia a fondo, traendone grande soddisfazione.

I Grandi del Damismo
(da Dama sport, gennaio - febbraio 2005)

I figli del compianto, maestro hanno donato alla FID il materiale damistico del padre (libri, riviste e studi vari sul problema). Hanno incluso una foto della tomba del Maestro, situata nel cimitero di Marradi, sulla quale hanno posto una damiera di marmo. La damiera riporta uno dei suoi famosi problemi , un (blocco) sospeso.
Per una curiosa coincidenza il problema riprodotto è comparso sulla Settimana enigmistica dell' 11 settembre 1999, proprio nel giorno della morte del Maestro.




 Nel 1982 Ghelardini annotava:

Nato a S.Benedetto in Alpe, in provincia di Forlì nel 1913, l'estroso e polemico problemista romagnolo si è fatto molti più nemici che amici, damisticamente parlando, durante tutto l'arco della sua vita dedicata alla pedine, che supera ormai nettamente il mezzo secolo di attività, sempre appassionata, spesso frenetica. La causa di questo scollamento è sempre il suo carattere indomabilmente contestatario, rigoroso e puntiglioso da ... vero rompiscatole. Sempre sorridente, però, gentile se si parla d'altro, diventa intrattabile se la parola torna alle pedine ...
Dino Rossi fa parte di diritto del gruppo dei migliori problemisti italiani, è un innovatore e ha tanto estro come compositore quanto spirito di contraddizione come uomo.
I famosi problemi di blocco, che rappresentano la stoccata segreta di Rossi, scaturiscono dalla sua fervida fantasia e sono tutta un'altra cosa dai problemi consueti: qui il blocco non si vede, non si presagisce, i pezzi sono e rimangono sospesi e liberi finché la resa dei conti ti arriva di sorpresa dove e quando meno te lo aspetti.
Le sue contese sulla regolamentazione problemistica durano ormai da decenni, ingarbugliate e insolubile: le sue teorie sulla "legalità" dei pezzi, sulle mosse "retrograde" riproposte sempre con estrema convinzione e testardaggine hanno portato spesso all'esasperazione molti problemisti e dirigenti del damismo nostrano.

 
Dino Rossi (a destra) in torneo.
In questo momento le cose
gli vanno bene, 
perché ha un pezzo in più.




Un altro problema di Rossi,
su Dama Sport







La regolarità di un problema doveva essere dimostrata, secondo Dino Rossi, dalla possibilità di raggiungere la posizione indicata giocando tutta la partita dall'inizio, con mosse di comodo.

Una teoria pazzesca, impraticabile, ma il bello è che questa terribile strada a ritroso lui riuscì a farla fino ad arrivare alla posizione esatta di più di un problema.

Da allora molti problemisti illustri si sono misurati in polemiche e sfide su questa teoria.

Franzioni e Lavizzari inviarono al Rossi un problema di Gino Di Pasqua e lo sfidarono a dimostrare se discendeva da una partita regolare. "Solo un pazzo" rispose questa volta il Rossi "può pensare che un problema discenda da una partita". Ma poi si applicò anche a questo caso e riuscì a raggiungere la posizione del problema partendo dall'inizio. Il pazzo c'era, evidentemente ed era lui, il Rossi!
 



Dino Rossi
durante una premiazione









Studio di un problema in un quaderno 
appunti del maestro.




Per approfondire: sito dama sport, cerca Dino Rossi. "Il finale sospeso" contiene 
200 problemi a lui dedicati dal maestro Perani /p.perani@gmail.com)


sabato 19 ottobre 2013

I nomi delle vie del paese








Come furono assegnati 
i nomi alle vie del paese
 ricerca di Luisa Calderoni




(Dal Registro delle deliberazioni Municipali 20.8.1864-30.6.1865)

A dì 20 Maggio 1865

Il Sig. Ill.mo Gonfaloniere esponeva ai SS. Adunati che per le nuove costituzioni del Regno i Municipi rimangono incaricati della Compilazione del Censimento di Popolazione della rispettiva Comunità, non che di tenerlo al corrente per il suo movimento.
Che tale operazione per se stessa importante ha fatto ritenere che per condurla a compimento colla necessaria precisione sia i mestieri che le Case abbiano una progressiva numerazione, e tutte le vie del paese, una denominazione; facendo rilevare che mentre con ciò potrebbe ottenersi la bramata regolarità della Operazione, verrebbe questa da essere di grande utilità per l’esazione del Dazio di Consumo, per la Guardia Nazionale, per l’adempimento di alcune ingerenze che la nuova legge sulla Pubblica Sicurezza affida ai Sindaci.
Ritenuto ciò, il Sig (…) Gonfaloniere aveva incaricato il Sig. Ingegnere Com.le di presentare un progetto pel quale si venisse a conoscere il sistema migliore da adottarsi per la numerazione di tutte le case del Comune, per la denominazione delle vie del Paese, munendo il progetto stesso della perizia relativa alla spesa occorrente.


