Il cielo sopra Marradi
di Claudio Mercatali
L'inverno è una buona stagione per osservare il cielo. In questo periodo sorgono delle costellazioni famose che poi tramontano e fino all'anno dopo non si vedono più.
Per vedere Orione, la più importante, e poi il Toro, Le Pleiadi, Sirio del Cane Maggiore e Procione del Cane Minore non servono telescopi ma un posto buio, lontano dalla luce dei lampioni. Qui da noi ci sono diverse possibilità e praticamente basta uscire dal paese e alzarsi un po' in quota. Se è freddo è meglio, perché l'aria gelida è meno umida e più limpida.
Per l'astronomia visuale, che stiamo per fare, dobbiamo tornare al tempo degli antichi Greci, perché furono loro a stabilire le regole e da allora nel cielo non è cambiato niente. Le stelle sorgono e tramontano oggi come duemila anni fa. Occorre dunque ragionare con la logica di un greco antico, che è del tutto diversa dalla nostra, però ogni tanto fa bene mettersi nei panni di un altro dal punto di vista culturale.
Il riferimento fondamentale è la costellazione di Orione, un complesso di diverse stelle di cui sette ben visibili formano una figura che assomiglia ad una tunica o un vestito con la sottana. A metà tre stelline in fila marcano i fianchi, più stretti, e formano la cosiddetta Cintura. La figura qui sopra chiarirà meglio delle parole.
Se il cielo fosse completamente buio, con un po' di fantasia si potrebbe vedere non solo il vestito ma una figura dalle sembianze umane, con testa, piedi e arco. Orione, il cacciatore dagli occhi celesti, è un personaggio mitologico descritto come bellissimo, ma crudele con le prede e violento con le donne. Diana si innamorò di lui ma venne rifiutata in modo spicciativo e si offese. Secondo il mito gli dei irati diventavano vendicativi ... più avanti ne riparleremo ...
Orione, da Uranometria di Johann Bayer (1603)
wikimedia commons
Gli antichi greci non descrivevano le singole stelle, non avevano i mezzi per farlo, ma si limitavano a indicarle con le lettere del loro alfabeto (alfa, beta, gamma, delta ...) a partire dalla più luminosa. Furono gli Arabi, nel Medioevo, a dare un nome agli astri più luminosi e ora useremo il nome arabo per parlare delle stelle che ci servono.
Betelgeuse (Alfa Orionis) è una supergigante rossa, cioè una stella che sta diventando vecchia, con una luminosità variabile in un periodo di sei anni. La sua distanza è grande, 620 anni luce, e nonostante ciò è una delle stelle più luminose. Perciò gli astronomi pensano che abbia delle dimensioni colossali e sia mille volte più grande del Sole.
Questa stella si trova spesso nei racconti di fantascienza. Il romanzo "Il pianeta delle scimmie" dal quale venne tratto un famoso film con Charlton Heston, è ambientato nell'immaginario pianeta Soror, che dovrebbe essere da queste parti.
Rigel (Beta Orionis) è una supergigante blu molto calda, distante 775 anni luce e circondata da una gran quantità di gas interstellare, che fa aumentare molto la sua luminosità. Anche ad occhio nudo, mettendola a confronto con Betelgeuse si coglie una differenza di colore. Sebbene abbia la lettera greca beta, è la stella più luminosa della costellazione, perché Betelgeuse ha una luminosità variabile.
Questa stella si trova spesso nei racconti di fantascienza. Il romanzo "Il pianeta delle scimmie" dal quale venne tratto un famoso film con Charlton Heston, è ambientato nell'immaginario pianeta Soror, che dovrebbe essere da queste parti.
Rigel (Beta Orionis) è una supergigante blu molto calda, distante 775 anni luce e circondata da una gran quantità di gas interstellare, che fa aumentare molto la sua luminosità. Anche ad occhio nudo, mettendola a confronto con Betelgeuse si coglie una differenza di colore. Sebbene abbia la lettera greca beta, è la stella più luminosa della costellazione, perché Betelgeuse ha una luminosità variabile.
