mercoledì 7 gennaio 2015

Gli affreschi del palazzo Ceroni Bernabei



In casa di una antica famiglia marradese


Il  palazzo
 nei primi anni del '900





Il palazzo che stiamo per vedere è una delle antiche residenze della famiglia Ceroni e la prof. Antonella Bernabei, attuale proprietaria, ha gentilmente concesso di fotografare gli affreschi del primo piano.

I Ceroni nei secoli passati erano un vero e proprio casato, formato da diverse famiglie imparentate. Commercianti e proprietari terrieri, hanno sempre avuto una posizione di rilievo a Marradi. Nel Cinquecento erano già tanto ricchi da rivaleggiare con i Fabroni.
Nel 1563 a seguito di una lite alcuni dei Ceroni uccisero Pelinguerra Fabroni e la famiglia dovette fuggire nello Stato Pontificio, esiliata dal granduca Cosimo I e diffidata dal tornare a Marradi. A quei tempi la consorteria dei Ceroni non era di solito tanto incline al compromesso, però questa volta il fatto era stato grave e si doveva patteggiare.
Siccome i Ceroni non potevano rientrare nel Granducato e i Fabroni non si fidavano ad andare nello Stato Pontificio, l’accordo si fece nel febbraio 1569, a Campora di Popolano, sul confine, appena fuori dal Granducato. L'esilio durò sedici anni, e solo nel 1577 il nuovo granduca Francesco I permise il rientro, visto che la pace fra le due famiglie era stata durevole. Dai documenti dell’ Archivio Mediceo citati dallo storico Giuseppe Matulli risulta che:



“ … Il 13 febbraio 1569 si fece questa utilissima e santa pace con allegrezza e soddisfazione delle parti, che si ridussero alla Badia di Campora, nel terreno del Papa ove concorse un popolo infinito a veder la cosa …”.


Di queste storie ce ne sono molte altre e chi vuole saperne di più può cercarle nella bibliografia in fondo a questo articolo.




Il palazzo di via Talenti era già completo nel 1820 - 1830, come si vede nella planimetria del Catasto del Granduca Leopoldo che è qui accanto.


Nel corso dell'Ottocento non pare che vi siano state grandi modifiche, perché la planimetria del Catasto del Regno d'Italia (1891) è sostanzialmente la stessa del 1830.
Però cambiò la viabilità di fronte al palazzo, perché nel 1830 - 1840 fu aperta via Razzi (la Strada Nuova) e furono costruiti tutti i palazzi di via Talenti.

  



Negli anni Venti la facciata era da rifare, come si vede in questa foto, scattata prima del 1928 perché sullo sfondo non c'è ancora il palazzo del Credito Romagnolo.




  



Il signor Antonio Ceroni spese un bel po' di soldi per rifare la facciata e le porte al pianterreno, e nei primi anni Trenta il palazzo era così. La foto è stata scattata prima del 1933, perché sulla sinistra non c'è la Cassa di Risparmio di Firenze ma la Banca di Credito e Sconto, che fallì in quell' anno.





  


Entriamo.
Si sale una bella scala e si arriva in una sala affrescata nel soffitto.



 














Il motivo del decoro è un cielo stellato, contornato da un bordo decorato. Lungo questo, in tre lunette sono raffigurati i tre colli di Brisighella. Qui accanto si vede La Signora del Tempo, ossia la torre dell'orologio, che fu costruita nel 1865. Dunque questi affreschi sono della seconda metà dell'Ottocento.
  




La Rocca di Brisighella si riconosce benissimo, invece la terza lunetta, dove dovrebbe esserci la chiesa del Monticino, è sciupata da una chiazza d'umido e lascia intravedere solo alcune forme. 



  








Questi soggetti si spiegano con il fatto che la famiglia Ceroni, oltre alle terre di Casaglia e ai poderi della vallata della Badia del Borgo e di Marradi, aveva anche grandi poderi a San Cassiano di Brisighella.












Clicca sulle immagini
se le vuoi ingrandire



 


Negli angoli ci sono 
dei pregevoli motivi floreali.







  


   



  


  
La stanza attigua è un elegante studio contornato da un fregio dorato di stile liberty. Alle pareti le foto di famiglia.

 


















 
 In paese c'è ancora il ricordo di Antonio Ceroni, questo distinto signore seduto nel giardino di casa sua con la moglie, Giovanna Bassani.




















Le sorelle Erminia e Teresa Ceroni furono le ultime ad avere la residenza in questo palazzo. Ora l'appartamento al primo piano è una seconda casa per i fine settimana della prof.ssa Antonella Bernabei, figlia di Erminia Ceroni.


Qui accanto le due sorelle da bambine (nella fila in alto, sono la seconda e la terza da sinistra) stanno per partire in treno dalla stazione di Marradi per una gita scolastica, in divisa e con il gagliardetto, come usava negli anni Venti nei primi anni del Fascismo.






Invece qui stanno ascoltando Radio Londra, la radio degli Alleati, nel 1944, di nascosto e al lume dell' abatjour.









E i Bernabei?

Erminia Ceroni sposò Filippo Bernabei, ed ebbe due figlie, Antonella e Gabriella, entrambe professoresse. I Bernabei erano una famiglia di proprietari terrieri e allevatori originaria di Campigno. Qui vediamo i loro figli in fila in una foto degli anni Trenta.




 


La casa di famiglia dei Bernabei rispetto a quella dei Ceroni è centro metri più avanti verso Biforco, e ha un magnifico giardino che dà sul Lamone.

Da una porticina si arriva al fiume, dove è stata scattata questa fotografia. Sullo sfondo si vede il centro di Marradi e il Monastero delle Domenicane.






Proseguiamo.
Nella sala accanto allo studio il motivo della decorazione cambia. Il soffitto è affrescato con motivi floreali e simbolici, ricchi di particolari.


Questa sala è stata forse affrescata da Galileo Chini. L'organizzazione generale dell'affresco, la simbologia, il dettaglio fanno pensare a questo.

 




Spesso, ma non sempre, questo artista murava in qualche angolo una piastrella di ceramica, fatta da lui in stile liberty, con la dicitura "questa stanza è stata decorata da Galileo Chini", però qui non c'è.

In compenso ci sono dei dettagli, come questi qui di seguito, che sono quasi una firma.







Attorno al lampadario una elegante serie di volti femminili rivelano l'espressione diversa di ognuno se si osservano con attenzione.




























Fonti
Articolo "La Consorteria dei Ceronesi", Archivio del blog alla data 20 luglio 2011
Le cartoline di via Talenti vengono dalla collezione Sergio Zacchini.
La foto alla stazione di Marradi è di Francesco Cappelli.
Le planimetrie del Catasto sono documenti dell' Archivio di Stato di Firenze.





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