Domenica 29 maggio il complesso orchestrale OPERA IN-STABILE, con sede legale a Marradi, ha qui esordito ufficialmente, nella chiesa delle Domenicane, eseguendo lo Stabat Mater di Pergolesi, sotto la guida del maestro Giacomo De Simonis, fresco diplomato in Direzione d’Orchestra.
L’esordio di “Opera In-Stabile”, recentemente costituita nella sua veste giuridica e organica definitiva,, è stato un evento musicalmente significativo per Marradi in quanto il complesso vuole sentirsi marradese, anche se la sua sede operativa è Firenze ed i programmi hanno obiettivi internazionali, coerentemente con le esperienze dei suoi principali esponenti.
“Muor giovane colui ch’al ciel è caro”: questa citazione leopardiana da un frammento di Menandro ci fa pensare che Pergolesi sia andato in paradiso due volte. Infatti il musicista, nato a Jesi, ma di formazione musicale tutta napoletana, scrisse lo Stabat Mater poco prima della morte, avvenuta a soli 26 anni, nel 1736. In tal senso il suo ultimo capolavoro ricorda il Requiem di Mozart, anche se Pergolesi è morto 9 anni più giovane. Egli resta grande ed eccezionale nella storia della Musica perche in soli 5 anni (sic) di attività compositiva si cimentò anche nel teatro musicale (Serva padrona, Frate ‘nnamorato, Olimpiade) ed in fresche e piacevoli composizioni cameristiche, che il neoclassicismo novecentesco rivisitò con grande attenzione (vedi Pulcinella di Stravinskij).
L’Opera In-Stabile ha dato un’interpretazione intima e commovente del lavoro pergolesiano in un’atmosfera di composta drammaticità. Le due voci soliste (l’alto è stato superbo) e gli strumenti si sono amalgamanti in una densità musicale senza cedimenti. Gli archi acuti hanno sottolineato i momenti di più intenso dolore mentre i violoncelli ed il contrabbasso, suonato dalla nostra concittadina Barbara Betti, hanno descritto con grande effetto i passaggi più cupi e meditativi. Il lungo applauso finale ha portato al bis della “Sancta Mater”, la sezione più lunga.
Speriamo di riascoltare presto l’Opera In-Stabile e buttiamo là due titoli: lo Stabat Mater di Vivaldi e il Te Deum di Kodaly.
Dopo il concerto, il pubblico ha girovagato fra corridoi, scalini e stanzette dell’ala del convento di clausura aperta al pubblico, degustando un generoso e raffinato buffet offerto dalle monache.
All’uscita la facciata nobile di palazzo Torriani sembrava più solenne e via Fabroni più ampia: miracoli della Musica e del vento di grecale che aveva reso fresca e cristallina l’aria serale di fine maggio.
Antonio Moffa
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