Il Municipio nell' Ottocento 
(il porticato aveva solo cinque archi 
e non sette come oggi)

Davasi quindi lettura del detto progetto compilato nel 17 corrente dal Sig. Ingegnere Comunale, dal quale resulta che la spesa per la numerazione delle case e per la denominazione delle strade è presagita nella somma di Lire it. 297,40.
Soggiungeva poi il Sig. Presidente come gli sarebbe sembrato ben fatto di cogliere l’occasione di tributare omaggio a quei concittadini che per elevatezza d’ingegno si distinsero nelle Lettere e nelle Scienze dando lustro al Paese natale, di cui taluno si rese anco benemerito per opere di pubblica beneficenza, col richiamare per mezzo delle strade medesime i nomi cari ed illustri alla memoria dei posteri, ricordando altresì qualche grande e glorioso avvenimento di storia patria.
Dietro di che i SS. Adunati, previa una conveniente discussione, hanno deliberato (…) si divenga alla numerazione di tutte le Case del Comune e alla denominazione di tutte le Strade e Vicoli del Paese nel modo che appresso:


1° La Strada da Capo marradi fino al Ponte sul Lamone, già via Fulignana, la quale si estendeva a tutto il Paese, si chiamerà in appresso - Via Pescetti- in memoria di Orlando Pescetti, distinto letterato, insegnante Grammatica in Verona, lasciò scritte molte opere, di cui dà un catalogo il Maffei nella sua Verona Illustrata; fra le più pregevoli si notano “ I Dialoghi sull’Onore”, ed i Proverbi Italiani raccolti e ridotti a certi casi e luoghi comuni per ordine alfabetico. Scrisse anche una tragedia “ Il Cesare”. Nacque intorno il 1550 e morì in Verona nel 1619.






Sopra: via Pescetti

 
2° Dal ponte sul Lamone fino a casa Torriani -Via Tamburini- in memoria dell’antica e nobile Famiglia Tamburini di Biforco, la quale ebbe qui le sue case. Il Padre Ascanio Tamburini, Monaco Vallombrosano, e generale per due volte del suo ordine, fu uno dei buoni scrittori del suo tempo e lasciò molte opere assai pregiate, fra le quali la rinomatissima “ De Jure Abbatum et Abbatissarum”, e la storia degli ordini Cavallereschi. Nacque circa il 1580 e morì nel suo convento di Napoli nel maggio 1666. 


A destra: via Tamburini


 
  
3° Da Casa Torriani fino alla casa di proprietà dei figli del fu Fabio Fabroni - Via Fabroni-
In memoria dell’illustre Monsignor Angiolo Fabroni che qui nacque nelle sue case, ora appartenenti al di lui discendente Sig. Carlo Antonio Fabroni, letterato in Italia, e fuori reputatissimo come elegante scrittore nell’idioma latino ed italiano: vanto e gloria del nostro paese il quale gli deve altresì non peritura gratitudine per i legati pii istituiti a pro di questa popolazione, con posti di studio e di educazione , e con doti annue a povere fanciulle, e per aver cooperato più di ogni altro alla Fondazione del nostro Spedale di S.Francesco. Moltissime sono le opere che egli lasciò scritte nei due idiomi, fra cui basti qui accennare quella celebratissima “ Vitae Italiorum doctrina excellentium” e l’altra “ Elogi di Illustri Italiani”. Nacque nell’anno 1732 e morì in Pisa nel 1803; ed ebbe sepoltura in quel campo santo ove si vede il suo ritratto in busto, fra i tanti di chiarissimi uomini a cui è riservato l’onore di quel Sacro recinto.


4° Da detta Casa Fabroni fino al Ponte degli Archiroli- Via Fabrini (sic). In memoria dell’Avvocato Raffaello Fabrini ch’ebbe qui le sue case. Fu egli dottissimo Giureconsulto, integerrimo Magistrato e non volgare cultore delle Muse. Sul principio del secolo presente morì in Firenze, ove venne in molta fama ed onoranza. 

 
Via Fabbrini



 Clicca sulle immagini 
se le vuoi ingrandire



Sotto: Piazza Scalelle
5° L’attuale Piazza maggiore- Piazza Scalelle- a ricordare la giornata 25 Luglio 1358 nella quale pochi nostri montanari in luogo detto Le Scallelle presso Campigno, disfecero i predoni stranieri capitanati dal Conte di Lando, che moveva ad infestare la Toscana.


