domenica 27 aprile 2014

L'Acquedotto Romagnolo e il fonte pubblico

Tante buone ragioni 
per costruire
l'Acquedotto degli Allocchi
ricerca di Silvana Barzagli



L'imbocco della galleria
degli Allocchi


Nel 1888 e nel 1889 a Faenza ci fu un gran discutere su come rifornire d'acqua la città, che andava crescendo e aveva bisogno di risorsa. I progetti furono due: l'ing. Tramontani pensava di attingere dal Lamone e dalle sorgenti delle ultime colline faentine, invece l'ing. Zannoni pensava di attingere alle sorgenti degli Allocchi, che erano scaturite dalla galleria omonima scavata in quegli anni lungo la ferrovia Faentina, sopra a Crespino del Lamone.

La Gazzetta di Faenza, un periodico che si stampava in città in quegli anni, riportò i pareri dei due tecnici e queste che seguono sono le ragioni dell'ing. Zannoni, che alla fine prevalsero.
Ci sarà abbastanza acqua dentro la Galleria degli Allocchi? E se dopo qualche anno le sorgenti smettessero di sgorgare?

Dalla Gazzetta di Faenza del 17 marzo 1889

Per debito di imparzialità e perché ci piace la più ampia discussione sopra questioni che, come questa, interessano vivamente il pubblico, diamo posto, di buon grado, alla seguente, inviataci dal nostro concittadino Ing. Comm. Antonio Zannoni,

Bologna 14 luglio 1895

Ebbi i numeri 20 e 21 del suo Periodico; il 1° "L' Acquedotto Romagnolo" che mette innanzi osservazioni sull' alimentazioni e dell' Acquedotto Romagnolo da me progettato; il 2° "Il pubblico Fonte", che fa conoscere il progetto Tramontani per dotare di acqua potabile Faenza.
E ringraziando la S.V. dell' esteso riassunto della mia Conferenza costì tenuta il 3 u.s. Febbraio, riportato nel suo N. 18, e della cortese ospitalità accordatami, io dico:
E' opposto in ordine all' alimentazione dell' Acquedotto da me progettato, che desse alimentazione, attesa dalle scaturigini della Galleria degli Allocchi, può dubitarsi venga col tempo notevolmente diminuita, e quindi, che si farà sentire la necessità d' altri allacciamenti, e prese di acqua; opere di conseguente grave costo.

 

Le vasche di decantazione
dell'acquedotto



Ora io osservo: i Municipi non si preoccupino delle temute possibilità di diminuzione di acqua della Galleria degli Allocchi: la Società accennò in genere ad un quinquennio di garanzia e ci sentiamo sicurissimi del volume dell' acqua, che deve alimentare l' acquedotto? I casi fortuiti, che temonsi nella Galleria degli Allocchi se avverranno, avverranno a rischio, e pericolo, e quindi a carico di noi concessionari: le opere, che diconsi necessarie per supperire in caso alla deficienza temuta della Galleria predetta, se occorreranno, staranno ad esclusive nostre spese.
E' a tutto questo, che si è già pensato e provveduto con tale un largo concetto di presa di acqua fuori della Galleria, da potersi avere la più rassicurante garanzia di un inalterabile e sufficientissimo volume di acqua.
Dunque a questo riguardo dichiariamo esplicitamente di assumere, ed assumiamo noi la più ampia responsabilità: i Municipi pagheranno il canone, cioè pagheranno l' acqua, e quando avranno l' acqua: diversamente nò, e continueranno ad averla assicurata per tutta la durata del pagamento del canone; durata, che come premisi, esser può dai 50 ai 60 anni; dopo di che l' acquedotto passerà in proprietà dei Municipi.


E allora che azzardano oggi, per siffatta lunga durata di tempo, i Municipi? E scorso questo tempo essi non saranno sufficientemente fatti sicuri, che l' Acquedotto si sarà reso normale, cioè inalterabile nella sua portata d' acqua.
Parmi, che con mezzo secolo si possa fare a sicura fidanza!



Il Sindaco di Faenza invita il suo collega
di Marradi a un incontro  (27 luglio 1891)




Però è Marradi, e con Marradi la vallata da Crespino a Marradi, che, dicesi, alzerà un grido di allarme, temendo di vedersi sfuggire la speranza di un miglioramento economico.
Ognuno si rassicuri nella seguente enunciazione, che io fò - vale a dire, che coll' attuazione dell' Acquedotto Romagnolo, l' industria da Crespino a Marradi, ed a Marradi in specie, eleverà grandemente il suo sviluppo, quello sviluppo, che, senza l' attuazione dell' Acquedotto, spererà sempre invano. E qui mi taccio perché è troppo prudente che "chi fa il gioco non l'insegni".
Dunque via, via il timore, che sia per diminuire, od anche per mancare all' Acquedotto la alimentazione: l' acqua a ciascun Municipio (Articolo 5. delle mie proposte) è garantita a volume giornaliero dai 50 ai 60 anni, e più ancora, se vuolsi, dalla società concessionaria: via altresì l' impressione sfavorente, già sorta che rimanga danneggiata l' industria da Crespino a Marradi, ed a Marradi; perché anzi l' acquedotto è destinato appunto a generare lassù una produzione industriale.
La montana vallata del Lamone, per la cui ferrovia, sebbene disgraziatamente male riuscita, combattei, saluti adunque con gioia l' Acquedotto Romagnolo, e ne acceleri coi più ardenti voti la più sollecita attuazione!
Ma che dirle del progetto studiato dal Signor Ingegnere Tramontani per cotesta fonte di Faenza. L' alimentazione dell' acquedotto Tramontani è proposta a farsi da sorgenti, e con derivazione dal canale della Chiusa mediante filtri; il Signor Ing. proponente calcola di raccogliere in massima siccità mc. 200 al giorno, ossia per 20mila abitanti, che tanti ormai siamo a Faenza, litri 10 (dieci) per testa al giorno; la spesa preventivata per l' opera L. 189.311.
Ora io domando, la tenue potenza (strato) della terrazza quaternaria, che si distende a piedi del contrafforte dell' Olmatello e la sua limitata estensione, e speciale inclinazione quale garanzia può dare, riguardo al suo strato bibulolatente?
Ossia quale sarà per essere oggi, ed in avvenire la portata, cioè il volume di acqua giornaliero delle sorgenti, che il Tramontani progetta di aprire in esso?
Si interroghi il Paramelle, e se ne avrà una risposta memorabile.  Sono poche le acque chiamate dal foro della galleria, entro la galleria, tanto è vero che talune di esse sorgenti sono scomparse, quale maggiore timore di depauperamento non è a nutrirsi per le sorgenti dell' Angioletta, e dell' Orto di Sotto additate per alimento del suo acquedotto; Dal Signor Ingegner Tramontani, massime di fronte al fatto, che già si constata, del rilevantissimo depauperamento, che tutto dì si avvera dell' acqua della fonte nostra? Io ritorco adunque a fortiori, ed ella ne converrà con ben più sode ragioni, l' argomento.






