martedì 21 giugno 2011

GLI OLII BALSAMICI

Due ricette con i fiori 
del nostro appennino
di Claudio Mercatali


Fiori di Ipericum perforatum



I fiori macerati o fermentati nell'olio liberano le loro essenze e generano degli olii aromatici o medicamentosi. La farmacopea e l'erboristeria antiche sono ricche di ricette per preparare queste essenze e ora ne proveremo due, che sono ben note anche qui da noi perché si fanno con piante spontanee nel nostro appennino. Per prima cosa useremo il fiore dell'iperico, un'erba che raggiunge il massimo di fioritura in questi giorni. La leggenda dice che per S.Giovanni, cioè il 24 giugno, assume delle proprietà miracolose ...

IL FIORE DEL SOLSTIZIO
Come si fa l'olio di iperico


L'iperico è un'erba con fusto eretto ben riconoscibile anche quando non è fiorita perché ha le foglioline che in controluce sembrano bucherellate, ma in realtà hanno piccole vescichette oleose da cui il nome Ipericum perforatum. Nei petali ci sono delle piccolissime strutture contenenti l'ipericina, un pigmento naturale rossiccio. Per questo l'olio di iperico è rosso quando è pronto per l'uso. Le foglie sono opposte e oblunghe. I fiori gialli hanno cinque petali delicati e dei tipici stami che sporgono dalla corolla. Essi raggiungono la fioritura massima a fine giugno, da cui il nome popolare di fiori di S.Giovanni o del Solstizio (che è oggi, 21 giugno).
Dai fiori si ottiene un estratto, detto olio di iperico o olio di S.Giovanni, usato per curare pelli secche ed arrossate. Grazie alle proprietà emollienti si usa anche per scottature, psoriasi, invecchiamento della pelle, smagliature, cicatrici, segni provocati dall'acne, mani screpolate, emorroidi e punture di insetti. Stimola la rigenerazione cellulare e per questo è efficace contro le dermatiti da contatto, cioè quelle eruzioni cutanee di bollicine piene di liquido, che si prendono quando si toccano delle sostanze o dei prodotti tossici e che altrimenti si devono curare con creme al cortisone. Come si fa l'olio di iperico?
Mettete i fiori appena colti in una bottiglia di vetro, immersi in olio d'oliva. Lasciate la bottiglia al sole, su una pietra calda, e ogni tanto capovolgetela per rimescolarne il contenuto. Dopo venti giorni filtrate (una calza da donna va benissimo) e otterrete un olio limpido, rossiccio e dal profumo caratteristico.
La bottiglia è pronta, 
fra due setimane l'olio diventerà rosso. 
(L'iperico di questa foto è il domesticum, una varietà da giardino).


L'OLIO DI LAVANDA
Il profumo della freschezza e della tranquillità


La lavanda è una pianta originaria delle regioni mediterranee,  molto diffusa, coltivata o spontanea, poco esigente dal punto di vista ambientale. Vive anche nelle zone aride e sassose, purché ben soleggiate. Ce ne sono diverse specie e quella più nota qui da noi è la Lavanda angustifoglia, dal tipico odore. Per sentire il suo profumo non servono delle ricette particolari e infatti il modo più semplice è raccogliere i fiori in mazzetti da mettere nei cassetti in mezzo alla biancheria. Però ora vogliamo preparare un olio essenziale, da usare anche fuori stagione.
Serve un vasetto di vetro e qualche dischetto di cotone, quelli per la pulizia del viso sono proprio adatti, l’importante è che siano della larghezza del contenitore. Ci serve anche un olio di semi di arachidi o di frumento. Raccogliete le spighe dei fiori più giovani e inzuppate nell’olio i dischetti di cotone. Riempite il vaso a strati, con un primo strato di sale poi un dischetto di cotone impregnato d’olio e infine uno strato di fiori, poi di nuovo un disco, il sale, un altro disco, i fiori e così via finché il vaso non è pieno. Fate in modo che il sale rimanga fra due dischetti di cotone. Mettete il vaso al sole o in un posto caldo per una paio di settimane almeno e poi aprite e filtrate. Il risultato sarà un olio profumato e non commestibile.  
 
 Il vaso è pronto. 
Non rimane che metterlo al sole.

La profumazione dell’ olio essenziale è delicata, e si dice che porti tranquillità. E questo è proprio uno dei suoi principali utilizzi: secondo alcuni il sonno arriva prima e più dolcemente se si bagna con qualche goccia un fazzoletto e si mette vicino al guanciale.

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