6° La Piazzetta della Fonte – Piazza Guerrini- in memoria di Rocco Guerrini, di cui il celebre storico Benina (…) narra come valentissimo ei fosse nell’Arte delle Fortificazioni militari e come gran fama ottenesse in Germania, ove costruì il celebre Castello di Spandau. Visse nel secolo XVI.
7° La strada che dalla Piazza Maggiore conduce allo Spedale- Via Talenti- in memoria della famiglia Talenti, oggi estinta, dalla quale uscirono Crisostomo, che visse nell’Ordine di Vallombrosa nel secolo XVII, e Vincenzo che vestì l’abito del Calasanzio nel secolo XVIII. Fu il primo oratore celebratissimo ed egregio Poeta, fu il secondo altresì scrittore di sommo pregio, nelle matematiche profondo ed in ogni scienza estimato.

8° La Stada che dalla Chiesa delle Monache conduce allo Spedale, ora Via Provinciale Faentina – Via Razzi – in memoria di Silvano e Serafino Fratelli Razzi: l’uno Monaco Camaldolense e l’altro Domenicano. Ambedue furono scrittori di molto pregio. Il secondo più di cose ascetiche, e scrisse in difesa del Padre Savonarola. Ma Silvano non tanto si rese celebre con le vite dei Santi e Beati fiorentini, quanto con moltissime altre opere di svariato argomento essendo egli assai istruito nelle cose dell’Arte e però amicissimo del Vasari, i suoi scritti formano testo di lingua per la proprietà ed eleganza del dire nella italiana favella. Vissero i Fratelli Razzi nel secolo XVI. 






via Razzi
(La " Streda nova" )



9° La strada che dal Ponte degli Archiroli conduce al ridotto di Case di detto nome, conserverà la denominazione di –Via degli Archiroli-

 
I vicoli del Paese riterranno gli antichi nomi come appresso e cioè
1 Vicolo della Tintoria
2 Vicolo del Poggio
3 Vicolo del Lamone
4 Vicolo di Cà di Vigoli
5 Vicolo della Torre
6 Vicolo della Badia del Borgo











E si sciolse la seduta
Il Gonfaloniere Evaristo Piani
Il Cancelliere  I. Gotti





Fonti: 
Documento dell'Archivio storico
del Comune di Marradi,
fornito dall'archivista 
Francesco Cappelli

lunedì 14 ottobre 2013

Omero Zaccherini

"Val di Lamone"
Numero unico in occasione 
del primo anniversario della liberazione di Marradi
ricerca di Luisa Calderoni


                                             
Omero Zaccherini





Nell'autunno del 1945 venne pubblicato il foglio Val di Lamone, numero unico per celebrare il primo anniversario della liberazione del paese.
Omero Zaccherini, un marradese residente a Firenze, scrisse questo articolo, nel quale esprime la sua costernazione e i suoi dispiaceri per le condizioni del paese semidistrutto dalla guerra.

 
RITORNO A MARRADI

“ Lungo la polverosa e scoscesa strada dell’Appennino, lasciando dietro di me sempre nuovi segni della dura guerra che anche queste montagne e questi villaggi hanno subito, sono tornato a Marradi, il piccolo indimenticato paesetto che mi ha visto nascere, dove ho trascorso la fanciullezza e conosciuto le prime gioie e le prime amarezze della vita. Volevo rendermi conto di persona, se quanto mi era stato raccontato corrispondeva a verità; ma via via che  mi avvicinavo alla meta, si dileguavano le speranze che vi fosse stata un’esagerazione su quanto si raccontava  e ad esse succedevano sgomento e dolore per quello che i miei occhi vedevano.



Primo è il piccolo villaggio di Biforco, a pochi chilometri dal mio  paese, a mostrarmi le sue rovine:  case sventrate, mura diroccate, ponti distrutti; e le facce degli abitanti ancora smorte e patite. Una cupa desolazione è successa a quell’aria di gaiezza, che vi si respirava quando fiorentini e romagnoli, venuti a trovar refrigerio nei mesi estivi, si mescolavano ai balli campagnoli, alle cacciate appassionanti, alle gite rumorose.


Il ponte di Biforco distrutto






Più oltre, superata la curva dell’Annunziata, mi appare Marradi.
Ma dove erano le prime case, case operaie, non vi è che macerie. Nella zona del mercato tutto è muto e deserto: non una casa è restata in piedi; e devastato è il bel parco della villa Bassani, dove ragazzi ci portava l’arciprete (morto anche lui di ferite riportate durante un cannoneggiamento), a trascorrere fra giuochi e divertimenti i pomeriggi domenicali Son spariti i luoghi più cari alle mie memorie d’infanzia. Soltanto il centro del paese rimane, raccolto intorno alla piazza, sebbene mostri le numerose ferite che le grosse artiglierie hanno inferto alle case e alla torre comunale che le domina .
 



