di Claudio Mercatali
E' da qualche anno che qui a
Marradi sono venuti di moda i trekking di notte, specialmente con la luna
piena. Questo che segue è il rendiconto della stralunata del 6 settembre. La
luna è al 90% perché il plenilunio è fra qualche giorno ma oggi è sabato,
giorno libero per molti di noi e quindi abbiamo anticipato un po'.
Si va alla Colla di S.Ilario con un pulman, e poi si scende a piedi secondo il percorso segnato qui di seguito. La partenza è dal villaggio turistico I Cancelli, a 700m di quota, esattamente a metà strada fra Marradi e Palazzuolo sul Senio e la meta è Marradi, che dista 5,5 chilometri lungo la strada provinciale ma sette o otto chilometri lungo i sentieri che faremo.
Siamo cinquanta, quasi tutti ormai esperti di questi particolari percorsi al buio. Alla fine ci sarà una spaghettata al ristorante La Taverna. Ci avviamo lungo la strada del villaggio turistico
Questa sera la Luna sorge alle
18.20 e tramonterà alle 5.40 Quindi è già in cielo alle 19,30 quando comincia
il trekking.
Appare quasi subito, già alta, dietro
al villaggio turistico e ci illumina perfettamente. Siamo diretti ai poderi di
Montemaggiore.
Montemaggiore è laggiù, dopo questa cresta, ma la strada finirà molto prima. Dopo c'è un sentiero malagevole nel bosco, però fa parte del gioco.
Verso Montemaggiore
I poderi sono due: c'è
Montemaggiore di Qua e Montemaggiore di Là. Di qua e di là da che?
Qui nel medioevo finivano le
terre dei Manfredi, signori del Castellone di Marradi e cominciavano quelle
degli Ubaldini, signori del castello di Palazzuolo. Nel 1362 Gioavacchino di
Mainardo degli Ubaldini per testamento lasciò tutto al Comune di Firenze e
quindi Palazzuolo entrò nella Signoria. I nuovi venuti vollero chiarire le cose
con gli aggressivi feudatari di Marradi e con i loro consorti e definire
per bene il confine. Siccome nessuno dei due si fidava dell'altro, si incontrarono proprio sul limite delle rispettive proprietà, a Montemaggiore appunto, e spartirono il sito. Da questo il nome dei poderi, che dunque sono nel comune di Marradi (di qua) e di Palazzuolo (di là). Il tutto ce lo racconta Bernardino Azzurrini, un notaio faentino del Cinquecento nel suo Cronicon, che è qui accanto. E' in latino ma si capisce bene:
per bene il confine. Siccome nessuno dei due si fidava dell'altro, si incontrarono proprio sul limite delle rispettive proprietà, a Montemaggiore appunto, e spartirono il sito. Da questo il nome dei poderi, che dunque sono nel comune di Marradi (di qua) e di Palazzuolo (di là). Il tutto ce lo racconta Bernardino Azzurrini, un notaio faentino del Cinquecento nel suo Cronicon, che è qui accanto. E' in latino ma si capisce bene:
Anno 1370 Fuit facta pax et concordia in Monte majori in camera D.
Johannis D. Alberghettino de Manfredis ...
E' chiara anche la bella carta del Catasto Leopoldino (1830) che riporta il confine fra Marradi e Palazzuolo.
Clicca sulle immagini
se le vuoi ingrandire
Da Montemaggiore si scende al
quadrivio della Bocchetta della Fossa del Lupo, dove si potrebbero prendere diverse
vie. La nostra è quella che va diritta verso il podere Monte Colombo.
Il panorama è bello: nell'ultima
luce, si vede il Castellone, che da ora in poi ci farà compagnia fino alla fine
del trekking.
Dopo un percorso agevole in una
strada campestre si arriva a Monte Colombo. E' scesa la notte, non c'è più luce
per le foto panoramiche. L'ultimo espediente è usare un filtro blu.
Il Castellone da Monte Colombo
Con la luce della luna si distingue appena il profilo dei monti. Conviene allora abbinare la fotografia con l'equivalente scattata di giorno quando siamo andati a verificare il percorso.
... e dopo un percorso disagevole
dentro una pineta, al buio, in discesa con le pigne che rotolano sotto i piedi,
si arriva a Val di Vinco, dove ci fermiamo un po' per ricompattare il gruppo.
La più fresca di tutti è Olga, la cagnolina di Gianmartino, che sembra chiedere al suo padrone: e ora dove si va?
Val di Vinco
Sotto: la chiesa di Cardeto
E alla fine siamo giunti a Biforco dalla parte di Cardeto. Da qui al ristorante della spaghettata ci sono ancora due chilometri fino a Marradi, ma non ce ne accorgiamo nemmeno. Il disprezzato asfalto ci permette di camminare per bene e così abbiamo tempo e modo di chiacchierare un po'.
E alla fine siamo giunti a Biforco dalla parte di Cardeto. Da qui al ristorante della spaghettata ci sono ancora due chilometri fino a Marradi, ma non ce ne accorgiamo nemmeno. Il disprezzato asfalto ci permette di camminare per bene e così abbiamo tempo e modo di chiacchierare un po'.
Il percorso che avete fatto è bello meritava più commento.
RispondiEliminaMAURO