La Storia sismica di Marradi
e dell' appennino tosco romagnolo
ricerca di Claudio Mercatali
La datazione degli eventi sismici
avvenuti qui da noi è stata un' opera lunga ma non difficile, perché ci sono tanti
documenti antichi che parlano dei terremoti avvenuti.
Con gli archivi delle parrocchie e i resoconti delle autorità Pontificie o Granducali è stato possibile datare tutti i sismi della Romagna Toscana e del Mugello dal 1661 e in parte anche prima.
Con gli archivi delle parrocchie e i resoconti delle autorità Pontificie o Granducali è stato possibile datare tutti i sismi della Romagna Toscana e del Mugello dal 1661 e in parte anche prima.
L'elenco è qui sotto: il primo numero a sinistra è il
grado secondo Mercalli, segue la data, l'ora della scossa e il luogo dell' epicentro. Tutti questi
eventi furono percepiti anche a Marradi, e soprattutto quelli del 1661, del
1781 e del 1919 provocarono dei danni notevoli. Leggiamo:
6
1688 11 aprile 12:20 Romagna
7
1725 29 ottobre 17:40 Appennino tosco emiliano
7 1781 17 luglio 09:40
Romagna
6
1874 07 ottobre Imolese
5
1892 29 dicembre 13:48 Appennino bolognese
4
1892 29 dicembre 20:11 Palazzuolo sul Senio (FI)
4
1895 18 maggio 19:55 Appennino Fiorentino
5 1904 17
novembre 05:02 Appennino Pistoiese
5 1909 13
gennaio 00:45 Bassa padana
6 1913 21
luglio 22:35 Valle del Lamone
5 1917 02
dicembre 17:39 Galeata
5 1918 10
novembre 15:12 Appennino romagnolo
7 1919 29
giugno 15:06 Mugello
4 1929 10
aprile 05:43 Appennino Bolognese
6 1929 18
luglio 21:01 Mugello
5 1931 05
settembre 01:25 Mugello
6 1931 15
dicembre 03:31 Mugello
7 1939 11
febbraio 11:16 Marradi
5 1952 04
luglio 20:35 Appennino romagnolo
4 1956 26
aprile 03:00 Appennino tosco-emiliano
5 1956 26 maggio 18:39 Appennino
romagnolo
5 1956 03
giugno 01:45 Appennino romagnolo
4 1957 17
aprile 02:22 S. Sofia
4 1991 14
gennaio 07:38 Aretino
4 2000 08
maggio 12:29 Emilia Romagna
4 2001 26
novembre 00:56 Casentino
4 2003 26
gennaio 20:15 Forlivese
Le intensità sono misurate con la
scala del geologo A.Sieberg che nel 1930 aggiornò la scala Mercalli.
La scala Mercalli - Càncani -
Sieberg (MCS) ha il pregio della semplicità, perché all' effetto provocato corrisponde
il grado del sisma. Però se l'epicentro è in aperta campagna dove non c'è quasi
niente da danneggiare come si fa a stabilire l'entità del terremoto? Per questo
oggi si usa la scala Richter, che non è basata sui danni. Però adesso la scala
MCS ci serve, perché dei terremoti antichi abbiamo solo la descrizione dei
danni.
La scala intera conta dodici gradi ma qui di seguito sono descritti solo i livelli di chiara percezione (IV e V) e quelli dei danni di media e forte entità (VI e VII) perché i terremoti storici avvenuti qui da noi sono compresi fra questi valori. Ogni tanto leggerete qualche parola insolita, perché questa è una descrizione fatta ai tempi di Mercalli.
La scala intera conta dodici gradi ma qui di seguito sono descritti solo i livelli di chiara percezione (IV e V) e quelli dei danni di media e forte entità (VI e VII) perché i terremoti storici avvenuti qui da noi sono compresi fra questi valori. Ogni tanto leggerete qualche parola insolita, perché questa è una descrizione fatta ai tempi di Mercalli.
All'aria aperta non molte persone percepiscono il terremoto. All' interno delle case il
sisma viene invece riconosciuto da un maggior numero di persone, ma non da tutte,
in seguito al tremolio, oppure alle lievi oscillazioni dei mobili, in conseguenza
delle quali la cristalleria ed il vasellame, posti a breve distanza, si urtano
come quando un autocarro pesante passa su un asfalto sconnesso; i vetri delle
finestre tintinnano; porte, travi ed assi in legno scricchiolano, crepitano soffitti.
In recipienti aperti i liquidi vengono leggermente smossi. In casa si ha la
sensazione che venga rovesciato un oggetto pesante (un sacco, un mobile),
oppure di oscillare insieme con la sedia o il letto, come avviene su una nave
con mare mosso. Questo movimento tellurico di solito non provoca paura nelle
persone a meno che non siano nervose o apprensive a causa di terremoti
precedenti. In rari casi si sveglia chi sta dormendo.
Il campanile della chiesa di S.Lorenzo, a
Marradi,
prima del 1919 e nel 1930.
prima del 1919 e nel 1930.
Sotto: La piazzetta di Casaglia dopo il sisma
del 29 giugno 1919
del 29 giugno 1919
V grado. Abbastanza forte
Il sisma viene percepito da
numerose persone anche da quelle impegnate nelle attività giornaliere, in
strada e, se sensibili, anche all’ aria aperta. Nelle abitazioni si avverte la scossa
in seguito al movimento ondulatorio dell'intero edificio. Si vedono le piante e
le frasche, nonché i rami più piccoli dei cespugli e degli alberi agitarsi,
come se ci fosse un vento moderato.