 Via Roma (ora via Dino Campana)
e il ponte di Villanceto

 
Ma appena dopo il centro, dalla via Fabbroni dove prima la vista era limitata da una stretta strada chiusa da due file di case, si presenta ai miei occhi un vuoto che permette di vedere fino oltre il nuovo ponte sul Lamone l’imbocco della strada per Palazzuolo di Romagna.



La chiesa parrocchiale si leva come per miracolo su un caotico ammasso di rovine, che occupa ora l’area di Marradi basso, dove erano quei caratteristici vicoli di casupole, giù fino alla Filanda, l’unica industria del paese, la cui distruzione ha tolto il lavoro e il pane a circa duecento operaie.


... La chiesa parrocchiale si leva come per  miracolo su un caotico ammasso di rovine ...



Qui diciassette mesi prima avevo lasciato un paese pieno di vita, che niente aveva risentito dalla guerra,  dov’erano sfollate molte famiglie, ritenendosi più al sicuro che in città.
Ora sembra un regno di morte. Gli abitanti, costretti a fuggire davanti alla guerra, girovagarono per le montagne, conducendo una vita da bestie, e tornati al paese, non trovarono le case, la roba, gli amici.
Ho parlato coi miei compaesani: ognuno ha cento episodi da raccontare, cento guai da lamentare. Chi ha in prestito una stanzuccia, chi il letto, chi i vestiti.
Ma Marradi non deve morire così; deve risorgere più bello e rigoglioso di prima in un moderno paese, con l’aiuto del Governo e della Provincia, e soprattutto per merito della sua laboriosa popolazione, che, lasciando da parte rancori e rimpianti, lavorerà solidamente alla ricostruzione.
Direi che si debba lanciare una grande sottoscrizione sotto forma di prestito comunale:” Marradesi, ricostruiamo il nostro paese “.
Tutti, anche i tanti che attualmente risiedono altrove, saranno orgogliosi di offrire il loro denaro o, almeno, il lavoro delle braccia, privandosi di qualche ora di riposo.”
                         Omero Zaccherini


Ma chi era Omero Zaccherini?
Omero era nato a Marradi il 27 dicembre 1914 e si era trasferito a Firenze nel 1934. Si dice che, essendo stato messo a balia da una signora del paese natio, ogni volta che tornava a Marradi si recava nel  bar da lei gestito, per gustarne la prelibata torta di riso.

Entrato a "LA NAZIONE" come operaio, era diventato presto impaginatore e poi "proto" cioè  capo officina della tipografia. Omero stava al banco e distribuiva il materiale per la linotype, il macchinario che faceva le righe del giornale, usando i caratteri di piombo. Diventò poi direttore della tipografia e, infine, direttore dello stabilimento in cui si stampava "LA NAZIONE".



Un caricatura di Omero Zaccherini fatta dai suoi  colleghi del quotidiano "La Nazione" 
quando andò in pensione.











Firenze: la sede del quotidiano 
"La Nazione" 



Un vecchio cassetto per caratteri mobili detto " Cassa Italiana"








giovedì 10 ottobre 2013

La riforma dei Comuni



Le nuove regole 
volute dal Granduca
da un documento fornito da Giuseppe Matulli


Stemma granducale
 dei Lorena


Alla fine del 1775 entrò in vigore la Riforma dei Comuni voluta dal granduca di Toscana Leopoldo I di Lorena. Cessavano i vecchi ordinamenti medicei e cominciava una storia amministrativa più moderna. Che cosa cambiò a Marradi?
Il Comune venne diviso in 14 comunità più Crespino, che fino ad allora era amministrato dalla Comunità di Palazzuolo. Secondo l'ordinamento Leopoldino il comune era amministrato da un gonfaloniere e sette priori più dodici consiglieri, estratti a sorte fra i residenti che avevano un certo reddito ...
Le regole erano tante, leggiamole direttamente dall'editto del Granduca:


 
PIETRO LEOPOLDO
PER GRAZIA DI DIO
PRINCIPE REALE D'UNGHERIA E DI BOEMIA
ARCIDUCA D'AUSTRIA
GRANDUCA DI TOSCANA  &c. &c. &c.

