martedì 23 ottobre 2012

I lavori di Bernardo Buontalenti


architetto del Principe 
Cosimo I de’ Medici,
al castello di Marradi
di Marco Cappelli




12 settembre 1543 – (da un rapporto sulle fortezze al Duca di Firenze) “La rocca di Marradi illustrissima Signoria va a male per male custodia perché li si trova tre villani e mal pagati e non ve sopra alcuno e se non si provvede a far rasettar il tetto il quale è tutto in puntelli e facendolo rassestar di presente si farà con manco di scudi 50 se indugiamo non si farà poi con le centinaia.” (A.S.F., C.d.P., Filza 625, c.47).
Il castello di Marradi (Castiglionchio) alla metà del XVI secolo è una struttura militare che va in  malora; sono bastati meno di cento anni per trasformare un caposaldo inespugnabile in una obsoleta macchina da guerra che, se ancora viene tenuta in vita, lo si fa soprattutto per le potenziali capacità di adattarsi a ricovero e magazzino.
Ma di li a poco, per una serie di eventi di carattere internazionale: la minaccia di guerra tra l’Imperatore (alleato del Duca di Toscana) e il Papa (alleato del Re di Francia), Castiglionchio assume, per un breve periodo, un ruolo di primaria importanza nella difesa dei confini del Ducato.

INQUADRAMENTO STORICO ANNO 1555
Carlo V d’Asburgo è re di Spagna e imperatore del Sacro Romano Impero Germanico. Enrico II è re di Francia. Il vecchio cardinale Giovanni Pietro CARAFFA , capo dell’inquisizione, viene fatto Papa con il nome di Paolo IV. Cosimo I de’ Medici è Duca di Firenze.
 
Il nuovo Pontefice è nemico dichiarato degli Spagnoli e di Carlo V che domina gran parte dell’Italia. Inoltre il Papa è dell’avviso che alla S. Sede sia necessario, a tutti i costi, impedire nella penisola la formazione di un grande e potente stato.


Carta politica dell'Europa 
a metà del Cinquecento



Il 15 dicembre del 1555 si formalizza la lega tra il Papa e il Re di Francia contro Carlo V che è alleato del Duca di Firenze. Subito vengono fatti, in tutto lo Stato della Chiesa, i preparativi per la guerra.
Siamo nel gennaio del 1556 Marradi, paese di frontiera del Ducato Toscano, comincia a funzionare come centro di spionaggio verso lo Stato Pontificio che sta assoldando truppe nelle terre di Faenza Imola, Forlì, Cesena e Rimini.
Primo rapporto di allarme del Capitano di Marradi Bartolomeo Tedaldi al duca Cosimo I°.12gennnaio 1556 “ Ateso che qui si dicie darsi per tutte le terre della chiesa denari, non ho volsuto mancare di diligentia per intendere per chi et come et dove et ho mandato aposta uno di qui, persona pratica e sufiziente et da guistargli fede…  et è tornato stasera et dicie essere stato a Faenza et Forlì et ne riferisce che il signore duca di Ferrara ha spedito lo capitani che ora danno denari in Faenza, Imola, Forlì, Cesena et Rimini et danno 4 o 5 scudi per omo, et non li lasciano levare dalle loro case per potersene servire a ogni lor beneplacido et voluntà ….”(A.S.F., Mediceo, F. 457,c. 132).


La guerra è nell’aria: 26 gennaio 1556 ...”et qui ad vicino a uno miglio 1/2 a uno luogo che si domanda Santo Martino giorno et notte, vi è stato 25 soldati alla guardia che da sei giorni in qua sempre vi sono stati et di continuo vi stanno, causatone una vocie che dicievano essere arivato qui il Signore Chiappino (Vitelli- famoso condottiero) con 200 cavalli…” (A.S.F.,Med. F.457, c. 412).
La gente di Marradi ha paura e chiede al Capitano di essere protetta: 30 gennaio 1557 …”Questi omini sono venuti a me, più et più volte diciendomi dormire sotto e mia occhi et che io dovrei fare fare  qualche guardia in su questi confini come già altre volte al tempo di sospetto si è fatto il che non ho mancato di rincorarli et dettoli non dubitino ma vegho che questo non basta…” (A.S.F., Med., F.457, c. 507).
Si teme un assalto a Firenze da parte dell’armata della lega attraverso i passi di Marradi e la paura aumenta anche per le informazioni che forniscono le spie inviate nello stato nemico:
19 febbraio 1556 …”Dissimi ancora che un certo Giovanni Gualberto di Pierantonio da Biforcho di questo capitaniato quale più tempo è stato tamburino del re, et oggi, è tamburino di Antonio Caraffa (nipote del Papa) ci ha detto che più giorni sono che il detto signore Antonio una sera li domandò alla tavola in Imola che strada et passi erano quelli di Maradi e Crespino et che esso tamburino li disse che erano passi cattivi et magri et che non intrò in altro…”(A.S.F.,Med., F. 458, c. 624).
La via di Marradi può costituire per le truppe nemiche un facile ingresso alla Toscana soprattutto perché risulta quasi del tutto sguarnita dal punto di vista militare. Castiglionchio, posto su una rupe che spazia su tutta la vallata ha una posizione strategica che può ancora funzionare, ma si deve, in brevissimo tempo, adattarlo per quanto possibile, a resistere e a rispondere al fuoco delle moderne artiglierie.




