di Renato Pontiroli
Questo brano è tratto dal libro "Da piazza Navona agli
Appennini, dagli Appennini a Piazza Navona", cronaca, storia,
documentazione, testimonianza della dantesca valle dell' Acquacheta a cura del
Collettivo "Zappatori senza padroni G. Winstanley" della cui lettura
devo ringraziare Marcello Baraghini, mitico editore di Stampa Alternativa per
averlo editato nel 1980 e per avermi fornito la fotocopia.
... ...
"A metà degli anni 60 la
contro cultura americana (underground, beat generation, hippies) divenne il
punto di riferimento che permise la nascita di un movimento controculturale in
Italia. Sono i poeti beat (Ginsberg, Kerouac, e i poeti-studiosi Gary Snyder e
Alan Watts), i musicisti d’avanguardia (John Cage), l’arte americana dal
quaranta al cinquanta (Gottlieb, Still, Kline, ecc.), la generazione hippie, lo
stimolo per un differente immaginario che verrà in seguito arricchito dalla
conoscenza delle culture dei popoli nativi (in modo particolare quella degli Indiani
d’ America)e dai Viaggi On the Road.
Dal 68, con la nascita dei gruppi
extraparlamentari a forte componente ideologica, l’area controculturale,
fantasiosa e immaginifica si disperde per vie carsiche per poi riapparire a
metà degli anni 70. Dal “movimento del 77” viene l’intuizione e la domanda:
“quale sviluppo per quale futuro” a cui la classe politica e culturale non
seppe rispondere.
In quell’anno iniziò l’esodo
invisibile e dimenticato verso i luoghi abbandonati dal moderno, del ritorno
alla pratica di uno stile di vita, di un rapporto con la Terra che oggi, con
differenti nomi, stà alla radice delle nostra convinzioni e visioni. Nasce in
quell’anno, al Convegno contro la Repressione a Bologna, il coordinamento
“Alimentazione naturale Controinformazione Vita in campagna” che darà vita al
bollettino TAM (Terra, Alimentazione, Medicina) che nell’82’ diventerà AAM
Terra Nuova … poi i campi Bioregionali e P. Berg in Italia. I giovani
dell’Acquacheta si chiamavano “Zappatori” ovvero Diggers, dal movimento
comunitario inglese del 1600, Diggers era anche il movimento comunitario e
controculturale in cui militava P. Berg negli anni 60’…
Di quegli anni c’è stata una
rimozione generalizzata e devastante, e questo mi ha spinto ad iniziare un
lavoro di recupero di quei “fiori di Guttemberg”, dei racconti orali, delle
immagini di quel periodo.
Pian Baruzzoli, anni Settanta
1977, Aprile. Arrivano Rino e Gianbardo a visitare Pian Baruzzoli.
Le case sono circondate sino alle soglie da sterpi, ortiche e rovi. All’interno,
al primo piano, qualcuno si è portato via un intero camino. I tetti sono
disastrati, le tracce di umido denotano infiltrazioni di acqua. Una delle poche
stanze abitabili è completamente nera di fumo; è stata usata per far seccare le
castagne. La sorgente ed il relativo serbatoio (il “pozzo”) è otturato ed
all’interno si trova una pecora morta (…)
Maggio. Arrivano Jerri, Vitalino e Massimo reduci dall’ennesimo
tentativo di comune agricola vicino a Modigliana. Ci si da dafare per allargare
lo spazio abitabile, si raccoglie legna secca, si inizia a costruire uno
steccato intorno ai due orti in quanto Jerri porta con se la capra “Cipollina”,
che sin da piccola lo segue come un cagnolino. Si accelerano i tempi e pur in
ritardo si semina tutto il possibile. Il lavoro è duro, la terra è bassa; e si
deve anche fare dell’artigianato per rimediare i soldi necessari per
l’alimentazione e le zappe. Si progetta di costruire letti di legno e nel
frattempo si portano su per l’Arrabbiata alcuni materassi. L’entusiasmo è
grande, come quando ci si mette a dissodare terre vergini (…)
Giugno-Luglio. Arrivano Ulisse, Adriano, Maurizio e Franchino da una
comune vicino Vercelli (…)
A
destra: Gli Zappatori in una manifestazione di protesta a Montalto
di Castro (Roma) un sito dove alla fine degli anni Settanta era prevista la
costruzione di una centrale nucleare.