Ma si dice: - Il Tramontani ricorre altresì ad una derivazione delle acque del Canale della Chiusa, vale a dire all' acqua del Lamone.
Io rispondo subitamente “ e chi non sa oggi, quanto sia pericoloso, per la pubblica igiene, il derivare l' acqua potabile da corsi di acque, che scorrono sugli alvei dei fiumi, segnatamente se defluiscono in questi gli scoli di luoghi abitati? La storia delle recenti propagazioni del cholera è troppa fresca, ed ha insegnato a tutti, che l' acqua bevuta dai corsi d' acqua, (torrenti e fiumi) è appunto il veicolo della propagazione del morbo: Spagna, ed Italia informano sciaguratamente. 
Né vale il dire, che l' acqua sarà filtrata, perocché la scienza, malgrado anche il costosissimo processo Anderson, non può oggi pronunciarsi con piena ed assoluta sicurezza sugli effetti innocui della filtrazione: e ad onta dell' ottimismo dell' Ingegne Devonshive, manca, la dimostrazione, che anche con tale processo i germi patogeni saranno rimossi.
Che sarebbe adunque per avvenire a Faenza, bevendo, secondo, che propone il Tramontani, l' acqua del Lamone, in cui scolano non solo Crispino, sibbene e Marradi, e Fognano, e Brisighella?

Oh! che Faenza non correrà il rischio di Venezia che ne fece doloroso esperimento, oggi abbandona le derivazioni delle acque di fiume, ed ha comprata la sua salute attingendo a sorgenti, pagando così la sua salute con altri 2 milioni per l' esproprio delle sorgenti medesime.
E poi io chiedo: e delle acque progettate a derivarsi, si fecero tutte quelle analisi, che la scienza oggi impreteribilmente vuole? Si è, e si sarà quindi sicuri, a lavoro eseguito, dell' assoluta potabilità dell' acqua in progetto, mentre l' acqua da noi progettata è migliore ancora, per istituita analisi del Prof. Casali, dell' acqua dell' antico mio acquedotto riattivato di Bologna?
Se è pur vero che ottima cosa è l' acqua, non è meno vero, che non averla ottima, è pessima cosa. E quale spesa annua siano per importare i filtri chi lo ignora?
quale la spesa di manutenzione dell' acquedotto proposto?
Ma è sul volume dell' acqua calcolata dal progetto Tramontani, e quello da noi assicurato giornalmente, della sua e della nostra spesa che conviene instituire un parallelo: discendiamo a questa, colla quale non si patteggia, l' aritmetica, unica stregua sicura in mezzo alle fantasmagorie dei pubblici bilanci.




Perché io ragiono così: - Il Tramontani calcola, ed i suoi calcoli potrebbero d' assai diminuirsi, a mc. 200 (dugento) in massima siccità il volume di acqua giornaliero che fornirebbe con il suo progetto alla pubblica fonte, cioè litri 10 (dieci) per abitante, ed è tale volume scarsissimo, insufficiente, inferiore, appena 1/6 (un sesto) di quanto è voluto dalla scienza igienica, e dalle esigenze della vita, né vale il pretenderne di allargare il concetto, derivando maggior volume di acqua dal Canale, perché £ 288,000 oppure un canone corrispondente a tale somma per un determinato tempo, dai 50 ai 60 anni, pagabile unicamente ad acqua data.

Dunque quale si è, se non questa, la conclusione, cioè che noi diamo, ed assicuriamo un volume di ottima acqua sei volte tanto maggiore, ossia il sestuplo dell' acqua calcolata dal progetto Tramontani, e la diamo per una somma pressoché eguale a quella del progetto di lui, esonerando, per la durata della concessione a canone, il Municipio di Faenza da ogni manutenzione dell' Acquedotto.
Ora al pubblico, al Municipio nostro il giudicare tra i due progetti, quello del Tramontani, ed il mio. E pongo fine con un augurio, l' augurio di poter attuare un opera al mio paese ed alla Romagna non meno utile, che sommamente dal lato igienico, necessario.

Obbl.mo suo       A. Ingegner ZANNONI




Fonti: Archivio storico del Comune di Marradi 

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