Ricerca di Luisa Calderoni
Nel 1938 il Teatro di Marradi, dopo il fallimento dell’ Accademia degli Animosi, fu acquistato dal Dopolavoro Nazionale Fascista di Marradi per la somma di Lire 28.000. Il circolo del Dopolavoro, che fino a quel momento aveva la sua sede nella Casa del Fascio in via Roma, (oggi via Dino Campana), si trasferì nei locali del Circolo Cittadino o dei Signori, che si trovava nell’avancorpo del teatro.
Ma in quegli anni sembra anche che le proiezioni cinematografiche avessero subito un arresto senza che se ne conosca la ragione.
Secondo quanto scrive il Maestro Renato Ridolfi in “Cose di casa Nostra”, pag. 67, “ la prima cabina di proiezione era stata ricavata nella parte posteriore del palcoscenico, sopra i camerini degli artisti, e la macchina proiettava sul retro del quadro.
Tale sistema fu poi modificato e la cabina fu portata nell’edificio sopra il loggione.
Dopo la guerra, la cabina fu ricavata dal palco d’Ispezione o reale e da tutta l’ampiezza del corridoio retrostante.” (Anch’io ricordo che, prima dell’ultimo restauro, non era possibile percorrere tutto il corridoio del secondo ordine, essendo questo chiuso da due muri che ampliavano e rinchiudevano la cabina di proiezione in corrispondenza del palco centrale e dell’accesso alla Sala Mokambo).
Nel 1940 Angelo Gonnelli, Presidente del Dopolavoro Comunale “L. Neri” di Marradi chiede un nulla osta al Ministero della Cultura Popolare - Direzione Generale per la Cinematografia , per dare spettacoli cinematografici e misti nel Teatro degli Animosi.
La domanda, per ignote ragioni, non viene accolta.
Nel gennaio del 1941, Meucci Giuseppe, fu Giovacchino, abitante in Piazza Trento-Trieste, a Marradi chiede al Comune il permesso di riaprire al pubblico il Cinema-Teatro Animosi. La Commissione di Vigilanza prescrive i seguenti lavori:
1 Le file di poltrone e sedie esistenti in sala dovranno essere fissate al pavimento alla prescritta distanza di non meno di 35 cm.
.2 Il quadro del raddrizzatore a lamina vibrante dovrà essere chiuso in cabina di lamiera forata di protezione. Dovranno essere applicati condensatori elettrici per protezione rete ed uscita corrente continua.
3 Il finestrino di spia isolato dovrà essere munito di sportello.
4 I finestrini di spie e del fascio luminoso dovranno avere gli sportelli comandati contemporaneamente con unico comando a distanza dal proiettore.
5 Il tubo di aspirazione dei gas prodotti dall’arco elettrico dovrà essere prolungato oltre la cabina fin sopra il tetto del fabbricato.
6 L’estintore esistente in cabina dovrà essere subito ricaricato.
7 I ripari metallici di separazione fra l’anticabina e i corridoi dei palchi, dovranno essere prolungati fino al soffitto.
Il Meucci otterrà la licenza e prenderà il locale in affitto, per nove anni, dal Dopolavoro Nazionale Fascista e dopo le necessarie modifiche, darà il via alle rappresentazioni cinematografiche.
Quando l’O.N.D. glielo chiederà per attività proprie, essa sarà tenuta a rimborsargli le spese della programmazione dei film già prenotati e dei quali, anche non potendoli dare, è tenuto ugualmente a pagare il nolo.
Il Dopolavoro Nazionale fascista
era un' Opera Nazionale del regime
era un' Opera Nazionale del regime
che gestiva i locali pubblici
La richiesta di riapertura del teatro per proiezioni cinematografiche, scatenò le proteste di Gualdi Caterina nei Farolfi, che gestiva il Cinema della Stazione e che scrisse una lettera a Donna Rachele ….
Il Cinema Animosi venne riaperto al pubblico il 23 marzo 1941, XIX.
Il prezzo dei primi posti (160 tra platea e palchi del primo ordine) era di £. 1,60.
