Una dimostrazione
a Marradi
a Marradi
contro gli agenti delle tasse
ricerca di Claudio
Mercatali
La divisa del Prefetto
(1860 - 1880 circa )
Per comprendere quello che segue
occorre definire in breve i personaggi di questa vicenda:
- Il Delegato di Pubblica Sicurezza era un funzionario di polizia responsabile dell' ordine pubblico nei Comuni. La sua presenza era necessaria perché nei primi anni dell'Unità d'Italia l'ordine pubblico era incerto.
- il Dazziere era un privato che aveva in appalto la riscossione del dazio.
- Il Prefetto era ed è il rappresentante del governo nella provincia, dipendente dal Ministero dell' Interno.
Il dazio sul consumo era una tassa dello Stato
su bevande e carne. Istituita nel 1864 era considerata iniqua ed odiosa. I Comuni
appaltavano la riscossione del dazio ad agenzie private, e queste a volte erano
troppo aggressive nell' esazione. Ecco che cosa successe a
Marradi nell'estate del 1872:
Firenze 1 agosto 1872 Dimostrazione delittuosa dazio al consumo
Il Consiglio ritenuto che
detto appaltatore (Lorenzo Alpigini) nella riscossione del dazio non aveva dato
luogo ad alcun reclamo e che perciò conservando egli tale appalto poteva
ottenersi un vantaggio per i compratori e i venditori, senza danneggiare
l'interesse della Amministrazione comunale, con deliberazione del 7 novembre
1871 chiedeva l'autorizzazione prescritta dall' art. 128 della legge comunale
vigente per concedere a trattativa privata il detto appalto con quelle
condizioni che il Consiglio medesimo avrebbe reputate migliori. Ottenuta
l'autorizzazione in parola veniva dal Consiglio del 4 maggio 1972 accordato
l'appalto ad Alpigini Lorenzo per l'annua somma di Lire 6.000 …
Non posso poi dispensarmi dal rendere un giusto e sincero encomio al sig. Pretore di Borgo S.Lorenzo e al Sig. Luogotenente Comandante la Sezione dei Reali Carabinieri, il contegno dei quali funzionari in questa trista circostanza fu massimamente lodevole.
Con distinto
ossequio
Il Vicesindaco
Il Sindaco scrive ai Carabinieri e precisa che la responsabilità dell'accaduto non è la loro ma va attribuita tutta al Delegato di Pubblica Sicurezza:
22 agosto 1872
Il Sindaco e il Vicesindaco minimizzarono ma il fatto era stato grave, come si può leggere nel quotidiano La Nazione e soprattutto nel periodico La Cronaca, di Trento, che pubblicò il resoconto nella pagina degli Esteri, perché il Trentino all' epoca faceva ancora parte dell' Impero Austro Ungarico.
Clicca sulle immagini
se le vuoi ingrandire
Firenze 1 agosto 1872 Dimostrazione delittuosa dazio al consumo
Al Sig. Sindaco del Comune di Marradi
Dai rapporti in proposito
pervenutimi apprendo che la causa della dimostrazione delittuosa e della
ribellione avvenuta la sera del 28 luglio in codesto Capoluogo fu, per quanto
si asserisce, un aumento del Dazio al Consumo. La Prefettura non sa comprendere
un tal fatto una volta che la tariffa dei Dazi è rimasta quale fu votata da
codesto Consiglio Comunale nel 30 novembre 1870 e quale fu approvata da questa
Deputazione Provinciale con Decreto del 20 gennaio 1871, ed una volta che il
subappalto fattosi per la riscossione dei Dazi suddetti al sig. Lorenzo
Alpigini approvato da questo uffizio nel 16 luglio fu fatto sulla base di
quella tariffa e anzi con un abbuono sul canone relativo. Desidero quindi che in
tal proposito mi fornisca sollecite e categoriche informazioni per stabilire se
l'operato aumento del dazio sussista, o sia stato invece un pretesto per
turbare l'ordine pubblico.
Il Prefetto
8 agosto 1872
Al Prefetto
Dal 2° assessore del Comune di Marradi
(= il vicesindaco)
... L'appaltatore nominò pure
quattro agenti daziari uno dei quali era certo Monti di Forlì. L'asprezza dei
modi di questo agente e alcune parole da esso pronunciate in luogo pubblico
secondo quanto riferisce la voce pubblica suscitarono l'indignazione non solo
degli esercenti ma anche della popolazione.
