martedì 18 giugno 2024

A cena con Dino Campana

Da un racconto
di Leonetta Pieraccini

ricerca di Claudio Mercatali



Leonetta Cecchi Pieraccini, pittrice,
ritrae se stessa nel suo studio



Leonetta Pieraccini, moglie del critico letterario Emilio Cecchi, incontrò Dino Campana più volte, perché il poeta si rivolgeva spesso a suo marito. Ora siamo nel 1916, in casa dei coniugi Cecchi, durante una cena di artisti e Leonetta racconta che:

... In condizioni normali il Campana appariva mite e riservato; taciturno addirittura; con la testa affondata nelle spalle e il volto appesantito di rossore, sembrava trattenuto da un' invincibile timidezza a parlare; e poco, e sommessamente, parlava: d'un tratto era capace di esplodere in una sghignazzata feroce, o avere un'uscita tenerissima. Così fu la prima volta che lo avvicinai a Firenze, nell' inverno del 1916. 
Aveva accettato, dopo molte riluttanze, di restare a cena in casa nostra, insieme a Giannotto Bastianelli; ma si era seduto a tavola di traverso, in posizione e in funzione di spettatore, anziché di commensale, perché, di natura selvatica, non riusciva a mangiare e bere in casa altrui. Ascoltava passivo il Bastianelli il quale, loquace e appassionato, discuteva di musica e di poesia; e lui, Campana, si immergeva sempre di più nella barba e nella zazzera, come un piccione che affonda la testa fra le penne del collo per dormire. D'improvviso, cogliendo una pausa, si tirò su, alzò la destra, segnò il tempo come un maestro di musica che dà il via, e dolcemente incominciò:




La Badia del Buonsollazzo
(bianca in faccia al Mugello turchino
e al ricurvo ampio Appennino
roseo al sole ed all'ombra paonazzo) ...



Era una poesia di Bastianelli. Campana andava avanti, sicuro come se leggesse, seguitando a battere il tempo con la mano: lui che si vantava di non conoscere l'arte di nessuno, a cominciare da Dante (faceva eccezione soltanto per Villon e Whitman), sapeva a mente quella lunga lirica e in tal guisa la declamava, rendendone un così armonioso chiaroscuro. 


Il Bastianelli, dopo il primo sussulto di stupore, si sforzò di assumere un contegno spigliato, ma la sua emozione divenne presto palese; e al termine della recitazione, incapace di trovare parole adeguate, interruppe il pasto e, spinti indietro piatti e bicchieri, accese una sigaretta, puntò i gomiti sulla tavola e si mise a fumare meditando. Il Campana intanto era ricaduto nel suo solitario mutismo e il silenzio si fece generale: finché fu rotto dallo scoppio improvviso di una sconcertante risata dello stesso Campana il quale, ripetendo un paio di volte: "la celebrità mi corre dietro e non mi raggiunge mai", se ne andò.





Che cosa significa quest'ultima frase? Qui c’è un equivoco e forse la frase del poeta fu: “la celerità mi corre dietro e non mi raggiunge mai”, perché la celebrità non rincorre le persone e semmai è il contrario. Dino aveva fatto il liceo classico, aveva una cultura filosofica e questa frase richiama un famoso paradosso del filosofo greco Zenone che dice: se Achille (il piè veloce, la celerità) rincorre una tartaruga non giungerà mai pari a lei, perché al momento del congiungimento la tartaruga si sarà spostata un po’ e così via per successivi e infiniti spazi sempre più piccoli.


Si sono cimentati in tanti a dimostrare che il paradosso è falso e questa che segue è una dimostrazione classica. Il ragionamento di Zenone a volte è vero e altre volte no,  perché il moto dei corpi rispetta le leggi della Fisica e non i ragionamenti della Filosofia. Dunque:


Nel moto rettilineo uniforme la Velocità (V) = spazio (S) / tempo (t) cioè S= Vt

Se Achille corre a Va e la tartaruga a Vb con un vantaggio iniziale X avremo:  Sa =Va t   e   Sb = Vb t + X

Achille raggiunge la tartaruga quando Sa (lo spazio che ha percorso) è pari a Sb: Va t = Vb t + X      cioè: (Va – Vb) t = X       e infine: t = X / (Va –Vb).

Per esempio con un gap iniziale di 60m Achille la raggiunge dopo 12 secondi se tiene un passo di 5,2 m/s e la tartaruga va a 0,2m/s. Oppure fa in modo che Va – Vb dia un divisore di 60. Quindi non è vero che Achille non pareggerà MAI il gap con la tartaruga. Ma se l’eroe non si regola così il tempo è espresso da un numero periodico o decimale non finito e ha ragione Zenone. Per esempio se Va =3,8m/s e Vb =0,2m/s risulta t= 60/3,6 = 16,666 ...


Fonte 
Leonetta Cecchi Pieraccini, Visti da vicino, Vallecchi 1952
La scultura qui sopra è "Forme uniche della continuità nello spazio", una celebre scultura futurista di Umberto Boccioni che rappresenta simbolicamente il movimento. E' l'immagine un po' misteriosa che compare nella moneta da 20 cent. coniata in Italia.




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