domenica 23 agosto 2020

I fenomeni meteo dell'estate

Quattro manifestazioni tipiche
della bella stagione
di Claudio Mercatali




Che cos’è un fenomeno? Nel linguaggio comune è un evento eccezionale, culturale, sportivo, di cronaca e altro ma in realtà la parola in sé è la traduzione schietta del greco antico fenomai che significa solo “una cosa che avviene”
Dunque una goccia che cade su una foglia è un fenomeno così come un turbine che abbatte la pianta. Questi che seguono sono fenomeni meteo intesi in questo senso, ossia cambiamenti ordinari delle condizioni atmosferiche, che avvengono, capitano, succedono, senza essere dei record, ossia delle cose da ricordare.

LE NUVOLE
                                               cumulinembi

Le nuvole sono simili alle nebbie: sono fatte da minute goc­cioline d’acqua sospese nell’aria. Si formano quando una massa d’aria calda e umida si solleva, l'acqua condensa sotto forma di vapore. 


cirri

La condensazione può avvenire a diverse quote e quindi ci sono tanti tipi di nuvole:

Gli strati e i cumuli sono nubi basse, che si for­mano per piccoli fenomeni di condensazione.


I cumulonembi sono nubi a torre, che a volte raggiungono i margini supe­riori della troposfera (10 km) e spesso pro­vocano violenti tempo­rali.
I cirri sono le nubi più alte e hanno forme allungate.
cirrocumuli

I cirro­cumuli hanno invece un aspetto tondeg­giante. Non portano pioggia, ma spesso prece­dono gli ammassi nuvolosi più grandi. Da qui il detto “cielo a pecorelle, acqua a catinelle”.

Quanto pesa una nuvola? I meteorologi hanno calcolato che il vapore ha una densità D = 0,5 grammi al metro cubo e quindi una nuvoletta di raggio 100 m se fosse sferica avrebbe un volume di:

V = 4/3 πr3 =4 x (3,14 x 1003 )/3 = 4.186.667 metri cubi          
e peserebbe  P = D x V =  20,93 q

Come può sostenersi in cielo se pesa quasi 21 quintali? Non è una questione di peso ma di densità: l’aria poco umida o secca ha una densità variabile da 1,0 a 1,225g / mc e quindi l'aria molto umida che formerà la nuvola sale come un palloncino perché è meno densa. Perché sta ferma ad una certa quota? Con la salita si è raffreddata e ha raggiunto un equilibrio con l’aria circostante.

I TEMPORALI

I temporali sono eventi meteo tipici dell’estate e si sviluppano con un ciclo di fasi ben preciso:

Prima fase: una massa d’aria vicina al suolo si scalda molto con il sole estivo, e si carica di umidità, proveniente dai suoli che si asciugano.
Seconda fase: l’aria calda e umida, che è leggera, sale veloce verso l’alto e si raf­fredda.
Terza fase: con il raffreddamento l’umidità raggiunge il 100% e il vapor d’acqua condensa. Così si formano delle grandi nubi come i cumulonembi. Il movimento delle piccole particelle d’acqua dentro un cumulonembo è veloce e caotico: si urtano e si ingrandiscono, finché non riescono più a sostenersi e precipitano al suolo sotto forma di pioggia.
  
I temporali sono violenti ma durano poco, e si esauriscono quando l’acqua dentro al cumulonembo è precipitata al suolo. Così il cumulonembo scompare e il cielo torna sereno.





I FULMINI E I TUONI  

Se strofiniamo una penna di plastica sulla manica di una maglia di lana e poi la av­vici­niamo ad un pezzetto di carta, pos­siamo notare che esso viene attirato. Il fe­nomeno av­viene perché lo sfrega­mento elettrizza la plastica. Anche l’acqua si può caricare di elettricità per stro­finio, quando è in forma di minute gocce come nelle nubi. In un cumulo­nembo lo stro­finio av­viene di continuo, fra i vari volumi d’aria umida che sal­gono in alto.

Alla fine la nuvola è tanto carica di elettricità da non poterla più conte­nere e la sca­rica verso il suolo con un fulmine accompagnato da un tuono. Sic­come la velocità della luce è molto più alta di quella del suono, noi vediamo subito il bagliore del fulmine e sentiamo il rumore dopo un certo tempo. Una regola approssimata dice che se contiamo lentamente quando vediamo il fulmine e smettiamo quando sentiamo il tuono, otteniamo un numero che indica a quanti chilometri di distanza è caduto il fulmine.
E il lampo? E’ una scarica elettrica dentro la nuvola per cui si vede il bagliore ma non il percorso verso il suolo. Affidiamoci al poeta Giovanni Pascoli:
 
Il lampo
E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d’un tratto;
come un occhio, che, largo, esterefatto,
s’aprì si chiuse, nella notte nera.

LA GRANDINE

La grandine è un fenomeno meteoro­lo­gico estivo o primaverile. Un chicco di grandine tagliato a metà mostra una struttura che spiega bene la sua origine: è formato da strati di ghiac­cio tra­sparente e opaco. Spesso con­tiene anche bolle d’aria. Si pensa che questi strati si formino in diverse fasi:




Prima fase: dentro un cumulonembo turbolento una goccia d’acqua viene tra­scinata in alto, si raf­fredda, ghiaccia e  cade.
Seconda fase: la goccia d’acqua ghiacciata non arriva al suolo, per­ché una corrente d’aria la riporta in alto. Così si ricopre di un altro velo di ghiaccio e diventa più grossa.
Terza fase: Le correnti d’aria dentro il cumulo nembo fanno compiere diversi “giri” alla pallina di ghiaccio e ogni volta essa si ricopre di un velo d’acqua ghiacciata. Così si forma il chicco di grandine con la struttura interna stratificata.
Quarta fase: Il chicco è diventato pesante e l’aria turbolenta 
non riesce più a trasci­narlo in alto. Cade e dà origine a una grandinata.



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