Fortezza di Castiglionchio 
anno 1980.
Le prime notizie del castello 
risalgono 
all’anno 759 d.c.


La questione per il Duca di Firenze Cosimo I è di vitale importanza e non può affidarla a persone qualsiasi: il 20 gennaio manda al castello di  Marradi il condottiero Chiappino Vitelli, il 24 un capomastro di eccezione David Fortini che è richiamato a Firenze il 28 dello stesso mese per essere sostituito con un architetto che si firma Bernardo Timante pittore, ma che è passato alla storia con il nome di Bernardo Buontalenti.
Lettera del Duca al Capitano di Marradi  25 gennaio 1556 … “ Carissimo, Bernardo Dipontore viene costà di nostra commissione per vedere e assettare quella fortezza nel modo da noi è stato ordinato… presto ne manderemo l’artiglieria che v’occorrerà per ben guardarla…”(A.C.M., F. 1379)
Da una lettera successiva ci si fa un’idea della consistenza operativa della fortezza di Castiglionchio 8 febbraio 1556 …”nella fortezza rimanga frumento e biade per l’uso di 200 compagni bisognando e per dui o tre mesi sollecitando di restaurare conforme all’ordine di Bernardo ingegneri”( A.C.M., F. 1379).


Al suo arrivo a Castiglionchio Davide Fortini trova una struttura in pessime condizioni …”tunta iscasinata e mal condota si la muraglia di fuora come l’abitazione di dentro…”il sito è ottimo …” teribilissimo e spaventoso…” a parte il lato che protegge l’arrivo da Firenze dove già Chiappino Vitelli si era pronunciato pochi giorni prima per potenziare con opere artificiali la mancanza di difese naturali.
Il primo intervento del Fortini riguarda l’adattamento dell’antica fortezza a fronteggiare il fuoco della moderna artiglieria. Sono lavori che comportano il riempimento con terra e fascine all’interno dell’ antico recinto dove ancora si trovano i resti del vecchio borgo medievale che viene demolito.
Siamo in un epoca nella quale il principio della difesa assorbente con l’uso di bassi terrapieni è da tempo acquisito e trova nel forte bastionato la corretta espressione geometrica.
A Castiglionchio si lavora seguendo questi principi anche se il terreno accidentato, l’esistenza di una struttura precedente, la mancanza di spazio e soprattutto di tempo non permettono il lusso di certe raffinatezze. Le vecchie mura ad esempio non vengono rinforzate per resistere alla spinta del terreno e negli anni non si sono conservate.


Nonostante ciò nel lato di ponente, verso la venuta da Firenze, sotto la direzione dell’architetto Bernardo Buontalenti viene costruito un “cavaliere” edificio tipico della cinta bastionata che normalmente viene introdotto negli angoli più esposti della fortificazione con il duplice scopo di irrobustire punti altrimenti deboli e attaccare il nemico dai fianchi. 
  

 Nel nostro caso il cavaliere ha pianta ad U con lati di 5,40 m, muri spessi 1,50 m e l’altezza delle pareti esterne di circa 10 m.
Cavaliere di Malacoda: sopra vista lato nord, sotto sezione e pianta. In questa zona del castello, ai tempi della  guerra del 1428 (conquista di Marradi da parte dei fiorentini),  c’era una torre posta a difesa del borgo medievale .
  
 Clicca sulle immagini 
se le vuoi ingrandire

Sotto: archibuso 
da posta  
 1500 – 1600


 






 Abbiamo rintracciato due rapporti di Bernardo Buontalenti sui lavori alla fortezza di Marradi, il primo è datato 29 gennaio 1556. 