In aumento, e dichiarazione del Regolamento generale per le comunità del distretto del dì 29 settembre 1774. Ordiniamo, che rispetto alla Comunità di Marradi si osservi quanto appresso.
   I Primieramente per comunità di Marradi a tutti gli effetti voluti, e dipendenti dalle presenti ordinazioni, Vogliamo, che in avvenire s'intendano tutti gli interessi, persone, e cose comprese nell'estensione della Giurisdizione civile conferita al Vicario di Marradi con la legge e compartimento de' 30 settembre 1772, o sia il complesso dei seguenti comuni, e loro parrocchie circoscritti e determinati per i loro rispettivi territori, dai loro rispettivi Estimi, o Catasti d'Estimo, cioè

COMUNI  POPOLI O PARROCCHIE

1 Marradi  Arcipretura di S.Lorenzo,
2 Scola
3 Biforco di sotto
popolo di S.Antonio a Fantino per quella sola frazione che giace nel comune di Biforco di sotto, appartenendo per il restante al comune di Fantino compreso nella nuova comunità di Palazzuolo.
4 Biforco di sopra   Popolo di S.Jacopo a Cardeto  
5 Briccola, Popolo di s. Cesareo in Cesata   
6 Badia Acerreta , Popolo di SS.Gio Batista e Barnaba in Gamogna       
7 Bedronico, Popolo dei SS Michele, e Lorenzo in Albero, popolo di S.Reparata per quella sola porzione che giace nel comune di Bedronico, spettando il restante al comune di Borgo
8  Campigno, Popolo di S. Domenico a Campigno   
9  Lujano, Porzione del popolo di S. Michele a Lujano
10 Lutirano, Popolo di S. Pietro a Lutirano
11 Borgo, Porzione del popolo di S. Reparata alla Badia
12 Gamberaldi  Popolo di S. Matteo a  Gamberaldi
13 Popolano di sopra  Prioria di S.Maria e S.ietro a Valnera, porzione del popolo di S.Maria a Campora. 
14 Popolano di sotto,  Popolo di S. Adriano.
15 Crespino


  • I       Aggreghiamo alla Comunità di Marradi, e suo Territorio, ed al complesso dei Comuni sopradescritti anche il Comune di Crespino, quantunque in passato sia stato riguardato per qualche dependenza di Amministrazione comunitativa, come annesso alla Potesteria di Palazzuolo; volendo ora che in avvenire resti compreso come sopra nella Comunità di Marradi, atteso l'essere sottoposto alla Giurisdizione civile del Tribunale di Marradi. 


