Mille Tedeschi passano
nella valle del Lamone
Ricerca di Claudio Mercatali
Soldati Austriaci e Ungari
del Settecento
Nei secoli passati ogni crisi
europea di un certo rilievo provocava la discesa di qualche esercito in Italia.
Accadde così anche nel 1743 e nel 1744, nel corso della Guerra di Successione
Austriaca, che fu un complicato conflitto fra Austria e Spagna.
Dallo storico dell' Ottocento Antonio Metelli apprendiamo che nel 1743:
“… Durante la vernata si calarono a schiere dalla Germania
le genti del Principe di Lobkowitz e passarono da Forlì e Rimini verso gli
Spagnoli che da Pesaro si ritiravano verso il Lazio.
Lo scontro a Velletri fu
sanguinoso ma di esito incerto e di dubbia vittoria. Gli eserciti stettero
l’uno a riscontro dell’ altro lungamente finché il Principe di Lobkowitz
vedendo assottigliarsi per le malattie le sue truppe levò il campo per tornare
donde era venuto e a Perugia una parte delle sue truppe passò in Toscana e poi
raggiunse la Romagna …”
Dalla piega degli eventi era chiaro che almeno una colonna di
Austriaci e Ungari in ritirata, dopo aver percorso la Toscana in lungo e in
largo per le necessità della guerra, avrebbe valicato la Colla per scendere
nella Valle del Lamone e allora bisognava provvedere. Provvedere a cosa?
La
secolare esperienza dei passaggi degli stranieri in Italia aveva insegnato che
gli eserciti in transito andavano favoriti, foraggiati, pagati, perché
altrimenti si abbandonavano ai saccheggi. Era una dura necessità che periodicamente
si ripeteva e questa di cui stiamo parlando non è nemmeno la peggiore che sia
capitata qui da noi.
Antonio Metelli, di Brisighella, ci dice che:
“ …Il cardinale che reggeva la
Provincia di Ravenna, affinché la mancanza delle cose necessarie ai soldati non
originasse qualche disordine, ordinò a Faenza che cinquanta carri ogni giorno
fossero lesti in servigio delle truppe e i Faentini chiesero a Brisighella e a
Marradi che si fornissero per aiuto venti paia di buoi da aggiungere ai traini.
Arrivò l’avviso che una parte dell’esercito tedesco veniva verso Marradi per la
qual cosa servivano tremila e duecento pani da mandare a quella volta.
Si
inviarono a Marradi undici barrocci con cinquantatrè sacchi di pani numerati e
si mandarono avanti alcuni villani armati di zappe che appianassero la via e
dessero comodità di transito ad alcuni soldati Austriaci di scorta. Corsa voce
che i Tedeschi erano a Marradi si stabilì di avvisare il fornaio (di
Brisighella) che si tenesse pronto e si esercitò prudentemente e pavidamente
l’ufficio cosicché a quei soldati non si porse l’appicco di tumultuare …”.
Così la colonna dei Tedeschi
passò senza tanti guai e a Brisighella non furono “… da null’altro turbati che
dal peso delle pubbliche imposte, che il furore della guerra aveva reso più
gravi”.
E a Marradi che cosa si fece?
Qui da noi ci fu meno apprensione
perché Francesco Stefano di Lorena, Granduca di Toscana, era uno dei
pretendenti alla corona d’Austria e dunque gli Austriaci e gli Ungari del
Principe di Lobkowitz in pratica stavano attraversando le terre del loro
padrone e non potevano saccheggiarle. Però i marradesi non potevano lasciare a
digiuno le truppe del Granduca e quindi si dovettero rassegnare a spendere.
Nei
documenti dell’archivio storico del comune di Marradi c’è scritto che la guerra
durava già da qualche anno e il Granduca aveva fatto una legge per regolare la
questione:
“Avendo questo Real Consiglio
delle Finanze considerati i disordini che sono nati in vari Luoghi della
Comunità in occasione del passaggio e permanenza di Truppe, ha ordinato il
seguente regolamento da osservarsi in futuro, in occasione di detti passaggi
... E Dio vi guardi”.
I Conservadori del Dominio fiorentino,
Firenze 16 novembre 1742
Il Regolamento stabiliva tante
cose ma la sostanza era che i Comuni attraversati dalle truppe dovevano mettere
mano al portafoglio.
