sabato 19 agosto 2017

Amerigo di Giovanni Manfredi

Il diplomatico signore 
del Castellone
ricerca di Claudio Mercatali

  

I Manfredi furono signori del Castellone e quindi di Marradi per circa 80 anni (dal 1351 al 1428). Pur non essendo nobili di stirpe si trovano spesso citati con il titolo di conti.
Il primo conte fu Giovanni di Alberghettino, poi suo figlio Amerigo e in ultimo Ludovico, figlio di quest' ultimo. Di Giovanni e di Ludovico abbiamo già detto nelle ricerche che sono nell' archivio tematico alla voce Storia del 300 e del 400, e quindi ora tocca ad Amerigo.
Egli era figlio di Giovanni di Alberghettino Manfredi, l'aggressivo feudatario signore del Castellone di Marradi nella seconda metà del Trecento. Sua madre era figlia di Maghinardo Novello, l'ultimo degli Ubaldini di Palazzuolo, che fomentò una rivolta a Susinana e venne arrestato e decapitato a Firenze.



E possibile che Amerigo, viste le disavventure di suo padre Giovanni e la fine tragica del nonno materno, avesse capito che con il Comune di Firenze era meglio ridursi a miti consigli. Del resto anche suo padre Giovanni di Alberghettino, negli ultimi anni di governo della Rocca del Castellone si era messo al servizio della Signoria, svolgendo all'occorrenza anche qualche compito di polizia, come la riconsegna dei fuoriusciti e dei rivoltosi in fuga da Firenze dopo le varie fazioni che capitavano in città in quel secolo.

Ecco qui accanto una notizia tratta da uno storico antico, Marchionne di Coppo Stefani, che parla proprio di questo. Il documento è un autografo di Giuseppe Matulli, l'autore del Libro La via del grano e del sale, che è la principale fonte di notizie per la storia di Marradi del Trecento.



Giovanni e Amerigo cedettero a Firenze il castello di Bocconi, fra S.Benedetto e Portico, in cambio di protezione. Un accordo di questo genere si diceva di accomandigia ed era in pratica un assoggettamento.

In compenso i Fiorentini lasciavano che la famiglia Manfredi governasse Marradi, perché a loro in fondo interessava soprattutto che la via lungo la valle fosse libera e sicura, per il commercio del grano e del sale.

Questo è un evento importante per la storia dell'alta valle del Lamone, perché segna l'ingresso ufficiale dei Fiorentini qui da noi e la perdita di influenza di Faenza, anche se il definitivo passaggio di Marradi e Modigliana sotto Firenze avverrà più tardi, nel 1428.
Il fatto è registrato anche nelle Historiae di Faenza, di Giulio Cesare Tonducci, come si può leggere qui sotto.

  

Finirono così le guerricciole fra feudatari e almeno una parte dei soprusi. I Marradesi del tempo saranno stati senz' altro contenti di questo. Però continuarono gli intrighi, perché Amerigo, secondo la tradizione di famiglia, non perdeva occasione per tramare contro gli odiati cugini, i Manfredi di Faenza.

Da Giulio Cesare Tonducci apprendiamo che il signore del Castellone riuscì a combinare un matrimonio doppio, fra due sue figlie e due rampolli della famiglia Da Polenta, che signoreggiava a Ravenna. I Manfredi videro in questi matrimoni un progetto di aggiramento ai loro danni e minacciarono un intervento armato, che però non ci fu. Di Amerigo sappiamo poco altro. Fu molto prolifico, perché ebbe anche tre figli maschi, Ludovico, Jacopo e Giovanni. Il primogenito Ludovico gli succedette e fu l'ultimo signore del Castellone.

Con Ludoivico riaffiorò l'aggressività del nonno Giovanni e anche l'arroganza nei confronti dei Fiorentini, che ad un certo punto lo invitarono a Firenze "per intendersi" ma non appena giunto in città lo imprigionarono nel carcere delle Stinche e non lo liberarono più.

Era il 1428 e a Marradi arrivarono le milizie del Comune di Firenze comandate da Averardo de' Medici, per snidare definitivamente i fratelli di Ludovico dal Castellone. L'assediò durò un mese ed ebbe successo. I Manfredi del ramo marradese furono esiliati e si perse di loro ogni traccia.

La passeggiata al Castellone è un classico per i marradesi. In primavera si può partire dal Ponte di Camurano e seguire la strada campestre che sale lungo il fosso del Frassino. 


Chi vuole seguire la via medievale può partire dalla stazione di Biforco e seguire il percorso illustrato in un pannello molto chiaro che si trova lì. Che cosa si vede dal Castellone?


 Accanto: visuale sud 
Sotto: visuale nord


    

 
 
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1 commento:

  1. Alberto A. Pechemiel12 maggio 2024 alle ore 01:47

    ¿Come mai non erano nobili di lignaggio quando erano un ramo dissidente dei principi di Faenza?

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