per costruire
l'Acquedotto degli Allocchi
ricerca di Silvana
Barzagli
L'imbocco della galleria
degli Allocchi
Nel 1888 e nel 1889 a Faenza ci
fu un gran discutere su come rifornire d'acqua la città, che andava crescendo e
aveva bisogno di risorsa. I progetti furono due: l'ing. Tramontani pensava di
attingere dal Lamone e dalle sorgenti delle ultime colline faentine, invece
l'ing. Zannoni pensava di attingere alle sorgenti degli Allocchi, che erano
scaturite dalla galleria omonima scavata in quegli anni lungo la ferrovia
Faentina, sopra a Crespino del Lamone.
La Gazzetta di Faenza, un
periodico che si stampava in città in quegli anni, riportò i pareri dei due
tecnici e queste che seguono sono le ragioni dell'ing. Zannoni, che alla fine
prevalsero.
Ci sarà abbastanza acqua dentro
la Galleria degli Allocchi? E se dopo qualche anno le sorgenti smettessero di
sgorgare?
Dalla Gazzetta di Faenza del 17 marzo 1889
Per debito di imparzialità e perché
ci piace la più ampia discussione sopra questioni che, come questa, interessano
vivamente il pubblico, diamo posto, di buon grado, alla seguente, inviataci dal
nostro concittadino Ing. Comm. Antonio Zannoni,
Bologna 14 luglio 1895
Ebbi i numeri 20 e 21 del suo
Periodico; il 1° "L' Acquedotto Romagnolo" che mette innanzi
osservazioni sull' alimentazioni e dell' Acquedotto Romagnolo da me progettato;
il 2° "Il pubblico Fonte", che fa conoscere il progetto Tramontani
per dotare di acqua potabile Faenza.
E ringraziando la S.V. dell'
esteso riassunto della mia Conferenza costì tenuta il 3 u.s. Febbraio,
riportato nel suo N. 18, e della cortese ospitalità accordatami, io dico:
E' opposto in ordine all'
alimentazione dell' Acquedotto da me progettato, che desse alimentazione,
attesa dalle scaturigini della Galleria degli Allocchi, può dubitarsi venga col
tempo notevolmente diminuita, e quindi, che si farà sentire la necessità d'
altri allacciamenti, e prese di acqua; opere di conseguente grave costo.
Le vasche di decantazione
dell'acquedotto
Ora io osservo: i Municipi non si
preoccupino delle temute possibilità di diminuzione di acqua della Galleria
degli Allocchi: la Società accennò in genere ad un quinquennio di garanzia e ci
sentiamo sicurissimi del volume dell' acqua, che deve alimentare l' acquedotto?
I casi fortuiti, che temonsi nella Galleria degli Allocchi se avverranno,
avverranno a rischio, e pericolo, e quindi a carico di noi concessionari: le
opere, che diconsi necessarie per supperire in caso alla deficienza temuta
della Galleria predetta, se occorreranno, staranno ad esclusive nostre spese.
E' a tutto questo, che si è già
pensato e provveduto con tale un largo concetto di presa di acqua fuori della
Galleria, da potersi avere la più rassicurante garanzia di un inalterabile e
sufficientissimo volume di acqua.
Dunque a questo riguardo
dichiariamo esplicitamente di assumere, ed assumiamo noi la più ampia
responsabilità: i Municipi pagheranno il canone, cioè pagheranno l' acqua, e
quando avranno l' acqua: diversamente nò, e continueranno ad averla assicurata
per tutta la durata del pagamento del canone; durata, che come premisi, esser
può dai 50 ai 60 anni; dopo di che l' acquedotto passerà in proprietà dei
Municipi.
E allora che azzardano oggi, per
siffatta lunga durata di tempo, i Municipi? E scorso questo tempo essi non
saranno sufficientemente fatti sicuri, che l' Acquedotto si sarà reso normale,
cioè inalterabile nella sua portata d' acqua.
Parmi, che con mezzo secolo si
possa fare a sicura fidanza!
Il Sindaco di Faenza invita il suo collega
di Marradi a un incontro (27 luglio 1891)
Però è Marradi, e con Marradi la vallata
da Crespino a Marradi, che, dicesi, alzerà un grido di allarme, temendo di
vedersi sfuggire la speranza di un miglioramento economico.
Ognuno si rassicuri nella
seguente enunciazione, che io fò - vale a dire, che coll' attuazione dell'
Acquedotto Romagnolo, l' industria da Crespino a Marradi, ed a Marradi in
specie, eleverà grandemente il suo sviluppo, quello sviluppo, che, senza l'
attuazione dell' Acquedotto, spererà sempre invano. E qui mi taccio perché è
troppo prudente che "chi fa il gioco non l'insegni".
Dunque via, via il timore, che
sia per diminuire, od anche per mancare all' Acquedotto la alimentazione: l'
acqua a ciascun Municipio (Articolo 5. delle mie proposte) è garantita a volume
giornaliero dai 50 ai 60 anni, e più ancora, se vuolsi, dalla società
concessionaria: via altresì l' impressione sfavorente, già sorta che rimanga
danneggiata l' industria da Crespino a Marradi, ed a Marradi; perché anzi l'
acquedotto è destinato appunto a generare lassù una produzione industriale.
La montana vallata del Lamone,
per la cui ferrovia, sebbene disgraziatamente male riuscita, combattei, saluti
adunque con gioia l' Acquedotto Romagnolo, e ne acceleri coi più ardenti voti
la più sollecita attuazione!
