Ma com’era Dino Campana?
1a Parte
1a Parte
di Luisa Calderoni
Se dobbiamo dare ascolto a chi lo conobbe, nel cercare di dare un volto a Dino Campana, a volte, ci troviamo di fronte a descrizioni contraddittorie che non calzano con l’immagine più nota del poeta, quella autografata (?) che sul retro reca la scritta:
“ Dino in data 10 agosto 1911 a Marradi”.
In questa foto Dino, quasi ventiseienne, è elegantemente vestito secondo i dettami borghesi della moda del tempo e mostra un volto sereno, mansueto, curato e certamente bello.
E nulla nell’aspetto fisico può far pensare al dramma che è dentro di lui e che non tarderà a manifestarsi anche in cruente esternazioni che lo videro protagonista anche Bologna.
Dopo appena un anno, quando arriva entra nell’ambiente goliardico bolognese, Dino, se non sembra aver tralasciato la cura del viso, appare sicuramente più trasandato nel vestire. Con queste parole il Ravagli lo descrive nella sua opera “ Dino Campana e i goliardi del suo tempo” :
“ Tarchiato, biondastro, di mezza statura (…) aveva una capigliatura biondo-rame folta e ricciuta, che gli incorniciava un viso di salute: due baffetti che s’arrestavano all’angolo delle labbra, e una barbetta economica che non s’allontanava troppo dal mento”. Per quanto riguarda l’abbigliamento, parafrasando il Ravagli, girava per Bologna tutto intabarrato in uno strano cappottone dalle cui tasche uscivano fogli manoscritti che non abbandonava mai poiché, in ogni momento, poteva sentire il bisogno di togliere, limare o aggiunger qualcosa a quanto già prodotto".
Il primo scritto in cui cerchiamo informazioni sui connotati di Dino Campana e che attesta la richiesta di passaporto, risale al 9 settembre 1907 quando Dino fa domanda per il documento di espatrio per recarsi a Buenos Aires. Questo documento non ci fornisce informazioni sulla fisionomia di Dino Campana ma solo dati anagrafici e la generica professione di “ scrivano”.
Nel maggio del 1909 Dino Campana fa richiesta di un nuovo passaporto, questa volta per la Svizzera, ma ancora una volta non abbiamo notizie sul suo aspetto…
Al Signor Sindaco di Marradi
Il sottoscritto fa rispettosa istanza alla S.V.al fine di ottenere un passaporto Governativo per la Svizzera Con rispettosa osservanza
Dino Campana di Giovanni
Marradi 12 maggio 1909
Nel 1916 Dino Campana, tornato a Marradi, fa domanda per ottenere il passaporto per l’interno, fornendo una serie di dati sulla propria fisionomia:
Se nella precedente domanda per il passaporto, fatta nel 1907 per recarsi a Buenos Aires, Dino risultava esercitare l’attività di scrivano, nel foglio di via emesso il 17 settembre 1917, Dino è diventato “pubblicista” e gli occhi del poeta da cerulei, così come li descrive il Ravagli nell’opera citata, son diventati castani!!!!
E così l’immagine che ci resta Dino risulta ancora più incerta e sfumata dall’oblio del tempo, da un lato legata alla bella foto giovanile, dall'altro alla foto, forse l'ultima, che ,secondo il Dottor Pariani, di malavoglia Dino si fece fare a Castelpulci.
Dino Campana a Castelpulci
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