Le Pleiadi
Secondo il mito Orione si invaghì delle Pleiadi, le sette figlie di Enopio, re dell' isola di Chio e divenne violento con loro. In particolare maltrattava Merope e alla fine il re, per difenderla, lo fece accecare. Così ridotto vagò nell' Egeo finché Eos, la dea dell'aurora, mossa a pietà gli ridonò la vista.
Orione diventò ancora più cattivo, e alla fine sfidò anche Diana: "Sono un cacciatore migliore di te, dea, mandami l'animale che vuoi e io lo ucciderò". Diana, già offesa per i motivi detti prima, gli mandò un animale che lui non si aspettava, e cioè uno scorpione velenoso, che lo beccò e lo uccise. Per questo quando a primavera compare nel cielo la costellazione dello Scorpione, le stelle di Orione tramontano.
Che cosa c'entrano tutte queste favole con l'astronomia? Il fatto è che da Orione, tracciando a mente gli opportuni allineamenti, si trovano le altre costellazioni invernali. Così, se con lo sguardo tracciamo una riga in cielo da Mintaka, la stella più alta della Cintura, arriviamo in breve ad Aldebaran, nel Toro, e poi, proseguendo, al gruppetto delle Pleiadi.
Durante la notte sorgono prima le Pleiadi, poi il Toro e infine Orione, che è come se inseguisse le sue vittime. Dunque anche nella fantasiosa mitologia dei Greci c'è una logica.
... se con lo sguardo tracciamo
delle righe nel cielo ...
Aldebaran (Alfa Tauri) è una stella del Toro. Dista 65 anni luce, è una gigante arancione, che si stima 500 volte più luminosa del Sole e molto più grande. Il suo nome deriva dall' arabo al Dabarān, "l'inseguitore", perché sembra seguire le Pleiadi. Secondo gli antichi portava fortuna, ricchezza e onori.
Le Pleiadi sono un complesso di stelle giovani, che non si distinguono una ad una a occhio nudo. Però le maggiori sono sette, come le sorelle dalle quali prendono il nome. Il tutto è avvolto da una luce diffusa. Il posto è molto particolare, perché gli astronomi dicono che le nebulose a luce diffusa sono la culla delle stelle, cioè il posto dove stanno appena nate, perché le stelle nascono e muoiono, secondo un ciclo di cui parleremo un'altra volta.
Torniamo a Orione e prolunghiamo la Cintura dalla parte di Alnitak, la stella più bassa. Così facendo attraverseremo una parte del cielo dove ci sono solo delle stelle deboli e poi arriveremo ad un astro molto brillante, che è Sirio del Cane Maggiore.
Sirio (Alfa Canis Maioris) o Stella del Cane è bianca e brilla più di tutte, anche perché dista solo 8,6 anni luce, cioè "solo" 82.000 miliardi di chilometri. E' visibile per tutto l'inverno e anche in primavera, fino a maggio - giugno. I Greci pensavano che il suo scintillio danneggiasse i raccolti e preannunciasse siccità; il suo nome deriva infatti dal greco antico Σείριος (Seirios), che significa splendente, ma anche ardente.
A fianco: il cielo attorno a Orione. Perché tutto sia chiaro bisogna tracciare i vari alllinenmenti.
Se tracciamo una retta dalla parte superiore di Orione, da Bellatrix a Betelgeuse e oltre arriviamo ad un'altra stella molto brillante, che si chiama Procione del Cane Minore.
Procione del Cane Minore è l'ottava stella più luminosa del cielo. Assieme a Sirio e a Betelgeuse forma il Triangolo invernale, contrapposto al Triangolo estivo, formato da Altair, Deneb e Vega, che d'inverno non si vede.
In ordine di comparsa, nel corso della notte, le costellazioni dei Cani da Caccia sorgono dopo Orione ed è come se lo seguissero. Ecco dunque che la scenografia mitica degli antichi greci si compie: Le Pleiadi e il Toro fuggono il cacciatore mentre i cani da caccia seguono il loro padrone.
Nessun commento:
Posta un commento