venerdì 28 ottobre 2022

Il Decennale della Marcia su Roma

Un sommesso contrasto 
con la stampa cattolica nel 1932
ricerca di Claudio Mercatali


La ricca serie di francobolli emessa
dalle Poste per celebrare l'evento





La Marcia su Roma avvenne il 28 ottobre 1922 e la data segna l'inizio del Ventennio. Questo giorno divenne festa nazionale e nel 1932 per il decimo anniversario furono organizzate tante manifestazioni. I giornali diedero ampio risalto all'evento, importante per il Regime. A Marradi gli unici periodici locali rimasti in edicola erano Il Messaggero del Mugello e Il Nuovo Piccolo, di Faenza. Da questi, leggendo molto attentamente, si possono ricavare notizie interessanti anche se la libertà di stampa era stata abolita nel 1924 .



Il Messaggero del Mugello, edito a Borgo San Lorenzo, dal 1883 al 1924 era stato un foglio liberal democratico di cose locali, con tanti articoli anche su Marradi. Però poi era passato sotto controllo del Regime e pubblicava solo notizie positive sulla vita amministrativa dei vari comuni della zona e qualche editoriale in prima pagina come questi sul Decennale e sulla Battaglia del grano.


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Nel pio Mugello, ancora legato alla tradizione cattolica precedente, alla fine di ottobre comparvero anche degli editoriali originali.


Questo augura un Fascismo organizzato su base parrocchiale, di paese in paese, che il giornalista che si firma Viator Montanus crede di aver visto in alcuni paesi della Romagna Toscana come Palazzuolo e Marradi. 


Bisognerebbe sapere che cosa ne pensavano i parroci e fra un po' leggendo lo scopriremo.




Il 28 ottobre a Borgo San Lorenzo ci fu la celebrazione della Marcia con le organizzazioni del Fascio, le Autorità, i labari, i gagliardetti e quant'altro, così come è descritto qui accanto. Il 28 ottobre era anche la Giornata Missionaria e comparve sul giornale un piccolo trafiletto per questa notizia, che come si vede aveva un risalto molto minore della cerimonia per il Decennale.





Vediamo per confronto come vennero date queste stesse notizie dal settimanale Il Nuovo Piccolo di Faenza, che è qui accanto.

Come si noterà l'importanza delle notizie ha uno spazio invertito: tre colonne in prima pagina per la Giornata Missionaria, mezza colonna a sinistra per il Decennale.

Il Nuovo Piccolo era un settimanale dell'Azione Cattolica, figlio di Idea Popolare, il settimanale del Partito Popolare chiuso d'autorità nel 1922. In questa nuova veste rinunciando a gran parte della sua libertà di stampa era riuscito a sopravvivere anche perché la Diocesi di Faenza aveva un seguito popolare molto più forte di quello del pio Mugello.



L'Azione Cattolica era stata abolita nel 1931 ma nel comprensorio faentino continuava in sottecchi la sua attività di paese in paese. Per questo l'idea di Viator Montanus di organizzare un fascismo in parrocchia era una illusione.



Come andarono le celebrazioni a Faenza? Andarono come a Borgo San Lorenzo, con la sfilata, le Autorità e le organizzazioni di Regime. C'è la descrizione qui accanto, però è preceduta dalla notizia incorniciata della Sacra Visita Pastorale del vescovo a tutte le parrocchie della Diocesi. Segue un avviso che ricorda (ai Fascisti?) che nelle feste nazionali è consentita solo l'esposizione del tricolore, senza labari e gagliardetti.

Ecco dunque che cosa si è costretti a fare se si vogliono dare notizie di stampa quando non c'è la libertà di pubblicare quello che si pensa.


Il 13 novembre Il Nuovo Piccolo pubblicò un articolo su due colonne dal titolo "Dieci anni dell' Unione Uomini" una associazione, lecita, di stampo cattolico che guarda caso festeggiava il decennale.




E poi il 13 novembre, a tutta pagina la preparazione per la giornata dell'Azione Cattolica, associazione illecita perché abolita per Decreto l'anno prima. Anche questo era un decennale perché i Nuovi Satuti della Azione Cattolica erano stati approvati il 30 novembre 1922.





