Una notte all'osservatorio
di Monte Romano
di Claudio Mercatali
L'osservatorio il 28.07.2012
E' una bella serata questa del
ventotto luglio. Il Sole è tramontato da poco e l' osservatorio che si staglia
sull'orizzonte ovest fa un bell'effetto. Siamo qui in cento per vedere la Luna
guidati da un astrofilo del gruppo Antares, che gestisce l'osservatorio.
Non c'è oggetto celeste che abbia
fatto fantasticare tanto gli uomini come la Luna. Qfwfq, l'immaginario
protagonista delle Novelle Cosmocomiche di Italo Calvino dice che una volta,
nelle notti di plenilunio, la luna toccava quasi la Terra ed era possibile salirci
sopra. Il punto in cui era più vicina erano gli Scogli di Zinco. Mettendo una
scala Qfwfq, il capitano Vhd Vhd, sua moglie, il cugino sordo di Qfwfq e alle
volte anche la piccola dodicenne Xlthlx andavano a raccogliere il cremoso latte
lunare. La fantasia di Calvino non era tanto distante dalla realtà, perché i
suoi racconti sono del 1963 e il 20 luglio 1969 gli uomini scesero davvero sul
nostro satellite. Non erano Vhd Vhd, Qfwfq, e il suo nipote sordo, ma Amstrong,
Collins a Aldrin, gli astronauti dell'Apollo 11. Atterrarono, o meglio allunarono,
nel Mare della Tranquillità, alle 22.17 (ora italiana).
Eh si! perché sulla luna ci sono
i mari e i monti. In realtà i cosiddetti mari sono delle polverose pianure con
un sottosuolo di basalto, eruttato quando il nostro satellite si formò, qualche
miliardo di anni fa. Poi ci sono i monti, che tutto sommato sono simili ai nostri. Gli astronomi dell'Ottocento curiosamente li battezzarono con
gli stessi nomi di quelli terrestri e quindi ci sono gli Appennini lunari, le Alpi lunari e così
via.
La superficie lunare è cosparsa
di crateri da impatto, perché non c'è atmosfera e le meteore non si consumano
per attrito ma arrivano direttamente al suolo. Invece le meteore dirette sulla
Terra si incendiano formando le scie luminose che chiamiamo stelle cadenti. Ce
ne sono molte questa sera, perché ci stiamo avvicinando al cosiddetto sciame
delle Perseidi, che sarà raggiunto il 10 agosto nella notte di S.Lorenzo.
Il telescopio principale è già
puntato e uno alla volta saliamo la scaletta per vedere. La Luna è di quarto o
poco più e all' obiettivo abbaglia. L'astrofilo ci spiega tante cose e ci
invita e proseguire l'osservazione all'esterno dove ci sono altre persone con
binocoli e telescopi più piccoli che danno delle interessanti informazioni.
Il telescopio principale punta la luna.
Per osservare la luna non serve
una grande attrezzatura e un normale binocolo è già uno strumento che consente
di cogliere tanti dettagli.
Questo qui accanto è un binocolo su treppiede adatto allo scopo. Tutti chiedono: quanti ingrandimenti ha? La guida spiega che questa non è l'unica caratteristica utile per l' osservazione notturna, perché gli ingrandimenti servono poco se il binocolo non raccoglie abbastanza luce e dà un'immagine buia. Una regola semplice dice di leggere la scritta impressa su ogni strumento: 7x50 significa che lo strumento dà sette ingrandimenti con un obiettivo di 50mm di diametro.
Questo qui accanto è un binocolo su treppiede adatto allo scopo. Tutti chiedono: quanti ingrandimenti ha? La guida spiega che questa non è l'unica caratteristica utile per l' osservazione notturna, perché gli ingrandimenti servono poco se il binocolo non raccoglie abbastanza luce e dà un'immagine buia. Una regola semplice dice di leggere la scritta impressa su ogni strumento: 7x50 significa che lo strumento dà sette ingrandimenti con un obiettivo di 50mm di diametro.
Più è alto il rapporto tra
diametro e l'ingrandimento e migliore è la resa di notte. Dunque se per esempio si usasse un binocolo 10x50 si avrebbero tre ingrandimenti in più ma una immagine più buia e quindi peggiore.
E ora andiamo, passiamo per i mari
e i monti lunari. Si parte dal Mare Imbrium (mare delle piogge o delle ombre) a nord, e si scende. La mappa lunare qui sotto ci indica la via. Dopo aver valicato gli Appennini Lunari
si entra nel Mare Serenitatis e poi nel Mare Tranquillitatis, dove sbarcarono
gli astronauti dell'Apollo 11. Lì accanto, isolato, c'è il Mare Crisium (il
mare delle crisi) però, più a sud, c'è anche il Mare Nectaris (il mare del nettare).
Clicca sulla mappa se la vuoi ingrandire
Se la luna fosse piena, vicino al
polo sud lunare si vedrebbe il grande cratere di Ticho, che attorno ha le
tracce del materiale proiettato quando avvenne l'impatto violento che lo
generò.
Ticho Brahe era un astronomo del
Cinquecento, che fu maestro di Keplero. Personaggio singolarissimo e smodato,
si dice che sia morto perché gli scoppiò la vescica dopo un'enorme sbornia di
birra. E' sepolto nella chiesa di Thin, a Praga, nella piazza dell'orologio.
Se non gli avesse lasciato i suoi
quaderni, Keplero probabilmente non avrebbe formulato le sue famose leggi. Per
questo si è guadagnato un posto nella storia dell'astronomia e gli è stato
dedicato il maggiore cratere lunare.
Fra notizie e curiosità il tempo
è volato e siamo alla mezzanotte. L'osservazione è finita e l'astrofilo ci
invita e fare un salto nel seminterrato dell'osservatorio dove c'è una bella
mostra di foto fatte qui.
Ci avviamo al parcheggio dopo
aver dato un ultimo sguardo in alto perché passa un puntino bianco, cioè un
satellite artificiale. Continua anche la pioggia delle stelle cadenti e non avrei detto che fossero così tante.
Nessun commento:
Posta un commento