lunedì 12 giugno 2023

Dino Campana parla di noi

I Marradesi negli scritti
di Dino Campana.

Ricerca di Claudio Mercatali



Ecco qui di seguito un elenco di marradesi citati in vario modo da Dino Campana, nei Canti Orfici o in qualche altro scritto.



Federico Consolini, avvocato, sindaco e poi podestà, nel 1912 era iscritto alla facoltà di farmacia dell’Università di Bologna, poi passò alla facoltà di legge a Urbino. Dall’archivio storico dell’Alma Mater risulta l’unico marradese iscritto a un corso con frequenza all’Istituto di chimica Ciamician, dove quell’anno studiava il poeta. Per questo è il marradese così descritto nella prosa “La giornata di un nevrastenico”: … Poi ho incontrato uno del mio paese e riodo le grida degli sciacalli urlanti che mi attendono ancora lassù. (Udiste voi nell'ora della terribile angoscia la folla gridare barabba barabba; vedeste barabba guardare su voi con lo stesso disprezzo del vostro segretario comunale?). Veramente non posso suicidarmi senza essere vigliacco. E poi oramai ...




Pietro Costa,
"l'uccellino" che compare nel Viaggio a La Verna era il figlio invalido della padrona di Orticaia, un podere di Marradi amato da Dino Campana. Di certo fece compagnia al poeta mentre scriveva, tanto da essere amorevolmente descritto.



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Francesco Ravagli,
professore di lettere al liceo di Cortona (Arezzo) e poi a Carpi (Modena) destò l'ammirazione del Poeta ed era fratello di Bruno Ravagli, lo "stampatore dei Canti Orfici". Fu lui a fondare la Tipografia Ravagli, attiva prima a Cortona, poi a Carpi (Modena) e infine a Marradi.

Bruno Ravagli, che stampò i Canti Orfici, sopportò tante sfuriate di Dino e si meritò una dedica in inglese nel libro. 




La storiografia lo descrive come un povero tipografo di paese, ma in realtà era diplomato all' Accademia d'Arte di Perugia e aveva un vivo senso artistico, come si vede qui sopra.



Il farmacista e il sindaco sono citati assieme all'arciprete in una dedica su una copia dei Canti Orfici. Dino in paese aveva sentito una loro aspra critica all' imperatore di Germania Guglielmo II che nel 1914 era un nemico ma per Campana era ammirevole, tanto da dedicare a lui i Canti Orfici. La dedica ha il sottotitolo «Die Tragödie des letzten Germanien in Italien» ossia la tragedia dell’ultimo dei germani in Italia frase enigmatica forse riferita a sé stesso, sulla quale i critici si sono a lungo arrovellati.


L'arciprete Luigi Montuschi
compare negli scritti campaniani anche in un appunto del 1916, molto aspro ...






Luigi Bandini, professore di lettere a Formia e amico del poeta, si fece promotore della famosa raccolta di denaro fra 44 marradesi, che consentì la stampa della prima edizione dei Canti. Proprio nel 1914 fu eletto consigliere comunale.




Camillo Fabroni
era uno dei 44 promotori della raccolta di denaro per la pubblicazione dei Canti Orfici. Compare come testimone in calce al contratto di stampa, assieme a Luigi Bandini. Era proprietario del palazzo che dà su via Fabroni, con lo stemma in pietra all’angolo di via Fabbrini. Persona bonaria e disponibile, i suoi amici gli diedero il nomignolo Camìll de sas, inteso che il sasso era lo stemma del suo casato sulla facciata.




Mimma era la cugina del poeta, ragazzina all'epoca d'oro campaniana, descritta dal prof. Federico Ravagli impegnata a convincere il poeta a leggere qualche poesia in inglese o in francese.




Iori
ossia Iole Rivola, era una maestra di Marradi che forse ebbe una dolce simpatia per il poeta che le regalò una copia dei Canti Orfici con la dedica A Iori occhio di sole. Morì di tubercolosi nel 1928 ma sua sorella Nella gestì una cartoleria a Marradi fino agli anni Sessanta.


Catrina "figlia selvaggia della conca dei venti ..." a dire del poeta era una contadina di Campigno descritta minuziosamente del Ritorno del Viaggio a La Verna "… forse dimentica dell'amore del poeta", cioè del fatto di non aver preso in considerazione qualche advances. Dalla anagrafe storica nel periodo 1884 – 1896 risultano nate a Campigno solo Caterina Gamberi e Caterina Neri. Per un complesso di motivi che sarebbe lungo descrivere qui la prima ha più probabilità di essere la persona descritta dal poeta.



Olimpia
è la protagonista della poesia Arabesco Olimpia, scritta nel 1916. Il medico Carlo Pariani chiese al poeta chi fosse e lui rispose: “... Un ricordo d’infanzia, la figlia di un droghiere svizzero che stava a Marradi”

Dall’anagrafe e dagli elenchi dei commercianti di Marradi risulta che l’unico droghiere con una figlia con quel nome era Salvatore Matteuzzi. Olimpia fece la postina per tanti anni a Casaglia.




Bianca Fabbroni Minucci, pittrice, proprietaria di una villa a Gamberaldi di Marradi, ospitò il Poeta nella sua casa di Livorno dal maggio 1916 al successivo 23 giugno. Gamberaldi è un sito in cui Campana soggiornava volentieri, ospite i amici di famiglia.

Dunque sono almeno quattordici i marradesi chiaramente identificabili. Non sono molti i poeti del Novecento dai quali affiorano così tante persone del proprio paese natale.



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