Oggetti appesi come tendaggi, semafori,
lampade e lampadari non troppo pesanti iniziano ad oscillare; dei campanelli risuonano;
gli orologi a pendolo subiscono un arresto oppure un’ accelerazione, a seconda
che la direzione della scossa sia perpendicolare o normale al moto di
oscillazione; allo stesso modo gli orologi a pendolo fermi possono riprendere a
funzionare; le molle dell'orologio tintinnano; la luce elettrica si mette a
tremolare o viene a mancare in seguito ai movimenti che interessano le linee
della corrente; i quadri urtano rumorosamente contro le pareti, oppure si spostano;
da recipienti colmi ed aperti vengono versate fuori piccole quantità di
liquido; possono cadere a terra ninnoli ed piccoli oggetti, così come avviene
anche per oggetti addossati alle pareti; gli arredi leggeri possono perfino
essere un po’ spostati; i mobili strepitano; le porte e le imposte si aprono e
si chiudono sbattendo; i vetri delle finestre si infrangono. Si svegliano quasi
tutti coloro che stanno dormendo. In qualche caso le persone fuggono
all'aperto.
Il progetto per il rinforzo del tetto
della chiesa arcipretale
di Marradi (anno 1931)
VI grado. Forte
Il terremoto viene percepito da
tutti con un certo panico, tanto che molti fuggono all'aperto, mentre alcuni
hanno anche la sensazione di cadere.
I liquidi si agitano fortemente; quadri,
libri ed analoghi oggetti cadono dalle pareti e dagli scaffali; le stoviglie
vanno in pezzi; le suppellettili, anche quelle in posizione stabile, e perfino
singole parti dell’ arredamento vengono spostati se non addirittura rovesciate;
si mettono a suonare le campane di dimensioni minori nelle cappelle e nelle
chiese, gli orologi dei campanili battono le ore. In alcune case, anche se
costruite in maniera solida si producono lievi danni: fenditure nell' intonaco, caduta
del rivestimento di soffitti e di pareti. Danni più gravi, ma ancora non
pericolosi, si hanno su edifici mal costruiti. Si può verificare la caduta di
qualche tegola e pietra di camino.
VII grado. Molto forte
Ragguardevoli lesioni vengono
provocate all’ arredamento delle abitazioni, anche agli oggetti di considerevole
peso che si rovesciano e si frantumano. Rintoccano anche le campane di
dimensioni maggiori. Corsi d' acqua, stagni e laghi si agitano di onde e
s' intorbidiscono a causa della melma smossa. Qua e là, scivolano via parti
delle sponde di sabbia e ghiaia.
I pozzi variano il livello dell' acqua in essi contenuta.
Danni modesti a numerosi edifici se solidamente costruiti: piccole spaccature
nei muri, caduta di parti piuttosto grandi del rivestimento di calce e della
decorazione in stucco, crollo di mattoni e in genere caduta di tegole. Molti
camini vengono le si da incrinature, da tegole in caduta, dalla fuoruscita di
pietre; i camini danneggiati crollano sul tetto e lo rovinano. Dalle torri e
dagli edifici più alti cadono le decorazioni non ben fissate. Nelle costruzioni
a traliccio, risultano ancora più gravi i danni ai rivestimenti. In alcuni casi
si ha il crollo delle case mal costruite oppure riattate.
Le isosisme del terremoto
del 15 dicembre1931,
con epicentro a Marradi.
con epicentro a Marradi.
Leggendo l'elenco cronologico si
può avere l'impressione che in tempi recenti i terremoti siano avvenuti più
spesso, ma in realtà questo dipende dal
fatto che le notizie antiche sono più scarse e di qualche evento non ci è
giunta memoria. Dunque questa è la nostra
"storia sismica", con il succedersi dei vari eventi e con i danni che
gli abitanti della Val Lamone dovettero sopportare di volta in volta.
Tutto ciò
ci può essere utile in qualche modo o è solo storia?
Secondo un'ipotesi accettata da molti ma criticata da altri il succedersi degli eventi in una certa zona tende a ripetersi ad intervalli quasi costanti, che sarebbero i tempi di ricarica delle tensioni nel sottosuolo. Secondo questa teoria siccome i sismi significativi qui da noi furono quelli nel 1542, 1661, 1781, 1919 a distanza di 120 - 140 anni uno dall' altro, dovremo aspettarci una scossa dello stesso genere nel 1919 + 130 = 2049 ossia circa alla metà di questo secolo.
Fantasia? Non tanto, perché in
effetti le rocce del sottosuolo, a diversi chilometri di profondità, sono
sottoposte alle tensioni dovute al sollevamento dell' Appennino, che non è
finito.
L'accumulo delle tensioni mette le rocce sotto uno sforzo progressivo e
alla fine c'è la rottura, lo scarico delle forze accumulate, che si manifestano
come un'onda sismica. Poi il ciclo si ripete e lentamente si genera un nuovo
accumulo di forze che si scaricheranno con il terremoto successivo. Però non tutte le cose per noi logiche sono vere e non tutte le cose
vere sono logiche. Parliamo di fenomeni profondi, che non possiamo osservare, e
quindi non possiamo essere certi di niente.
Non preoccupiamoci più di
tanto perché dalla mappa degli epicentri degli ultimi anni la nostra zona
risulta una delle meno sismiche del circondario.
Fonti: Chi non ne ha avuto abbastanza può navigare in questi siti:
Qualche mappa epicentrale si può trovare su cnt.rm.ingv.it
Gli epicentri dei terremoti che avvengono in Italia e le stazioni sismiche della Rete Nazionale sono su: iside.rm.ingv.it
Le foto dei siti della Rete sono su http://www.flickr.com/photos/ingv/
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