La cascata di Valbura (Crespino)
 in una stampa del '700

  •           Ordiniamo ancora che dentro il termine di sei mesi da principiare a decorrere dal giorno, nel quale dovranno avere effetto  i presenti ordini sia formata la descrizione, o sia catasto di estimo di tutti i beni stabili compresi nel Territorio del Comune di Crespino con l'opportuna estimazione, regolandone, e computandone la massa maggiore corrispondente, e simile a quella praticata  nell'Estimo, o sia catasto di Estimo del Comune di Marradi, in forma tale che quello nuovo Estimo, o catasto di Estimo serva a tutte le operazioni, alle quali rispettivamente dovranno servire gli estimi degli altri Comuni nominati di sopra  a forma del presente Regolamento, e dichiariamo specialmente e all'esecuzione di quanto sopra  dovrà invigilare il Cancellier comunitativo di Marradi, e prestarvi tutta la sua opera , ed assistenza, avvertendo che la spesa occorrente, a compiere il suddetto nuovo catasto di Estimo dovrà soddisfarsi, e  soffrirsi dall'intera nuova Comunità di Marradi, e che il medesimo nuovo estimo dovrà avresi sempre per sottoposto alle leggi, ed ordini sopra gli estimi, e specialmente alla legge, o bando pubblicato ne' 4 maggio 1694 in quanto non sieno contrari alle presenti ordinazioni.
  •            E siccome sino al presente i Comuni suddetti sono stati riguardati, e trattati nelle particolari amministrazioni loro comunitative come tanti Patrimoni ed aziende diverse, e separate fra loro, così di Nostro Motuproprio, e con piena cognizione di negozio dei suddetti quindici comuni facciano un sol corpo economico, ed una sola società, e ragione tanto per le partite attive, che  passive respettivamente, e di entrata e di uscita; salvo quanto appresso sarà detto a suo luogo.
  •           Perciò fermo stante quanto sopra vogliamo, ed ordiniamo che tutti gli assegnamenti, che hanno attualmente, o che in avvenire acquistassero i quindici Comuni nominati di sopra  e destinati a costituire la nuova Comunità di Marradi, debbano andare a benefizio promiscuo, e scambievole, ed erogarli unitamente, ed in comune nella soddisfazione di tutti gli obblighi, pesi, e bisogni della Comunità di Marradi circoscritta, e riunita come sopra, e che all'incontro ogni mancanza di assegnamenti, che potesse resultare annualmente per  formare la somma necessari agli obblighi, e bisogni suddetti, si debba  con perfetta eguaglianza, e con istessa proporzione posare, e repartire sopra tutti i possessori di beni stabili compresi nel Territorio della Comunità predetta, descritti, o da  descriversi a forma delle leggi veglianti agli Estimi, o Catasti di Estimo della medesima Comunità.
  •          La Comunità predetta di Marradi circoscritta a determinata come sopra all'Articolo I, dovrà esser rappresentata da una Magistratura con titolo di Gonfaloniere, e Priori, ed alla medesima intendiamo che vengano conservate, e mantenute tutte le facoltà, prerogative, ed autorità, di cui a forma  degli ordini veglianti fino al presente avesse goduto la Comunità predetta nel corpo delle Magistrature comunitative rappresentati i respettivi Comuni nominati, e riuniti come sopra; salvo quanto appresso, e quanto sarà detto del nuovo Consiglio generale, che verrà stabilito per il miglior servizio, e governo delle cose comunitative.
  •            La predetta  Magistratura sarà composta, di otto soggetti, cioè un Gonfaloniere e sette Priori.
  •           Prescriviamo perciò che sia formata una borsa da nominarsi dei Gonfalonieri, nella quale sieno inclusi in tante cedole, o polizze distinte i nomi di tutte quelle persone, le quali saranno trovate ammesse al godimento del Gonfalonierato nei comuni suddetti, e quello che resterà estratto da detta borsa sarà il Gonfaloniere  per quella respettiva annata della nuova Comunità di Marradi, mentre possegga tanti beni stabili nel sopradescritto territorio della medesima, quanti se ne prescrivono qui appresso per risedere come Priore nel Magistrato comunitativo di Marradi
  •           E per conservare in avvenire  un sufficiente numero  d'imborsati da trarne annualmente il Gonfaloniere , concediamo alla nuova Comunità di Marradi , e per essa al suo Magistrato comunitativo, ogni opportuna facoltà di  continuare ad ammettere nella borsa  dei Gonfalonieri quelle persone, che per i tempi saranno trovate capaci, e degne del Gonfalonierato predetto a senso dell'istesso Magistrato, e a forma degli ordini, in questa materia disponenti, purché tali persone abbiano anche le qualità volute dalle presenti ordinazioni per risedere come Priori nel Magistrato medesimo.
  •          Un'altra borsa vogliamo, che sia fatta con nome dei Priori, ed in quella si dovranno includere in tante cedole, o polizze distinte i nomi  di tutti i possessori di beni stabili descritti, o da descriversi agli Estimi, o Catasti di Estimo dei Comuni  compresi nella nuova Comunità di Marradi, purché tali beni portino in una o più partite di uno, o più Estimi  di ciascun possessore almeno scudi di Estimo del Comune di Marradi, o tante altre somme  di massa maggiore agli Estimi degli altri Comuni  predetti,  che equivalgano a scudi mille dell'Estimo di Marradi, il quale dovrà servire di misura  a ragguagliare le masse maggiori delli altri estimi  suddetti per trovare la quantità di estimo corrispendente alli scudi mille del Comune di Marradi assegnata sopra  per condizione ad ammettere i possessori nella suddetta borsa di Priori. Da quella borsa si dovranno estrarre  sette polizze ed i soggetti così estratti dovranno risedere nel Magistrato comunitativo di Marradi con titolo di Priori.
  •          Ed atteso l'essere state riconosciute alcune difformità dagli Estimi dei Comuni soprannominati nel ragguaglio nelle loro respettive reduzioni delle masse dalla maggiore alla minore, e nelle monete di conto praticate per denotare le proporzioni delle masse, si rende necessario l'uniformare per ragguaglio la valuta delle monete predette, e rilevarne una comune, che serva di misura uniforme a tutte le operazioni, le quali devono avere per dato l'ammontare dell'estimo, e specialmente all'oggetto di repartire con egual proporzione  le Imposizioni comunitative al quale effetto si dovranno osservare le istruzioni, che con Nostra Approvazione  saranno date dal Senator Soprassindaco e Soprintendente delle Comunità ec.
  • Nella predetta borsa dei Priori dovranno essere borsati con tutti gli altri suddetti possessori, anche i Luoghi Pii, e Corpi laicali, le Comunità, ed altri possidenti beni stabili, il Fisco, la Religioni di S. Stefano, le commende, ed il Nostro Scrittoio delle Possessioni, e precisamente tutti i nomi delle Chiese, Monasteri, Conventi e Benefizi che sieno in possesso di beni stabili descritti, o da descriversi in conseguenza in conseguenza delle presenti disposizioni agli Estimi, o Catasti di Estimo dei Comuni predetti con la quantità di massa  fissata sopra all'Articolo X.
  • I possessori poi per minor somma, o quantità di beni a Estimo di quella prescritta sopra dovranno essere esclusi dalla predetta borsa dei Priori; ma non per questo tali possessori, benché esclusi da detta borsa saranno esclusi dal concorrere, e contribuire per la loro tangente a quelle Imposte comunitative, che in futuro potessero venire fatte nella Comunità a forma dei presenti Ordini.
  • Il Consiglio generale della nuova Comunità di Marradi sarà formato dei Residenti nel Magistrato, ed insieme di dodici Consiglieri gli uni, e gli altri in sufficiente numero adunati; volendo che dall'unione dei suddetti corpi venga formata una sola Magistratura con titolo di Consiglio generale.
  • Per la creazione, ed estrazione de' dodici soggetti che dovranno risedere nel Consiglio generale insieme col Magistrato del Gonfaloniere, e Priori ordiniamo che si formi una borsa generale, nella quale si dovranno includere in tante cedole, o polizze distinte i nomi di tutti i possessori di beni stabili situati nel Territorio della Comunità di Marradi circoscritto come sopra all' Articolo I, e descritti, o da descriversi agli Estimi, o Catasti di Estimo dei Comuni costituenti ora la Comunità suddetta, ancorché assenti, e non familiarmente abitanti in detto Territorio, ed ancorché fossero possessori per minor somma di massa di estimo di quella fissata sopra per  per l'ammissione nella borsa dei priori: volendo che quella borsa generale serva  a dar luogo che ogni grande o piccolo possessore possa rendere il suo voto nel Consiglio generale, qualora venisse estratto a risedervi.
  • Tutte le suddette borse si dovranno conservare nella Terra di Marradi, e nella solita casa di residenza del Magistrato, ed Archivio della Comunità di Marradi, e custodirsi serrate a due chiavi, che una dovrà stare presso il Gonfaloniere pro tempore, e l'altra presso il Cancellier comunitativo.
  • Incarichiamo il Cancelliere predetto di fare tanto le imborsazioni, che le estrazioni , e tutti gli atti necessari alle medesime per la prima volta davanti il pubblico general Consiglio di Marradi, e successivamente poi  davanti il Magistrato del Gonfaloniere, e Priori di nuova istituzione, i quali Magistrati dovranno con loro decreto, o deliberazione autenticarle.
  • Il Gonfaloniere, ed i Priori allorché risederanno nella adunanze del loro Magistrato, ed in quelle del Consiglio generale , dovranno essere vestiti  in abito a forma di Lucco nero, e non altrimenti, ed il solo Gonfaloniere potrà usarlo di colore rosso. Gli altri  parimente componenti il Consiglio generale istituito coi presenti Regolamenti dovranno risedere anche esse in Lucco nero e non altrimenti.
  • Mediante l'istituzione delle suddette nuove Magistrature sopprimiamo ed aboliamo le Magistrature, ed Uffizi sin'ora esistenti nella Comunità di Marradi, e Comuni riuniti come sopra, ed insieme tutti gli statuti, riforme, ordini, e leggi concernenti la creazione di dette Magistrature, e le incumbenze dei loro Residenti, ed Impiegati, cioè
 