Per ampliare sul blog

24 gennaio 2018       
Nella casella di ricerca digita "1931 Fascismo e Azione Cattolica".






martedì 25 ottobre 2022

L'eclissi di Sole

L'oscuramento parziale
del 25 ottobre 2022

resoconto di Claudio Mercatali


Oggi alle 11.20 circa qui da noi è cominciata l'eclissi di Sole. Il massimo oscuramento di circa il 20% del disco solare è avvenuto alle 12.20. Come si osserva una eclissi? Il binocolo o il telescopio sono da escludere perché i raggi solari concentrati dalle lenti danneggiano in modo grave l'occhio. 



Il modo più corretto è comprare un paio di occhiali appositi, di cartone, scuri nel modo giusto. In modo improprio si possono usare occhiali o vetri neri da saldatore.




Le eclissi totali di Sole producono una zona d'ombra ristretta che oscura il disco solare per pochi minuti ma anche una zona di penombra ampia. Nel nostro caso la NASA (l'Ente spaziale americano) prevede una zona d'ombra solo nei paesi scandinavi e nell' Est europeo, con un massimo nei monti Urali (in Russia). Noi in Italia siamo in debole penombra e in Spagna il fenomeno non è visibile.





Una eclissi parziale con oscuramento del disco solare del 20% non è un evento vistoso e i più non se ne accorgono. In pratica la Luna passa di striscio, così come si vede in questa figura.

C'è stato qualche effetto misurabile prodotto da questo fenomeno? Vediamo:



Un orologio con un termometro ha mostrato nel display che la temperatura dell'aria è rimasta costante a 22 gradi per tutta la durata del fenomeno.




Chi ha i pannelli fotovoltaici con una app collegata al computer di casa può verificare che la resa dell' impianto non è calata durante l'eclissi. I picchi nel grafico qui accanto misurano la potenza ottenuta dall'impianto con il Sole pieno, invece le cadute sono dovute al passaggio di nuvole. Questo perché il 25 ottobre il cielo è stato parzialmente nuvoloso per tutta la mattina. Dunque sembra che questa eclissi non abbia prodotto degli effetti apprezzabili.


A mezzogiorno l'eclissi si vedeva così, attraverso lo schermo di una maschera da saldatore. La Luna era di passaggio come si vede nello schema qui sopra, in diagonale dalla destra in alto all'angolo sinistro in basso di questo quadrato nero.


A quando la prossima eclissi di sole? Se vi basta una parziale alcune occasioni capiteranno negli anni a venire, se volete una totale dovete aspettare 53 anni o andare in aereo in qualche continente dove il Calendario delle Effemeridi segnala il fenomeno. C'è chi lo fa.

Per ampliare nel blog

La Luna rossa 28 luglio 2018
L'eclissi di Sole 20 marzo 2015


lunedì 24 ottobre 2022

Dino Campana a Palazzuolo

Una relazione fra due poeti

articolo di Alberto Spoglianti



Sibilla Aleramo nel 1917 all'epoca dei fatti





L'Eco del Senio era un Periodico di Palazzuolo sul Senio che si occupava delle vicende di quel paese e a volte anche di quelle di Marradi, se erano di comune interesse. Questo è il caso della relazione fra Dino e Sibilla, che nella sua fase positiva si svolse a Casetta di Tiara. L'articolo non dice niente che già non si sappia ma ha diversi spunti originale ed è piacevole da leggere.

 


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"Chiudo il tuo libro
Snodo le mie trecce
O cuore selvaggio,
musico cuore ..."



martedì 18 ottobre 2022

Le congiunzioni astronomiche dell'ottobre 2022

 I duetti della Luna

ricerca di Claudio Mercatali





In astronomia si chiama congiunzione “la presenza temporanea di due corpi vicini nello stesso punto del cielo”. Il fenomeno avviene quando un pianeta o la Luna si trovano vicino a una stella importante oppure sono fra loro ravvicinati. Questo capita perché un corpo celeste passa accanto ad un altro che sta sullo sfondo. Il caso estremo della congiunzione è l'occultamento, che avviene quando uno dei corpi passa davanti all' altro e lo nasconde per un po'. Dunque il termine "congiunzione" è un modo di dire e i due corpi "congiunti" non sono affato vicini uno all'altro.

