lunedì 29 settembre 2014

Un nome, una storia

Il militare GIOVANNI VISANI

di Luisa Calderoni


Il Monumento 
negli anni Trenta
(cartolina di G. Farolfi)


Per dare un volto ai nostri caduti e ritrovare la loro dimensione umana partiamo da un certo Giovanni Visani.
Il nome di Giovanni Visani appare in lettere di metallo tra i caduti della seconda Guerra mondiale sul lato sinistro del monumento ai caduti situato nell'omonimo giardino di Marradi.



Chi era Giovanni Visani? Cosa sappiamo di lui per ricostruirne la breve vita?
Come da relativa scheda anagrafica, sappiamo che Giovanni nacque a Marradi il 16 luglio 1916 da Pietro e Teresa Cavina. Giovanni  era celibe,  esercitava il mestiere di bracciante agricolo e sapeva leggere e scrivere.
Nel 1931 abitava a Marradi in località Casa Gondi al numero civico 160 ( dati del censimento del 1931), ma nel 1936 si trasferì nel Mulino Piani  e successivamente a Biforco, Strada per Cardeto n. 6, ed ebbe  l' ultima residenza al Casale di Biforco, numero 20,  Parrocchia di Marradi, Strada per Faenza. 






Da  una nota  scritta a mano sulla sua scheda anagrafica apprendiamo  che Giovanni Visani fu  " dichiarato irreperibile in seguito al fatto d'armi, anzi in occasione dell'affondamento della M.N. "Paganini " avvenuto il28 - 6 - 1940 XVIII.
Tale dicitura  viene poi  riportata a caratteri stampatello  quando Giovanni viene eliminato dal registro in data 16.10.1952 in questi termini: " Dichiarato irreperibile  quale militare disperso in guerra. Perito il 28.6.1940 per affondamento Motonave " Paganini". Non cens.4/II/1951"
Ma che ci faceva Giovanni a bordo della motonave Paganini?
Giovanni era imbarcato con altri novecentoventi soldati, nella maggioranza toscani, e stava navigando verso Durazzo, nell'ambito della campagna militare contro la Grecia voluta da Galeazzo Ciano.
La sera del 27 giugno del 1940 la motonave era salpata da Bari. Si trattava di una nave civile di circa 2450 tonnellate noleggiata alla "compagnia Tirrenia".I soldati della Paganini stavano raggiungendo l'Albania per la preparazione dell'attacco che avrebbe dovuto portare l'esercito italiano dritto a Salonicco:




La motonave Paganini mentre 
affonda davanti a Durazzo 


Su questo naufragio è stata scritta da Daniele Finzi un'opera presentata qualche tempo fa in Palazzo Medici Riccardi a Firenze; riportiamo alcune parole di Aldo Piccini, classe 1919, ex alpino sopravvissuto al naufragio:



Daniele Finzi
Una storia nel cuore
L'affondamento della MN Paganini

"Il mare era mosso, molto mosso. Noi eravamo giù nella stiva. C'erano i lettini a castello e ci avevano detto di stare fermi perchè il mare era mosso (...). C'era un fittacchiume incredibile, non si respirava. Mi alzai e andai sul ponte. Mi ricordo che le scale erano strette ed io che sono grosso ci passavo appena. Dopo una quindicina di minuti che ero sul ponte, la nave si inclinò e io mi ritrovai in mare."

Il libro di Finzi appare come un doveroso omaggio alla memoria delle vittime ma anche un atto di accusa contro la faciloneria dell' Italia Fascista e del capi supremi dell'Esercito Italiano. Sulla motonave tra animali, soldati, armamenti sistemati a forza in coperta, mancavano le scialuppe di salvataggio e le vie di fuga, costituite da strette scalette, non erano adeguate a far uscire i soldati in massa. A sole quattro  miglia da Durazzo la motonave affondò per sabotaggio,secondo  la versione ufficiale del tempo. Daniele Finzi sostiene invece la tesi dell' attacco inglese, testimoniata dalle modalità dell'incendio e dalla presenza di sottomarini inglesi nelle acque dell'Adriatico.


La ricerca ha evidenziato che le vittime della Paganini erano soldati e ufficiali giovanissimi fra cui i tecnici dell'Istituto Geografico Militare di Firenze mentre molti furono i caduti figli di un'Italia povera e contadina.


Anche il nostro Giovanni Visani era giovanissimo, aveva appena 24 anni ed era un bracciante agricolo.
Morì in questo viaggio funesto, morì senza colpo ferire?  No, scopriamo che era stato arruolato nel 1939....quindi deve aver partecipato alla campagna d'Africa.


Il relitto individuato dal gruppo 
di sommozzatori Betasom.



Fonti: I documenti d'archivio sono stati trovati dall'archivista Mario Catani.

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