L'abito a forma di lucco
rosso per il Gonfaloniere




Per Marradi
Il vecchio Magistrato del Gonfaloniere, e Rappresentanti, e loro respettivi Spicciolati
I Consiglieri e loro Spicciolati. L'Ufizio dei Ragionieri. L'Ufizio dei Sindacatori.
Per Campigno
Il vecchio Magistrato del Gonfaloniere, e Rappresentanti, e loro respettivi Spicciolati.
L'ufizio dei Ragionieri
Per Crespino
I due Rappresentanti e qualunque altro Ufizio, o Impiego comunitativo esistente nei suddetti luoghi.


  • Dovendosi intendere di aver riunito nel corpo della Magistratura del Gonfaloniere, e Priori tutti i diritti, e prerogative dei vecchi Residenti, ed Ufiziali, o Ministri, come si dice sopra all'Articolo VI; salvo che in quanto per il Regolamento generale, e per il presente viene prescritto, che alcune loro incombenze si esercito particolarmente per mezzo del Consiglio generale, ed altri Ufiziali, che ne vengono specialmente incaricati.
  •  Dovendo il presente Regolamento avere il suo principio nella Comunità di Marradi il dì primo Marzo mille settecento settanta sei, come si dirà in appresso; perciò a tutto Febbraio mille settecento settanta sei si avrà per finito l'esercizio dei vecchi Residenti, ed altri, che per qualunque titolo fossero allora investiti di qualche carattere di Magistratura comunitativa soppressa, e riformata  per i presenti ordini; salvo quanto si dice  all'Articolo XXI del Regolamento generale delle persone attualmente impiegate al servizio delle Comunità, e Luoghi Pii Laicali.
  •  Tutto il debito, o credito, che si troverà avere la Comunità di Marradi, e sue dipendenze, ed i Luoghi pii, e Patrimoni  comunitativi in essa compresi con la cassa della Camera delle Comunità, o con altre casse di Ufizi di Firenze, dovrà liquidarsi per l'epoca a tutto Febbraio mille settecento settanta sei, e poi soddisfarsi in quella forma, che Ci riserviamo di dichiarare dopo  che Ce ne sarà stato reso conto.
  • Dal suddetto dì primo Marzo mille settecento settanta sei in poi non sarà fatta sulla predetta Comunità di Marradi, o suo Territorio circoscritto come sopra  alcuna sorte d'Imposizione  della Camera delle Comunità, come si prescrive nel citato Regolamento generale all'Articolo XXXIII; ed in conseguenza della liberazione suddetta la medesima Comunità di Marradi dovrà pagare alla Cassa dell' istessa Camera delle Comunità in Firenze a titolo di Tassa di redenzione una somma annua, che provvisionalmente, e fino a nuov'ordine si fissa a scudi ottocento settanta due , ed in quella somma si comprendano, e si abbiano per compresi tutti i seguenti titoli.