Il prezzo dei secondi posti (100 tra galleria e palchi del 2° e 3° ordine) era di £.1,20.
Come il “Cinema Stazione”, anche il “ Cinema degli Animosi” è classificato di quarta categoria e vi viene apposto un cartello visibilissimo con dicitura “ Marradi - Cinema Teatro Animosi
Contemporaneamente il Ministero della Cultura Popolare concede il nulla osta al rilascio della licenza di esercizio per spettacoli cinematografici nel “ Cinema Stazione” a Luci Gino che subentra a Marziale Adolfo.
Nel frattempo si intensificano i provvedimenti tecnici per migliorare la sicurezza nel “Cinema Stazione” e cioè il Podestà di Marradi, nell’anno 1941, invita il gerente della sala a voler provvedere a che:
1- venga osservato il divieto di fumare sia in sala, sia nella cabina di proiezione,
2- le luci di sicurezza siano sostituite con altre elettriche alimentate da batterie di accumulatori,
3- l’estintore sia mantenuto in perfetta efficienza,
4- l’apparecchio proiettore (marca K. Ernemann mentre l’amplificazione è a marchio Fedi), sia dotato di apposito tubo incombustibile in modo da sboccare all’esterno della cabina per facilitare l’uscita dei gas, chiudendo il foro attualmente esistente nel solaio di copertura della cabina stessa,
5- sia mantenuto in efficienza l’estintore di cabina ed integrato, in mancanza, di una presa d’acqua con un recipiente pieno di sabbia,
6- sia riparata la cassa metallica delle pellicole,
7- sia subito riveduto e riparato il dispositivo di sicurezza.
Dopo la realizzazione di questi accorgimenti, la sala del Cinema Stazione viene ritenuta conforme alla normativa vigente e agibile.
Nel luglio del 1942-XX, Mercatali Fortunato fa domanda per ottenere il certificato di abilitazione alla mansione di operatore cinematografico di cabina per esercitare presso il Cine-Teatro Animosi.
Risale all’agosto 1947 un documento che attesta che il nuovo gestore del “Cinema - Teatro degli Animosi è Domenico Vanni, fu Antonio, abitante a Marradi in Via tamburini, in quanto lo stesso Vanni chiede il rinnovo della licenza per gestire il cinema in oggetto, in sostituzione di Aldo Poggiolini.
A sinistra: la richiesta di licenza
del 1947 di Domenico Vanni
A destra: il proiettore K. Ernemann in dotazione nel 1941
Per il 1948 il Cinema-Teatro degli Animosi ottiene l’agibilità e le sue condizioni sono le seguenti:
A sinistra: la richiesta di licenza
del 1947 di Domenico Vanni
A destra: il proiettore K. Ernemann in dotazione nel 1941
Per il 1948 il Cinema-Teatro degli Animosi ottiene l’agibilità e le sue condizioni sono le seguenti:
Il gestore è Domenico Vanni
Il numero massimo dei posti è di 83 in platea e 120 nei palchi.
La cabina cinematografica è di dimensioni sufficienti.
L’apparecchio proiettore : F.G.G.
Il dispositivo di sicurezza: Cinestop
L’amplificatore : F.G.G.
L’operatore cinematografico è Ezio Scarpa.
Nell’Agosto del 1948, l’Arciprete Don Giuseppe Rossi chiede e ottiene dalla Questura di Firenze, il permesso di fare il cinema estivo parrocchiale nel cortile adiacente alla chiesa di san Lorenzo, di proprietà della parrocchia stessa.
Il Genio Civile, visto il progetto presentato per l’adattamento a cinema estivo della predetta area, osserva che:
1- la cabina ha una superficie inferiore a 6 mq;
2- la biglietteria non può essere destinata a uscita di sicurezza, la quale perciò deve essere spostata;
3- I gabinetti devono essere due, destinati per sesso;
Il progetto stesso dovrà essere riveduto in base a tali osservazioni al fine di ottenere l’agibilità.
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