venerdì 24 agosto 2018

Dino Campana nel ricordo di Viola Papini


dal libro "La bambina guardava"
ricerca di Claudio Mercatali
 
 
Viola
 con la madre
 
Viola Papini, figlia di Giovanni, il noto critico letterario, sposò Stanislao Paszkowski, della famiglia proprietaria del famoso bar di Firenze, cenacolo di artisti e poeti nel primo Novecento.
Da piccola era abituata al gran via vai di scrittori, giornalisti e critici d'arte che frequentavano il bar e la casa di suo babbo, in via Colletta, vicino a via Bolognese, a Firenze. I suoi ricordi rimasero chiari e precisi, come spesso quelli impressi nella memoria infantile e così nel 1956 scrisse il libro La bambina guardava, edito da Mondadori. Che cosa rammenta Viola di Dino Campana?
 
 

Leggiamo:

" ... Dino Campana arrivò trafelato una mattina verso mezzogiorno; anche questa volta tu (Giovanni Papini) non eri in casa. Quando gli dissi che eri fuori rispose: "Fammi entrare nel suo studio". Io gli spalancai la porta.  Fissata per qualche istante la tua scrivania deserta, voltò su di me il suo torace affannato, rimpinzato di cenci, infrittellato, e guardatomi con rammarico pronunciò questa sola parola: tornerò. Sembrava un accattone accaldato, le gote bolse e rosee per la corsa che aveva fatta, le guance velate di pelame chiaro da adolescente, la pelle lustra e tirata da sacerdote orientale.
M'intenerisco, adesso, a ripensare di essere stata in quel mattino, per qualche minuto, la testimone della sua "passione".
Infatti, come seppi in seguito, era venuto a Firenze da Marradi per imbattersi con Soffici, al quale aveva consegnato il suo manoscritto dei Canti Orfici con la speranza che venisse pubblicato nelle edizioni della Voce, ma il manoscritto per disgrazia andò perduto, ed egli, che lo rivoleva ad ogni costo non avendone altro, s'era fissato di vendicarsi uccidendo Soffici, oppure te in mancanza di lui, perché avresti anche potuto essere la causa di questo smarrimento.
Aveva cercato uno o l'altro di voi alla libreria della Voce e nei caffè cittadini, e come extrema ratio era arrivato in via Colletta.
Pare, a quanto si dice, che avesse proprio in quel mattino che parlò con me, un coltellaccio dentro la tasca del pastrano. Io dunque ho parlato con un tuo fallito assassino.

Ho letto una lettera di lui spedita da Lastra a Signa dall' albergo Sanesi indirizzata alla mamma; la calligrafia è di analfabeta, il contenuto straziante, esaltato, sconvolto. Si raccomanda a lei perché interceda presso di te:

"Voglia aiutarmi a trovare un' occupazione per me presso qualche giornale. Andrei tanto volentieri presso suo marito, col quale spero di ritornare amico e che mi perdonerà, visto il mio stato d'animo nel quale ho sempre vissuto finora".

E questo per liberarsi di una perfida donna. "Quella donna mi ha iniettato il veleno nel sangue". "Questa carogna è piombata su di me come la collera di Dio, e mi ha lasciato distrutto dall'orrore".  

Fonte: La bambina guardava, Arnoldo Mondadori 1956

sabato 18 agosto 2018

1944 Sivio Corbari

La cattura e l'esecuzione
ricerca di Claudio Mercatali



Silvio Corbari nel 1944 era un ragazzo di 21 anni, partigiano spericolato e famoso in tutta la zona dell' appennino romagnolo.
Per diversi mesi la sua formazione si mosse nei monti fra Modigliana e Tredozio, effettuando tante imboscate a fascisti e Tedeschi. Il 18 agosto 1944 Corbari, insieme alla compagna Iris Versari, feritasi nel maneggiare un fucile Sten, e ai partigiani Adriano Casadei e Arturo Spazzoli fu circondato da reparti fascisti a Ca' Cornio, fra Modigliana e Tredozio. Iris Versari si suicidò dopo aver ucciso un soldato tedesco entrato in casa. Gli altri tentarono la fuga ma vennero feriti e arrestati. Furono impiccati il giorno stesso a Castrocaro e poi i corpi di Corbari e di Iris Versari furono appesi a un lampione di piazza Saffi, a Forlì, come monito per la popolazione.
Il mito di Corbari dopo questa fine drammatica crebbe ancora di più e passò oltre il ristretto ambito della cronaca locale. Ecco come racconta la sua storia il giornalista  Giorgio Vecchietti  nel quotidiano La Stampa: 










Corbari e i suoi compagni di Ca' di Cornio
 sono stati insigniti della medaglia d'oro
al valor militare alla memoria.


Iris Versari era nata a San Benedetto in Alpe, al Poggio, ossia nella parte alta del paese, dove c'è l'ingresso della chiesa del monastero. La casa è l'ultima del paese, in alto, con una lapide a ricordo sulla facciata. Quando era una ragazzina la sua famiglia si trasferì a Tredozio e lei cominciò a lavorare a Forlì, come domestica.




 






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E ora non rimane che andare a Cà di Cornio, sui luoghi del fatto.



Si parte da Tredozio, al primo bivio dopo il paese verso Modigliana. Dobbiamo andare alla chiesa di san Valentino dove era parroco don Piazza, un prete amico dei partigiani e dei Comunisti.