A metà novembre il Commissariato di Guerra di Firenze
fece sapere al Gonfaloniere di Marradi che sarebbero passate due colonne di
soldati Austriaci. Con una certa avarizia chiese anche di risparmiare al
massimo sul pane da dare ai soldati, in questo modo:
“Trasmetto a Vostra Signoria la nota delle porzioni di
pane che dovrà somministrarsi alla prima e seconda colonna delle truppe
Austriache, secondo la disposizione che poi le invierò dalla quale conoscerà il
giorno che le dette truppe saranno costì. Questo Commissariato di Guerra mi fa sapere che per minima
spesa si potrebbe fare il pane di due terzi di farina e di un terzo di
segalato, con che essendo buono il macinato servirebbe levare libbre quattro di
semola della più costosa per ogni staio e con il restante fabbricare il pane”.
Firenze, 14 novembre 1744
Maria Teresa d’Austria nel 1744
Quanti erano e da dove
venivano
i soldati Austriaci?
“C’è un istaccamento di truppe
di Sua Maestà la regina d’Ungheria e Boemia (la futura Maria Teresa d’Austria), in marcia rotta, (in ritirata)
consistente in numero di venticinque ufficiali e mille fra fanti e bassi
ufficiali e soldati comuni che da Pisa passano a Marradi facendo le seguenti
stazioni:
a dì 9 novembre a Pontedera, a
dì 14 a Empoli, dove faranno un giorno
di riposo, a dì 17 alla Lastra a Signa, a dì 24 a Prato, dove faranno un giorno
di riposo, a dì 30 a Borgo S.Lorenzo, a dì 1 dicembre a Marradi, dove faranno
un altro giorno di riposo, per poi passare più oltre dove saranno comandati.
Sarà perciò cura delle suddette Comunità di fornire l’alloggio con letti agli
ufficiali ed il coperto con libbre dieci di paglia e altrettanto di legna per
testa ed una libbra di olio ogni trentadue di essi, riportandone le opportune
ricevute dall’ uffiziale comandante.”
A.Campani, dal
Commissariato di Guerra, Firenze 19 novembre 1744
Tenuto conto che una libbra toscana era
circa 350 grammi, ogni soldato ebbe 3,5 kg di paglia per fare da cuscino e 3,5
Kg di legna da bruciare nella fredda notte del dicembre marradese. In più un
po’ d’ olio per friggere qualcosa. Insomma una vera miseria. Però moltiplicando
per mille, quanti erano i soldati, si arriva a 10.000 libbre di
paglia (35 quintali) altrettanti di legna e circa 11 litri d’ olio e a questo,
oltre a 350 kg di pane, dovevano provvedere i marradesi. Si spese anche per
alloggiare in qualche modo al coperto mille persone e per un buon soggiorno dei
venticinque ufficiali, che non si potevano lasciare a dormire nella paglia con
un pezzo di pane per cena.
Da
Firenze il Commissariato di Guerra raccomandò al Cancelliere di Marradi di far firmare al Comandante delle truppe
la ricevuta per quanto fornito, perché non potesse dire di essere stato
trascurato.
“Dalle annesse copie di marce
rotte (= ritirate) fattemi pervenire da questo Commissariato di Guerra vedrà
Vostra Signoria il passo che devono fare da codesto luogo i due distaccamenti
di truppe della Regina d’ Ungheria e Boemia ai quali vedrà di preparare tutto il
bisognevole, con avvertire di riportarne all’ Uffiziale comandante le opportune
quietanze per poi trasmettermele immediatamente dopo il passo delle medesime.
Soprattutto invigili che le cose camminino a dovere e senza inconvenienti e
frattanto accusi la ricevuta di questo mio ordine”.
Firenze 20 novembre 1744
Poi il peggio passò ma i conti furono salati per tutti. I
brisighellesi spesero per non suscitare l’ostilità dei Tedeschi, e i marradesi
perché essi non erano ostili ma non si potevano lasciare a digiuno e
all’addiaccio.
Stemma di Francesco
Stefano di Lorena, Granduca e
Imperatore d’Austria.
Chi vinse la Guerra di Successione Austriaca?
Il Granduca
Francesco Stefano di Lorena, il 14 settembre 1745 divenne imperatore d’Austria,
e il Granducato fu amministrato da Vienna come una provincia dell' Impero. Nel
1765 la Toscana passò al figlio Leopoldo, che tornò a risiedere a Firenze.
Bibliografia
Documenti
dell’Archivio storico del Comune di Marradi, filza degli anni 1743 – 45.
Antonio Metelli Storia di Brisighella e della Val d’Amone.
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