Il fenomeno fu notato anche nell' antichità e già al tempo dei Bizantini la Luna con una stellina accanto era simbolica. Però l'immagine più famosa è la mezzaluna islamica, che secondo una delle tante interpretazioni rappresenta la congiunzione Luna - Venere del 23 luglio 610, notte in cui il Profeta ricevette la prima rivelazione da Dio. Gli appassionati di astronomia prendono nota di questi appuntamenti, che in fondo sono semplici curiosità nel cielo lungo l'eclittica, un po' monotono se si considera solo lo Zodiaco senza i passaggi dei pianeti e della Luna. E allora perché parlarne qui?
Il fatto è che nell'ottobre 2022 la Luna ha avuto quattro congiunzioni, cioè più del solito e quindi è stato interessante voltare il naso all' insù. Gli spostamenti sono stati questi:



5 ottobre

La Luna e Saturno a Marradi sono spuntati da Monte Gianni. Erano vicini, la Luna sovrastava molto la luce di Saturno ma alle 20.30 si sono visti abbinati, in duetto, e così disposti hanno percorso il cielo per tutta la notte. Nelle foto qui accanto il puntino luminoso è Giove, che di ora in ora è salito fino al suo culmine.



8 ottobre

Questa volta la congiunzione è stata con Giove …




13 ottobre

Le Pleiadi sono un gruppo di sette stelline ben visibili, che in realtà fanno parte di un ammasso stellare di molte centinaia di astri, distanti da noi 400 anni luce. Secondo il mito erano le figlie di Atlante, il gigante che porta il mondo sulle spalle.

Per trovare la loro posizione in cielo conviene partire dalla costellazione di Orione e tracciare idealmente un segmento, come si vede qui accanto.

Questa operazione si fa solo una volta, poi le Pleiadi si riconoscono subito a vista, perché formano una figura caratteristica nel cielo autunnale e invernale.

Questa è la congiunzione Luna - Pleiadi del 13 ottobre, fotografata con una macchina Nikon Coolpix con uno zoom 26 x. Le Pleiadi formano un ammasso con luminosità tenue e azzurrina, che svanisce nella luce della Luna quasi piena e non è tanto facile fotografarle.

14 - 15 ottobre


Marte, il pianeta rosso, si è congiunto questa sera. Il rituale si è ripetuto e i due corpi sono rimasti abbinati per tutta la notte.



Le congiunzioni  Luna -  pianeti sono frequenti. Chi vuole trovarle per conto suo può consultare un Calendario delle Effemeridi come questo qui accanto e scegliere quella che preferisce.

In ottobre ci sono altri fenomeni dovuti alla Luna? Si, il giorno 25 verso mezzogiorno ci sarà una eclissi parziale di Sole, con oscuramento di circa il 20%  del disco. Niente di eccezionale, però una eclissi merita sempre un po' di attenzione.



mercoledì 12 ottobre 2022

Last lap to Lombardy

Ultimo giro
per la Lombardia

da un documento di Francesco Cappelli
tradotto da Carla Cappelli




Chadburn e il fotografo Zola, reporters del periodico americano Parade a seguito della V Armata americana passarono da Marradi, che era nel settore della VIII Armata inglese, proprio nei giorni della liberazione del paese e fecero questo servizio stampa pubblicato nel novembre 1944.



Il testo parla della situazione generale nella Linea Gotica nella nostra zona e le fotografie sono tutte di Marradi e dintorni. Leggiamo:

Ultimo giro in Lombardia ma un giro molto duro per le truppe britanniche e americane. Le divisioni britanniche e imperiali sono all’incirca metà della 5a Armata. Questa è la prima cosa, andare diritto, i britannici stanno combattendo al 50% con gli Americani che sono a ovest dell’ 8a Armata. E’ una cosa conosciuta molto bene in Italia ma al di fuori forse troppo poco. 13 “corpi” entrarono in Firenze, ripulito il paese per formare un ampio arco verso nord e una divisione britannica attraversò la Linea Gotica per la difesa esterna della città. 


Nello stesso tempo gli americani formano la punta di un cuneo diretto a Bologna. Circa a una decina di miglia a nord con i britannici a destra a proteggere il fianco e spingendosi a est verso la pianura, le strade per Rimini dove l’ esercito britannico sta procedendo verso Bologna. Sul fronte britannico, che si può paragonare solo all’ avanzata sull’Eritrea o alla Birmania. Il generale Kirkman, comandante del 13° Corpo ci raccontò di come pose attenzione a quattro cose mentre procedevano in avanti: 
(I) Com' è facile, per il nemico, demolire le vie (cosiddette ma di frequente non erano che tracce serpeggianti sui fianchi delle montagne); non ci sono deviazioni possibili a causa delle alture rocciose diritte su un lato e in discesa a strapiombo sull’ altro. 
(II) Senza piste laterali che portano su altre strade, non si può passare che sulla mulattiera principale. 
(III) La grande difficoltà di schierare i cannoni, che devono essere piazzati più vicini - i tedeschi per esempio, avrebbero voluto posizionare le loro armi sui tornanti dei passi di montagna- 
(IV) Il problema di parcheggiare i camion fuori strada, e dove accamparsi. 