La chiesa dista qualche chilometro e si può salire a piedi, però si raggiunge bene anche in auto.




Nei primi due o tre chilometri il percorso si snoda in una valletta dove c'è poco da vedere ma poi il panorama si apre.

Questi sono i monti verso ovest e il crinale là di fronte è quello di Cesata, confine fra Tredozio e Marradi.





Dopo tre quarti d'ora si arriva alla chiesa di san Valentino.






Nel muro una lapide ricorda
i fatti di cui stiamo parlando.
E' citato anche don Piazza, che per sfuggire alla cattura abbandonò la parrocchia e si unì ai partigiani.





Il parroco dopo la guerra fu trasferito a Crespino sul Lamone, dove rimase fino alla morte.
Dalla chiesa parte una comoda strada campestre che scende dolcemente. Il panorama della Romagna è incantevole.







Dopo un po' un cartello indica
che dobbiamo svoltare.














E così si arriva a Ca' di Cornio, casa museo, ben ristrutturata e aperta al pubblico nei giorni di ferragosto, nell'anniversario dello scontro.








martedì 14 agosto 2018

1886 La festa di ferragosto a Popolano

Fuochi d'artificio e
 musica in una calda
sera d'estate
ricerca di Claudio Mercatali


Si fece festa a Popolano, a metà agosto del 1886. Il corrispondente del Messaggero del Mugello, un marradese che si firma gavròche (monello, nel francese popolare) doveva avere qualche interesse di cuore da quelle parti, perché manda qualche messaggio in codice ...

La festa riuscì bene:

... arrivammo sul tardi, proprio nell'ora dei fuochi d'artifizio. Le poche case del villaggio erano guarnite di lampioncini di colori diversi ...  il resto è qui sotto ...
Matulli Ernestino, Cappelli Ettore (tromba) Fabbri Luca (trombone) e Scheda Pasquale (clarinetto) di cui si parla nell'articolo sono qui accanto.
Fonte della foto: Argento vivo,
La Banda di Popolano e il Maestro Eolo Visani,  25 anni insieme
(1987 - 2012)

mercoledì 8 agosto 2018

1907 La Fiera di Palazzuolo di Romagna


Una antica tradizione estiva
Ricerca di Claudio Mercatali

 
Palazzuolo
nel primo Novecento


 
Le fiere d’agosto a Palazzuolo di Romagna (dal 1957 Palazzuolo sul Senio) sono una tradizione secolare. Anche oggi sono eventi che richiamano molta gente e sono organizzate con grande cura. Ora siamo nel 1907 e l’anonimo cronista del Messaggero del Mugello descrive la fiera e il mercato del bestiame che si svolgeva in contemporanea. Leggiamo:

 
Comincia il mercato del bestiame
 
... Palazzuolo, chiuso nella pace nel cuore dell’appennino, che coi suoi bracci lo stringe in una gara sincera di amplessi montanini di rocce e di boschi, ha dovuto lasciare oggi la sua quiete e farsi invadere da un convegno zoologico di cornuti …
 
 
 
 
La gente si affolla
 
… Le massaie guardano contente i gingilli per le loro case, i ragazzi tuffano la faccia nella bella fetta di cocomero, addolorati solo di vederla scemare ad ogni morso …
 
 
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Finisce la fiera
 
… Addio, dunque, o magri montanari, o placidi buoi, o capre umane: io vi seguo nel giro dei vostri pensieri e del vostro ritorno …
 
 
 
 
 

mercoledì 1 agosto 2018

Viaggio in Italia

 
Marradi nelle guide turistiche
dell'Ottocento
ricerca di Claudio Mercatali



L’Italia è sempre stata una meta turistica importante, anche nei secoli scorsi. Gli stranieri che venivano qui da noi spesso avevano delle guide e delle cartine topografiche delle città e delle strade. Succede così anche oggi con la Guida Michelin, l’Atlante automobilistico del Touring Club, l’Almanacco De Agostini e altro. Sarà così ancora per qualche anno, poi i telefoni satellitari e internet probabilmente faranno sparire il cartaceo.

Anche nell’Ottocento c’erano le guide turistiche e le planimetrie delle città più importanti, pubblicate in inglese, in tedesco e in francese da diversi editori, fra i quali spiccavano John Murray   e Karl Baedeker. Queste che seguono sono appunto le informazioni che questi editori davano per la nostra zona, da Faenza a Firenze.
 
Nella guida di John Murray Travellers in northern Italy c'è una descrizione completa della Route 64 (la Faentina) Faenza to Florence, by Marradi and Borgo San Lorenzo.
 
… This road, which vas opened in 1844 …



Questi bei documenti vengono da una scannerizzazione dell' Università del Michigan, senza la quale sarebbero rimasti chiusi nelle biblioteche per chissà quanto tempo.


... On ascending from Marradi the chesnut Woods gradually disappear ...
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... 2 roads lead from Borgo San Lorenzo to Florence ...
 
 



The second route, from Borgo San lorenzo, although longer by 3 miles is to be preferred ...











Anche le guide di Karl Baedeker, in tedesco, erano molto dettagliate.






La piantina qui sopra è l'ingresso agli Uffizi




Le guide Baedeker erano pubblicate anche in francese.