lunedì 23 giugno 2014

Il Cinema Borsi

nei ricordi di Domenico Rossi 



Nella prima metà degli anni '50 la Curia di Modigliana, l' Arciprete Mons. Giuseppe Rossi e il fratello Dino iniziarono i lavori di costruzione del Cinema - Teatro " Giosuè Borsi".
Giosuè Borsi, livornese, fu scrittore, giornalista, poeta, attore, dicitore e soprattutto profondamente credente, morì il 10 novembre 1915 da sottotenente alla testa del suo plotone nella Grande Guerra. 

Per la costruzione del cinema era necessario eliminare una piccola Cappella, e ciò provocò non pochi malumori  in alcuni marradesi. Il funzionamento del Cinema Borsi, iniziò nei primi anni il sabato sera e la domenica pomeriggio e sera. Volendo si potevano prenotare i posti durante la settimana, al negozio "Caccia e pesca" allora di Dino Rossi.

Il riscaldamento era con due stufe a legna posizionate ai lati della platea  che venivano ricaricate anche durante la proiezione del film.

Poi si aggiunse il giovedì sera con una pellicola diversa. Dopo alcuni anni, con l' avvento della trasmissione televisiva "Lascia o raddoppia" di Mike Buongiorno, per ovviare alla scarsa presenza di spettatori, i gestori (Dino Rossi e Lina Farolfi) pensarono bene di installare un televisore in platea, rimandando a dopo la trasmissione, la visione dei film.
Successivamente fu inserita un' altra proiezione il martedì sera con pellicola diversa e la domenica pomeriggio con un film per i ragazzi.


... pensarono bene di installare
un televisore in platea ...






Le "pizze" contenenti le pellicole, divise in quattro o cinque scatole di ferro, venivano ritirate e riportate a Firenze in Via Fiume, tutti i martedì e venerdì. La programmazione veniva fatta da Dino Rossi mese per mese. Nella gabina cinematografica si sono succeduti diversi operatori marradesi, qui ricordiamo Biffi, Naldoni, e Gherardelli. Alla "cassa" era stabilmente Lina Farolfi con una Signora di nome Caterina. Al servizio bar e "maschera" si alternava la Sig.ra Giulia Naldoni.

  


I film ambientati nell'antica 
Roma erano di moda 
nei primi anni Sessanta



Naturalmente in quegli anni le macchine cinematografiche ogni tanto rompevano la pellicola, e gli spettatori se la prendevano a voce alta con gli operatori di turno: così, saliva in alto un coro di:  "Biffi!, "Biffi"!








Alla fine degli anni '70 un incendio causò svariati danni, tali da dover cambiare tutte le poltrone ed il rifacimento completo del solaio.
Con l' arrivo dell' Arciprete Don Ulderigo Nuvoli, la gestione e conduzione dell' intero Cinema passarono ad altri per pochi anni, diventando poi,  come è ancora oggi,  Sala Parrocchiale.
Il cinema "Borsi" funzionò sino alla fine degli anni '70, esattamente fino al 30 giugno 1977.
   



Le commedie musicali furono un altro
filone cinematografico di successo
negli anni Sessanta





 


Agli inizi degli anni Settanta 
vennero di moda i cosiddetti 
"western all'italiana"
girati a Cinecittà, cioè a Roma.



Relativamente al Teatro degli Animosi, si ricorda che, nell’anno 1954, il teatro era gestito dal Club Sportivo Culturale Marradese per conto dell' ENAL (Ente Nazionale Assistenza Lavoratori). Limitandosi il CSCM ad organizzare feste, commedie e veglioni, per un utilizzo completo della struttura si affidò a Dino Rossi, dietro pagamento di un affitto, la conduzione del Cinema e la sua programmazione.
Marradi per diversi anni ebbe così il cinema sia al "G. Borsi" che agli "Animosi", compreso il lunedì pomeriggio, giorno di mercato.

  

L' Animosi alla fine degli anni '60 era talmente malridotto che le porte dei palchetti, in corso di deterioramento, lanciavano a tratti "spifferi" e "botte" tanto che, nel corso della visione del "Il pozzo ed il pendolo" tratto dal testo di E. A. Poe, fra le paure che suscitava il film, il rumore della pioggia scrosciante fuori ed il vento che faceva sbattere le porte dei palchi improvvisamente, i pochi spettatori sparsi per comodità nell' intera platea, alla fine del film si trovarono impauriti uno vicino all' altro!

Di contro ed in positivo, molto positivo per gli innamorati e fidanzati, era ritrovarsi chiusi a chiave a guardare (!?) il film nel palchetto.
Al riscaldamento del teatro si provvedeva con una grande caldaia a legna.
Alla "Cassa" si alternava tutta la famiglia di Dino Rossi ed in gabina ruotavano gli operatori del G. Borsi.
La gestione Dino Rossi terminò con la chiusura del Teatro che, dopo essere stato acquisito dal Comune di Marradi fu ampiamente restaurato a partire dal 1968.


... i pochi spettatori alla fine del film si trovarono
 impauriti uno vicino all'altro!








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