venerdì 20 aprile 2018

Vincenzo Talenti


La predica
per la Quaresima del 1738
ricerca di Claudio Mercatali
 Faenza, particolare della sala
dei Cento Pacifici


Vincenzo Talenti nacque a Marradi nel 1695 e morì nel 1770. Non sappiamo niente di lui ragazzo, quando viveva qui in paese. Da giovane entrò nell’Ordine dei Padri Scolopi e fece il professore per tutta la vita. Le notizie su di lui ce le ha tramandate Everardo Micheli nel libro Storia della pedagogia italiana, che si vede qui accanto, pubblicato nel 1876.
 

L’opera più importante di Talenti è una biografia di Giuseppe Calasanzio, fondatore degli Scolopi, ma ora ci interessa una predica che lui recitò a Faenza, per la Quaresima dell’anno 1738, nella Sala dei Cento Pacifici, che oggi è uno dei locali del Teatro Masini.


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una comoda lettura
 
Chi erano i Cento Pacifici?
Dalle cronache cittadine sappiamo che nel Cinquecento il Comune di Faenza istituì una Magistratura di cento cittadini virtuosi e solerti, per mediare i dissidi fra le fazioni politiche e le dispute per interesse fra famiglie, che sfociavano spesso in violenze e storie di cappa e spada.



La predica è ricca di concetti nobili, ma ha il tipico linguaggio settecentesco, infarcito di citazioni classiche, che secondo il gusto dell’ epoca nobilitavano il discorso, mentre noi oggi le consideriamo pesanti.








Però ognuno è figlio del suo tempo e allora accettiamo il fatto e leggiamo la predica di Talenti, magari saltando le parti più ridondanti:




State leggendo tutto, senza saltare nemmeno un pezzettino?




Non ci credo, perché il linguaggio dotto del Settecento lo sopportano appena gli studiosi di questo periodo.


... e così leggo nelle vostre leggi che è prescritto a voi (i Cento Pacifici): ... ordinati per manutenzione delle cose della Comunità, tenuti a difenderla da qualunque volesse l'entrata di essa usurpare, e da qualunque altra vessazione le fosse fatta ...






... Le Muse, che tanto aborriscono e fuggono il frastuono e il tumulto delle popolari contese, onde si dicono abitare la tranquilla solitudine delle pacifiche selve e sereni monti ... in questa città (Faenza) abbiano stanza quieta e sicura ...







La chiusura del discorso è a effetto e i Cento Pacifici evidentemente gradirono la predica, perché venne stampata dalla Tipografia Archi e conservata a futura memoria:



... e dieno, senz'altro, fine al mio dire le precise sue voci espresse pel suo Profeta, da imprimersi non su queste pareti solo, ma sopra il vostro cuore: ... Querite pacem civitatis ad quam trasmigrare vos feci; quis in pace illus erit pax vobis (Jeremia XXIX: 7)


(... cercate la pace della città nella quale vi ho fatto emigrare; perché nella sua pace avrete pace)

 
Laus deo   (lode a Dio)
 

Fonte: Documenti della Biblioteca Manfrediana di Faenza, per gentile concessione.

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