mercoledì 17 ottobre 2012

Aspettando la sagra



Un trekking in ottobre
attorno a Marradi



A Marradi la Sagra delle Castagne è un evento che mette in moto il paese già nei giorni precedenti. Un buon numero di persone arriva nel fine settimana, quando ancora non c'è ressa e con calma passa un paio di giorni qui da noi.
Che cosa si può fare a Marradi il giorno prima della sagra? Ottobre è un mese ottimo per girare nei boschi e naturalmente nei castagneti. Questa che segue è la descrizione di un anello di trekking verso il monte delle Scarabattole, lungo un crinale fra la valle della Badia del Borgo e quella di Campigno. E' un percorso interessante, duro all'inizio e poi più agevole, lungo dieci chilometri e con un dislivello di 500m. 


Il sentiero è vecchio, molto noto, e sale diritto dal paese, senza complimenti, a partire da una lunga scala, che si vede in questa fotografia. E' chiaro che c'è da patire e infatti i due amici qui accanto guardano la stretta via un po' perplessi.

Siamo in trentanove:
Baldassarri Alberto, Bastarelli Massimo, Biagini Rojangela, Bondi Maurizio, Burante Cristina, Calamini Pierluigi, Caldirola Maurizio, Camporesi Elmo, Cavina Pietro, Costicci Sandra, Dibiase Sante, D'Ugo Andrea, Fabbri Carla, Fabbrini Elisabetta, Fiorentino Alessia, Fregnani Aldo, Furini Franca, Galliano Sofia, Gentilini Tommaso, Iskra Jasarspahic, La Porta Maria Grazia, Lo Cascio Riccardo, Marchitelli Cristiana, Melandri Bruno, Mercatali Alessandro, Mercatali Claudio, Naldoni Giuseppe, Parodi Gianluca, Pifferi Patrizia, Pino Sara, Randi Gian Maria, Romagnoli Patrizia, Salomone Selene, Scalini Donatella, Sirri Maurizio, Stancapiano Renato, Terreni Luca, Tondini Flavia, Visani Marco.

Dopo aver sudato un po' si arriva a Villa Grilli. Da questo posto col nome gentile si vede un bel panorama del paese, in ogni direzione.

 
A sinistra: Marradi, visuale verso nord
Sotto: visuale verso sud

 Clicca sulle immagini 
se le vuoi ingrandire


 

 



A fianco: visuale verso ovest. 
Il viadotto è il ponte ferroviario di Villanceta.



  
Il sentiero continua a salire e si arriva al podere Le Piane, dal nome ingannevole, perché qui in piano c'è poco o niente. Incontriamo un primo castagneto, bello, curato, con gli alberi secolari piantati in fila, e poi arriviamo ai prati dell'Antenna.

 
 

La giornata è umida, il cielo tipicamente autunnale. Nei giorni precedenti è piovuto e sono nati funghi di tanti tipi.
Ora il peggio è passato e percorriamo un lungo crinale verso la vetta del monte Scarabattole. Il vocabolario dice che le scarabattole sono le cose rinfuse, però a Marradi non c'è nessun ricordo che giustifichi questo nome e quindi non si sa perché questo monte si chiama così.




La casa del podere Monterotondo
  



Dopo un'ora lasciamo il crinale e cominciamo a scendere, per un sentiero serpeggiante che attraversa i pascoli di Monterotondo. Siamo entrati nelle terre dell'antica Badia del Borgo, che è nel fondovalle, dove siamo diretti.

La zona di Monterotondo è citata nei Regesti di cronaca medioevale dell'Archivio delle Riformagioni di Firenze, perché i monaci della Badia, che a quel tempo erano i veri padroni di Marradi, curavano molto gli affari spirituali ma anche quelli terreni e mettevano per iscritto le compravendite, i patti e le liti.

Sappiamo così che Guido del fu Zucco, un contadino che aveva avuto da dire con loro, il 13 febbraio 1157 fu convocato nel chiostro del monastero e l'abate Giovanni gli fece firmare un foglio dove si diceva che ...



Il castagneto di Monte Rotondo, e anche il successivo di Pian della Quercia, che si incontra a scendere, sono due classici di questa zona. Fanno parte dell'Azienda agricola della famiglia Billi, che li coltiva da generazioni. Le piante sono secolari, monumentali, il sottobosco è tenuto come un giardino.

 Siamo di nuovo in vista di Marradi, che si vede a tre chilometri verso sud ovest. La strada campestre scende piacevolmente e rinfranca. Ci viene incontro con il quad Flavio Billi,  l'assessore del comune, che organizza queste sortite, e ci dice che il chiostro della Badia è aperto e si può visitare. Così il gruppo si divide perché una parte scende al convento.

 Sotto: Marradi da Monterotondo
 
 
 
















I frati non ci sono più da secoli e il monastero è stato ristrutturato e suddiviso in 36 appartamenti, usati come seconde case. La chiesa ha un campanile romanico antichissimo, che è uno dei simboli dell'alta valle del Lamone. Il tutto è abbastanza raffinato, come si può vedere dalle fotografie qui accanto.

  

Proseguiamo per ricongiungerci con gli altri che hanno imboccato un sentiero più alto e alle porte del paese siamo di nuovo tutti assieme.
Scendiamo a Marradi dalla stradina della Presìa, che ci porta proprio nel centro storico. Siamo partiti alle 14.30 e ora sono le 18,15, dunque siamo in perfetto orario. In orario? Eh si, perché alle 19.00 è prevista una tavolata con polenta e ragù e c'è giusto il tempo per fare una doccia.
  


 
Sopra:
Il centro di Marradi 
visto da Casa della Volpe, 
lungo la strada che viene dalla Presìa.



A sinistra: Il percorso 
del trekking (in rosso)








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