Un ebreo che trovò
la morte a Marradi.
Ricerca di Luisa Calderoni
“Sono Gustavo Saralvo e sono nato il 28 marzo 1890 a Cesena, provincia di Forlì, dal fu David e dalla fu Eufrosina Sinigallia.
In data 20 aprile 1922 mi sono sposato a Marradi con Clara Mughini, ariana, che quel giorno stesso è venuta a vivere con me a Forlì dove esercito l'attività di commerciante all'ingrosso di tessuti.
Sono ebreo.
Nell' autunno - inverno del 1943 - 44, in cerca di sicurezza, mi sono trasferito a Marradi con la mia famiglia in una casa di proprietà dei Mughini, parenti di mia moglie Clara.”
Giancarlo Ballerini all'epoca dei fatti aveva una decina di anni. Sfollato da Firenze era andato a vivere con la famiglia al primo piano della casa Mughini, in Piazza Scalelle, di fronte alla Chiesa del Suffragio, accanto all' Albergo Lamone. Dopo la guerra scrisse il libro Memorie di Guerra (1941 - 1945) e dai suoi ricordi apprendiamo che:
“ Si arrivò all'inverno (del 1943-44 )....e nella casa dove abitavo io, arrivarono un giorno, stabilendosi all'ultimo piano, i parenti stretti della proprietaria: di chiamavano Saralvo e purtroppo per loro, erano di razza Ebrea.
Si erano allontanati dalla città pensando distare un po' più tranquilli a Marradi, ma erano cascati dalla padella alla brace. Infatti le due Guardie Forestali che si erano in un primo defilate dopo il 25 luglio, erano tornate in auge: guardavano tutto, sapevano tutto e riferivano a chi di dovere. (…)
Le cose non andarono bene neppure per i Saralvo. Infatti nella mattina alcuni Repubblichini, guidati da un sottufficiale tedesco, salirono al piano superiore della casa in cui abitavano e trascinarono via dal letto il povero signor Gustavo che era abbastanza anziano e malato di cuore. Il figlio Sergio che, casualmente non era in casa, si salvò.
Il povero signor Gustavo fu portato anch'egli alla villa Bassani, ma rinchiuso separatamente dai renitenti.
Il sottufficiale tedesco pretese che anche la giovane e avvenente figlia Rosanna accompagnasse il padre che non si reggeva in piedi dallo spavento. Dopo una giornata trascorsa in balia dei persecutori, furono per fortuna rilasciati, ma il signor Gustavo non si riebbe più da quel brutto giorno e qualche tempo dopo morì di crepacuore nella casa delle Botteghette, dove era sfollato dopo il primo bombardamento di Marradi che avvenne subito dopo tali eventi, il 5 giugno 1944.”
“Come dichiarato da mio figlio Sergio all'Ufficiale di Stato Civile del Comune di Marradi, io morii il giorno 27 giugno del 1944 alle ore 7 e trenta, in una casa posta in Borgo Marradi- Botteghette al civico numero 38.
Il Medico Chirurgo Condotto del Comune dichiarò che ero morto per causa naturale e precisamente di paralisi cardiaca e propose l'inumazione del mio corpo 24 ore dopo il decesso, nel cimitero di Marradi, quadro I, fila I, fossa I.
Riposo nella terra accanto a mio figlio Sergio e a sua moglie, in alto a destra della Cappellina del Cimitero. Avevo 54 anni.”
Il 21 giugno 2022 i parenti di Gustavo Saralvo hanno incontrato i rappresentanti dell'ANPI - Circolo di Marradi al cimitero di Marradi per commemorare la figura di Gustavo, vittima delle leggi contro la razza ebraica. In quell'occasione la nipote di Gustavo ci ha raccontato la testimonianza della madre Rossana presente ai fatti, una verità cruenta e molto diversa da quella data dal bambino Giancarlo Ballerini, forse una verità edulcorata per non turbarlo vedendo che il Saralvo non rientrava a casa.
Secondo Rossana il padre Gustavo fu torturato e ucciso a Villa Ersilia Bassani dalle SS che non sapevano che farsene del corpo. Lei implorò i tedeschi per riavere il cadavere del padre che, di notte e su un carretto trainato da un cavallo, fu portato e sepolto nel cimitero di Marradi vicino alla cappellina il cui piazzale era completamente coperto di sangue, il sangue di altre vittime della crudeltà nazista.
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