Oltre a questi problemi specifici il tempo è così nuvoloso che il supporto aereo è spesso impossibile e il terreno è così fangoso sotto i piedi che persino le quattro ruote motrici e le catene sopra i pneumatici non ti fanno passare. 


L’altro problema è che la maggior parte dei tedeschi stanno combattendo come all’inferno su ogni cima delle colline. I carri armati non possono scalare le colline; è tutto un lavoro di fanteria. Noi siamo andati a vedere l’8a Divisione indiana e abbiamo avuto una buona impressione su ciò che il generale G. ci aveva detto di aspettarci. C’è un terribile contrasto, che non abbiamo trovato sui fronti del deserto o della giungla, tra la bellezza ancora distinguibile della campagna come doveva essere prima della guerra e delle macerie. La polvere del deserto sterile e la terra troppo fertile coprono ogni traccia di battaglia e di quella vita, in Uagabasha o nelle tende dei beduini. Qui su queste alpi, che un tempo erano un luogo di villeggiatura per ricchi fiorentini, la vita continua con ciò che resta. I grappoli d’uva pendono a marcire sulle viti. 


I tedeschi hanno dissodato bene il terreno sottostante, con metodo, con la vanga: ma per piantare mine. La decimazione più violenta è stata effettuata da granate e colpi di mortai. Hanno così distrutto piante di pino e quercia, e la cenere ha ricoperto le montagne. Quasi come una cupa rappresaglia per tutto questo, la campagna sembra fare tutto ciò che è in suo potere per trattenere la nostra avanzata. Per ironia o per caso, l’unica via che porta sul fronte dell’8a Divisione indiana è chiamata “Strada della Freccia”: un susseguirsi di miglia con curve difficili da fare. Finalmente arrivammo in un paese, il primo in venti miglia. Era relativamente intero, vale a dire mentre molte delle case erano state rase al suolo, parecchie erano crivellate dai proiettili. Gli Alleati avevano fatto cadere delle “bombe a grappolo”, ma il danno ora proveniva dall’artiglieria media tedesca che di tanto in tanto faceva fischiare proiettili lungo le strade; tenevano ancora un O.P. su una posizione abbastanza distante. 


I nostri pezzi di artiglieria da 4,5 si trovavano fra le rovine, a intermittenza su strada, lontano, sulla cima della collina. Non c’è stato nessun problema in questo paese rannicchiato fra le montagne, era solo pieno di M.T., carri armati, camion, muli (?), ambulanze e jeep. La torre dell’ orologio era stata colpita di striscio e “Jerry” martellava il tunnel ferroviario. Un camion era stato colpito e si era verificata un’ondata di devastazione in un quartiere periferico. Ma nel complesso la città era piuttosto animata. Un certo numero di italiani civili girovagava senza fare nulla di particolare, c’era un ragazzino che faceva dondolare un grande elmo di latta. Una bella ragazza con due secchi d’acqua: “dove stai andando?”. Sembrava di stare in una bottiglia con due colli, il collo davanti, un ponte a breve distanza, era bombardato sistematicamente dai tedeschi. Era quindi ora di fare un altro passo avanti. Alcuni dei capisaldi dei tedeschi sono caduti, così si preparavano a ritirarsi fino alla pianura. Abbiamo pranzato con carne e torta, carote accompati da rumori e botte sopra la testa. Le nostre batterie stanno lavorando molto bene. In seguito siamo andati al fronte, sembrava semplice arrivarci, solo tre miglia di distanza. Ci hanno dato come guida un osservatore ufficiale indiano. Andava tutto bene dato che eravamo in jeep, poi siamo arrivati a un punto in cui siamo scesi dalla jeep e siamo andati a piedi. Abbiamo attraversato una quantità di vegetazione in decomposizione, teste nere di girasoli e di mais. Finalmente cominciammo a salire, era molto in salita. A metà della salita c’era una fattoria dove c’era un mortaio da 4.2 e una o due lavandaie italiane. Continuammo fino alla cima chinati e in condizioni piuttosto precarie. I Pathan erano su quella collina. Quella notte avrebbero fatto una pattuglia per scoprire se “Jerry” era ancora sulla collina opposta. In quel momento erano accovacciati dietro la cresta.