1   Tasse dei cavalli per la rata spettante alla nuova Comunità di Marradi,  di quello contribuiva in addietro sotto questo titolo l'antica comunità di Terra del Sole alla Cassa della Camera delle Comunità di Firenze.
2   Provincia maggiore di Romagna per la metà da essa dovuta del rimborso di alcune spese occorrenti all'Amministrazione della provincia di Romagna per il servizio del Criminale, ed altre sue dipendenze per la rata spettante alla Comunità di Marradi come sopra.
3   Spese universali.
4   Spesa del Bargello di Romagna

5,6 Tassa degli ambasciatori, e spese di copie dei loro giovani, spettante in proprio a detta Comunità, qual tassa,  e spese non ostante  la soppressione dei suddetti Ambasciatori, e loro provvisioni si comprendono nella tassa di redenzione per supplire ad altre spese, delle quali è stata recentemente  aggravata la Cassa della Camera delle Comunità.
7   Tassa delle bestie del piè tondo.
8 Imposizione della strada  Pistoiese.
  Fisco per il mantenimento, e spese fatte in Firenze per i malfattori della nuova Comunità di Marradi.
10   Pia Casa di S.Dorotea per il mantenimento dei poveri dementi  della nuova Comunità di Marradi.
11   Tribunale di  Giusdicenza di Marradi per i rifacimenti del Palazzo Pretorio di Marradi, ed altro per i due terzi delle spese suddette spettanti alla nuova Comunità di Marradi.
12   La rata spettante alla nuova Comunità di Marradi del salario al lordo di retensione del Cavallaro di Terra del Sole
13   La provvigione al lordo di retensione , e gli emolumenti, che conseguiva per l'addietro il Giusdicente di Marradi dal Capitanato di detto luogo, e dai Comuni in esso compresi.
14   La provvisione al lordo di retensione, ed emolumenti che conseguiva il Cancellier comunitativo di Marradi dall'Amministrazione del Capitanato di detto luogo, e dai Comuni compresi come sopra.
15   Il Salario al lordo di retensione, e gl'incerti del Messo di Marradi come sopra.
16 Camera di Commercio di Firenze per  la solita tassa di Palio di S.Gio.Batista, dovuta dall' Amministrazione  del Capitanato di Marradi al soppresso Tribunale dell'Arte dei Mercatanti.
17   Camera delle Comunità di Firenze per il dipartimento di strade, e fiumi per le solite tasse di visite di strade dovute dal Capitanato di Marradi, e dal Comune di Crespino al soppresso Ufizio di Parte.
18   Tassa, e spese di revisione ai Ragionieri della Camera delle Comunità in Firenze, la quale vien fissata nella somma annua di lire cento per la revisione de' libri, e scritture della Comunità di Marradi da farsi come si prescrive nel regolamento generale.


  • L'elezione di due Deputati alla revisione delle Imposte vogliamo, che sia fatta mediante l'estrazione di quattro polizze dalla borsa dei Priori, ed i nomi così estratti si dovranno immediatamente partitare dal Consiglio generale, come viene ordinato nel Regolamento generale all'Articolo LII.
  • Quanto all'elezione del Camarlingo, e del Provveditor di strade, ed alle incumbenze, ed obblighi de' medesimi, come pure rispetto qualunque altro oggetto non espresso disopra, dovrà osservarsi quanto viene prescritto nel Regolamento generale per le Comunità del Distretto, il quale insieme col presente Regolamento particolare dovrà cominciare ad avere il suo effetto, e vigore nella Comunità di Marradi il dì primo Marzo mille settecento settanta sei. Dato in Firenze lì quattro dicembre  mille settecento settanta cinque.

PIETRO LEOPOLDO
                                                                     
                                                                                V..  ANGELO TAVANTI

                               FRANCESCO BENEDETTO MORMORAJ


In Firenze L'anno 1776 . Per Gaetano Cambiagi Stampator Granducale