Si aggiunga che l'Alpigini sul
cadere del mese di luglio inviò avvisi ai venditori di generi soggetti a dazio
per avvertirli che nel giorno primo del mese successivo sarebbe stata eseguita
la vista alle botteghe per riscuotere la tassa all'introduzione dei generi e che
perciò sarebbero state suggellate le botti e gli altri recipienti. Sarà quindi
facile il persuadersi come nascessero lagnanze degli esercenti soliti a pagare
la tassa col sistema degli abbuonamenti parziali anche quando la riscossione di
quella era fatta direttamente dal Comune ...
... Queste pubbliche lagnanze
erano note al Delegato di Pubblica Sicurezza del quale la popolazione lamenta
l'imprevidenza e l'inettezza. Egli era in dovere per prevenire tristi
conseguenze di far ritirare l'appaltatore e gli agenti Daziari nelle proprie
case, e se ciò fosse avvenuto immediatamente avrebbero avuto termine i fischi
contro i predetti agenti, i quali continuando a trattenersi a padroneggiare
sulla piazza davano indizio di disprezzare la dimostrazione contro ad essi diretta,
e con ciò non vi ha dubbio che irritavano maggiormente i dimostranti. Non avendo sventuratamente
adottato questa savia misura preventiva e continuando per molto tempo i fischi
contro gli agenti Daziari doveva il Delegato di Pubblica Sicurezza persuadersi
di sciogliere l'assembramento nella forma e nei modi prescritti dalla Legge e
non mai ricorrere all'uso delle armi contro una popolazione formata per la
maggior parte di donne e di onesti e pacifici paesani.
E' dunque altamente da
censurarsi l'esplosione di tre colpi d'arma da fuoco eseguita dai Carabinieri e
ordinata dal Delegato la quale ebbe per scopo di intimorire i dimostranti e se
raggiunse l'atto di sciogliere quasi immediatamente l'assembramento suscitò una
giustificata sorpresa negli altri pacifici cittadini mentre una palla andava a
colpire sotto palazzo Fabroni ove sedevano poco prima alcune signore. Così ebbe
termine la dimostrazione del 28 luglio.
Non posso poi dispensarmi dal rendere un giusto e sincero encomio al sig. Pretore di Borgo S.Lorenzo e al Sig. Luogotenente Comandante la Sezione dei Reali Carabinieri, il contegno dei quali funzionari in questa trista circostanza fu massimamente lodevole.
Il Vicesindaco
Il Sindaco scrive ai Carabinieri e precisa che la responsabilità dell'accaduto non è la loro ma va attribuita tutta al Delegato di Pubblica Sicurezza:
22 agosto 1872
Oggetto Dimostrazione
del 28 luglio 1872
Ill.mo sig. Luogotenente Comandante della sezione dei Reali Carabinieri di Marradi
Sapendo che Ella si è recata in
questo Capoluogo per procedere ad alcuni esami sui dolorosi fatti della sera
del 28 luglio p.p. sento il dovere di accertare la S.V. Illma come questa
popolazione non sia minimamente indignata contro l'Arma dei Reali Carabinieri,
i quali se esplosero alcuni colpi non fecero che ottemperare a richieste
verbali del Delegato di Pubblica Sicurezza che li comandava nel servizio fatto
in quella trista circostanza. Soltanto la imprevidenza del
suddetto Delegato è stata deplorata dalla intera popolazione e perciò la
permanenza di tale funzionario in questo Capoluogo potrebbe nuovamente
compromettere l'ordine pubblico. Ciò io debbo dichiarare per
debito d'imparzialità e del mio ufficio; mentre tengo per fermo di non essere
lungi dal vero. Aggradisca i sentimenti della mia peculiare stima e osservanza.
Il Sindaco
Il Sindaco e il Vicesindaco minimizzarono ma il fatto era stato grave, come si può leggere nel quotidiano La Nazione e soprattutto nel periodico La Cronaca, di Trento, che pubblicò il resoconto nella pagina degli Esteri, perché il Trentino all' epoca faceva ancora parte dell' Impero Austro Ungarico.
Fonte: documenti dell'Archivio storico del Comune di Marradi.