*****
Fonte
Le pagine di Parade in cartaceo sono nell' archivio storico di Francesco Cappelli.



giovedì 6 ottobre 2022

Gustavo Saralvo

Un ebreo che trovò 
la morte a Marradi.
Ricerca di Luisa Calderoni



“Sono Gustavo Saralvo e sono nato il 28 marzo 1890 a Cesena, provincia di Forlì, dal fu David e dalla fu Eufrosina Sinigallia.

In data 20 aprile 1922 mi sono sposato a Marradi con Clara Mughini, ariana, che quel giorno stesso è venuta a vivere con me a Forlì dove esercito l'attività di commerciante all'ingrosso di tessuti.

Sono ebreo.

Nell' autunno - inverno del 1943 - 44, in cerca di sicurezza, mi sono trasferito a Marradi con la mia famiglia in una casa di proprietà dei Mughini, parenti di mia moglie Clara.”

Giancarlo Ballerini all'epoca dei fatti aveva una decina di anni. Sfollato da Firenze era andato a vivere con la famiglia al primo piano della casa Mughini, in Piazza Scalelle, di fronte alla Chiesa del Suffragio, accanto all' Albergo Lamone. Dopo la guerra scrisse il libro Memorie di Guerra (1941 - 1945) e dai suoi ricordi apprendiamo che:


“ Si arrivò all'inverno (del 1943-44 )....e nella casa dove abitavo io, arrivarono un giorno, stabilendosi all'ultimo piano, i parenti stretti della proprietaria: di chiamavano Saralvo e purtroppo per loro, erano di razza Ebrea.
Si erano allontanati dalla città pensando distare un po' più tranquilli a Marradi, ma erano cascati dalla padella alla brace. Infatti le due Guardie Forestali che si erano in un primo defilate dopo il 25 luglio, erano tornate in auge: guardavano tutto, sapevano tutto e riferivano a chi di dovere. (…)
Le cose non andarono bene neppure per i Saralvo. Infatti nella mattina alcuni Repubblichini, guidati da un sottufficiale tedesco, salirono al piano superiore della casa in cui abitavano e trascinarono via dal letto il povero signor Gustavo che era abbastanza anziano e malato di cuore. Il figlio Sergio che, casualmente non era in casa, si salvò.

Il povero signor Gustavo fu portato anch'egli alla villa Bassani, ma rinchiuso separatamente dai renitenti.

Il sottufficiale tedesco pretese che anche la giovane e avvenente figlia Rosanna accompagnasse il padre che non si reggeva in piedi dallo spavento. Dopo una giornata trascorsa in balia dei persecutori, furono per fortuna rilasciati, ma il signor Gustavo non si riebbe più da quel brutto giorno e qualche tempo dopo morì di crepacuore nella casa delle Botteghette, dove era sfollato dopo il primo bombardamento di Marradi che avvenne subito dopo tali eventi, il 5 giugno 1944.”


“Come dichiarato da mio figlio Sergio all'Ufficiale di Stato Civile del Comune di Marradi, io morii il giorno 27 giugno del 1944 alle ore 7 e trenta, in una casa posta in Borgo Marradi- Botteghette al civico numero 38.

Il Medico Chirurgo Condotto del Comune dichiarò che ero morto per causa naturale e precisamente di paralisi cardiaca e propose l'inumazione del mio corpo 24 ore dopo il decesso, nel cimitero di Marradi, quadro I, fila I, fossa I.


Riposo nella terra accanto a mio figlio Sergio e a sua moglie, in alto a destra della Cappellina del Cimitero. Avevo 54 anni.”


Il 21 giugno 2022 i parenti di Gustavo Saralvo hanno incontrato i rappresentanti dell'ANPI - Circolo di Marradi al cimitero di Marradi per commemorare la figura di Gustavo, vittima delle leggi contro la razza ebraica. In quell'occasione la nipote di Gustavo ci ha raccontato la testimonianza della madre Rossana presente ai fatti, una verità cruenta e molto diversa da quella data dal bambino Giancarlo Ballerini, forse una verità edulcorata per non turbarlo vedendo che il Saralvo non rientrava a casa.


Secondo Rossana il padre Gustavo fu torturato e ucciso a Villa Ersilia Bassani dalle SS che non sapevano che farsene del corpo. Lei implorò i tedeschi per riavere il cadavere del padre che, di notte e su un carretto trainato da un cavallo, fu portato e sepolto nel cimitero di Marradi vicino alla cappellina il cui piazzale era completamente coperto di sangue, il sangue di altre vittime della crudeltà nazista.