Ma che dirle del progetto
studiato dal Signor Ingegnere Tramontani per cotesta fonte di Faenza. L'
alimentazione dell' acquedotto Tramontani è proposta a farsi da sorgenti, e con
derivazione dal canale della Chiusa mediante filtri; il Signor Ing. proponente
calcola di raccogliere in massima siccità mc. 200 al giorno, ossia per 20mila
abitanti, che tanti ormai siamo a Faenza, litri 10 (dieci) per testa al giorno;
la spesa preventivata per l' opera L. 189.311.
Ora io domando, la tenue potenza
(strato) della terrazza quaternaria, che si distende a piedi del contrafforte
dell' Olmatello e la sua limitata estensione, e speciale inclinazione quale
garanzia può dare, riguardo al suo strato bibulolatente?
Ossia quale sarà per essere oggi,
ed in avvenire la portata, cioè il volume di acqua giornaliero delle sorgenti,
che il Tramontani progetta di aprire in esso?
Si interroghi il Paramelle, e se
ne avrà una risposta memorabile. Sono
poche le acque chiamate dal foro della galleria, entro la galleria, tanto è
vero che talune di esse sorgenti sono scomparse, quale maggiore timore di
depauperamento non è a nutrirsi per le sorgenti dell' Angioletta, e dell' Orto
di Sotto additate per alimento del suo acquedotto; Dal Signor Ingegner
Tramontani, massime di fronte al fatto, che già si constata, del rilevantissimo
depauperamento, che tutto dì si avvera dell' acqua della fonte nostra? Io
ritorco adunque a fortiori, ed ella ne converrà con ben più sode ragioni, l'
argomento.
Io rispondo subitamente “ e chi
non sa oggi, quanto sia pericoloso, per la pubblica igiene, il derivare l'
acqua potabile da corsi di acque, che scorrono sugli alvei dei fiumi,
segnatamente se defluiscono in questi gli scoli di luoghi abitati? La storia
delle recenti propagazioni del cholera è troppa fresca, ed ha insegnato a
tutti, che l' acqua bevuta dai corsi d' acqua, (torrenti e fiumi) è appunto il
veicolo della propagazione del morbo: Spagna, ed Italia informano
sciaguratamente.
Né vale il dire, che l' acqua sarà filtrata, perocché la
scienza, malgrado anche il costosissimo processo Anderson, non può oggi
pronunciarsi con piena ed assoluta sicurezza sugli effetti innocui della
filtrazione: e ad onta dell' ottimismo dell' Ingegne Devonshive, manca, la
dimostrazione, che anche con tale processo i germi patogeni saranno rimossi.
Che sarebbe adunque per avvenire
a Faenza, bevendo, secondo, che propone il Tramontani, l' acqua del Lamone, in
cui scolano non solo Crispino, sibbene e Marradi, e Fognano, e Brisighella?
Oh! che Faenza non correrà il
rischio di Venezia che ne fece doloroso esperimento, oggi abbandona le
derivazioni delle acque di fiume, ed ha comprata la sua salute attingendo a
sorgenti, pagando così la sua salute con altri 2 milioni per l' esproprio delle
sorgenti medesime.
E poi io chiedo: e delle acque
progettate a derivarsi, si fecero tutte quelle analisi, che la scienza oggi
impreteribilmente vuole? Si è, e si sarà quindi sicuri, a lavoro eseguito,
dell' assoluta potabilità dell' acqua in progetto, mentre l' acqua da noi
progettata è migliore ancora, per istituita analisi del Prof. Casali, dell'
acqua dell' antico mio acquedotto riattivato di Bologna?
Se è pur vero che ottima cosa è
l' acqua, non è meno vero, che non averla ottima, è pessima cosa. E quale spesa
annua siano per importare i filtri chi lo ignora?
quale la spesa di manutenzione
dell' acquedotto proposto?
Ma è sul volume dell' acqua
calcolata dal progetto Tramontani, e quello da noi assicurato giornalmente,
della sua e della nostra spesa che conviene instituire un parallelo: discendiamo
a questa, colla quale non si patteggia, l' aritmetica, unica stregua sicura in
mezzo alle fantasmagorie dei pubblici bilanci.
Perché io ragiono così: - Il
Tramontani calcola, ed i suoi calcoli potrebbero d' assai diminuirsi, a mc. 200
(dugento) in massima siccità il volume di acqua giornaliero che fornirebbe con
il suo progetto alla pubblica fonte, cioè litri 10 (dieci) per abitante, ed è
tale volume scarsissimo, insufficiente, inferiore, appena 1/6 (un sesto) di
quanto è voluto dalla scienza igienica, e dalle esigenze della vita, né vale il
pretenderne di allargare il concetto, derivando maggior volume di acqua dal
Canale, perché £ 288,000 oppure un canone corrispondente a tale somma per un
determinato tempo, dai 50 ai 60 anni, pagabile unicamente ad acqua data.
Dunque quale si è, se non questa,
la conclusione, cioè che noi diamo, ed assicuriamo un volume di ottima acqua
sei volte tanto maggiore, ossia il sestuplo dell' acqua calcolata dal progetto
Tramontani, e la diamo per una somma pressoché eguale a quella del progetto di
lui, esonerando, per la durata della concessione a canone, il Municipio di
Faenza da ogni manutenzione dell' Acquedotto.
Ora al pubblico, al Municipio
nostro il giudicare tra i due progetti, quello del Tramontani, ed il mio. E
pongo fine con un augurio, l' augurio di poter attuare un opera al mio paese ed
alla Romagna non meno utile, che sommamente dal lato igienico, necessario.
Obbl.mo suo A. Ingegner ZANNONI
Fonti: Archivio storico del Comune di Marradi