Agosto. Verso la Sicilia a far tappeto e qualche lavoro nero. Ci si
ferma a Montalto di Castro dove è in corso la manifestazione contro la centrale
nucleare. L’arrivo è una vera festa, si inizia a preparare minestroni vegetali
per tutti a pagamento o no. Si fanno infusi di cavoli e fumi per gli ammalati
della “Casa dei pidocchi”, si canta e si balla sulle terre dove dovrebbe
sorgere la centrale. La sera prima della manifestazione si dipinge a colori
psichedelici un carrettino e la mattina dopo alla manifestazione lo si trascina
sotto la pioggia tutti dipinti ed armati di pannocchie insieme a Tony, Aria e
le sue erbe…
1979, Febbraio. Con la neve viene data la prima vangata a “Trafossi
… Arriva la Stefania, conosciuta da poco a Bologna, vola sulla montagna con una
gamba sola, e propone di acquistare una mucca (…)
Maggio. Il comune di San Benedetto ha terminato un sentiero che
corre lungo l’Acquacheta. L’afflusso dei turisti è continuo, capita spesso di
fare da guida. Combattiamo ormai su più fronti, verso l’esterno per realizzare
il parco e fermare la strada della forestale che avanza ignorando la nostra
esistenza e distruggendo montagne, alberi rari e mulattiere (la Luna entrerà
ufficialmente in pensione), all’interno per auto regolarci con il “nudismo”, la
pulizia e le discussioni. Si va a vangare anche alle “Cortecce”. La cucina “B”
ha riaperto per i nuovi arrivati. Il 4 maggio grande sbornia dei trafossiani a
Ravenna all’ osteria dei “I Milner” (i mugnai) poi dal notaio a fare la coop.
lavarsi i capelli, fare il bagno e fregare scatoline (sempre dal notaio). La
coop. è formalizzata, unico oppositore è Bobo che dopo Ravenna, dorme alla “Ca
Brenzica” giù dall’Arrabbiata, poi parte per il mondo.
Estate. Inaugurazione ufficiale di “Trafossi” con gli “Area” che si
portano gli strumenti in spalla su per l’Arrabbiata. Ci si reca al festival dei
Poeti a Castelporziano a fare tappeto. I raccolti sono abbondanti, l’afflusso
dei turisti nella valle è continuo e riceviamo scolaresche, cacciatori,
colonie, pescatori, preti, boy-scouts e naturisti.
Intanto la strada della Forestale
avanza con l’intento di riempire la valle di rumori, trattori e di mucche (ne
vogliono mettere duemila quando tutti si rendono conto che le 150 presenti sono
anche troppe). Le nostre proteste per la costruzione e della strada si fanno
più accese, a Bologna raccogliamo centinaia di firme alla festa dei naturisti e
presentiamo insieme ad altre forze un progetto per il parco a “misura d’uomo”.
Andiamo al festival del teatro a Santarcangelo di Romagna dove naturalmente
diamo spettacolo (come sempre) e ci godiamo la scena della gente che va a vede
re Dario Fo dove non è. Dipak Das parte per l’ennesima volta per l’India.
Autunno. Si vanga in gruppo con chitarre e vino, sia a Pian
Baruccioli, sia ai Trafossi, sia alle Cortecce. Le capre sono ormai una decina.
Alcuni proprietari ci denunciano per “associazione a delinquere, danneggiamento, furto e occupazione di proprietà privata a scopo di lucro”, hanno fatto
pressione anche su chi non intendeva denunciarci. Periodi di pioggia per
continuare a vangare e zappare, periodi bagnati per la legna e freddi per via
della neve.
Autunni magici con le montagne
intorno piene di colori che cambiano ogni giorno, da mattina a sera. Nuvole
cariche di pioggia, che si formano salendo dal fiume in uno spettacolo
fantastico che convinse il Dante a vederle in formazione come le fiamme
dell’inferno, e la cascata in mezzo, tra un girone e l’altro. La pioggia che
cade e noi tutti chiusi in casa, nella cucina, al caldo, usciamo solo per dare da
mangiare agli animali. Intanto si mettono sotto vaso i prodotti dei campi per
l’inverno, si sgranocchiano pannocchie, si cuce, si balIa, si canta. Fuori la
pioggia cade e formando ruscelli che vanno verso la valle portando la terra con
se. i canali nei campi sono stati fatti. Intanto alle Cortecce arrivano i
carabinieri e prima diffide poi fogli di via. Si ricomincia, si cercano
avvocati a Firenze e non si trovano, si fanno comunicati stampa, si cerca di
rendere pubblico il fatto.
Inverno. Per le Cortecce tempi duri, si corre alle radio libere, si
cerca di fare articoli sui giornali, si fa lavoro nero e artigianato per avere
di che mangiare. Ci si aiuta tutti, ... A Trafossi si deve acquistare il fieno
per la mucca. Poi a Bologna e Firenze a far tappeto. Inverno lungo, in
solitudine ma mai soli, con la neve alta, il freddo, gli abiti fradici di
pioggia. Inverno come momento di raccoglimento interiore intorno al fuoco.
Inverno di lavoro, a fare artigianato, a spalar neve dai tetti, a creare un
sentiero che conduca a San Benedetto, a portare su per la montagna la crusca
per gli animali. Intanto che la terra riposa per rifiorire in primavera.
1980, primavera. Si ricomincia a zappare e a seminare …. Intanto si
è calcolato che nelle tre comunità passano circa duemila persone ogni anno e si
deve anche cercare di dare da mangiare a tutti. Nasce Martino, il figlio della
Luna … ".
Fonte: da www.scribd.com/doc/6612522/cir-19 (sintesi di
C.Mercatali)
Questa opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia.
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