 “Arrivando alla rocha di Maradi a ventotto di genaio vi trovai il capitano e mastro Davite che aveva in opera cinquanta guastatori che faceva rovinare tre case le quali erano apreso a la muraglia e le dete case erano vote infino ai fondamenti delle mura della rocha  e da quello ilato poteva essere ofesa e così s’attende a riempire di tera e fascine infino a il pari delle mura ma non abbiamo corbeli per portare tera. .. “(A.S.F. , Med., F.457, c. 491).
Nel seguito della lettera Bernardo Buontalenti chiede tra le altre cose che venga inviato un castellano e che si faccia guardia alla rocca perché il confine è a due miglia e ci sono i soldati del Papa. Dice anche che il Fortini vorrebbe  rifare i solai e sistemare le stanze ma per il momento secondo il Buontalenti ci sono da fare cose più urgenti.  
 Di seguito riporto la trascrizione del secondo rapporto  e qui accanto c'è la copia del manoscritto.
7 febbraio 1556  “ Avendo ricevuto una lettera di primo di febbraio de la Eccellenzia vostra la quale meistata data questo di 7 di febbraio la fortificazione in fra 8 giorni sara fornita e così è fornito di incassare 10 archibusi e sono tutti provatti e infra 4 giorni saranno forniti tuti la portta è fornitta a fato e non o fato murare l’altra arispeto ala condotta do porttare tera drento la quale tera comandai che ognuno portassi biconcuoli e panieri e ceste infina sachi tanto che ho finito afato quale punta in su quelo masso come apare nel disegno la quale è di tanta importanza quanto sia posibile e se fato una entrata cpertta che va nela punta e non manca altro che murare la porta e alzare il cavaliere di Malacoda se i corbeli vengono tanto si finirà  più presto e de finitto di dirupare atorno ala rocha e non si può immaginare la cosa inespugnabile che la torna. …” (A.S.F., Med., F.458; c.233).

Bernardo Buontalenti 
1531-1608


Nell’ultima parte del rapporto, Bernardo Buontalenti, scrive che il giorno dopo sarà a Castrocaro perché c’è bisogno di lui per costruire l’entrata della fortezza. Ritornato a Marradi riparte per Firenze il 16 di febbraio con la promessa di ritornare il 21 dello stesso mese.  Ma il 25 di febbraio il capitano di Marradi scrive al Duca dicendo che ha 100 uomini al lavoro nel castello più quattro muratori e il suo architetto non è ancora tornato. Anche nel mese successivo il capitano continua a scrivere che Bernardo Buontalenti non è ancora comparso a Marradi.
Questo disinteresse è dovuto al dissolversi delle ragioni che all’inizio del 1556 avevano portato la fortezza di Castiglionchio all’attenzione del Duca di Firenze. Il 26 di febbraio infatti si arriva a conoscere, con una certa precisione, il futuro sviluppo delle operazioni.


26 febbraio 1556 …” La fanteria si parti ieri di quel di Imola et questa sera si trova in quel di Faenza et domani a sera si dicie serà a Forlì  … Il resto della cavalleria è ita per alla volta di Ravenna sempre fuora di strada et si dicie si troveranno con la fanteria a Rimini per andare in verso l’Abruzzi per alla volta del regno di Napoli” (A.S.F., Med., F.458, C.763).
La paura della guerra si allontana, ai confini la tensione diminuisce, e sparisce l’interesse del Duca per la fortezza di Marradi. Dopo poco più di trenta anni (1590) una mappa del castello riporta la scritta “Castello di marradi disabitato” ( vedi sotto).
Ruderi del cavaliere di Malacoda (2011) opera di Bernardo Buontalenti (1556). A sinistra vista del cavaliere dall’interno del  castello, a destra vista dall’esterno. Ancora visibili, in una parete, i resti dell’incastro con le altre mura del recinto.


 Mappa di Castiglionchio  anno 1590
 nota ”Castello di Marradi disabitato”
 A.S.F.  Cap. di Parte, Filza 760





Fonti La ricostruzione assonometrica del castello è stata eseguita sulla base dei seguenti documenti: mappa del 1590 (A.S.F., C.P. F. 760), rilievo delle permanenze architettoniche del 1980, disegni del Liverani del 1846, descrizione dei lavori del gennaio e febbraio 1556 trovata nei carteggi dell’Archivio di Stato di Firenze e dell’Archivio Comunale di Marradi. I rilievi del 1980 sono tratti dalla tesi di laurea in architettura di Nannini Enea e Marco Cappelli.


Nessun commento:

Posta un commento