giovedì 8 agosto 2019

I Fabbroni di Tredozio

Le delicate poesie
di Virginia
Ricerca di Claudio Mercatali


L'ex monastero di Tredozio,
dimora storica dei Fabbroni nell'Ottocento


Ma come, ci sono i Fabbroni anche lì? Ebbene si, un ramo della famiglia prolificò anche a Tredozio, naturalmente in un bel palazzo. Questa genìa inossidabile e inaffondabile si incontra a ogni pié sospinto nella storia di Marradi per mille motivi, secondo una discendenza complicata, difficile da seguire, che per giunta ripeteva con cura i nomi dei nonni  e quindi nei secoli si incontrano sei o sette Jacopo, Carlo, Gastone … 
Fabbroni o Fabroni? Il cognome si trova scritto in tutti e due i modi ed è oggetto di discussione. Ora useremo la dizione con la doppia “b” ma solo perché nell’ Annuario della Nobiltà Italiana del 1882 che stiamo per usare c’è questa dizione.


Come si può vedere  qui di seguito l’ albero genealogico ha vari rami, e in tanti documenti ce ne sono anche altre versioni.





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In questo albero genealogico mancano i Fabbroni di Faenza, eredi del colonnello Domenico Fabbroni detto Il Ploia, che poi furono soprannominati "i Marradi" e forse anche i Fabbroni di Livorno, discendenti del capitano Alessandro Fabbroni. 




Lasciamo da parte i Fabbroni di Marradi, di Firenze, di Prato, di Pistoia, di Faenza e di Modigliana e di Livorno e parliamo di quelli di Tredozio, in particolare della poetessa Virginia Fabbroni.


Il dr. Giuseppe Fabbroni, padre della poetessa, in un ritratto di Silvestro Lega. Originario di Marradi, assunse la condotta di Tredozio e là visse tutta la vita.
 

Figlia del dottor Giuseppe Fabbroni, nacque a Tredozio nel 1851, studiò musica al Conservatorio di S.Anna, a Pisa dal 1862 al 1868, poi tornò a Tredozio, paese amato dal quale non riuscì mai a distaccarsi, anche a causa della salute malferma che la costringeva ad appoggiarsi alla famiglia più di quanto in effetti avrebbe voluto. Morì di tisi giovanissima (1878). Alcune delle sue delicate poesie che sono qui di seguito le scrisse quando aveva solo diciassette anni.






















































Il ricordo della poetessa rivive oggi per l'interessamento del suo Comune e dei suoi compaesani, ma non si spense del tutto alla sua morte, come si può leggere in questo articolo del settimanale Il Piccolo del 30 gennaio 1910.




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